Pd: sulle cave occorre studiare e conciliare

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PIOMBINO 3 otto­bre 2015 — Allo scopo di val­utare realtà e prospet­tive delle attiv­ità estrat­tive in Val di Cor­nia, la Fed­er­azione del Pd ha avvi­a­to un con­fron­to con i sin­da­cati di cat­e­go­ria. All’in­con­tro era­no pre­sen­ti il seg­re­tario Vale­rio Fabi­ani, l’asses­sore alle attiv­ità pro­dut­tive del Comune di Campiglia Vito Bar­tale­si, il seg­re­tario del­l’U­nione comu­nale di Campiglia Clau­dio Cer­ri­ni, Gior­gio Pasquin­uc­ci del­la seg­rete­ria del­la Fed­er­azione, Emil­iano Bogi­ni (Feneal-Uil), Nico­la Tri­o­lo (Fil­lea-Cgil), Emilio Sol­da­ti­ni (Fil­ca-Cisl) e Margheri­ta Giun­ti­ni del­la Cgil provin­ciale.
L’in­con­tro è servi­to a porre le basi di una strate­gia il più pos­si­bile comune in vista del­la sca­den­za delle autor­iz­zazioni alle escav­azioni, fis­sate nel 2018 per Cave di Campiglia e nel 2020 per la Sales.
Il seg­re­tario Fabi­ani ha avu­to modo di pre­cis­are le posizioni del Pd, trac­ciano l’oriz­zonte di un nuo­vo mod­el­lo di svilup­po, in con­sid­er­azione anche dei cam­bi­a­men­ti pro­fon­di che sta attra­ver­san­do la siderur­gia. Un cam­bi­a­men­to che pas­sa anche da un appro­fondi­men­to del ruo­lo delle attiv­ità estrat­tive nel­l’e­cono­mia del ter­ri­to­rio.
“Non vogliamo perdere nep­pure un pos­to di lavoro — ha sostenu­to Fabi­ani — sem­mai trasfor­mare un’oc­cu­pazione debole con una più sta­bile e duratu­ra. Non esiste un prob­le­ma imme­di­a­to di chiusura del­la cave, ma dob­bi­amo rivedere il mod­el­lo di svilup­po nove­cen­tesco basato sul­la siderur­gia a ciclo inte­grale e sulle estrazione dalle nos­tre colline per­ché ce lo impon­gono i fat­ti e la sto­ria anche recente”.
L’o­bi­et­ti­vo è quel­lo di dare un futuro sta­bile al ter­ri­to­rio attra­ver­so il rilan­cio di una man­i­fat­tura mod­er­na è com­pat­i­bile con l’am­bi­ente, che non osta­coli il disp­ie­ga­men­to di tutte le altre risorse disponi­bili, dal tur­is­mo, alla pic­co­la e media impre­sa, all’a­gri­coltura.
Da parte sin­da­cale sono emerse pre­oc­cu­pazioni sul man­ten­i­men­to dei posti di lavoro legati alle attiv­ità estrat­tive, ponen­do in pri­mo piano la situ­azione che si sta già man­i­fe­s­tando all’U­ni­calce, in ragione del­la minore quan­tità dei mate­ri­ali che saran­no a richi­esti da Afer­pi per il fun­zion­a­men­to del forno elet­tri­co. Inoltre, val­u­tan­do la tipolo­gia delle estrazioni, è sta­to fat­to pre­sente l’indis­pens­abil­ità di alcu­ni mate­ri­ali pre­sen­ti nel Campigliese per aziende impor­tan­ti come la Solvay, la Saint Gob­ain ed altre.
A con­clu­sione del­l’in­con­tro a nes­suno è sfug­gi­ta  la neces­sità di puntare sul riu­so del­la mate­ria, lim­i­tan­do il più pos­si­bile  le estrazioni sulle colline Campigliesi, con prodot­ti residui del­l’at­tiv­ità siderur­gi­ca, pas­sa­ta e futu­ra, oppor­tu­na­mente trat­tati negli impianti Tap (ora Rima­te­ria) e dunque è emer­sa la pos­si­bil­ità di dis­cutere su di un prog­et­to che ten­ga però conc­re­ta­mente con­to delle effet­tive ricadute occu­pazion­ali sul ter­ri­to­rio, aus­pi­can­do che si man­ten­ga, nel con­tem­po, la pos­si­biltà che le aziende di escav­azione pos­sano con­tin­uare a svol­gere la loro attiv­ità.
Quin­di per i prodot­ti di cava che non potran­no ovvi­a­mente essere sos­ti­tu­iti con mate­ri­ale di riu­so, si è con­venu­to sul­la neces­sità, pri­ma del­la sca­den­za dei piani di colti­vazione, di appro­fondire i flus­si di mate­ria, coin­vol­gen­do nel­lo stu­dio Regione e Uni­ver­sità, per avere un quadro cer­to sui fab­bisog­ni, sia di mate­ri­ale di riu­so che vergine che con­sen­ta di fare prog­et­ti di inves­ti­men­ti a lun­go ter­mine.
Con­sapevoli che bisogna saper con­cil­iare il perenne con­flit­to tra le attiv­ità estrat­tive e la preser­vazione del­l’am­bi­ente.

Uffi­cio Stam­pa Fed­er­azione Pd Val di Cor­nia Elba

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