Non bonifiche ma discariche per rifiuti speciali

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PIOMBINO 28 agos­to 2018 — Le RSU RiMa­te­ria han­no frain­te­so lo scopo del ref­er­en­dum che cer­to non è con­tro i lavo­ra­tori. Il ref­er­en­dum vuole sem­plice­mente  impedire che il piano indus­tri­ale di RiMa­te­ria si mod­i­fichi sostanzial­mente e che da dit­ta spe­cial­iz­za­ta nel rici­clo e al servizio del ter­ri­to­rio si trasfor­mi in dit­ta che farà prof­itti solo con nuovi spazi di dis­car­i­ca: la nuo­va enorme dis­car­i­ca da 2,5 mil­ioni di metri cubi, a cui vogliono anche aggiun­gere altri 350mila metri cubi da ricavare con il rial­zo del­la ex-Luc­chi­ni come han­no fat­to con la ex Asiu.
L’ampiez­za delle dis­cariche prog­et­tate è tale che con­voglierà a Piom­bi­no rifiu­ti spe­ciali prove­ni­en­ti dal mer­ca­to nazionale, niente a che vedere con le boni­fiche o con le esi­gen­ze locali! Del resto è quel­lo che è avvenu­to fino ad oggi: RiMa­te­ria non ha rici­cla­to un solo chilo­gram­mo di rifiu­ti del SIN ed ha innalza­to la vec­chia dis­car­i­ca con rifiu­ti spe­ciali prove­ni­en­ti da tut­ta Italia, rifiu­ti che ci han­no ammor­ba­to con odori insop­porta­bili. Il nuo­vo piano indus­tri­ale di RiMa­te­ria ed il nuo­vo prog­et­to invi­a­to in Regione dimostra­no che si vuole con­tin­uare su ques­ta stra­da: fare  prof­itti con le dis­cariche.
Sor­pren­dono poi la vaghez­za dei con­tenu­ti del­l’ar­ti­co­lo e le richi­este con­trad­dit­to­rie e  prive di fon­da­men­to. Come si può affer­mare che attra­ver­so il nuo­vo prog­et­to si  risana  un’area dove sono pre­sen­ti quat­tro dis­cariche? Nel­l’area sono pre­sen­ti:

  1. la ex Asiu,  rialza­ta  dopo anni di incurie, seques­tra­ta e poi  dis­se­ques­tra­ta per per­me­t­tere la mes­sa a nor­ma impian­tis­ti­ca, che con­tin­ua ad accogliere rifiu­ti ma è prossi­ma alla chiusura,
  2. la ex Luc­chi­ni chiusa e cop­er­ta che non toc­cher­an­no,
  3. la ex Luc­chi­ni abban­do­na­ta che vogliono riat­ti­vare e rialzare,
  4. cir­ca 180.000 metri cubi  rac­colti ordi­nata­mente in cumuli di mate­ri­ali siderur­gi­ci per la mag­giore parte.

Polo impiantis­ti­co Ischia di Cro­ciano a Piom­bi­no

Tut­ti i lavori che inten­dono fare non pos­sono definir­li bonifi­ca:  sem­plice­mente rialzano una vec­chia dis­car­i­ca e lib­er­a­no il ter­reno dai cumuli per costru­irvi sopra una nuo­va dis­car­i­ca. Non bonif­i­cano, ben­sì cre­ano 2.850.000 metri cubi di dis­car­i­ca da dedi­care agli spe­ciali prove­ni­en­ti da fuori.
RiMa­te­ria pote­va met­tere in sicurez­za le vec­chie dis­cariche di Pog­gio ai Ven­ti e  pote­va bonifi­care la zona di Cit­tà Futu­ra ( per  entrambe  il Comune ha già le risorse).
I nos­tri rifiu­ti urbani  van­no a Gros­se­to e sono gesti­ti da SEI Toscana.
Le RSU dovreb­bero chiedere con­to a chi ha la respon­s­abil­ità di queste scelte, anzichè puntare il dito con­tro chi difende il ter­ri­to­rio e la salute di tut­ti.
In mer­i­to, poi, al ciclo siderur­gi­co le RSU fan­no affer­mazioni prive di sen­so:  i rifiu­ti da forno elet­tri­co nelle indus­trie siderur­giche mod­erne ven­gono trasfor­mati,  diret­ta­mente all’in­ter­no del ciclo pro­dut­ti­vo,   in materie rivendibili . Nel cita­to accor­do di pro­gram­ma le forze politiche di mag­gio­ran­za ( le uniche che han­no avu­to voce in capi­to­lo) non sono rius­cite a met­tere nes­sun vin­co­lo a JSW Steel affinché costru­is­ca davvero i forni elet­tri­ci;  anzi se fra due anni in base alle anal­isi di mer­ca­to vi rin­uncerà non avrà nes­sun peg­no da pagare, gli rester­an­no le con­ces­sioni por­tu­ali e una ammin­is­trazione comu­nale sem­pre pronta a cam­biare la piani­fi­cazione ter­ri­to­ri­ale. Ma per le RSU le forze di oppo­sizione avreb­bero dovu­to obbli­gare JSW Steel nel­l’ac­cor­do di pro­gram­ma a uti­liz­zare RiMa­te­ria come prin­ci­pale sogget­to a cui affi­dare la ges­tione di boni­fiche, demolizioni, rici­clo, ges­tione rifiu­ti! Forse non san­no che le forze di oppo­sizione non han­no alcu­na voce in capi­to­lo e  che l’ac­ciaieria è di un pri­va­to? Forse non san­no che i rifiu­ti spe­ciali non sono come gli urbani sogget­ti a pri­v­a­ti­va? JSW Steel se mai avrà bisog­no di far gestire ad altri i pro­pri rifiu­ti si riv­ol­gerà al mer­ca­to sceglien­do la migliore offer­ta. Ques­ta è la log­i­ca dei pri­vati.
I lavo­ra­tori non devono avere nul­la da temere da chi come noi vuole che RiMa­te­ria riman­ga pub­bli­ca e con final­ità legate alla fun­zione sociale che ogni impre­sa deve avere. Una dis­car­i­ca di quel tipo (2.850.000 metri cubi, più grande del­la piramide di Cheope!) ed una attiv­ità di dis­car­i­ca con­seguente non è ambi­en­tal­mente sosteni­bile ne è eco­nomi­ca­mente van­tag­giosa per la nos­tra zona. RiMa­te­ria, lo dice il nome stes­so, può fare altro ed ai lavo­ra­tori può essere assi­cu­ra­ta una prospet­ti­va sicu­ra anche sen­za dedi­car­si a fare  solo dis­car­i­ca sot­to il con­trol­lo dei pri­vati.

