Nell’urbanistica situazione di totale sbando
CAMPIGLIA 24 settembre 2015 — Prendendo spunto dalle parole di Walter Gasperini sulla mancata costruzione dell’Unione dei Comuni e sulla conseguente mancata realizzazione di servizi a livello intercomunale, il Comitato per Campiglia più specificatamente sottolinea l’attuale situazione di sbando in campo urbanistico di Comuni che, almeno al tempo del Circondario della Val di Cornia, cercavano di darsi un modo unitario di gestire il territorio ed il paesaggio.
Alla fine “ope legis” del Circondario nulla è stato sostituito malgrado le promesse dei Sindaci. Evidentemente nella gestione del territorio questi, per altro tutti della stessa configurazione politica, hanno ritenuto più conveniente avere le mani libere senza il rischio che fossero altri uffici a gestire le cose e senza rischi di scontentare i propri bacini elettorali in nome di una pianificazione più corretta.
Ora come ora abbiamo una parte dei Comuni che fanno riferimento ad un unico piano strutturale (redatto ai tempi del Circondario), di questi, due Comuni hanno regolamenti urbanistici dello stesso autore e norme tecniche di attuazione coincidenti, un Comune ha un suo piano strutturale e un suo regolamento urbanistico e i regolamenti edilizi sono quattro per cinque Comuni. Il risultato è una congerie ingestibile di norme spesso distanti tra loro anni luce (come tra San Vincenzo e altri Comuni) che hanno permesso operazioni di basso livello qualitativo e finalizzate all’utile immediato di sedicenti imprenditori del turismo.
Il Comitato per Campiglia denuncia la mancanza di azioni istituzionali finalizzate a costituire un unico ufficio di piano per tutta la Val di Cornia e per Castagneto Carducci. Questo dovrebbe non tanto e non solo realizzare maggiore efficienza e magari minori costi, ma fondamentalmente dovrebbe garantire una maggiore qualità dell’urbanistica dove sia data certezza alle norme, uniformità di definizione dei diritti e dei doveri dei cittadini e un progetto di sviluppo del territorio dove le modifiche al paesaggio siano congrue e attuate con progetti di alto livello.
Un unico ufficio di piano è anche strumento indispensabile alla attuazione del piano paesaggistico approvato e lasciato zoppo senza gli strumenti di controllo e monitoraggio indispensabili a garantire l’efficacia del piano stesso.
Ricordiamo che le bordate contro il piano, in gran parte andate a vuoto solo grazie al Ministero dei Beni Culturali, sono state scatenate anche da partiti e personaggi che continuano a comandare in Val di Cornia. Questa situazione fa temere che il piano paesaggistico possa essere reso inefficace dalle sabbie mobili del rimandare le scelte e del lasciare ai singoli Comuni e uffici tecnici compiti che possono essere portati efficacemente in porto solo da strutture sovracomunali guidate da tecnici scelti per riconosciute capacità e meriti nell’ambito della pianificazione e progettazione e non tanto per anzianità di frequentazione nei luoghi di potere.
Comitato per Campiglia