Materna e nido S. Francesco a rischio chiusura

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PIOMBINO 15 mar­zo 2019 — Ospi­ti­amo questo arti­co­lo di Anna Gior­gi sul­la sto­ria del­la Scuo­la Mater­na San Francesco di Piom­bi­no oggi quan­do la Scuo­la San Francesco è a ris­chio chiusura se non tro­verà rap­i­da­mente un nuo­vo gestore. Sarebbe una perdi­ta per Piom­bi­no ed il suo sis­tema educa­ti­vo. Come scrive la stes­sa Anna Gior­gi “Oggi, la scuo­la San Francesco ha oltre 40 bam­bi­ni da 0 a 6 anni, è una realtà molto vitale ed è sti­ma­ta per lo stile educa­ti­vo. Si trat­ta inoltre di 8 posti di lavoro, tra inseg­nan­ti e assis­ten­ti, che non devono andare per­du­ti. Al momen­to si sta cer­can­do un gestore che dal prossi­mo anno sco­las­ti­co la pren­da in cari­co. Sarebbe un vero pec­ca­to per la cit­tà e per la comu­nità eccle­siale arrivare a perdere ques­ta isti­tuzione che non solo trasmette di gen­er­azione in gen­er­azione val­ori non adul­ter­abili, ma li incar­na in un meto­do vivo di edu­cazione e in un ambi­ente sereno e ordi­na­to”.

La redazione

«Era già pre­sente in cit­tà l’asilo Pro Patria ret­to dalle Giusep­pine, ma non bas­ta­va a sod­dis­fare l’esigenza di un gran numero di bam­bi­ni che vive­vano nelle con­dizioni più mis­erevoli, ambi­en­tali ma anche e soprat­tut­to morali. Già dal 1923 ci fu l’idea di un asi­lo al con­ven­to, che poi svanì per osta­coli soprag­giun­ti.
Il cen­tro più bisog­noso di cure era la bor­ga­ta del Cotone, pri­vo di assis­ten­za reli­giosa, com­pre­so nel ter­ri­to­rio par­roc­chiale e sen­ti­to ancor più come cam­po di azione da padre Giusti­no. “Non era pos­si­bile con­tin­uare a cel­e­brare i Divi­ni mis­teri in una barac­ca, in un sec­o­lo di civiltà e pro­gres­so. Bisog­na­va edi­fi­care una chiesa: ma i mezzi? Gli balenò un’idea […] prende la via di Roma, chiede ed ottiene un’udienza spe­ciale dal San­tis­si­mo Padre Benedet­to XV, il quale gli con­seg­na subito 1.000 lire, quale parte di quan­to si pro­pone­va di dare in segui­to, e feli­cis­si­mo tor­na a Piom­bi­no. […] Il 12 luglio 1923, in for­ma pri­vatis­si­ma fu pos­ta la pri­ma pietra dell’erigenda chiesa, e alla sola dis­tan­za di cir­ca un anno, il 4 novem­bre 1924, una pri­ma parte del fab­bri­ca­to, quel­la des­ti­na­ta all’asilo, era fini­ta. Si inau­gurò e aprì subito, i bim­bi accorsero numerosi, e se ne con­tarono al momen­to dell’iscrizione cir­ca 150” (Mag­nani e Gom­bi, L’apostolo del­la nuo­va Piom­bi­no, 1930, p. 60 s.). Padre Giusti­no, di fronte all’alternativa di portare a com­pi­men­to pri­ma l’asilo o pri­ma la chiesa, non ha dub­bi: dà la prece­den­za all’asilo come opera sociale ed educa­ti­va indis­pens­abile alla sus­sis­ten­za e alla dig­nità delle famiglie operaie. Giun­gono da Roma le suore Giusep­pine per l’asilo del Cotone che viene inau­gu­ra­to il 4 novem­bre 1924; non molti i bam­bi­ni inizial­mente, poi diven­nero in pochi mesi un centi­naio e alla fine dell’anno 150. L’anno dopo era­no cir­ca 200. Per rac­cogliere i nec­es­sari finanzi­a­men­ti per l’opera del Cotone, padre Giusti­no si reca in Amer­i­ca nel mag­gio 1927 allo scopo di fare col­lette pres­so gli ital­iani emi­grati all’estero. Scrive­va quo­tid­i­ana­mente alle orfanelle e scrive­va anche ai bam­bi­ni dell’asilo. Avvic­i­na­va volen­tieri i bam­bi­ni, per­fet­ta­mente con­sapev­ole che in essi risiede il futuro e la sper­an­za, soprat­tut­to per una cit­tà come Piom­bi­no che neces­si­ta­va di un’opera di ried­u­cazione a par­tire da zero».

