I DOCUMENTI IN CAMERA DI COMMERCIO RIPROPONGONO IL CASO OLMO

Pensionati e Cda, la legge di Renzi ignorata da tutti

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PIOMBINO 4 set­tem­bre 2015 – Tace perfi­no l’is­pet­tore del min­is­tero del­la fun­zione pub­bli­ca che, sol­lecita­to dal sin­da­co di Suvere­to Giu­liano Par­o­di, avrebbe dovu­to rispon­dere in una quindic­i­na di giorni. Non è una rego­la asso­lu­ta ma un impeg­no rib­a­di­to che, come si vede, con­ta però per quel che con­ta.
La legge in ogni caso c’è, appare chiara e net­ta, è ispi­ra­ta a moti­vazioni che si pos­sono anche non con­di­videre, ma comunque essa res­ta in vig­ore e non può essere elusa. O almeno qual­cuno spieghi per­ché un com­por­ta­men­to che appare irre­go­lare sia invece ritenu­to per­fet­ta­mente in lin­ea con la nor­ma.
Sul caso dei pen­sion­ati nom­i­nati nel Cda dell’Asiu e dell’Atm è cala­to, fino­ra, un silen­zio che non è gius­ti­fi­ca­bile.
I fat­ti sono noti. Una legge, volu­ta dal gov­er­no Ren­zi e fir­ma­ta dal min­istro Madia un anno fa, ha, tra l’altro, vieta­to la parte­ci­pazione nei con­sigli di ammin­is­trazione di enti ed orga­niz­zazioni pub­bliche di sogget­ti già in pen­sione sal­vo il caso di un incar­i­co gra­tu­ito e per un solo anno. La filosofia alla base del­la nor­ma richia­ma la “rot­ta­mazione” di ren­ziana memo­ria, ovvero via gli anziani e largo ai gio­vani negli organ­is­mi di direzione.
Col rin­no­vo, poche set­ti­mana fa, del Cda di Asiu è sta­to nom­i­na­to con­sigliere Car­lo Olmo, pen­sion­a­to dopo una vita nell’amministrazione di soci­età di trasporto pub­bli­co. Sem­bra pro­prio che, a cose fat­te, si sia scop­er­ta l’e­sisten­za del­la legge Madia e si sia con­seguente­mente imboc­ca­to il rime­dio del­l’in­car­i­co annuale e gra­tu­ito. Tan­to è che, sol­lecitati sul caso, Mas­si­mo Giu­liani e Rossana Sof­frit­ti, i sin­daci dei due mag­giori comu­ni soci di Asiu, il 21 luglio scor­so han­no rilas­ci­a­to una nota alla stam­pa nel­la quale essi han­no dichiara­to: “Rispet­to  alla nom­i­na del Con­siglio di ammin­is­trazione di Asiu e in par­ti­co­lare del con­sigliere Car­lo Olmo pre­cisi­amo che la nom­i­na è sta­ta fat­ta con la con­sapev­olez­za  delle lim­i­tazioni tem­po­rali e di com­pen­so  pre­viste dal­la legge per col­oro che sono in con­dizione di pen­sion­a­to. La legge infat­ti prevede che in questi casi l’incarico  non pos­sa pro­trar­si per oltre un anno e non sia pre­vis­to un com­pen­so”.
Da fonti di pri­ma mano già allo­ra risultò che nel­l’assem­blea di nom­i­na del nuo­vo Cda nes­suno ave­va fat­to men­zione del­la par­ti­co­lare carat­ter­is­ti­ca riguar­do all’in­car­i­co ad Olmo.
Qualche tem­po dopo, come di rego­la, le risul­tanze del­l’assem­blea di Asiu sono state deposi­tate in Cam­era di com­mer­cio dove oggi esiste una doc­u­men­tazione, nel­l’am­bito del reg­istro delle imp­rese, da cui si evince una cosa assai diver­sa da quel­la indi­ca­ta nel­la nota di Giu­liani e Sof­frit­ti. Riguar­do alla nom­i­na del con­sigliere pen­sion­a­to Olmo viene infat­ti chiara­mente indi­ca­to, come dura­ta in car­i­ca, il ter­mine ulti­mo del­l’ap­provazione del bilan­cio al 31 dicem­bre 2017. Ovvero, come tut­ti gli altri com­po­nen­ti del nuo­vo Cda Asiu, Olmo è sta­to nom­i­na­to per restare in car­i­ca verosim­il­mente fino alla pri­mav­era del 2018 quan­do si prevede ven­ga approva­to il bilan­cio 2017. Quin­di non un anno ma più o meno tre.
Pochi giorni dopo è segui­to il caso del con­sigliere di ammin­is­trazione dell’Atm, Vale­rio Rossi, pen­sion­a­to del Comune di Piom­bi­no. In questo caso non c’è sta­to neanche l’an­nun­cio per l’incarico gra­tu­ito lim­i­ta­to ad un anno. Infat­ti il ver­bale dell’assemblea di nom­i­na ha indi­ca­to chiara­mente la dura­ta del manda­to  (tri­en­nio 2015–2017) e il com­pen­so di 300 euro sot­to la for­ma di “get­tone di pre­sen­za per la parte­ci­pazione ad ogni sedu­ta del Con­siglio di ammin­is­trazione e delle assem­blee dei soci”.
Questi, ad oggi, sono i fat­ti che il nos­tro gior­nale ha per­al­tro cer­ca­to di doc­u­mentare con diverse pezze di appog­gio. Quali invece pos­sano essere gli sboc­chi futuri non è dato sapere. Si pre­sume almeno che, alla fine, l’ufficio min­is­te­ri­ale del dot­tor Morichet­ti Franchi una rispos­ta ad un sin­da­co socio di due aziende pub­bliche la deb­ba pur dare. Se non altro per­ché, se si può accettare una qual­si­asi ’inter­pre­tazione del­la legge, non è invece sop­porta­bile il silen­zio che,  per ora, cir­con­da la vicen­da e che acco­mu­na forze politiche di mag­gio­ran­za e di mino­ran­za.

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