Necessario imboccare una nuova strada di civiltà

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PIOMBINO 18 aprile 2020 — È nato per inizia­ti­va di alcu­ni operai, del­e­gati e attivisti sin­da­cali delle acciaierie JSW di Piom­bi­no, l’appello che sta rac­coglien­do numerose firme in giro per la Toscana. Di segui­to il testo inte­grale con le firme.

”Davvero “andrà tut­to bene”? In questo momen­to tragi­co che tut­ti coin­volge, le regole per pre­venire il virus le rispet­ti­amo con rig­ore, nel­la dife­sa comune del­la comune uman­ità. Anche se non è vero che siamo tut­ti sul­la stes­sa bar­ca, per­ché molti annas­pano su un can­ot­to di gom­ma, alcu­ni dor­mono in uno yacht di lus­so. Non si deve e non vogliamo tornare alla “nor­mal­ità” del­lo sfrut­ta­men­to degli esseri umani e del­la natu­ra, in quan­to questo è appun­to lo sce­nario in cui la pan­demia è mat­u­ra­ta.

Ai sin­da­cati ci riv­ol­giamo, per chiedere loro di affer­mare con deter­mi­nazione i val­ori e i dirit­ti, di cui sono por­ta­tori gli uomi­ni e le donne che vivono del pro­prio lavoro. Chiedi­amo di far­lo oggi per tute­lare la salute dei lavo­ra­tori e fer­mare il con­ta­gio.
E su questo fon­da­men­tale ter­reno di scon­tro con una Con­find­us­tria — che pre­tende dal Gov­er­no, e in parte ottiene medi­ante le autor­iz­zazioni prefet­tizie, di anteporre gli inter­es­si azien­dali alla tutela degli addet­ti allargan­do a dis­misura le attiv­ità “essen­ziali” in dero­ga agli stes­si decreti min­is­te­ri­ali — i sin­da­cati devono con deci­sione rib­adire che le attiv­ità “non essen­ziali” non devono ripren­dere, così come quelle “essen­ziali” devono fer­mar­si qualo­ra le mis­ure di sicurez­za siano insuf­fi­ci­en­ti. Purtrop­po in questi giorni, di fronte all’irresponsabilità del­la Con­find­us­tria e alla benev­olen­za del gov­er­no ver­so gli inter­es­si padronali, le orga­niz­zazioni i sin­da­cali con­fed­er­ali — con la stes­sa inte­sa rag­giun­ta a mar­zo sui cod­i­ci Ate­co — non si sono dimostrati all’altezza delle neces­sità del­e­gan­do alle sole RSU la respon­s­abil­ità di con­frontar­si e di indire scioperi per garan­tire la dife­sa del­la salute dei lavo­ra­tori e delle lavo­ra­tri­ci.

Impar­i­amo la lezione trag­i­ca che ci viene dal­la pan­demia, così come dagli infor­tu­ni sul lavoro, molti dei quali mor­tali, che si susseguono quo­tid­i­ana­mente nei posti di lavoro: a dif­feren­za del pas­sato, la pre­ven­zione deve diventare il cri­te­rio diri­mente sem­pre e comunque. 
Di fronte al cin­is­mo del­la Con­find­us­tria e al servil­is­mo del Gov­er­no le orga­niz­zazioni sin­da­cali, se nec­es­sario, dichiari­no lo sciopero gen­erale ad oltran­za. 
In ques­ta situ­azione è ancor più ril­e­vante far crescere e raf­forzare le Rsu e il ruo­lo autonomo e demo­c­ra­ti­co dei Rap­p­re­sen­tan­ti dei lavo­ra­tori per la sicurez­za, anche per pro­gram­mare fin d’ora l’adeguamento delle postazioni di lavoro alla ria­per­tu­ra delle attiv­ità, medi­ante dis­pos­i­tivi di dis­tanzi­a­men­to e sep­a­razione, al fine di pre­venire la ripresa del con­ta­gio. 
Preparar­si a sostenere tale scon­tro sig­nifi­ca innanzi tut­to riaf­fer­mare e prati­care il dirit­to di sciopero, ma anche atti­vare tut­ti gli stru­men­ti per rilan­cia­re la democrazia sin­da­cale, attra­ver­so la costante comu­ni­cazione con i lavo­ra­tori e la con­vo­cazione di Rsu e diret­tivi con tut­ti i mezzi disponi­bili (online )