Comi­ta­to di Salute Pub­bli­ca

(Foto di Pino Bertel­li)

Una risposta a “Non bonifiche ma discariche per rifiuti speciali”

  1. Rsu RiMateria says:

    Noi non fac­ciamo polit­i­ca, non parte­cip­i­amo alle elezioni e prefe­ri­amo la battaglia a viso aper­to agli atteggia­men­ti tartufeschi. Ripeti­amo che bloc­care il prog­et­to RiMa­te­ria ora sig­ni­ficherebbe, papale papale, man­dare a casa 50 lavo­ra­tori e pri­vare la cit­tà di uno stru­men­to fun­zionale agli sce­nari Jin­dal cui, vedi­amo appun­to, il comi­ta­to non si oppone. Il rot­tame è un rifi­u­to e rici­cla­to nei forni pro­dur­rà altri rifiu­ti non solo rici­cla­bili ma anche da smaltire. Par­liamo di quan­tità annu­ali che RiMa­te­ria (sen­za sce­nario Jin­dal) gestirebbe in 12–15 anni.
    Il prog­et­to RiMa­te­ria (rici­clo e smal­ti­men­to) è in pie­di da tre anni. E da tre anni non abbi­amo respin­to un solo kg di “rifiu­ti da den­tro”. Ma c’è di più e di peg­gio. Il prog­et­to rel­a­ti­vo allo smal­ti­men­to sarà pron­to esat­ta­mente fra tre anni. Il che sig­nifi­ca, sem­pre che qual­cuno non sia con­trario al prog­et­to Jin­dal, che sare­mo pron­ti esat­ta­mente quan­do quest’ultimo sarà a regime. Diver­sa­mente, sarà Jin­dal a gestire rici­clo e smal­ti­men­to di mil­ioni di ton­nel­late. E, a parte la barzel­let­ta di quan­to è facile gestire rot­tame e rifiu­ti da rici­clo del rot­tame (bas­ta un clic per ver­i­fi­care, se ci sono prob­le­mi siamo disponi­bili a fornire doc­u­men­tazione) è legit­ti­mo sostenere che non deve essere RiMa­te­ria a gestire quei flus­si. Ciò che non è legit­ti­mo è dire che non si è con­tro i lavo­ra­tori di RiMa­te­ria soste­nen­do al con­tem­po che bisogna bloc­carne il prog­et­to. Fac­ciamo così, per quan­to ci riguar­da ci impeg­namo ad essere pron­ti alla parten­za del prog­et­to Jin­dal, nel frat­tem­po chi­ami­amo tut­ti all’impegno affinché i flus­si Jin­dal siano gesti­ti da RiMa­te­ria. Infine, sul­la psi­cosi mono­ma­ni­a­cale dei “rifiu­ti da fuori” (neanche i tur­isti li por­tano “da den­tro”), rib­a­di­amo ciò che è facil­mente ver­i­fi­ca­bile: il risana­men­to di aree indus­tri­ali ed ex indus­tri­ali si è fat­to e si fa esat­ta­mente con i rifiu­ti. Da fuori o da den­tro. La Ger­ma­nia lo fa da decen­ni con i rifiu­ti da fuori. L’Italia, la Toscana e Piom­bi­no preferiscono la barzel­let­ta dei “rifiu­ti zero”. Accom­pa­g­na­ta, ma guar­da un po’, dall’imperversare di dis­cariche abu­sive di tut­ti i tipi. Da bonifi­care poi, molto poi, con i sol­di pub­bli­ci. Tut­ti i gusti son gusti. Questi, ci si per­don­erà, non sono i nos­tri gusti.

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