Progetto Creo in Colmata? Nemmeno a parlarne!

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PIOMBINO 17 gen­naio 2019 — Piom­bi­no ver­sa in una situ­azione davvero crit­i­ca sot­to il pro­fi­lo ambi­en­tale: una dis­car­i­ca esauri­ta che pro­duce mias­mi con­tinui, un prog­et­to di rad­doppio del­la stes­sa, accom­pa­g­na­to dal­la ven­di­ta a pri­vati del 60% delle azioni del­la soci­età che gestisce l’impianto, un Sin da bonifi­care e una cat­a­strofi­ca capac­ità da parte del­l’am­min­is­trazione comu­nale di gestire le prob­lem­atiche riguardan­ti il ter­ri­to­rio.
Il Movi­men­to Cinque Stelle Piom­bi­no è asso­lu­ta­mente con­trario all’inse­di­a­men­to del­la Creo Srl, azien­da che pro­duce bio-lig­nite tramite car­boniz­zazione idroter­male di rifiu­ti organi­ci di varia natu­ra, des­ti­na­ta ad inse­di­ar­si nel­l’area pro­dut­ti­va eco­logi­ca­mente attrez­za­ta (Apea) in local­ità Col­ma­ta.
Le moti­vazioni del NO sono molte e riguardano l’anal­isi di vari aspet­ti.

  1. È un prog­et­to del tut­to sper­i­men­tale, sen­za garanzie di rius­ci­ta. Gli uni­ci 2 sta­bil­i­men­ti pre­sen­ti si trovano a Valen­cia, in Spagna (2 reat­tori con capac­ità di14.000 ton/anno) e Immingam, Reg­no Uni­to (1 reat­tore con capac­ità di 7.000 ton/anno) con un vol­ume pro­dut­ti­vo di molto infe­ri­ore rispet­to a quel­lo che viene ipo­tiz­za­to di real­iz­zare a Piom­bi­no (10 reat­tori con capac­ità di 60.000 ton/anno). Ció sig­nifi­ca rice­vere rifiu­ti da trattare da tut­ta la Val di Cor­nia e non solo da Piom­bi­no.
  2. Un impianto anal­o­go era pre­vis­to a Capan­nori, ma il prog­et­to è sta­to boc­cia­to a causa del fat­to che la relazione tec­ni­ca invi­a­ta al Comune prevede­va di trattare anche rifiu­ti indus­tri­ali e non soltan­to sfal­ci. Tale infor­mazione, molto impor­tante ai fini del­la val­u­tazione del prog­et­to, non era sta­ta resa pub­bli­ca. Nes­suno può quin­di assi­cu­rare che in futuro ques­ta pos­si­bil­ità non si ver­i­fichi anche nel­l’impianto di Piom­bi­no.
    Inoltre, nel­la delib­era del­la Regione Toscana DRG n. 457, riguardante il pro­ced­i­men­to di val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale, Creo chiede di trattare 23 diverse tipolo­gie di rifiu­ti, men­tre nei due impianti soprac­i­tati i CER autor­iz­za­ti sono solo 3.
    I 23 Cer ( Codice Europeo Rifiu­ti ) che Creo chiede di trattare var­i­ano da rifiu­ti prodot­ti da agri­coltura, da preparazione di ali­men­ti, a rifiu­ti derivan­ti dal­la lavo­razione di pel­li e pel­lic­ce, leg­no, imbal­lag­gi, rifiu­ti prodot­ti dal trat­ta­men­to mec­ca­ni­co di FORSU (fraz. organ­i­ca da rifiu­ti urbani) e fanghi di depu­razione acque reflue e indus­tri­ali. Sono tutte tipolo­gie di rifiu­ti che han­no “cod­i­ci a spec­chio”: frazioni organiche che pos­sono pre­sentare carat­ter­is­tiche di peri­colosità.
  3. La Regione Toscana ha espres­so i pro­pri dub­bi con 41 tra pre­scrizioni e rac­co­man­dazioni sul prog­et­to Creo, riguardan­ti le emis­sioni atmos­feriche, l’im­pat­to olfat­ti­vo, la posizione, il pae­sag­gio, la situ­azione idri­ca del suo­lo e sot­to­suo­lo, gli scarichi e molto altro.
    Una di queste osser­vazioni è molto ril­e­vante, pre­cisa­mente la nr. 34: l’impianto non sem­br­erebbe autor­iz­z­abile come impianto di recu­pero rifiu­ti con pro­duzione di “End of Waste” (ces­sazione del­la qual­i­fi­ca di rifi­u­to) in quan­to, in assen­za di un DM appos­i­to, la Green Lig­nite ad oggi non può essere qual­i­fi­ca­ta come prodot­to per­ché non rien­tra nelle carat­ter­is­tiche sta­bilite dall’art. 184 ter del Dl 152/06. Il sot­to­prodot­to Hydrochar risul­ta non uti­liz­z­abile come ammen­dante, per­ché non inser­i­to nell’elenco pre­vis­to dal DL 75/2010 sul “Riordi­no e revi­sione del­la dis­ci­plina in mate­ria di fer­til­iz­zan­ti”. In sostan­za la Creo Srl costru­irebbe di fat­to un altro impianto di rici­clo per rifiu­ti spe­ciali. La pro­duzione e la com­mer­cial­iz­zazione dei prodot­ti e/o sot­to­prodot­ti derivan­ti dal trat­ta­men­to attra­ver­so la car­boniz­zazione idroter­male dei rifiu­ti organi­ci è anco­ra a liv­el­lo sper­i­men­tale e non esiste alcu­na leg­is­lazione nazionale ed euro­pea speci­fi­ca di rifer­i­men­to.
  4. In ulti­ma istan­za, la posizione geografi­ca di questo impianto non è accetta­bile, in quan­to sorg­erebbe al fian­co del locale enogas­tro­nom­i­co Men­ti e vici­no al por­to tur­is­ti­co delle Terre Rosse, in un’area già ampia­mente prova­ta dai dis­a­gi odor­i­geni prove­ni­en­ti dal­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano.

Il nos­tro NO è forte e deciso.
Chi ci ha gov­er­na­to fino ad oggi vuole carat­ter­iz­zare Piom­bi­no come un polo dei rifiu­ti.
Noi asso­lu­ta­mente NO.
Abbi­amo in mente per Piom­bi­no ben altre oppor­tu­nità, quelle che nes­suno gli ha mai con­ces­so.

Movi­men­to 5 Stelle Piom­bi­no

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