Bisogna inoltre preparar­si all’incombente ris­chio che i costi del­la crisi san­i­taria ed eco­nom­i­ca siano scar­i­cati su lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­tori, pro­prio ad opera delle forze padronali e politiche. 
In ques­ta fase assume impor­tan­za cen­trale la dife­sa del Servizio San­i­tario Nazionale pub­bli­co e la sua imme­di­a­ta riqual­i­fi­cazione con un suo mas­s­ic­cio poten­zi­a­men­to: un piano di inves­ti­men­ti per la ristrut­turazione e riqual­i­fi­cazione delle strut­ture ospedaliere esisten­ti — in fun­zione o chiuse dalle politiche di aus­ter­ità di questi ulti­mi decen­ni — tali da garan­tire una pre­sen­za cap­il­lare sul ter­ri­to­rio e garan­tire una san­ità di pre­ven­zione; la creazione di nuovi ospedali per coprire tutte le domande; un Piano di assun­zione di oper­a­tori (medici, infer­mieri, ooss…) a tem­po inde­ter­mi­na­to per garan­tire qual­ità del servizio, dif­fu­sione sul ter­ri­to­rio, pre­ven­zione.

Bisogna fer­mare ogni for­ma di pri­va­tiz­zazione dei servizi san­i­tari a par­tire dall’utilizzo delle pro­ce­dure di“project financ­ing” nel­la costruzione dei nuovi ospedali già pre­visti. La pri­va­tiz­zazione, con il pas­sag­gio di ingen­ti risorse statali ai pri­vati, e lo sman­tel­la­men­to del servizio san­i­tario ha sig­ni­fi­ca­to in questi anni la trasfor­mazione del­la salute in mer­ce, su cui lucrare nelle strut­ture pri­vate. È anche in questo sen­so che si rende nec­es­sario l’abbandono da parte dei sin­da­cati di ogni for­ma di parte­ci­pazione a Fon­di di assis­ten­za inte­gra­ti­va pri­vati che inde­bolis­cono la san­ità pub­bli­ca. 
Le orga­niz­zazioni sin­da­cali devono quin­di uscire imme­di­ata­mente dalle assi­cu­razioni pri­vate tipo Metasalute e Cometa e non intro­durre più nei prossi­mi con­trat­ti di cat­e­go­ria ade­sioni a Fon­di pri­vati. 
Di pari pas­so è nec­es­sario poten­ziare in modo mas­s­ic­cio i servizi socio-assis­ten­ziali pub­bli­ci per anziani, dis­abili, sogget­ti deboli, trop­po spes­so abban­do­nati alla mer­cè di isti­tuzioni pri­vate al lim­ite del­la legal­ità.

Una vec­chi­a­ia dig­ni­tosa deve essere garan­ti­ta a tutte e tut­ti non solo con adeguati servizi speci­fi­ci ma soprat­tut­to con pen­sioni adeguate. Anche per questo la Fornero deve essere abro­ga­ta ricon­qui­s­tan­do un sis­tema prev­i­den­ziale intera­mente pub­bli­co, ret­ribu­ti­vo per andare in pen­sione con 60 anni di vec­chi­a­ia o 40 anni di anzian­ità. 
Su un altro pun­to le orga­niz­zazioni sin­da­cali devono abban­donare tutte le loro ambi­gu­i­tà: l’autonomia dif­feren­zi­a­ta che, anche nel­la for­ma del­la pro­pos­ta di legge Boc­cia, risul­ta essere una for­ma di fran­tu­mazione del­lo Sta­to ital­iano. Lo Sta­to deve ritornare ad acquisire leg­is­lazione esclu­si­va sul­la tutela del­la salute. La san­ità, come l’istruzione e la sicurez­za del lavoro non pos­sono essere region­al­iz­zate.