Una lun­ga sto­ria
Potrete trovare questo bra­no, insieme a molte altre cose, nel libro fotografi­co di prossi­ma pub­bli­cazione a cura di Anna Gior­gi con pre­fazione di Mau­ro Car­rara, un libro che riper­corre la sto­ria del­la scuo­la mater­na S. Francesco, par­tendo dal­la cit­tà per cui è sor­ta, Piom­bi­no, e dal suo fonda­tore, padre Giusti­no Sen­ni. L’apostolato evan­geli­co e sociale del padre Giusti­no Sen­ni, di cui a feb­braio si ricor­da il novan­tes­i­mo anniver­sario del­la morte, sem­bra aver avu­to ragione: tut­to parte dai bam­bi­ni, dai ragazzi, dai gio­vani. In un cli­ma dif­fi­cilis­si­mo e fiera­mente anti­cler­i­cale, il suo scen­dere in mez­zo alla gente, aiu­tar­la nelle sue neces­sità pri­ma di tut­to mate­ri­ali, stare vici­no alle sue sof­feren­ze, pro­muo­vere l’uomo in tutte le sue dimen­sioni, seppe far pre­sa sul­la popo­lazione.

L’approvazione del Min­istro gen­erale: «opere deg­ne del­lo spir­i­to frances­cano»
Il min­istro gen­erale dei frati minori, in occa­sione delle feste per il set­ti­mo cen­te­nario del­la morte del san­to di Assisi, scrive alla comu­nità di Piombino:«Mi com­piac­cio del bene con­sid­erev­ole che i miei figli fan­no in Piom­bi­no, dove il san­tu­ario dell’Immacolata è divenu­to cen­tro di opere deg­ne del­lo spir­i­to frances­cano, quali l’orfanotrofio, il lab­o­ra­to­rio e gli asili. Non pos­so che approvare e […] pre­gare il San­to Patri­ar­ca a benedirle e far­le sem­pre pros­per­are per il bene del­la soci­età e per­ché il reg­no di Gesù Cristo met­ta sem­pre più pro­fonde radi­ci in codes­ta indus­tre cit­tà» (7 giug­no 1926).
Parole che si dovreb­bero ricor­dare e med­itare in una cit­tà dif­fi­cile sot­to più pun­ti di vista….

Che cosa rimane?
Le opere di padre Giusti­no, che proveni­vano dal suo cuore e dal­la sua fede, otten­nero il mira­co­lo di avvic­inare final­mente migli­a­ia di per­sone, al cui servizio si mise con tut­to se stes­so.
Due anco­ra riman­gono vive del suo retag­gio: l’istituto Sen­ni per minori in situ­azione di dis­a­gio, e la scuo­la mater­na San Francesco, arriva­ta a com­piere 95 anni in piena for­ma.
Dap­pri­ma padre Giusti­no la costruì al Cotone, insieme alla chiesa: tut­to il com­p­lesso fu dis­trut­to dai bom­bar­da­men­ti. Pro­prio il 10 gen­naio ulti­mo scor­so ricor­re­va il 75° anniver­sario del bom­bar­da­men­to in cui tre bimo­tori sgan­cia­rono 24 bombe da 225 kg sug­li alti­forni ucci­den­do sei degli operai di turno. Fu ad aprile, in par­ti­co­lare il 28 del mese, però, che l’opera fu com­pi­u­ta con la dis­truzione del­la chiesa e dell’asilo costru­ito dal padre Sen­ni.

La ricostruzione
Ma già il 30 aprile 1945 il suc­ces­sore di padre Giusti­no, il padre cura­to Vin­cen­zo Megh­i­ni, pro­pone di trasferire in con­ven­to l’asilo infan­tile e in effet­ti lo apre nel refet­to­rio dove i lavori sono ter­mi­nati il 28 agos­to del­lo stes­so anno; i bam­bi­ni tor­nano ad affluire.
La grande ricostruzione avver­rà per opera del nuo­vo par­ro­co, suc­ce­du­to al P. Megh­i­ni il 28 feb­braio 1947, padre Alessan­dro Mam­moli, che l’8 mag­gio 1950 benedice il nuo­vo asi­lo par­roc­chiale edi­fi­ca­to sul luo­go dove pri­ma sorgevano le stalle e dove attual­mente si tro­va l’edificio che ospi­ta la casa famiglia, Il 2 gen­naio 1957 iniziano i lavori di ricostruzione dell’asilo del Cotone, pres­so la Fat­to­ria Ilva, dato che sec­on­do il nuo­vo piano rego­la­tore il ter­reno del Cotone non è più uti­liz­z­abile. I lavori ter­mi­nano nel mar­zo 1958, ma men­tre la nuo­va chiesa del Cotone viene benedet­ta il 4 otto­bre del­lo stes­so anno, l’edificio dell’asilo non sarà mai inau­gu­ra­to. Inizial­mente man­ca anco­ra l’arredo, e la scuo­la riprende il fun­zion­a­men­to nei locali dell’asilo par­roc­chiale pres­so il con­ven­to; poi risul­ta chiaro che il nuo­vo piano rego­la­tore asseg­na alle indus­trie la zona in cui padre Mam­moli ave­va fat­to costru­ire la nuo­va scuo­la mater­na.
Il par­ro­co pen­sa allo­ra di des­tinare ad un nuo­vo edi­fi­cio sco­las­ti­co la ter­ra su cui sorge­va la vigna del con­ven­to, sua attuale col­lo­cazione. L’Ilva accetta di ricom­prare il ter­reno e l’edificio in cui avrebbe dovu­to essere ospi­ta­ta la scuo­la mater­na (siamo al 4 luglio 1961). Il 30 novem­bre 1964 la nuo­va scuo­la apre i bat­ten­ti: accoglierà esclu­si­va­mente i figli dei dipen­den­ti dell’Italsider. Il 5 otto­bre 1965 inizia l’anno sco­las­ti­co per l’asilo par­roc­chiale dell’Immacolata con 180 bam­bi­ni e la scuo­la mater­na S. Francesco con 400 iscrit­ti!

