Perché sono pochi i media in Val di Cornia?

· Inserito in Spazio aperto
Fiorenzo Bucci

PIOMBINO 15 otto­bre 2014 - La cit­tà e il com­pren­so­rio che han­no con­trib­u­to a rompere il monop­o­lio del­la tele­vi­sione di Sta­to dan­do vita ad una delle prime espe­rien­ze ital­iane di tv pri­va­ta sono il ter­ri­to­rio che più di tan­ti altri sof­fre la man­can­za di una plu­ral­ità di organi di infor­mazione. Ovvi­a­mente il mer­i­to è di chi c’è e resiste, il ram­mari­co è invece per gli edi­tori che non han­no volu­to esten­dere le loro espe­rien­ze in Val di Cor­nia. E, in più di una occa­sione, nel recente pas­sato, ce ne sono state le pre­messe e le pos­si­bil­ità. Oggi le con­dizioni appaiono molto più prob­lem­atiche e la crisi, che non risparmia cer­to il mon­do dei media, rende dif­fi­cile, almeno a breve, un cam­bi­a­men­to di rot­ta.
Il cen­si­men­to di quel che, al momen­to, offre la comu­ni­cazione a Piom­bi­no è presto fat­to. Per la car­ta stam­pa­ta è ormai stor­i­ca la pre­sen­za del “Tir­reno” e del­la “Nazione” con il solo gior­nale livor­nese che ha una redazione in cit­tà. La “Nazione” invece mantiene una cor­rispon­den­za sta­bile rius­cen­do comunque ad offrire un notiziario locale di tre pagine.
Nei peri­od­i­ci regge lo stor­i­ca tes­ta­ta di Cos­ta Etr­usca ani­ma­ta dall’instancabile Ivio Bar­let­tani che ha comunque dovu­to ridurre a quat­tro le uscite annu­ali. Nel mon­do cat­toli­co è pre­sente la pag­i­na locale “Dal­la Marem­ma all’Elba” del­la tes­ta­ta fiorenti­na “Toscana oggi”. Esistono poi tes­tate peri­odiche di minore dif­fu­sione che nascono per la pas­sione di sin­gole più che per il lavoro di una redazione organ­i­ca.
Incred­i­bil­mente la cit­tà di “Tele Piom­bi­no”, pio­niera del pic­co­lo scher­mo locale, non è mai rius­ci­ta negli anni a pro­durre nes­suna espe­rien­za val­i­da nel set­tore tele­vi­si­vo. Anche le radio locali, nate negli anni del boom delle antenne pri­vate, han­no dato vita ad attiv­ità che, se non si sono perse, han­no esauri­to nel tem­po la car­i­ca di entu­si­as­mo che le ave­va viste sorg­ere. I notiziari, che di molte radio libere sono sta­ti per anni il momen­to più qual­i­f­i­cante, sono sta­ti real­iz­za­ti con sem­pre mag­giore stanchez­za e han­no rin­un­ci­a­to alla fres­chez­za e alla imme­di­atez­za che la trasmis­sione via etere può offrire.
L’avvento di Inter­net qual­cosa ha prodot­to anche per­ché i costi, rispet­to all’uso di altri mezzi, sono infini­ta­mente più bassi, spes­so davvero trascur­abili e alla por­ta­ta di tutte le tasche.
Così oltre alla pre­sen­za di “Stile Libero”, nato dal­la pas­sione di alcu­ni volon­tari, si può citare l’attività del “Cor­riere Etr­usco” di Giuseppe Trin­chi­ni il quale si sta impeg­nan­do in una espe­rien­za di mul­ti­me­di­al­ità nuo­va in Val di Cor­nia. Oltre al gior­nale on line del “Cor­riere Etr­usco” esiste una ver­sione car­tacea alla quale occa­sion­al­mente si affi­an­cano anche inizia­tive sul cam­po (vedi meet­ing per com­mentare le recen­ti ammin­is­tra­tive al Per­ti­cale).
La decisa val­oriz­zazione degli uffi­ci stam­pa, pro­mossa final­mente anche da parte dell’ordine pro­fes­sion­ale dei gior­nal­isti, ha trova­to in Val di Cor­nia ter­reno fer­tile negli enti locali, anche gra­zie alle legge Bas­sani­ni ma non è sta­ta affat­to avver­ti­ta dal mon­do pri­va­to. Ne è deriva­ta una pre­sen­za mas­s­ic­cia di gior­nal­isti pub­blicisti negli uffi­ci stam­pa degli enti pub­bli­ci ma il deser­to totale nelle aziende.
Eppure, soprat­tut­to le due tes­tate quo­tid­i­ane, sono rius­cite a pro­durre local­mente un buon numero di gio­vani con il tesseri­no da pub­blicista i quali potreb­bero avere un ruo­lo nell’informazione di cat­e­go­ria e di set­tore. Il risul­ta­to ulti­mo sul piano pro­fes­sion­ale è l’assenza di una mat­u­razione che si com­pie con l’esperienza e che è doc­u­mentabile con l’esiguo numero di gior­nal­isti pro­fes­sion­isti pre­sen­ti in Val di Cor­nia.
Se la vali­gia per un oper­a­tore dell’informazione è qua­si uno stru­men­to di lavoro, per la Val di Cor­nia diven­ta essen­ziale per cer­care di trovare altrove un ruo­lo sta­bile nel mon­do dei media.
Di cer­to, in un veloce inven­tario, qual­cosa può sfug­gire e ce ne scu­si­amo con chi si sta impeg­nan­do in attiv­ità di questo tipo; di cer­to comunque la sostan­za è rap­p­re­sen­ta­ta da quel che abbi­amo scrit­to.
