Il piano B non è un’alternativa disperata

· Inserito in Teoria e pratica

PIOMBINO 1 feb­braio 2020 — Il 30 gen­naio si è svol­ta una assem­blea pub­bli­ca con­vo­ca­ta dal Comune di Piom­bi­no per infor­mare e cit­ta­di­ni e dis­cutere con loro sul­la situ­azione cre­a­ta dal­la richi­es­ta di JSW Steel Italy Piom­bi­no di pos­tic­i­pare di quat­tro mesi la pre­sen­tazione del suo piano indus­tri­ale, anzi un pre­lim­inare di piano indus­tri­ale.
Di segui­to l’in­ter­ven­to di Pao­lo Franci­ni a nome del Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG:

Inter­ven­go a nome del Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG. Riv­ol­go il mio salu­to al Sin­da­co, alle forze politiche e sociali inter­venute, a tut­ti i cit­ta­di­ni.
Noi valu­ti­amo pos­i­ti­va­mente ques­ta inizia­ti­va e ci auguri­amo che sia l’avvio di un per­cor­so di parte­ci­pazione col­let­ti­va del­la cit­tà alla dis­cus­sione sui prob­le­mi fon­da­men­tali che ci assil­lano.
Un per­cor­so che ora, a nos­tro avvi­so, dopo quel­lo che abbi­amo defini­to uno schi­af­fo alla cit­tà da parte di Jin­dal, ha come pri­mo obi­et­ti­vo quel­lo di far irrompere il caso Piom­bi­no sul­la sce­na nazionale del­la polit­i­ca e dei media.
Non siamo rius­ci­ti, tut­ti noi, fino ad ora, a far com­pren­dere che qui c’è una crisi ver­ti­cale di una mono­cul­tura (l’ acciaio) che tra lavo­ra­tori del­lo sta­bil­i­men­to, indot­to diret­to, indot­to indi­ret­to, ha fal­cidi­a­to in qualche anno più di 2000 posti di lavoro (in una pic­co­la cit­tà); con riper­cus­sioni su l’economia locale che han­no mes­so in ginoc­chio anche com­mer­cio, arti­giana­to e libere pro­fes­sioni. Non siamo anco­ra rius­ci­ti a far pas­sare questo mes­sag­gio al di fuori di Piom­bi­no.
Dob­bi­amo far­lo e pos­si­amo rius­cir­ci, se sare­mo capaci di super­are attri­ti e dif­fi­den­ze per arrivare uni­ti a met­tere sul cam­po gran­di mobil­i­tazioni cit­ta­dine, nonché for­ti pre­si­di sot­to le sedi romane delle isti­tuzioni di Gov­er­no, a sup­por­to delle inizia­tive politi­co-ammin­is­tra­tive di chi è chiam­a­to a rap­p­re­sentar­ci, in Comune come in Regione. Valu­ti­amo pos­i­ti­va­mente la richi­es­ta con­giun­ta di Fer­rari e Rossi per un incon­tro urgente col min­istro Pat­u­anel­li. Incon­tro a cui dovrem­mo arrivare, a nos­tro avvi­so, aven­do già com­in­ci­a­to a met­tere in pie­di forme di pres­sione col­let­ti­va che non con­sen­tano ai min­istri di defi­lar­si per las­cia­r­ci in mano a fig­ure di sec­on­do o ter­zo ran­go.
Per rag­giun­gere l’obiettivo dob­bi­amo dar­ci anche qualche stru­men­to orga­niz­za­ti­vo comune. Pro­poni­amo un Comi­ta­to di Coor­di­na­men­to cit­tadi­no ove, sen­za pretese di pri­mo­gen­i­ture da parte di nes­suno, si con­cordi­no forme e tem­pi delle inizia­tive comu­ni utili a dare risalto nazionale alla nos­tra situ­azione e forza di pres­sione alle azioni politi­co-ammin­is­tra­tive nec­es­sarie.
Siamo in un pas­sag­gio molto dif­fi­cile del­la sto­ria del­la nos­tra cit­tà, e sap­pi­amo per cer­to che ci sono diver­si pun­ti impor­tan­ti su cui sono pos­si­bili larghe con­ver­gen­ze. Iden­ti­fichi­amoli, cal­ib­ri­amoli nel­la dis­cus­sione, sul­la base dei con­tribu­ti di tut­ti, val­orizzi­amo e soste­ni­amo cio’ che ci unisce per­ché pos­sa pesare sui vari tavoli del­la polit­i­ca nazionale. Costru­iamo insieme quel quadro del­la nuo­va Piom­bi­no che vogliamo far risorg­ere uscen­do da questo peri­o­do di crisi dolorosa.
Da tem­po noi cer­chi­amo di dare il nos­tro modesto ma insis­tente con­trib­u­to di anal­isi e pro­poste, che sot­to­poni­amo anche qui, telegrafi­ca­mente, al vaglio del­la dis­cus­sione.
L’ingiustificabile comu­ni­cazione di Jin­dal dei 4 mesi di rin­vio per il “Piano di fat­tibili­ta” è una forte sire­na d’allarme che giunge dopo un lun­go peri­o­do di fat­ti pre­oc­cu­pan­ti, per­al­tro già seg­nalati da varie orga­niz­zazioni sin­da­cali: man­cati inves­ti­men­ti sui treni, con­trazione delle manuten­zioni, risparmio all’osso su tut­to, anche sul­la sicurez­za, ritar­di sulle demolizioni pre­viste.
Tut­ta la cit­tà paga un caro prez­zo per l’ immo­bil­is­mo a cui è inchio­da­ta dai tem­pi lunghi e dai rin­vii di Jin­dal, per­ché risul­ta impos­si­bile pro­gram­mare le modal­ità di bonifi­ca e l’utilizzo alter­na­ti­vo di ampi ter­ri­tori che potreb­bero essere utili ad uno svilup­po diver­si­fi­ca­to, se non si ha idea di cosa vor­rà fare la multi­nazionale. E con i rin­vii sen­za inves­ti­men­ti, degradano gli impianti e si perde mer­ca­to.
A noi appare con­fer­ma­to il tim­o­re che la pre­sen­za di JSW non pun­ti ad un rilan­cio in grande stile del­la siderur­gia piom­bi­nese , ma ad occu­pare una casel­la del­lo scac­chiere inter­nazionale del mer­ca­to siderur­gi­co, con lo scopo di sot­trar­la ad altri e di uti­liz­zare com­mer­cial­mente una posizione e un por­to di inter­esse per l’ acces­so ai mer­cati europei. Se questo è vero, gli occu­pati, alla fine dei giochi, saran­no meno del­la metà di quel­li promes­si.
Noi pro­poni­amo per­tan­to di assumere la comu­ni­cazione di rin­vio come rimes­sa in dis­cus­sione dell’Accordo di Pro­gram­ma (AdP). Ciò vuol dire che anche gli altri fir­matari dell’ AdP sono autor­iz­za­ti a rimet­tere in dis­cus­sione alcu­ni aspet­ti dell’accordo. Per noi la via maes­tra dovrebbe essere l’ingresso del­lo Sta­to nel­la ges­tione del­lo Soci­età JSW Steel Italy,  per ricon­durla alla log­i­ca cos­ti­tuzionale del­la fun­zione sociale dell’impresa. Se si ritiene che non vi sia la forza polit­i­ca per questo atto, e si pas­sa a subire il rin­vio di 4 mesi, occorre che nel testo dell’ AdP siano introdot­ti come min­i­mo i pun­ti seguen­ti:

