Ortopedia: tutto come prima o forse no

· Inserito in News dal territorio

L’eco nel mon­do del­la san­ità  è anco­ra forte e non accen­na a spenger­si. Anche per­ché le dimis­sioni di un orto­pe­di­co sti­ma­to che non viene sos­ti­tu­ito non cos­ti­tu­is­cono cer­to lo stru­men­to più adat­to per man­tenere o addirit­tura miglio­rare un servizio a Vil­la Mari­na. Alla luce del sem­plice buon sen­so non si pos­sono infat­ti che con­cepire due alter­na­tive: o l’incarico al dot­tor Car­mas­si è sta­ta una scelta sbagli­a­ta, inutile e cos­tosa, cosa che non sem­bra, oppure l’attività dell’ortopedico era preziosa, essen­ziale e oppor­tu­na. E così pare la con­sid­erasse l’Asl (nel­la foto la diret­trice Mon­i­ca Cala­mai)  quan­do, pur con i “liv­el­li mai toc­cati dal repar­to a par­tire dal 2009”, volle comunque garan­tir­si l’apporto di Fabio Car­mas­si al quale, per sua ammis­sione non smen­ti­ta, venne assi­cu­ra­ta la rap­i­da emis­sione di un ban­do di un con­cor­so da pri­mario al quale egli avrebbe potu­to parte­ci­pare. Pro­prio alla luce di queste con­sid­er­azioni è gius­ti­fi­ca­bile almeno un min­i­mo di pre­oc­cu­pazione quan­do il nuo­vo orto­pe­di­co si dimette e quan­do si ritor­na quin­di alla situ­azione di un anno fa.  In un doc­u­men­to con­giun­to l’Asl ed il pri­mario Anto­nio Augusti ras­si­cu­ra­no sul “man­ten­i­men­to dei liv­el­li fino­ra rag­giun­ti”. E lo fan­no indi­can­do un’intensificazione delle pre­sen­ze dei medici per garan­tire la “totale cop­er­tu­ra dei bisog­ni orto­pe­di­ci locali”. Se è gius­to pren­derne doverosa­mente atto, ci sia con­sen­ti­to almeno il dub­bio ali­men­ta­to per­al­tro da due banali con­sid­er­azioni. La pri­ma è di ordine fisi­co: anche per il pri­mari e i loro col­lab­o­ra­tori la gior­na­ta è di 24 ore e più di tan­to non è pro­prio pos­si­bile andare. Ovvero se si opera in un luo­go, con­tem­po­ranea­mente non si può oper­are in un altro. La sec­on­da ce la sug­gerisce lo stes­so Augusti che, in una dichiarazione non smen­ti­ta del 13 set­tem­bre, lamen­ta­va (vedi un nos­tro prece­dente arti­co­lo sul­la mate­ria) l’impossibilità di effet­tuare inter­ven­ti pro­gram­mati da tem­po.

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