Per rigenerare un modello di sviluppo in crisi

· Inserito in Spazio aperto

VENTURINA TERME 7 dicem­bre 2018 — Salet­ta piena e tan­ti inter­ven­ti all’incontro pro­mosso dal Grup­po 2019, la nuo­va lista civi­ca che si è cos­ti­tui­ta a Campiglia, sui rifiu­ti spe­ciali di RIMa­te­ria e sulle richi­este di ampli­a­men­to delle cave a San Vin­cen­zo e Campiglia. Ma il vero con­vi­ta­to di pietra del dibat­ti­to è sta­ta la crisi e l’assenza di strate­gie cred­i­bili per risoll­e­vare una zona da trop­po tem­po in grande sof­feren­za. Dopo l’introduzione di Nico­la Berti­ni, del Grup­po 2019, il dibat­ti­to è sta­to ani­ma­to dai lavo­ra­tori delle cave (in cas­sa inte­grazione da anni) che chiedono garanzie per il loro futuro e pen­sano che le cave siano un set­tore non trascur­abile; dai sin­da­cal­isti del set­tore siderur­gi­co (per il quale non si vede anco­ra una chiara prospet­ti­va di ripresa, men­tre si riducono gli ammor­tiz­za­tori sociali) che pen­sano che dall’industria siderur­gi­ca non si pos­sa pre­scindere; dai rap­p­re­sen­tan­ti del Comi­ta­to di Salute Pub­bli­ca di Piom­bi­no e Val di Cor­nia che han­no espres­so pre­oc­cu­pazione per la mon­tagna di rifiu­ti spe­ciali che cresce a Ischia di Cro­ciano. Un fenom­e­no, quest’ultimo, che ha orig­i­ni nel gigan­tesco deb­ito las­ci­a­to in ered­ità dal­la vec­chia Asiu. Ora i Comu­ni ten­tano di rip­i­a­narlo con il busi­ness dei rifiu­ti spe­ciali prove­ni­en­ti da fuori zona, indipen­den­te­mente dall’avvio delle boni­fiche del SIN, sen­za le quali non sarà pos­si­bile risanare un ter­ri­to­rio strate­gi­co per il rilan­cio pro­dut­ti­vo del­la zona. Molti inter­ven­ti han­no invece pos­to l’accento sul­la neces­sità di pre­fig­u­rare una fuo­rius­ci­ta dalle crisi (siderur­gia, cave, ges­tioni fal­li­men­ta­ri di aziende pub­bliche, ecc.) sen­za com­pro­met­tere le risorse di cui disponi­amo: le coste, le cam­pagne, il pat­ri­mo­nio stori­co e pae­sag­gis­ti­co, la qual­ità e la salubrità degli ambi­en­ti in cui vivi­amo. Nes­suno ha sot­to­va­l­u­ta­to il dram­ma di chi vive sot­to il ricat­to dei licen­zi­a­men­ti o con gli ammor­tiz­za­tori sociali. È sta­to ricorda­to anche chi il lavoro lo ha già per­so e chi non lo ha mai trova­to e fugge da ques­ta zona, come i gio­vani.
Il Grup­po 2019, che ringrazia tut­ti gli inter­venu­ti, ha trova­to nel dibat­ti­to con­ferme sull’urgenza di una strate­gia com­p­lessi­va per la rigen­er­azione di un mod­el­lo di svilup­po in crisi che nel sec­o­lo scor­so si è ret­to sul traino dell’industria siderur­gi­ca e dell’edilizia. Le cave sono state parte di quel mod­el­lo. In quei set­tori potremo con­tenere i dan­ni, ma non saran­no più il traino occu­pazionale per il futuro. Chi esprime pre­oc­cu­pazioni per l’ambiente, la salute, il paesaggio,il pat­ri­mo­nio cul­tur­ale, non la fa per con­trap­por­si a chi legit­ti­ma­mente difende il lavoro. Il prob­le­ma è com­porre la dife­sa del lavoro che res­ta, la val­oriz­zazione delle risorse che abbi­amo e la creazione di nuovi lavori. È quel­lo che spet­ta alla isti­tuzioni ed è ciò che, purtrop­po, non han­no fat­to le ammin­is­trazioni del­la zona. Su questi argo­men­ti sta lavo­ran­do il Grup­po 2019 con pro­poste che saran­no con­tenute nel pro­gram­ma per le prossime elezioni ammin­is­tra­tive.

Grup­po 2019

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