GiornalistiTan­to più net­ta, chiara e quin­di poco com­pren­si­bile è la situ­azione a Piom­bi­no e in Val di Cor­nia se solo si com­pi­ono pochi chilometri per giun­gere nel­la provin­cia di Gros­se­to dove la realtà è assai diver­sa. Tre redazioni con redat­tori pro­fes­sion­isti con­fezio­nano abbon­dan­ti pagine di cronaca locale quo­tid­i­ana per altret­tan­ti gior­nali (“Tir­reno”, “Nazione” e “Cor­riere di Marem­ma”). Fino a poco tem­po fa due tele­vi­sioni “vere” si davano battaglia pro­ducen­do più notiziari quo­tid­i­ani; oggi una è mor­ta ma i gior­nal­isti che la com­ponevano sono per la gran parte emi­grati in altre espe­rien­ze non esclusa la cor­rispon­den­za per net­work region­ali che dif­fon­dono notizie dal­la Marem­ma. Esistono alcune radio e non si con­tano i peri­od­i­ci. L’arrivo dei nuovi media ha prodot­to alcune valide espe­rien­ze on line pri­ma tra tutte “Il Giunco.net”. Perfi­no all’isola del Giglio esiste una tes­ta­ta on line (“Giglionews”) che ha avu­to un ruo­lo ril­e­vante nel­la vicen­da del naufra­gio del­la Con­cor­dia.
Nel set­tore stam­pa di non pochi uffi­ci pub­bli­ci esistono gior­nal­isti pro­fes­sion­isti e le mag­giori aziende han­no addet­ti alla comu­ni­cazione qua­si tut­ti iscrit­ti all’ordine.
Il per­ché di così diverse oppor­tu­nità tra ter­ri­tori con­tigui ha qualche spie­gazione ma non sem­pre con­vin­cente.
Un edi­tore di notev­ole espe­rien­za che si mosse per impiantare un quo­tid­i­ano in Marem­ma affer­mò un giorno che “Piom­bi­no era poco appetibile per le fab­briche”. Sem­bra­va una bat­tuta ed invece ave­va una spie­gazione che venne illus­tra­ta così: “I gior­nali in Italia non pos­sono vivere solo delle ven­dite in edi­co­la, cam­pano per l’apporto del­la pub­blic­ità e i quo­tid­i­ani dif­fusi in ambito locale soprav­vivono per la pub­blic­ità rac­col­ta bot­te­ga per bot­te­ga, fab­brichi­na per fab­brichi­na, azien­da per azien­da. A Piom­bi­no esiste un tes­su­to eco­nom­i­co fonda­to sul­la pre­sen­za di grossi com­p­lessi indus­tri­ali che non han­no nes­sun inter­esse a pro­gram­mare pub­blic­ità duratu­ra nel tem­po su tes­tate che escono su un pic­co­lo ter­ri­to­rio. Ed anche il resto dell’imprenditoria locale è forte­mente con­dizion­a­to dal­la siderur­gia che non ha bisog­no di spot. In provin­cia di Gros­se­to la situ­azione è com­ple­ta­mente diver­sa”.
L’argomentazione non è pri­va di real­is­mo ma, di sicuro, c’è anche altro che ha forte­mente con­dizion­a­to la dif­fu­sione di una plu­ral­ità di voci.
A Piom­bi­no non c’è solo la mono­cul­tura indus­tri­ale ma c’è anche la mono­cul­tura tout court, che ind­i­riz­za sceglien­do e osta­co­la chi dal­la scelta è esclu­so. Un’abitudine ad un pen­siero uni­co che non riesce a digerire una voce con­traria e lenta­mente fa sì che quel­la voce si affievolis­ca fino ad alzare bandiera bian­ca.
Oggi mol­ta del­la infor­mazione, addirit­tura e poco lode­vol­mente anche quel­la isti­tuzionale, pas­sa per face­book e twit­ter, social net­work dove l’impegno è poco, il cos­to è nul­lo, la vir­tu­al­ità con­traria al con­fron­to diret­to reg­na sovrana. Ebbene pro­prio lì, in quel­la piaz­za lib­era fino a man­care di regole, si avverte quan­to epi­der­mi­ca­mente siano sco­mode le voci che ten­tano di non allinear­si e che spes­so esp­ri­mono pen­sieri non con­trari al giudizio dom­i­nante ma solo banal­mente diver­si e non scevri dal dub­bio.
Sì la pub­blic­ità nel­la Val di Cor­nia si ottiene sicu­ra­mente con più dif­fi­coltà che altrove ma anche l’abitudine con­sol­i­da­ta e le con­vinzioni granitiche stan­no impe­den­do alla zona di diventare come altre che non sono neanche migliori.

 

Una risposta a “Perché sono pochi i media in Val di Cornia?”

  1. Gianfranco Benedettini says:

    Con­di­vi­do in pieno. Anal­isi “spi­eta­ta” ma reale. Lo stes­so vale per l’ed­i­to­ria libraria. E pen­sare che c’er­a­no tutte insieme: Il Martel­lo, La Fiamma, il Pro­gres­so Marem­mano tra fine 1800 e 1922. In tem­pi più recen­ti: Panora­ma Etr­usco e il Pun­to sul­l’Al­ta Marem­ma. Più recente anco­ra Trac­ce e L’Etr­usco. Pure i “gior­nali­ni” di Par­ti­to. E Radio Etr­usca, dove si mette?

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