Lucchini, Concordia e 398 senza demagogia

pervenuta in redazione

PIOMBINO 1 feb­braio 2013 — In questi ulti­mi tem­pi vi sono sta­ti appas­sio­n­an­ti dibat­ti­ti sul­la stam­pa in mer­i­to a ques­tioni impor­tan­ti riguardan­ti il nos­tro ter­ri­to­rio.
In prim­is la ques­tione del­la crisi del­la siderur­gia con l’arrivo del com­mis­sario, la vicen­da Con­cor­dia e da poco il prog­et­to defin­i­ti­vo del­la 398.
Come accade in una realtà estrema­mente plu­ral­ista come la nos­tra, anche se tale ter­mine non può essere uti­liz­za­to per quel che riguar­da la sta­tic­ità del gov­er­no del ter­ri­to­rio, le opin­ioni sono moltepli­ci e tutte carat­ter­iz­zate da rif­les­sioni non sem­pre scevre da pregiudizi e da stru­men­tal­iz­zazioni.
Ebbene, in un momen­to come quel­lo attuale la ricer­ca dei voti per le elezioni politiche, o forse ancor più per le prossime ammin­is­tra­tive, apre par­ente­si che sicu­ra­mente con­trastano con la realtà che la nos­tra comu­nità sta attra­ver­san­do.
La crisi è ora­mai un fat­to con­sol­ida­to, ma ha pre­cise carat­ter­is­tiche strut­turali locali che non si risolver­an­no cer­ta­mente con la ripresa gen­erale.
Le ditte dell’indotto sono all’agonia finale, il com­mer­cio vive un momen­to di dis­a­gio mai vis­to in prece­den­za (per­lomeno per quel che riguar­da gli ulti­mi 50 anni), il set­tore edilizio sta scom­paren­do, le fab­briche non godono di buona salute, eppure si cre­ano le con­dizioni per la polem­i­ca spic­ci­o­la.
Da un po’ di tem­po abbi­amo evi­ta­to di uscire sul­la stam­pa in mer­i­to ad alcune ques­tioni impor­tan­ti; lo abbi­amo fat­to per pren­der­ci una pausa di rif­les­sione seria, che non pos­si­amo dire già che sia ter­mi­na­ta.
Purtrop­po se si vuole il bene del nos­tro ter­ri­to­rio ser­vono pro­poste vere ed autorevoli che abbiano un fon­do di conc­re­ta real­iz­zazione.
Il resto las­ci­amo­lo a chi crede nel­la dem­a­gogia spic­ci­o­la e nel pop­ulis­mo becero, che potrà servire a pren­dere voti, ma non cer­ta­mente a portare risul­tati.
Se qual­cosa di con­cre­to vogliamo dir­lo, l’auspicio è che la Con­cor­dia ven­ga a Piom­bi­no, ovvi­a­mente con tutte le garanzie del caso, ma tali com­pe­ten­ze spet­tano a chi dovere; sarebbe un’opportunità che ovunque tut­ti accettereb­bero, puta­ca­so i prob­le­mi nascono a Piom­bi­no ed a Livorno.
Forse sarà masochis­mo, però se ver­rà e cre­di­amo sia molto dif­fi­cile, un po’ di respiro la nos­tra econo­mia potrebbe cer­ta­mente aver­la.
Per la Luc­chi­ni e la Mag­o­na che dire, spe­ri­amo in bene, la “sper­an­za” è l’ultima a morire e chissà che qualche soluzione pos­sa esser­ci, è cer­to che sarà l’ultima vol­ta che ci tro­ver­e­mo in ques­ta situ­azione, non ci sarà una prossi­ma.
Un velo pietoso sul­la 398, qua­si 150 mil­ioni non ci sono e dif­fi­cil­mente saran­no trovati; ci sem­bra­va che il rifer­i­men­to iniziale fos­se di 60 mil­ioni, invece il tut­to è lievi­ta­to sproposi­tata­mente.
Aspet­ti­amo con sobri­età e seri­età in atte­sa di capire meglio, aven­do un quadro defin­i­ti­vo dopo che si sarà espres­so il CIPE.
Poi se non si parte è ovvio che dovre­mo met­tere sul piat­to del­la bilan­cia tut­ta la ques­tione delle infra­strut­ture, com­p­rese quelle trop­po onerose (per tut­ti) sot­to ogni pro­fi­lo (Tir­reni­ca).

Lui­gi Cop­po­la
UDC Piom­bi­no

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