Per la valutazione delle emissioni odorigene

· Inserito in Da non perdere

PIOMBINO 14 dicem­bre 2018 — ARPAT­news, la newslet­ter dell’ ARPAT, l’ Agen­zia regionale per la pro­tezione ambi­en­tale del­la Toscana, dà notizia  del­l’ap­provazione da parte di   SNPA (*), il Sis­tema Nazionale per la Pro­tezione dell’Ambiente, di un impor­tante  doc­u­men­to sulle Metodolo­gie per la val­u­tazione delle emis­sioni odor­i­gene, tema molto sen­ti­to anche recen­te­mente a Piom­bi­no.
Ripor­ti­amo inte­gral­mente la notizia:
“Il Con­siglio nazionale del Sis­tema Nazionale per la Pro­tezione dell’Ambiente (SNPA), nel­la sedu­ta del 3 otto­bre 2018, ha adot­ta­to la Delib­era n. 38/2018 di approvazione del doc­u­men­to “Metodolo­gie per la val­u­tazione delle emis­sioni odor­i­gene — Doc­u­men­to di sin­te­si”, di cui ave­va­mo già par­la­to in una notizia del 31/05/2018.
Il doc­u­men­to è nato dall’esigenza del SNPA di dis­porre di un quadro di rifer­i­men­to comune, data l’eterogeneità delle espe­rien­ze acquisite e delle metodolo­gie di approc­cio uti­liz­zate, in con­sid­er­azione delle dotazioni tec­ni­co — stru­men­tali disponi­bili per cias­cu­na Agen­zia e del­la speci­ficità delle attiv­ità pro­dut­tive del ter­ri­to­rio.
Obi­et­ti­vo del doc­u­men­to è sta­to dunque quel­lo di fornire agli Enti di Con­trol­lo infor­mazioni utili per la scelta degli approc­ci adeguati ad effet­tuare un’azione di pre­ven­zione, con­trol­lo e val­u­tazione delle emis­sioni odor­i­gene, tenen­do con­to del più recente sta­to dell’arte rel­a­ti­va­mente alla nor­ma­ti­va, alle metodolo­gie uti­liz­z­abili più robuste, alla ric­og­nizione delle espe­rien­ze di suc­ces­so in cor­so e alle tec­nolo­gie disponi­bili. Ciò anche nel­la prospet­ti­va del­la più effi­cace attuazione del nuo­vo art. 272‑bis introdot­to nel Testo Uni­co ambi­en­tale con il D.Lgs. 183/2017.
Il Grup­po di Lavoro 13 del SNPA che ha pre­dis­pos­to il doc­u­men­to è sta­to coor­di­na­to dall’ARPA Puglia e cos­ti­tu­ito, oltre che da ISPRA, da alcune Agen­zie che han­no diret­ta­mente parte­ci­pa­to ai lavori, men­tre altre Agen­zie ‑ tra cui ARPAT ‑ han­no pre­so parte con loro ref­er­en­ti alla fase finale di con­di­vi­sione del doc­u­men­to.
Il doc­u­men­to è strut­tura­to in speci­fi­ci capi­toli:

