Acciaieria Cevital: una narrazione credibile?

Alberto Guerrieri

PIOMBINO 22 set­tem­bre 2015 — Pur nel­la con­sapev­olez­za che l’attuale con­testo di crisi glob­ale impone a tut­ti un alto sen­so di respon­s­abil­ità civi­ca e morale, final­iz­za­to a non dram­ma­tiz­zare crit­ic­ità esisten­ziali come la perdi­ta di lavoro che deter­mi­na insi­curez­za ed in casi estre­mi, persi­no perdi­ta del­la coe­sione sociale (“ si salvi chi può”), è gius­to evi­den­ziare che mai, come in questi ulti­mi anni, la polit­i­ca ha vis­su­to momen­ti di ten­sione e scarsa sti­ma. Tut­to questo non aiu­ta. Gen­era inqui­etu­dine ed inutili polemiche, come tes­ti­mo­nia la cronaca del Tir­reno del 21 set­tem­bre 2015 ” il Sin­da­ca­to Fiom repli­ca al Sin­da­co di Piom­bi­no”.
Col­pa di una cres­cente dif­fu­sione di promesse non man­tenute e per­cepite come il ten­ta­ti­vo di manipo­lare la realtà, attra­ver­so una sor­ta di “ nar­razione cred­i­bile”.
La “nar­razione cred­i­bile”, per gli esseri umani, è un’esigenza esisten­ziale, qual­cosa di irri­n­un­cia­bile, non fos­se altro per tentare di immag­inare una vita migliore. Il lim­ite di ogni nar­razione cred­i­bile è che non sono pro­posti “ fat­ti con­creti e ver­i­fi­ca­bili” ma una serie di “pos­si­bil­ità” a loro vol­ta sub­or­di­nate ad “even­ti futuri”.
Stan­do così le cose, impos­si­bile esprimere val­u­tazioni critiche sul­la nar­razione Cevi­tal e sui rif­lessi eco­nomi­ci ed ambi­en­tali nell’interesse di tut­ta la Val di Cor­nia.
In atte­sa di conoscere com­pi­u­ta­mente e appro­fon­di­ta­mente gli accor­di sot­to­scrit­ti con il Gov­er­no, sarebbe aus­pi­ca­bile che chi di com­pe­ten­za si facesse cari­co di met­tere in fila almeno i fat­ti che han­no deter­mi­na­to il pas­sag­gio del­lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co di Piom­bi­no alla Luc­chi­ni pri­ma, per ced­er­lo a Cevi­tal dopo.
Sino a quan­do non ver­ran­no resi com­pren­si­bili questi pas­sag­gi, la gente con­tin­uerà a non com­pren­dere cosa ci è accadu­to e per­ché. Pri­vati di una ogget­ti­va rif­les­sione crit­i­ca, sarà dif­fi­cile com­pren­dere cosa ci sta acca­den­do e quali prospet­tive di svilup­po potran­no con­cretiz­zarsi nel nos­tro ter­ri­to­rio.
Di fronte alla com­p­lessità di un cam­bi­a­men­to strut­turale con rif­lessi eco­nomi­ci, sociali e politi­ci che coin­vol­ger­an­no l’intera comu­nità del­la Val di Cor­nia, le con­vinzioni ide­o­logiche dovreb­bero las­cia­re spazio a rif­les­sioni critiche, lon­tane dal coin­vol­gere in inutili polemiche il nuo­vo Sin­da­co di Piom­bi­no, Mas­si­mo Giu­liani, oltre­tut­to a fronte di respon­s­abil­ità che atten­gono le prece­den­ti Ammin­is­trazioni.
Si inizi invece, a riflet­tere sul fat­to che qual­si­asi accor­do di gov­er­no, non potrà pre­scindere dalle leg­gi e dalle regole del mer­ca­to. E che la real­iz­zazione di una “mod­er­na e com­pet­i­ti­va acciaieria” pas­sa inevitabil­mente attra­ver­so pre­cise definizioni:

  1. mix qual­i­ta­ti­vo e dimen­sion­ale,
  2. impianti nec­es­sari,
  3. cos­to com­p­lessi­vo del­la real­iz­zazione,
  4. tem­pi di real­iz­zazione ed avvi­a­men­to pro­duzione,
  5. tem­pi per l’ammortamento del­la spe­sa sostenu­ta.

Purtrop­po quest’ultima ques­tione è con­seguente a vari­abili indipen­den­ti, atti­nen­ti alla con­tin­ua evoluzione tec­no­log­i­ca del­la pro­duzione di acciai e con­seguente­mente alla vari­azione dei costi di pro­duzione in relazione ai liv­el­li qual­i­ta­tivi da rag­giun­gere. Ele­men­ti questi che tol­go­no son­no ad ogni impren­di­tore respon­s­abile che si pon­ga la doman­da:
la nuo­va e mod­er­na acciaieria di Piom­bi­no, con­sideran­do il rap­por­to costi-ricavi dell’ inves­ti­men­to ed i tem­pi ogget­tivi di real­iz­zazione ed avvi­a­men­to impianti, risul­terà anco­ra, trascor­si gli anni nec­es­sari per la real­iz­zazione degli impianti, un inves­ti­men­to eco­nomi­ca­mente sosteni­bile in rap­por­to al flut­tuare del mer­ca­to siderur­gi­co glob­ale?
La cred­i­bil­ità del­la “nar­razione Cevi­tal” va ricer­ca­ta essen­zial­mente in ques­ta doman­da.
A tut­ti buona rif­les­sione.

(Foto di Pino Bertel­li)

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