Tem­pi mod­erni…
Sono note, poi, le vicis­si­tu­di­ni delle Acciaierie ai pri­mi anni Ottan­ta, quan­do la crisi indus­tri­ale portò a un dras­ti­co ridi­men­sion­a­men­to del per­son­ale. Fu un fenom­e­no di pri­ma grandez­za: in Italia i licen­zi­a­men­ti inter­es­sarono cir­ca 25.000 lavo­ra­tori, di cui 2.000 nel­la sola Piom­bi­no. 1.300 i cas­sain­te­grati. Anche la scuo­la mater­na San Francesco, che pur era sta­ta aggior­na­ta e rin­vig­ori­ta da nuovi meto­di di inseg­na­men­to, ne risen­tì pesan­te­mente, con il minac­cia­to licen­zi­a­men­to di 11 dipen­den­ti che ebbe poi come esi­to, invece, la riduzione dell’orario di lavoro. Del resto, a causa del­la dena­tal­ità la popo­lazione sco­las­ti­ca del­la mater­na San Francesco era crol­la­ta a pic­co, da 420 a 280 bam­bi­ni, le sezioni era­no state ridotte a cinque, e il calo demografi­co in cit­tà si pro­fila­va irre­versibile.

Cer­casi spon­sor appas­sion­ata­mente
Comunque, la sto­ria del­la mater­na San Francesco superò questo scoglio e pros­eguì anche quan­do le Acciaierie riti­rarono i finanzi­a­men­ti rite­nen­do di non pot­er sostenere ulte­ri­or­mente l’istituzione; il per­son­ale inseg­nante rimase, si cos­ti­tuì in coop­er­a­ti­va, in atte­sa che la par­roc­chia ne ripren­desse la ges­tione; ges­tione che infine dall’anno sco­las­ti­co 2013/2014 passò alla coop­er­a­ti­va «Arcobaleno» che adesso, benché la scuo­la sia fiorente, ha comu­ni­ca­to all’improvviso la deci­sione di las­cia­r­la con la fine di giug­no. Oggi, la scuo­la San Francesco ha oltre 40 bam­bi­ni da 0 a 6 anni, è una realtà molto vitale ed è sti­ma­ta per lo stile educa­ti­vo. Si trat­ta inoltre di 8 posti di lavoro, tra inseg­nan­ti e assis­ten­ti, che non devono andare per­du­ti. Al momen­to si sta cer­can­do un gestore che dal prossi­mo anno sco­las­ti­co la pren­da in cari­co. Sarebbe un vero pec­ca­to per la cit­tà e per la comu­nità eccle­siale arrivare a perdere ques­ta isti­tuzione che non solo trasmette di gen­er­azione in gen­er­azione val­ori non adul­ter­abili, ma li incar­na in un meto­do vivo di edu­cazione e in un ambi­ente sereno e ordi­na­to.

Un libro per­ché la memo­ria diven­ti futuro
La pub­bli­cazione che è in preparazione si pro­pone appun­to, trac­cian­do una breve sto­ria del­la mater­na San Francesco e doc­u­men­tan­done la vita con molte fotografie, di sosten­er­la facen­dola conoscere e dan­do ancor più sper­an­za a una scuo­la che ha tutte le con­dizioni per non dover temere il futuro.

Un appel­lo ai let­tori
Per­ciò un appel­lo ai let­tori: por­tate le foto che ricor­dano la vos­tra espe­rien­za, o dei vostri figli e nipoti, alla mater­na San Francesco. Por­tatele alle maestre durante l’orario sco­las­ti­co. Por­tatele subito, però! Saran­no scan­ner­iz­zate per essere pub­bli­cate e resti­tu­ite al più presto.
La sol­i­da­ri­età del­la cit­tad­i­nan­za è impor­tante per non smar­rire qual­cosa di molto prezioso che lascerebbe un vuo­to incolma­bile nel tes­su­to cit­tadi­no, sot­traen­do oltre tut­to ai gen­i­tori la pos­si­bil­ità di una scelta educa­ti­va che è loro pre­ciso dirit­to e dovere.

Anna Gior­gi

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