A CAMPIGLIA I SOCIALISTI ACCUSANO: "ACCORDI VIOLATI SULLA GIUNTA"

L’idillo è durato un giorno: Il Psi va all’opposizione

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PIOMBINO 12 giug­no 2019 – Non solo fuori del grup­po con­sil­iare Campiglia Comune ma addirit­tura all’op­po­sizione con un grup­po autonomo. Il Psi, dopo 20 anni di col­lab­o­razione,  mol­la il Pd e pas­sa sui banchi delle mino­ranze a Campiglia Marit­ti­ma. La sor­pre­sa del­la gior­na­ta del­l’inse­di­a­men­to dei nuovi elet­ti è ulte­ri­or­mente cresci­u­ta neanche 24 ore dopo. Nel­la pri­ma sedu­ta del­la sin­da­ca Alber­ta Tic­ciati, l’esponente social­ista Lido Andreoni ave­va annun­ci­a­to la com­po­sizione di un grup­po del Psi fuori da Campiglia Comune ma non era anda­to oltre las­cian­do sper­are la pri­ma cit­tad­i­na su una ricuci­tu­ra dei rap­por­ti.  In una con­feren­za stam­pa con­vo­ca­ta dal seg­re­tario social­ista Gian­pao­lo Barabaschi, il Psi ha gela­to attese e sper­anze dei vec­chi alleati e ha salta­to l’ostacolo: pren­derà pos­to sui banchi dell’opposizione con i tre con­siglieri del “Grup­po 2019” e i due rap­p­re­sen­tan­ti del­la lista “Mar­coni sin­da­co”.
Una così dras­ti­ca scelta ha trova­to moti­vazione nelle ““deci­sioni politiche non con­di­vise e non con­di­vis­i­bili– così ha scrit­to il Psi - poste in essere da parte del sin­da­co elet­to, tese in maniera esplici­ta ad esclud­ere la nos­tra com­pagine dal­l’esec­u­ti­vo”.
Nel giorno del divorzio, giun­to a ridos­so delle rin­no­vate promesse di una vita comune, i social­isti sono appar­si delusi, amareg­giati ma anche liberi dai vin­coli di un rap­por­to che evi­den­te­mente ha conosci­u­to luci ma anche moltissime ombre.
Il loro rac­con­to, in con­feren­za stam­pa,  non ha potu­to trascu­rare quel che accadde nel 2014 quan­do, analoga­mente ad oggi, i rap­p­re­sen­tan­ti social­isti furono esclusi dal­la giun­ta. Allo­ra “per sen­so di respon­s­abil­ità”, decis­ero di incas­sare e, obtor­to col­lo, restarono in mag­gio­ran­za. “Per cinque anni ho fat­to il pos­si­bile – dice David Gori, con­sigliere nel­l’ul­ti­ma leg­is­latu­ra per il Psi, per limare le ten­sioni e evitare le polemiche”.
Nonos­tante tut­to, di fronte al nuo­vo impeg­no elet­torale, i social­isti han­no volu­to con­tin­uare con la vec­chia allean­za di sin­is­tra. Dal­la con­feren­za stam­pa è venu­to addirit­tura fuori che il Psi un aiuti­no infor­male alla Tic­ciati l’ha mes­so in cam­po addirit­tura in occa­sione delle pri­marie del Pd. Per poi insis­tere con mag­giore deter­mi­nazione nel­la suc­ces­si­va cam­pagna elet­torale durante la quale il sosteg­no social­ista è sta­to sem­pre riven­di­ca­to come un mer­i­to da parte del­la stes­sa can­di­da­ta sin­da­ca pidiessi­na. “Dal can­to nos­tro – dice Gian­pao­lo Barabaschi – siamo sta­ti leali e onesti e ci siamo prodi­gati con tutte le nos­tre forze. Con il Pd abbi­amo avu­to incon­tri spes­so ai mas­si­mi liv­el­li (can­di­da­ta sin­da­ca e seg­re­tario dell’Unione comu­nale) ed insieme abbi­amo con­corda­to un’intesa sul­la quale nes­suno ha avu­to nul­la da obbi­ettare. Ave­va­mo pos­to alla base del nos­tro sosteg­no tre indi­cazioni: due nos­tri can­di­dati, un uomo ed una don­na, nel­la lista Campiglia comune, la rap­p­re­sen­tan­za in giun­ta attra­ver­so David Gori, con­sigliere uscente che non abbi­amo ripresen­ta­to in lista per evi­tar­gli il pas­sag­gio delle dimis­sioni al momen­to dell’ingresso in giun­ta e, infine l’invito a soll­e­var­ci dal­la pre­sen­tazione di una rosa di nos­tri nomi per i diver­si incar­ichi sul­la quale il Pd avrebbe poi scel­to”.