Per quan­to riguar­da l’immediata dife­sa dei lavo­ra­tori e lavo­ra­tri­ci è asso­lu­ta­mente pri­or­i­tario con­quistare la pros­e­cuzione del­la mora­to­ria dei licen­zi­a­men­ti (col­let­tivi e indi­vid­u­ali). È indis­pens­abile pros­eguire con il piano stra­or­di­nario di erogazione degli ammor­tiz­za­tori sociali per tut­ti i lavo­ra­tori, inclusi quel­li irre­go­lari: un’occasione per un per­cor­so di fuo­rius­ci­ta dal lavoro nero. Serve il sosteg­no eco­nom­i­co al pic­co­lo com­mer­cio e arti­giana­to; serve l’istituzione del red­di­to di emer­gen­za per i cit­ta­di­ni in dif­fi­coltà. Per ragioni di uman­ità e di sol­i­da­ri­età di classe, ma anche per­ché la mar­gin­al­ità sociale favorisce il con­ta­gio, bisogna rego­lar­iz­zare subito tut­ti gli immi­grati irre­go­lari.

Per reperire le risorse riven­dichi­amo: inter­ven­ti dras­ti­ci per impedire che si dirot­ti­no i cap­i­tali nei par­a­disi fis­cali e con­tes­tuale isti­tuzione di una impos­ta pat­ri­mo­ni­ale con­sis­tente sui gran­di pat­ri­moni (su quel 20% più ric­co degli ital­iani che detiene qua­si il 70% del­la ric­chez­za nazionale); lot­ta dras­ti­ca all’eva­sione fis­cale, a par­tire dai gran­di e medi eva­sori; nel quadro di una polit­i­ca inter­nazionale di pace, riduzione dras­ti­ca delle spese mil­i­tari e ricon­ver­sione delle indus­trie delle armi con garanzie occu­pazion­ali per gli addet­ti; lot­ta sen­za quartiere alla cor­ruzione e alla crim­i­nal­ità orga­niz­za­ta.

Nel­la coscien­za e nel­la mobil­i­tazione delle lavo­ra­tri­ci e dei lavo­ra­tori, dei gio­vani e delle per­sone di cul­tura, risiedono le risorse di pen­siero e di azione per imboc­care una nuo­va stra­da di civiltà: se non ora, quan­do?”