  1. Il Piano che ver­rà pre­sen­ta­to dovrà avere carat­tere defin­i­ti­vo e non pre­lim­inare; la cit­tà deve essere mes­sa in gra­do quan­to pri­ma di esercitare la sovran­ità sul suo ter­ri­to­rio e di dar­si un asset­to urban­is­ti­co con­forme alle esi­gen­ze del­la diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca;
  2. Trasfor­mare tutte le promesse con­tenute in AdP in impeg­ni cer­ti, con sca­den­ze datate, con penali in caso di inadem­pien­ze, sino alla riac­qui­sizione sot­to la ges­tione pub­bli­ca del­lo sta­bil­i­men­to in caso di inadem­pien­ze gravi;
  3. Sca­den­ze pre­cise e a più breve ter­mine dovran­no riguardare in par­ti­co­lare l’investimento di 18 mil­ioni per i treni di lam­i­nazione e la demolizione dei vec­chi impianti, impor­tante anche per la pro­tezione del­la salute pub­bli­ca;
  4. No alla pro­duzione di acciai al Piom­bo e comunque a even­tu­ali altre lavo­razioni par­ti­co­lar­mente nocive per i lavo­ra­tori o per la popo­lazione gen­erale;
  5. Ogni nuo­vo impianto deve essere dota­to delle più mod­erne appli­cazioni per la sal­va­guardia dell’ ambi­ente inter­no ed ester­no e le lavo­razioni con mag­gior impat­to poten­ziale sull’ ambi­ente gen­erale devono essere allon­tanate dal­la cit­tà;
  6. Il Gov­er­no dia una rispos­ta chiara e defin­i­ti­va su costi dell’energia, sug­li altri incen­tivi promes­si, sulle con­ces­sioni marit­time, col­le­gan­dole con pre­ci­sione e conc­re­ta­mente all’ avan­za­men­to degli inves­ti­men­ti dell’azienda. Il por­to deve con­ser­vare ampia pos­si­bil­ità di svilup­po per traf­fi­ci diver­si da quel­li asservi­ti allo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co.
  7. La sorveg­lian­za com­mis­sar­i­ale sul­la ges­tione del­lo sta­bil­i­men­to sia pro­l­un­ga­ta sino a tut­ta la dura­ta del piano di inves­ti­men­ti.
  8. E’ inoltre nec­es­sario che si applichi­no forme di adegua­to sosteg­no al red­di­to per i sogget­ti di qual­si­asi cat­e­go­ria (non solo lavo­ra­tori dipen­den­ti ma anche com­mer­cianti, arti­giani, pro­fes­sion­isti) in dif­fi­coltà eco­nom­i­ca nelle aree di crisi com­p­lessa; che siano sper­i­men­tati i lavori di pub­bli­ca neces­sità (come da nos­tra pro­pos­ta) come trasfor­mazione degli ammor­tiz­za­tori sociali in inves­ti­men­to pro­dut­ti­vo per il rilan­cio diver­si­fi­ca­to dell’ econo­mia e dell’occupazione.

