Oggi si chiude l’era Cevital-Aferpi a Piombino

· Inserito in Lavoro e lavori, Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 7 dicem­bre 2016 — Ave­va­mo capi­to male. Noi pen­sava­mo che gli impren­di­tori, i cap­i­tal­isti come Cevi­tal-Afer­pi, procurassero loro i cap­i­tali. Pen­sava­mo che Cevi­tal — uno dei più poten­ti grup­pi eco­nomi­ci del baci­no del Mediter­ra­neo, cer­to non nuo­vo nep­pure al mon­do del­la finan­za – avesse stu­di­a­to e prepara­to il ricor­so ai finanzi­a­men­ti ban­cari nec­es­sari per le acciaierie di Piom­bi­no.
E invece, l’am­min­is­tra­tore del­e­ga­to Afer­pi ci ha ripetu­to instan­ca­bil­mente che le banche, addirit­tura l’in­tero sis­tema cred­i­tizio ital­iano, non è accogliente nei con­fron­ti di Afer­pi, le banche sono chiuse, se non ostili, alla richi­es­ta di finanzi­a­men­ti da parte di Afer­pi: da parte sua, con­tro il sis­tema ban­car­io – che per­al­tro ben conosce — abbi­amo ascolta­to parole deg­ne del pen­siero criti­co no glob­al più rad­i­cale!…
Ma pas­si­amo ad argo­men­ti più seri. Noi poni­amo innanzi tut­to alcune ques­tioni.
Se, come viene det­to dal­l’am­min­is­tra­tore del­e­ga­to Afer­pi, la sca­den­za del 1° luglio 2017 non è un prob­le­ma, per­ché dunque non met­tere nero su bian­co che essa non esiste più e gli impeg­ni di Cevi­tal Afer­pi cir­ca pro­duzione e occu­pazione pros­eguiran­no sen­za sca­den­ze?
No acciaio? No por­to. Vis­to che l’azien­da non rispet­ta i pro­pri impeg­ni, le con­ces­sioni delle aree por­tu­ali — per mez­zo sec­o­lo — il vero moti­vo del­l’in­ter­esse di Cevi­tal per Piom­bi­no — devono essere dis­at­ti­vate e sub­or­di­nate alla ripresa del­la pro­duzione di acciaio.
Noi sarem­mo ben lieti di essere smen­ti­ti, ma, stan­do le cose come stan­no, bisogna invece pren­dere atto che oggi si chi­ude l’era Cevi­tal-Afer­pi a Piom­bi­no. Bisogna che il Gov­er­no, pien­amente in car­i­ca per gli affari cor­ren­ti, garan­tis­ca la con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va delle acciaierie e quin­di l’ap­pli­cazione dei con­trat­ti di sol­i­da­ri­età. La Repub­bli­ca ital­iana deve ripren­dere in mano il prog­et­to Piom­bi­no, coin­vol­gen­do sogget­ti pri­vati per:

  • costru­ire innanzi tut­to il treno rotaie, nel­la prospet­ti­va di tornare a colare acciaio;
  • pro­cedere con le indis­pens­abili boni­fiche, fon­da­men­tali per dare posti di lavoro alle tante per­sone del­l’in­dot­to che lo han­no per­so o lo stan­no per­den­do, nonché per met­tere final­mente riparo a decen­ni di toller­an­za delle isti­tuzioni nei con­fron­ti degli impren­di­tori che han­no gesti­to le acciaierie e inquina­to una vas­ta porzione del ter­ri­to­rio, con gravis­si­mo dan­no per l’am­bi­ente e la salute degli addet­ti e delle popo­lazioni: per le boni­fiche pro­poni­amo che sia nom­i­na­to un com­mis­sario ad hoc, una per­son­al­ità locale, giac­ché con­di­vidi­amo la dif­fi­den­za già espres­sa in ques­ta sede nei con­fron­ti di Invi­talia.

Infine, tor­ni­amo a chiedere che, per dis­cutere del­lo sta­to di avan­za­men­to del­l’in­tera vicen­da, peri­odica­mente sia con­vo­ca­ta la riu­nione con­giun­ta e aper­ta ai cit­ta­di­ni dei Con­sigli comu­nali del­la Val di Cor­nia.

Pao­lo Gia­nar­di a nome del Coor­di­na­men­to Art. 1‑Camping CIG,
Lavoro salute dig­nità, Res­ti­amo umani

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