Nella Val di Cornia ancora un voto ingessato

· Inserito in Tema del mese (ar)
Martina Pietrelli

Inges­sate. Così mi sem­bra­no le elezioni politiche viste dal­la Val di Cor­nia. Sicu­ra­mente è per­ché nel nos­tro ter­ri­to­rio il voto è sem­pre sta­to scon­ta­to ed è dif­fi­cile che ques­ta vol­ta ci sor­pren­da. Siamo gente dura da smuo­vere noi del­la Val di Cor­nia: Berlus­coni non c’è mai piaci­u­to granché e Mon­ti è trop­po Udc e per­cepi­to forse come un po’ trop­po di destra
per un elet­tora­to tra i più di sin­is­tra d’Italia.
La cosid­det­ta sin­is­tra-sin­is­tra, vale a dire Ven­dola, con­tin­uerà ad avere il suo fas­ci­no, quel­lo degli abiti vin­tage, bel­li, con un suo per­ché, ma inequiv­o­ca­bil­mente degli anni ’70. Pos­si­bil­ità di uscire dal suo soli­to tar­get per con­quis­tarne di nuovi, nes­suna. La galas­sia gui­da­ta da Ingroia temo che avrà vita breve già a liv­el­lo nazionale, fig­uri­amo­ci in Val di Cor­nia.
Dis­cor­so diver­so, invece, lo farei per il Movi­men­to 5 stelle, molto atti­vo soprat­tut­to a Piom­bi­no e pre­sente ormai da tem­po anche tra gli operai, stanchi del­la polit­i­ca dei par­ti­ti che non risolvono i prob­le­mi e mossi da indig­nazione e rab­bia più che com­pren­si­bile. In fon­do non ci sarebbe da stupir­si se i grilli­ni facessero un buon risul­ta­to. In peri­o­di di crisi eco­nom­i­ca e sociale gravi come questo, ambi­en­ti sta­ti­ci e gov­er­nati sem­pre dal­lo stes­so col­ore politi­co, dove in decen­ni nes­sun par­ti­to tradizionale e nes­sun altra area cul­tur­ale e polit­i­ca è rius­ci­ta ad accred­i­tar­si agli occhi degli elet­tori, la novità asso­lu­ta, per di più incen­tra­ta sul­la rot­tura del sis­tema e la sua mor­al­iz­zazione come appun­to è la pro­pos­ta dei 5 stelle, è forse la stra­da più cred­i­bile per rap­p­re­sentare il dis­senso ver­so il sis­tema e l’ordine cos­ti­tu­ito ed esprimere una doman­da rad­i­cale di cam­bi­a­men­to.
Infine il Pd. Le elezioni politiche in Val di Cor­nia in realtà han­no sem­pre avu­to come uni­co briv­i­do quale fos­se alla fine la per­centuale ottenu­ta dal Pci pri­ma e dai par­ti­ti suoi ere­di dopo. Non è il mas­si­mo, lo so, ma sarà così anche sta­vol­ta. Con l’unica dif­feren­za, rispet­to al pas­sato, che la vicen­da lac­er­ante delle pri­marie per la scelta del par­la­mentare, potrebbe far scen­dere quel­la per­centuale per la pri­ma vol­ta sot­to il 50 per cen­to. Oppure se, come è pre­sum­i­bile, anche qui da noi un 20–25% dell’elettorato deciderà di restarsene a casa, man­tenere la per­centuale ma diminuire i voti. Poco impor­ta, alla fine, l’alleanza Pd-Sel in Val di Cor­nia vin­cerà. Ma la doman­da di cam­bi­a­men­to è forte anche qui da noi: sono state pro­prio le pri­marie del Pd a dimostrar­lo con quel 40 per cen­to di voti per Mat­teo Ren­zi. Saper­la rac­cogliere dovrebbe essere la vera sfi­da di chi si can­di­da a gov­ernare il paese, anche in Val di Cor­nia, qualunque sia la base elet­torale di parten­za su cui può con­tare per essere elet­to.

 

 

 

Una risposta a “Nella Val di Cornia ancora un voto ingessato”

  1. Giovanni Adriani says:

    L’ar­ti­co­lo evi­den­zia l’or­mai con­cla­ma­ta sfidu­cia degli elet­tori ver­so i par­ti­ti tradizion­ali, questo è dovu­to in parte alla crisi eco­nom­i­ca in cui vivi­amo ormai da alcu­ni anni, ma anche da una crisi morale pro­fon­da e insan­abile. Oggi ai cit­ta­di­ni viene chiesto di votare col­oro che han­no parte­ci­pa­to al degra­do del paese, molti cre­den­do di non avere altra scelta o per ide­olo­gie ormai rad­i­cate con­tin­uer­an­no a far­lo, altri invece prover­an­no a scegliere qual­cosa di nuo­vo nel­la sper­an­za di uscire dal cir­co­lo vizioso del­la polit­i­ca dei leader a cui si del­egano tutte le scelte sen­za pot­er influire sulle deci­sioni, par­ti­ti con appa­rati cos­to­sis­si­mi che drenano risorse alla nazione, spes­so per prof­itti di parte o addirit­tura per­son­ali.

Commenta il post