Abbi­amo neces­sità asso­lu­ta di accel­er­are sul­la diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca nel nos­tro ter­ri­to­rio. Occorre un salto di qual­ità delle isti­tuzioni pub­bliche ai vari liv­el­li per poten­ziare e con­cretiz­zare tutte quelle azioni ammin­is­tra­tive nec­es­sarie al finanzi­a­men­to e all’ avvio oper­a­ti­vo di inter­ven­ti per:

  1. il poten­zi­a­men­to delle infra­strut­ture viarie, fer­roviarie e por­tu­ali, con la fer­rovia fino alle ban­chine del por­to;
  2. avviare final­mente le boni­fiche del SIN in coeren­za con la pro­gram­mazione urban­is­ti­ca nell’ uso dei ter­ri­tori e con piena sal­va­guardia del­la salute del­la popo­lazione;
  3. incen­ti­vare l’insediamento di nuove indus­trie leg­gere, tec­no­logi­ca­mente avan­zate ed eco­com­pat­i­bili;
  4. poten­ziare l’economia lega­ta al mare, dal­la nau­ti­ca all’itticultura, alle man­i­fes­tazioni sportive e alla bal­neazione;
  5. poten­ziare le attiv­ità agri­cole e in par­ti­co­lare l’ agri­coltura di qual­ità;
  6. val­oriz­zare ulte­ri­or­mente il nos­tro pat­ri­mo­nio di beni cul­tur­ali;
  7. sup­port­are il tur­is­mo con il coor­di­na­men­to di inizia­tive di mar­ket­ing, con la for­mazione, con la tutela del ter­ri­to­rio, dei litorali e del pae­sag­gio.

Il cosid­det­to Piano B non è una alter­na­ti­va dis­per­a­ta in caso di chiusura del­lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co: è comunque una neces­sità impre­scindibile nel­la nos­tra area di crisi com­p­lessa; per­ché non c’è econo­mia sol­i­da se non diver­si­fi­ca­ta e per­ché comunque la siderur­gia è des­ti­na­ta ad ulte­ri­ori con­trazioni occu­pazion­ali.
La nos­tra pro­pos­ta per un Comi­ta­to di Coor­di­na­men­to Cit­tadi­no mira quin­di non solo a orga­niz­zare la mobil­i­tazione dei cit­ta­di­ni e lavo­ra­tori ma anche a con­frontare e selezionare i temi e gli obi­et­tivi con­di­visi su cui cre­di­amo che sia par­ti­co­lar­mente impor­tante insis­tere. Sono nec­es­sari inter­ven­ti finanziari e nor­ma­tivi che nes­suno ci regalerà se non fac­ciamo valere le nos­tre ragioni”.

(Foto di Pino Bertel­li)

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