Necessaria l’alternativa alla classe dirigente del Pd

· Inserito in Spazio aperto
Maristella Bottino

PIOMBINO 8 novem­bre 2015 — È pas­sato ormai qua­si un anno dal tri­on­fale e roboante annun­cio del pre­mier Ren­zi, dopo la fir­ma dell’intesa Luc­chi­ni-Cevi­tal a Palaz­zo Chi­gi, che deter­mi­na­va l’acquisizione del­la fab­bri­ca piom­bi­nese da parte del grup­po algeri­no. In quell’occasione Ren­zi e tut­to il PD sot­to­lin­ea­vano come Piom­bi­no fos­se un pez­zo del futuro del­l’I­talia e l’aper­tu­ra a un inves­ti­men­to straniero potesse essere un moti­vo di orgoglio. Il pre­mier con­clude­va assi­cu­ran­do che il gov­er­no ital­iano sarebbe sta­to al fian­co delle imp­rese e del­la Cevi­tal, come lo sareb­bero sta­ti il Comune di Piom­bi­no e la Regione.
A dis­tan­za di tem­po, come spes­so accade nel­la dialet­ti­ca ren­ziana, quelle affer­mazioni si riv­e­lano purtrop­po assai dem­a­gogiche. Il crono­pro­gram­ma del­la Cevi­tal sul rilan­cio dell’acciaio piom­bi­nese, fin dall’inizio non chiaris­si­mo, è forte­mente in ritar­do ed in realtà nul­la è sta­to davvero deciso sul rilan­cio del grup­po siderur­gi­co, né il per­cor­so delle boni­fiche né l’acquisto di un forno elet­tri­co nec­es­sario per far ripar­tire l’area a cal­do. In un con­testo di totale incertez­za, lad­dove rim­balzano dall’Algeria notizie tutt’altro che tran­quil­liz­zan­ti sul­la richi­es­ta delle autorità alger­ine di sospen­sione dell’accordo pre­lim­inare Cevi­tal-Luc­chi­ni, emerge il rumor­oso silen­zio del pre­mier (tipi­co il suo ten­er­si alla larga medi­at­i­ca dalle aree di crisi) e dei nota­bili del Pd locale e regionale, gli stes­si che ave­vano fat­to pro­prio il tri­on­fo sul­la pre­sun­ta rinasci­ta del polo siderur­gi­co piom­bi­nese.
In realtà la dif­fi­cilis­si­ma crisi del­la fab­bri­ca piom­bi­nese, lega­ta indub­bi­a­mente anche a com­p­lessi fenomeni con­giun­tu­rali inter­nazion­ali, è espres­sione del­la crisi di un intero ter­ri­to­rio in cui la dis­oc­cu­pazione gio­vanile, la crim­i­nal­ità cres­cente, lo sman­tel­la­men­to del­la san­ità locale, l’assenza di infra­strut­ture che pos­sano lib­er­are la cit­tà dall’isolamento ter­ri­to­ri­ale, la man­can­za di una idea di svilup­po in alter­na­ti­va all’industria dell’acciaio, altro non sono che il frut­to di una sem­piter­na polit­i­ca di una sin­is­tra, oggi Pd, che ha gov­er­na­to ques­ta comu­nità con piglio autori­tario ma con i risul­tati fal­li­men­ta­ri, che sono ogget­ti­va­mente sot­to gli occhi di tut­ti.
Oggi più di ieri, in alter­na­ti­va ad una classe diri­gente del Pd asso­lu­ta­mente non all’altezza del­la situ­azione, si rende nec­es­sario pen­sare ad una alter­na­ti­va di gov­er­no di un ter­ri­to­rio che por­ti un con­trib­u­to di idee di svilup­po nuo­vo, che pos­sa proi­ettare Piom­bi­no e l’intera Val di Cor­nia al di fuori di una pro­fon­da crisi di cui, ad oggi, non si vede soluzione.

Maris­tel­la Bot­ti­no è coor­di­na­trice provin­ciale di Forza Italia

(Foto di Pino Bertel­li)

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