Nazionalizzazione Aferpi nemmeno a parlarne

Luigi Coppola

PIOMBINO 24 feb­braio 2018 — Abbi­amo det­to chiara­mente fin da subito che qual­si­asi for­ma di entu­si­as­mo per un nuo­vo cor­so del­la vicen­da Afer­pi sia pre­maturo e fuor­viante, con o sen­za fir­ma di un “pre accor­do”, che non è un atto di ces­sione defin­i­ti­va, tan­to meno un con­cre­to prog­et­to indus­tri­ale. Purtrop­po, nel peri­o­do elet­torale ven­gono dette molte cose, non sem­pre espresse con sobri­età e piena con­sapev­olez­za. Per quel che riguar­da affer­mazioni iner­en­ti even­tu­ali inter­ven­ti del­lo Sta­to o forme di pseu­do-nazion­al­iz­zazione di aziende pri­vate, sia che si trat­ti di com­par­ti strate­gi­ci per il paese come Ali­talia, che di realtà pro­dut­tive come gli sta­bil­i­men­ti siderur­gi­ci di Taran­to o di Piom­bi­no, è oppor­tuno chiarire che tali ipote­si non sono asso­lu­ta­mente con­tem­plate dal pro­gram­ma del cen­trode­stra. Per­tan­to, qualo­ra la coal­izione di cen­trode­stra, di cui “Noi con l’Italia-UDC” è parte inte­grante, vincesse le elezioni assumen­dosi la respon­s­abil­ità del gov­er­no del paese, per­cor­rerà tutte le strade pos­si­bili per trovare una soluzione sosteni­bile e defin­i­ti­va per la vicen­da Afer­pi, ma in un ambito rigi­da­mente pri­vatis­ti­co. Lo Sta­to farà la sua parte svol­gen­do il suo ruo­lo di con­trol­lo e di sosteg­no agli investi­tori, ma tut­to ciò dovrà avvenire in un quadro nor­ma­ti­vo serio ed effi­cace, sen­za impli­cazioni stru­men­tali e dele­terie.

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