  • Capi­to­lo 1 — L’odore e la sua percezione. Dopo una breve descrizione del mec­ca­n­is­mo fisi­o­logi­co di percezione dell’odore, sono descritte le carat­ter­is­tiche pro­prie delle sostanze odor­i­gene e i fat­tori che pos­sono con­tribuire a deter­minare la moles­tia olfat­ti­va.
  • Capi­to­lo 2 — I prin­ci­pali rifer­i­men­ti nor­ma­tivi in mate­ria di odori. Sono ripor­tati alcu­ni esem­pi di approc­ci nor­ma­tivi inter­nazion­ali, con par­ti­co­lare rifer­i­men­to alle dis­po­sizioni nel­la nor­ma­ti­va ambi­en­tale nazionale e regionale nonché ad aspet­ti riguardan­ti gli ori­en­ta­men­ti giurispru­den­ziali in mate­ria.
  • Capi­to­lo 3 — Ele­men­ti val­u­ta­tivi nell’ambito di pro­ce­dure di autor­iz­zazione. Ques­ta sezione for­nisce, in maniera sin­tet­i­ca, ele­men­ti utili per esam­inare la doc­u­men­tazione prodot­ta da impianti a ris­chio osmogeno nell’ambito delle pro­ce­dure autor­iz­za­tive, al fine di val­utare pre­scrizioni tec­niche e ges­tion­ali per il con­teni­men­to delle emis­sioni, nonché le modal­ità per il mon­i­tor­ag­gio ed il con­trol­lo.
  • Capi­to­lo 4 — Metodolo­gie di mon­i­tor­ag­gio delle emis­sioni odor­i­gene. Ques­ta sezione esam­i­na i diver­si aspet­ti rel­a­tivi al mon­i­tor­ag­gio, dal­la fase di cam­pi­ona­men­to all’analisi. Sono descritte, in maniera speci­fi­ca, le pos­si­bili metodolo­gie da appli­care in rifer­i­men­to alle tipolo­gie di sor­gen­ti. Si ripor­ta, quin­di, una trat­tazione rel­a­ti­va al mon­i­tor­ag­gio chim­i­co, alla tec­ni­ca sen­so­ri­ale stan­dard­iz­za­ta dell’olfattometria dinam­i­ca, ai meto­di sen­so-stru­men­tali, nonché alle modal­ità di coin­vol­gi­men­to diret­to del­la popo­lazione.
  • Capi­to­lo 5 – Mod­el­li di dis­per­sione per la val­u­tazione dell’impatto olfat­ti­vo. Il capi­to­lo descrive l’ambito gen­erale di appli­cazione dei mod­el­li di dis­per­sione in rifer­i­men­to a Linee Gui­da speci­fiche redat­te in ambito regionale ed esam­i­na i dati richi­esti in input al mod­el­lo.
  • Capi­to­lo 6 – Approc­ci inte­grati per la val­u­tazione del­la moles­tia olfat­ti­va. Ques­ta sezione for­nisce indi­cazioni sulle modal­ità di approc­cio uti­liz­z­abili per esam­inare un caso di moles­tia olfat­ti­va, attra­ver­so l’integrazione di diver­si stru­men­ti di val­u­tazione. Sono pre­sen­tate, in Alle­ga­to, schede di sin­te­si rel­a­tive a casi stu­dio speci­fi­ci affrontati da alcune Agen­zie Ambi­en­tali.
  • Capi­to­lo 7 – Metodolo­gie di abbat­ti­men­to delle emis­sioni odor­i­gene. Il capi­to­lo for­nisce una dis­am­i­na delle prin­ci­pali tec­nolo­gie di abbat­ti­men­to delle emis­sioni odor­i­gene, ripor­tan­do un appro­fondi­men­to sui pos­si­bili inter­ven­ti di con­trol­lo e mit­igazione rel­a­ti­va­mente ad alcune tipolo­gie di attiv­ità: impianti di trat­ta­men­to di acque reflue, all­e­va­men­ti inten­sivi, indus­tria del­la raf­fi­nazione, impianti di trat­ta­men­to dei rifiu­ti e dis­cariche.
  • Alle­ga­to — Schede di sin­te­si rel­a­tive ad appli­cazioni di approc­ci metodologi­ci inte­grati in casi stu­dio speci­fi­ci affrontati da diverse ARPA nel­la ges­tione di casi di moles­tia olfat­ti­va.

Durante il per­cor­so di pre­dis­po­sizione del doc­u­men­to, la con­di­vi­sione delle espe­rien­ze e delle com­pe­ten­ze svilup­pate ter­ri­to­rial­mente, tra i vari com­po­nente del Grup­po di Lavoro, ha con­sen­ti­to di evi­den­ziare che solo alcune Agen­zie han­no dotazioni stru­men­tali e risorse umane con pro­fi­lo spe­cial­is­ti­co tali da pot­er inter­venire in maniera effi­cace; per­tan­to, il doc­u­men­to delin­ea una trac­cia utile for­nen­do gli stru­men­ti nec­es­sari anche per quelle Agen­zie che inten­dono imple­mentare tali attiv­ità. Inoltre, la com­p­lessità del tema, la man­can­za di rifer­i­men­ti nazion­ali, le etero­ge­nee espe­rien­ze delle ARPA, han­no richiesto numerosi con­fron­ti interni.
Il per­cor­so ha por­ta­to così ad un prodot­to che fotografa lo sta­to di fat­to degli approc­ci al prob­le­ma ad oggi disponi­bili e dunque rap­p­re­sen­ta un pun­to di parten­za per i nec­es­sari suc­ces­sivi appro­fondi­men­ti tec­ni­ci che dovran­no guidare nel­la scelta tra le diverse modal­ità di approc­cio.

