Tutto in ordine. E i canoni non pagati da Asa?

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SAN VINCENZO 4 novem­bre 2017 — Tut­to nor­male, tut­to in ordine, Assem­blea San­vin­cen­z­i­na spieghi. Di fronte ad una reazione così con­trad­dit­to­ria rispet­to al provved­i­men­to sin­da­cale n° 62 in cui si par­la di “sig­nica­ti­va crit­ic­ità” delle finanze del­l’ente, non pos­si­amo che rispon­dere con i doc­u­men­ti, i numeri, gli atti ten­tan­do di fare chiarez­za.
Par­ti­amo dal­la ges­tione dell’acqua.
Nell’ultimo accer­ta­men­to a nos­tra dis­po­sizione il Comune atten­de­va il paga­men­to da parte dell’ASA del canone annuale per gli anni 2016, 2015, 2014 e 2013 nonché 87.630 euro del 2012 per un totale di appe­na 640.872 euro. Tut­to nor­male, tut­to in ordine.
Questo al net­to dell’accordo transat­ti­vo con cui il Comune rin­un­ciò nel 2015 con delib­era di Giun­ta n 314 a gran­dis­si­ma parte dei cred­i­ti van­tati nei con­fron­ti dell’ASA sen­za con­tropar­ti­ta apprez­z­abile. L’azien­da non ave­va prati­ca­mente mai cor­rispos­to il canone e c’er­a­no residui di dieci anni pri­ma iscrit­ti a bilan­cio.
Buf­fo come l’ente sia pron­to a ricor­rere sen­za sos­ta, quan­do si trat­ta di difend­ere un’interpretazione delle regole urban­is­tiche pur di far real­iz­zare qualche cubo di cemen­to in più, e si dimostri così rin­un­ci­atario nei con­fron­ti dei canoni dovu­ti da parte dell’azienda che gestisce il sis­tema idri­co inte­gra­to. O di come, di fronte ad una sta­gione com­pro­mes­sa dagli sver­sa­men­ti a mare dovu­ti ad inef­fi­cien­ze strut­turali, Ban­di­ni rin­un­ci alla val­u­tazione dei dan­ni riper­cos­si su ter­ri­to­rio e set­tore tur­is­ti­co annun­ci­a­ta dem­a­gogi­ca­mente un anno pri­ma.
Buf­fo anche come la stes­sa azien­da sia pronta a stac­care la for­ni­tu­ra d’acqua idropota­bile a cit­ta­di­ni in dif­fi­coltà che non pagano la bol­let­ta ma atten­da anni e anni per pagare il canone dovu­to al Comune.
Fat­to sta che dopo questo accor­do, l’azienda che gestisce il servizio deve aver capi­to l’antifona e ha ripreso tran­quil­la­mente a non pagare. Ci sono già quat­tro anni e mez­zo di arretrati e non ricor­diamo una rispos­ta adegua­ta da parte dell’amministrazione Ban­di­ni per ottenere quan­to dovu­to.
In breve i cit­ta­di­ni pagano bol­lette sem­pre più salate, la ges­tione del­la risor­sa è fal­li­menta­re, il Comune non incas­sa i canoni e si guar­da bene dall’usare tut­ti gli stru­men­ti in suo pos­ses­so per esigere le somme dovute.
Vis­to che ammin­is­trare non è solo con­tabi­liz­zare, aggiun­giamo che il dan­no che il ter­ri­to­rio subisce da una ges­tione insuf­fi­ciente di una risor­sa fon­da­men­tale come l’acqua è dif­fi­cil­mente mon­e­tiz­z­abile ma è sem­pre più grave.
Ricor­diamo il man­ca­to inter­ven­to sulle perdite in acque­dot­to, pre­vis­to per con­trat­to e mai real­iz­za­to in modo organ­i­co, e le inef­fi­cien­ze sul sis­tema di depu­razione solo per dare la misura di quale ordi­ni di prob­le­mi sti­amo par­lan­do.
Non pre­tendi­amo di avere la ver­ità in tas­ca ma è innega­bile che il con­trol­lo sul­la soci­età che gestisce un bene essen­ziale come l’acqua è per­du­to (ammes­so ci sia mai sta­to) e le con­seguen­ze non sono sosteni­bili né per le casse dell’ente, né per i cit­ta­di­ni, né per il ter­ri­to­rio.

Assem­blea San­vin­cen­z­i­na

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