Alessan­do Bab­boni, Comi­ta­to Diret­ti­vo Regionale Toscana Fiom, Jsw Steel Italy (Piom­bi­no)
Rober­to Bra­gi­o­la, RSU FIOM Jsw Steel Italy (Piom­bi­no)
Mat­teo Fidanzi, Comi­ta­to Diret­ti­vo FIOM Livorno, Jsw Steel Italy (Piom­bi­no)
Pao­lo Franci­ni, Assem­blea Gen­erale FIOM Livorno, Jsw Steel Italy (Piom­bi­no)
Ste­fa­nia Martel­loni, Comi­ta­to Diret­ti­vo SPI Livorno (Piom­bi­no)
Mas­si­mo Mat­teuzzi, iscrit­to FIOM, Jsw Steel Italy (Piom­bi­no)
Ric­car­do Serni, Comi­ta­to Diret­ti­vo FIOM Livorno, Jsw Steel Italy (Piom­bi­no)
Enri­co Barbi­ni, Comi­ta­to Diret­ti­vo CGIL Livorno, RSA Por­to 2000
Anna Del­la Ragione, C.D.N. FLC
Rossana Fatighen­ti, A.G. FLC Toscana
Fio­ri­gia Beverel­li, Comi­ta­to Diret­ti­vo FLC Livorno
Anto­nio Ste­fani­ni Comi­ta­to Diret­ti­vo SPI Livorno
Pao­lo Gia­nar­di, iscrit­to SPI
Giuseppe Fil­ippeschi, cass­in­te­gra­to JSW Piom­bi­no, iscrit­to USB
Gio­van­ni Bruno, RSU e RLS Cobas Scuo­la Pisa
Giu­lia Siringo, iscrit­ta FP CGIL
Fran­co Repeti, iscrit­to SPI CGIL, Piom­bi­no
Agnese Papi, lib­era Pro­fes­sion­ista, Piom­bi­no
Rug­gero Rognoni iscrit­to NIDIL Livorno
Calogero Can­naroz­zo iscrit­to SPI Livorno
Daniela Man­gia­cot­ti, Comi­ta­to Diret­ti­vo FIOM Toscana
Car­lo Iozzi, RSU F. Peri­ni Comi­ta­to Diret­ti­vo FIOM Toscana
Andrea Bar­toli, Comi­ta­to Diret­ti­vo FILCTEM-CGIL Firen­ze
Ful­via Bilanceri, assis­tente domi­cil­iare, iscrit­ta USB, Ses­to Fiorenti­no
Tiberio Tanzi­ni, iscrit­to CGIL FP, Vin­ci
Ettore Cec­ca­n­ti. autista Tiemme, iscrit­to FILT CGIL, Gros­se­to
Alber­to Prunet­ti, scrit­tore, Sovi­cille (SI)
Ennio Min­ervi­ni San­ità Mas­sa CDN FP
Gui­do Masot­ti, Luc­ca CDR FLC CGIL Toscana
Alber­to Gior­gi, Comi­ta­to Diret­ti­vo Regionale SPI Toscana
Pier Mar­co Accan­to, iscrit­to FP Piom­bi­no
Ildo Fusani, iscrit­to SPI Car­rara
Ren­zo Antoni, iscrit­to SPI Piom­bi­no
Giusi Di Pietro, RSU FIOM CDR CGIL Toscana
Mau­r­izio Vil­iani, agri­coltore, San Vin­cen­zo (LI)
Pao­lo Orlan­di, iscrit­to FILLEA CGIL, Mas­sa Car­rara
Fed­eri­co Par­ri­ni, operaio JSW Piom­bi­no
Loret­ta Mazz­inghi, inseg­nante in pen­sione, Piom­bi­no
Emil­iano Domini­ci, imp­ie­ga­to Tiemme, Gros­se­to
Valente Carmine, Diret­ti­vo CdL Livorno
Valente Cris­tiano, Diret­ti­vo Spi Cgil Livorno
Angeli Giulio, Diret­ti­vo FLC Cgil Pisa
Baschieri Ste­fa­nia, Spi Cgil Luc­ca
Sal­vadori Mario, Spi Cgil Luc­ca
Grana­ta Alessan­dro, Diret­ti­vo FLC Cgil Pisa
Luc­ch­esi Rober­to, Diret­ti­vo FP Cgil Luc­ca

2 risposte a “Necessario imboccare una nuova strada di civiltà”

  1. Milco Rosellini says:

    Gius­to.

  2. Vincenzo says:

    Agli indus­tri­ali, alla polit­i­ca, ai cit­ta­di­ni andrebbe ricorda­to, negli anni a venire sem­pre e costan­te­mente, ciò che è suc­ces­so in Lom­bar­dia ai tem­pi del Covid-19. Lì gli indus­tri­ali han­no igno­ra­to il dif­fonder­si del­la pan­demia, lì la polit­i­ca si è assogget­ta­ta al vol­ere degli indus­tri­ali, lì la polit­i­ca ha fat­to scelte riv­e­latisi fal­li­men­ta­ri in cam­po san­i­tario, lì la polit­i­ca ha di fat­to con­dan­na­to alla morte una gen­er­azione di anziani che era­no ospi­tati nelle RSA. Se la Lom­bar­dia deve essere il treno del­l’I­talia, per favore fer­mate­lo, voglio scen­dere!!
    Per il resto è gius­to credere nei sog­ni, è con essi che potremo sper­are in un futuro migliore, ma già da oggi chiede­te­vi su quali spalle ricadrà il cos­to del­la vor­agine che si sta cre­an­do nei con­ti pub­bli­ci e non sper­ate in quel 20% per­ché i loro sol­di non sono più in Italia da tem­po, sono in Olan­da o in Lussem­bur­go.

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