Magma il museo che poteva essere a Piombino

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Niccolò Pini

PIOMBINO 14 set­tem­bre 2013 — Il 29 giug­no è sta­to inau­gu­ra­to il museo Mag­ma di Fol­loni­ca (ded­i­ca­to alle arti in ghisa del­la Marem­ma). Un prog­et­to sim­i­le sarebbe dovu­to nascere anche a Piom­bi­no nel­l’am­bito del­la cit­tà Futu­ra; la redazione di Stile­Libero è anda­ta a vis­i­tar­lo per capire di cosa si trat­ta. Chi va a vis­itare il Mag­ma di Fol­loni­ca aspet­tan­dosi di trovare una ple­to­ra di reper­ti “imbach­ecati” e clas­si­fi­cati in ordine crono­logi­co si sbaglia di grosso. Infat­ti in questo coin­vol­gente museo il vis­i­ta­tore è subito avvolto dai suoni e dalle immag­i­ni di fiamme e vapori proi­et­tati sui muri del forno San Fer­di­nan­do che attra­ver­so uno squar­cio nel­la parete e un’istal­lazione artis­ti­ca sem­bra di essere all’in­ter­no del­la for­nace. E’ questo il pri­mo impat­to entrati al Mag­ma (Museo delle Arti in Ghisa nel­la MArem­ma) e sem­bra che i prog­et­tisti abbi­amo pro­prio volu­to dare un’ impronta, un mar­chio, un tim­bro emozionale a questo museo che si svilup­pa su tre piani:
al pri­mo, l’arte, sono esposte e doc­u­men­tate le numerose opere prodotte da ques­ta fonde­ria e l’al­to liv­el­lo artis­ti­co rag­giun­to, al sec­on­do, la sto­ria, un per­cor­so a ritroso nel tem­po, par­tendo dalle orig­i­ni etr­usche delle attiv­ità estrat­tive fino alla creazione del­la fonde­ria che ha dato vita alla cit­tà di Fol­loni­ca.
Infine il sem­i­nter­ra­to, le atmos­fere lumi­nose del­la parte espos­i­ti­va las­ciano spazio ad ambi­en­ti più cupi con luci tenue: si entra nell’ Ade del­la pro­duzione del­la Ghisa.
MAGMALa sen­sazione che si ha per­cor­ren­do le stanze dell’ edi­fi­cio è che il museo sia sta­to prog­et­ta­to non solo per rac­con­tare al vis­i­ta­tore-tur­ista le orig­i­ni del­la cit­tà e l’at­tiv­ità di lavo­razione del fer­ro, ma anche per un fine didat­ti­co per un pub­bli­co meno adul­to: i reper­ti in ghisa e in leg­no nel­la parte stori­co-artis­ti­ca del museo sono inter­val­lati da touch­screen e da con­tribu­ti mul­ti­me­di­ali pen­sati per attrarre l’at­ten­zione del vis­i­ta­tore. Infine, nel sem­i­nter­ra­to, ded­i­ca­to alla pro­duzione, la passerel­la ci trasporta dal­la boc­ca del forno San Fer­di­nan­do fino alle tes­ti­mo­ni­anze video di chi ha lavo­ra­to nel­lo sta­bil­i­men­to rac­con­tan­do episo­di di vita nel­la fab­bri­ca come un non­no farebbe con il nipote.
Un museo, quin­di che oltre ad essere una rac­col­ta di reper­ti è  anche luo­go di rac­con­to del­la nasci­ta di una comu­nità e del­la sua iden­tità.
Frut­to del lavoro dei prog­et­tisti Mar­co Del Fran­cia e Bar­bara Cata­lani e del­lo stori­co Tiziano Arrigo­ni, con la col­lab­o­razione Clau­dio Casi­ni e Mar­i­ca Pizzetti e la super­vi­sione di Miria Mag­nolfi, diret­tore del­la Bib­liote­ca del­la Ghisa, è sta­to real­iz­za­to con fon­di europei. Gra­zie a un Piano di svilup­po urbano sosteni­bile (PIUSS) del­la Regione Toscana il museo ded­i­ca­to alle arti del­la Ghisa e del Fer­ro è inser­i­to in un prog­et­to più ampio del Comune di Fol­loni­ca di val­oriz­zazione di tut­to l’ex com­p­lesso indus­tri­ale Ilva.

Per info: magmafollonica.it

 

 

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