“Non ci inter­es­sa­vano e non ci inter­es­sano le poltrone – dice anco­ra Barabaschi – ma chiara­mente abbi­amo bisog­no di una vis­i­bil­ità che dia con­to del­la nos­tra pre­sen­za e del­la nos­tra attiv­ità. Non ave­va­mo dub­bi che al momen­to buono David sarebbe sta­to l’assessore ai lavori pub­bli­ci e che tut­to sarebbe anda­to sec­on­do gli accor­di, invece…”.
Invece è accadu­to che al “momen­to buono” il nome di Gori non fos­se tra i cinque asses­sori scelti dal­la Tic­ciati.
Per­ché?
Sec­on­do quel­lo che riferisce il Psi pare che, a gius­ti­fi­cazione del­la scelta, la sin­da­ca abbia indi­ca­to l’urgenza di un reale cam­bi­a­men­to e la pro­pria per­son­ale esi­gen­za di avere un esec­u­ti­vo in gra­do di adeguar­si alle linee pro­gram­matiche espresse in cam­pagna elet­torale.
Moti­vazione che i diri­gen­ti del Psi non han­no con­di­vi­so ed anzi per la ver­ità, come sot­to­lin­eano, essi non ha pro­prio capi­to. Di fronte al malu­more dell’alleato la Tic­ciati ha cer­ca­to di stem­per­are la ten­sione con tre pro­poste alter­na­tive, poco più che con­tenti­ni per gli espo­nen­ti social­isti.
“Ci ha indi­ca­to — dice Barabaschi — la pres­i­den­za del­la Sefi, un pos­to nel Cda del­la Parchi Val di Cor­nia o la pres­i­den­za del­la Com­mis­sione comu­nale sul bilan­cio. Al riguar­do la nos­tra reazione è sta­ta di totale riget­to; abbi­amo rib­a­di­to che non cer­cava­mo poltrone ma dig­nità”.
C’è da dire che la Sefi, in pro­ro­ga­tio per l’organizzazione del­la fiera 2019, con ammin­is­tra­tori già a manda­to con­clu­so, pote­va offrire l’unica reale pos­si­bil­ità di scelta alla sin­da­ca essendo la soci­età total­mente di pro­pri­età del Comune di Campiglia. Non così la Parchi dove il 60,42 per cen­to delle azioni è di pro­pri­età del Comune di Piom­bi­no e solo il 22,43% è di Campiglia. La nom­i­na del Cda, di per­ti­nen­za dell’assemblea dei soci, qua­si sem­pre  è ricadu­ta su veri esper­ti in mate­ria piut­tosto che su spar­tizioni politiche. In ogni caso, con la vit­to­ria del sin­da­co Francesco Fer­rari, per la Tic­ciati sarebbe sta­to dif­fi­cile trattare la pre­sen­za di un social­ista campigliese nel con­siglio di ammin­is­trazione del­la Parchi. Cosa indub­bi­a­mente più facile di fronte ad una ipoteti­co suc­ces­so di Anna Tem­pes­ti­ni. Al pun­to che si può ipo­tiz­zare, con queste con­sid­er­azioni, il moti­vo per cui la Tic­ciati volesse atten­dere la con­clu­sione del bal­lot­tag­gio di Piom­bi­no per ren­dere noti i com­po­nen­ti del­la giun­ta di Campiglia.
Tralas­ci­amo l’ipotesi sul­la pres­i­den­za del­la Com­mis­sione con­sil­iare per il bilan­cio che viene decisa e vota­ta in seno al con­siglio comu­nale. Per­al­tro di fronte alla pro­pos­ta, non nuo­va, che alcu­ni capi­grup­po avreb­bero in ani­mo per­ché questo ruo­lo fos­se asseg­na­to alle mino­ranze, come democrazia indicherebbe, piut­tosto che mes­so nel maz­zo dei pos­si­bili stra­pun­ti­ni da offrire.
Nel­la sostan­za la scelta del grup­po del Psi di pas­sare all’op­po­sizione può rap­p­re­sentare un brut­to seg­nale politi­co nel­l’e­sor­dio del nuo­vo sin­da­co ma non stravolge di fat­to la con­sis­ten­za del­la mag­gio­ran­za del­la Tic­ciati che, anche gra­zie ai voti dei social­isti, può anco­ra con­tin­uare a gov­ernare con 10 con­siglieri su 16.

 

 

 

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