Parole gravi di Renzi sulla sentenza sulla legge Madia

pervenuta in redazione

PIOMBINO 27 novem­bre 2016 — A propos­i­to delle parole del Pres­i­dente del Con­siglio riguar­do la sen­ten­za del­la Corte Cos­ti­tuzionale che ha sanci­to l’incostituzionalità in quat­tro pun­ti car­dine del­la legge del­e­ga Madia sul­la Pub­bli­ca Ammin­is­trazione per­ché violano l’autonomia regionale il com­men­to del Pres­i­dente Ren­zi è illu­mi­nante nel­la sua grav­ità. Non per­ché è sta­to fat­to (com­mentare le sen­ten­ze è legit­ti­mo) ma per­ché esprime il rifi­u­to di riconoscere che nelle materie di com­pe­ten­za regionale – come quelle dei diri­gen­ti locali del­la san­ità, delle parte­ci­pate per­iferiche , dei servizi locali come trasporti, rifiu­ti, illu­mi­nazione – è indis­pens­abile l’intesa con le Regioni. Dire del­la sen­ten­za che non con­sente di lib­er­ar­ci dall’esser cir­con­dati da una buro­crazia oppri­mente, elude nel pro­fon­do la ques­tione polit­i­ca vera. Ren­zi vor­rebbe accen­trare nel gov­er­no ogni deci­sione del paese men­tre la Cos­ti­tuzione prevede isti­tuzioni arti­co­late ed autonome. È un pun­to deci­si­vo. Infat­ti, a parte che nep­pure la pro­pos­ta di rifor­ma cos­ti­tuzionale qualo­ra approva­ta il 4 dicem­bre con­sen­tirebbe con certez­za l’accentramento pre­vis­to nel­la legge del­e­ga Madia, qui spic­ca chiaro l’intento reale del Pres­i­dente del Con­siglio e del­la sua mag­gio­ran­za. Non devono esistere autonomie locali per­ché il gov­er­no provvede a tut­to per tut­ti e se ne infis­chia del­la sovran­ità del cit­tadi­no espres­sa a liv­el­lo decen­tra­to. Ques­ta è l’interpretazione aut­en­ti­ca che il Gov­er­no dà delle sue inten­zioni e vale anche per la pro­pos­ta di rifor­ma del­la Cos­ti­tuzione sot­to­pos­ta a ref­er­en­dum. Ciò cos­ti­tu­isce un moti­vo aggiun­ti­vo per votare NO ad una pro­pos­ta di rifor­ma scrit­ta malis­si­mo nel mer­i­to e che con­sen­tirebbe di pros­eguire nel­la direzione dell’accentramento e dell’uomo solo al coman­do.

Raf­fael­lo Morel­li dei Lib­er­ali Ital­iani

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