(*) Il Sis­tema nazionale a rete per la pro­tezione dell’ambiente (SNPA) è una realtà a par­tire dal 14 gen­naio 2017, data di entra­ta in vig­ore del­la legge di Isti­tuzione del Sis­tema nazionale a rete per la pro­tezione dell’ambiente e dis­ci­plina dell’Istituto supe­ri­ore per la pro­tezione e la ricer­ca ambi­en­tale. Esiste­va già il Sis­tema delle Agen­zie Ambi­en­tali, che coin­vol­ge­va le 21 Agen­zie Region­ali (ARPA) e Provin­ciali (APPA), oltre a ISPRA. Un sis­tema fed­er­a­ti­vo con­sol­ida­to che coni­u­ga­va la conoscen­za diret­ta del ter­ri­to­rio e dei prob­le­mi ambi­en­tali locali con le politiche nazion­ali di pre­ven­zione e pro­tezione dell’ambiente. Ma il Sis­tema isti­tu­ito dal­la nuo­va legge non è più la sem­plice som­ma di 22 enti autono­mi e indipen­den­ti, cos­ti­tu­isce un vero e pro­prio Sis­tema a rete che fonde in una nuo­va iden­tità quelle che era­no le sin­gole com­po­nen­ti del preesistente Sistema.La legge attribuisce al nuo­vo sogget­to com­pi­ti fon­da­men­tali quali:attività ispet­tive nell’ambito delle fun­zioni di con­trol­lo ambi­en­tale
mon­i­tor­ag­gio del­lo sta­to dell’ambiente
con­trol­lo delle fonti e dei fat­tori di inquina­men­to
attiv­ità di ricer­ca final­iz­za­ta a sosteg­no delle pro­prie fun­zioni
sup­por­to tec­ni­co-sci­en­tifi­co alle attiv­ità degli enti statali, region­ali e locali che han­no com­pi­ti di ammin­is­trazione atti­va in cam­po ambi­en­tale
rac­col­ta, orga­niz­zazione e dif­fu­sione dei dati ambi­en­tali che, uni­ta­mente alle infor­mazioni sta­tis­tiche derivan­ti dalle pre­dette attiv­ità, cos­ti­tuiran­no rifer­i­men­to tec­ni­co uffi­ciale da uti­liz­zare ai fini delle attiv­ità di com­pe­ten­za del­la pub­bli­ca ammin­is­trazione.
Attra­ver­so il Con­siglio del SNPA, il Sis­tema esprime il pro­prio parere vin­colante sui provved­i­men­ti del Gov­er­no di natu­ra tec­ni­ca in mate­ria ambi­en­tale e seg­nala al MATTM e alla Con­feren­za per­ma­nente per i rap­por­ti tra lo Sta­to, le regioni e le province autonome di Tren­to e Bolzano l’opportunità di inter­ven­ti, anche leg­isla­tivi, ai fini del persegui­men­to degli obi­et­tivi di svilup­po sosteni­bile, del­la riduzione del con­sumo di suo­lo, del­la sal­va­guardia e del­la pro­mozione del­la qual­ità dell’ambiente e del­la tutela delle risorse naturali.Per assi­cu­rare omo­geneità ed effi­ca­cia all’esercizio dell’azione conosc­i­ti­va e di con­trol­lo pub­bli­co del­la qual­ità dell’ambiente a sup­por­to delle politiche di sosteni­bil­ità ambi­en­tale e di pre­ven­zione san­i­taria a tutela del­la salute pub­bli­ca, sono isti­tu­iti i LEPTA, i Liv­el­li essen­ziali delle prestazioni tec­niche ambi­en­tali, che cos­ti­tu­is­cono il liv­el­lo min­i­mo omo­ge­neo su tut­to il ter­ri­to­rio nazionale delle attiv­ità che il Sis­tema nazionale è tenu­to a garan­tire, anche ai fini del persegui­men­to degli obi­et­tivi di pre­ven­zione col­let­ti­va pre­visti dai liv­el­li essen­ziali di assis­ten­za san­i­taria. Il nuo­vo Sis­tema intende favorire la coop­er­azione, la col­lab­o­razione e lo svilup­po omo­ge­neo dei temi di inter­esse comune dei ven­tidue sogget­ti che lo com­pon­gono, cre­an­do spazi di con­fron­to, di dis­cus­sione e di azione comune.

Commenta il post