DAL 2007 AD OGGI PASSANDO PER MINISTERI, REGIONE, COMUNE

Protocolli, accordi, declamazioni ma sostanza poca

PIOMBINO 19 mar­zo 2017 — In dieci anni si è scrit­to e fir­ma­to di tut­to: pro­to­col­li, intese, accor­di. E ogni vol­ta, ed anco­ra più spes­so, decla­mazioni che promet­te­vano il Par­adiso il giorno dopo. Ed invece sia dal pun­to di vista delle infra­strut­ture che da quel­lo delle boni­fiche, sia da quel­lo del­la creazione di posti di lavoro che da quel­lo del­la creazione di nuove inizia­tive impren­di­to­ri­ali la situ­azione attuale, dopo dieci anni, è dram­mat­i­ca.
Sarebbe nec­es­sario un po’ di cor­ag­gio per capire, a par­tire da una val­u­tazione del­la realtà che nes­suno si pre­oc­cu­pa di avere a dis­po­sizione (anche i vari osser­va­tori del­l’e­cono­mia o del lavoro o del sociale o del­l’istruzione dopo la rias­sun­zione di queste com­pe­ten­ze da parte del­la Regione non fun­zio­nano più), per­ché ciò è suc­ces­so e cosa può essere fat­to per inver­tire la ten­den­za.
La let­tura dei vari pat­ti siglati in questo tem­po può essere utile anche se, ovvi­a­mente, parziale.
Cosa sca­tur­isce?
Sicu­ra­mente che han­no pesato

  • una  anal­isi non autono­ma del­la situ­azione sia di fonte isti­tuzionale che sin­da­cale,
  • l’assen­za di una visione dei con­fi­ni e del­l’u­til­ità del­l’in­ter­ven­to pub­bli­co più con­gruo per creare le con­dizioni del­l’in­ter­ven­to pri­va­to,
  • il vuo­to di prog­et­ti su cui fos­sero fon­date le deci­sioni ed anche i finanzi­a­men­ti,
  • la man­can­za del­la selezione delle pri­or­ità e con­seguente­mente la can­cel­lazione del­l’i­nessen­ziale,
  • la  non val­u­tazione delle pro­poste dei pri­vati sia dal pun­to di vista tec­ni­co che del­la situ­azione del mer­ca­to,
  • il priv­i­le­gio accorda­to alla comu­ni­cazione (in altri tem­pi si sarebbe chia­ma­ta pro­pa­gan­da) piut­tosto che alla sostan­za.

Non si cre­da che quest’ul­ti­mo pun­to sia il meno impor­tante. In ver­ità esso è alla radice di una con­cezione del­la polit­i­ca e del gov­er­no che sor­vola sulle com­pat­i­bil­ità e si pre­oc­cu­pa solo di far apparire ciò che, indipen­den­te­mente dal­la sua attua­bil­ità, può con­so­lare o illud­ere. Ciò che è avvenu­to quan­do si è pre­sen­ta­to a Piom­bi­no un tal Khaled al Habah­beh che ha promes­so mari e mon­ti e cioè l’ accoglien­za e la cred­i­bil­ità che gli è sta­ta data prin­ci­pal­mente e ripetu­ta­mente dal Comune, tut­to fini­to con l’e­merg­ere dei prob­le­mi giudiziari del sogget­to e con la denun­cia per tur­ba­ti­va d’asta da parte dell’amministratore stra­or­di­nario del­la ex Luc­chi­ni, non è sta­to un inci­dente di per­cor­so ma ciò che era nel con­to potesse suc­cedere come con­seguen­za di quel­l’im­postazione.

Ma quel­la stes­sa impostazione ha por­ta­to ad accettare ed inserire in un accor­do di pro­gram­ma siglato il 30 giug­no 2015 un piano indus­tri­ale del­la soci­età Cevi­tal in cui era scrit­to che il 1° luglio, un giorno dopo, sareb­bero par­ti­ti gli inves­ti­men­ti ed i lavori per la costruzione in un ter­reno di col­ma­ta di un’in­tera acciaieria, capace di pro­durre un mil­ione di ton­nel­late di acciaio, che sarebbe sta­ta real­iz­za­ta e entra­ta in pro­duzione in diciot­to mesi.

Da quei pilas­tri o deboli o inesisten­ti sono sca­tu­ri­ti molti dei prob­le­mi di oggi del tut­to irrisolti.
Alcune domande forse chiariscono meglio la sto­ria e soprat­tut­to pos­sono servire in un momen­to in cui non solo non è fini­ta pos­i­ti­va­mente ma il con­testo prodot­tosi recla­ma nuove risposte:
«Era pro­prio indis­pens­abile por­si, solo ed in maniera parziale e con ammor­tiz­za­tori sociali,  i prob­le­mi del­la dife­sa del­l’oc­cu­pazione  nel­la siderur­gia o piut­tosto occor­re­va guardare all’ insieme dei dis­oc­cu­pati pre­sen­ti e potenziali?Non  ave­va pro­prio alter­na­tive la siderur­gia? Era­no pro­prio da scartare soluzioni legate alla sto­ria del ter­ri­to­rio e alla sua val­oriz­zazione? E mag­a­ri pote­vano esser­ci anche modal­ità miste? Non era il caso di dirottare tutte le risorse pub­bliche su boni­fiche ed infra­strut­ture piut­tosto che dis­perder­le anche in incen­tivi ben poco utili?».

28 luglio 2007

Alfon­so Pec­o­raro Scanio, all’e­poca Min­istro dell’ ambi­ente

Viene fir­ma­to l’ac­cor­do di pro­gram­ma “PER LA BONIFICA DEL SITO DI INTERESSE NAZIONALE DI PIOMBINO (LI)”.
Il sito di inter­esse nazionale di Piom­bi­no com­pren­dente l’area indus­tri­ale, la fal­da idri­ca e l’area por­tuale da bonifi­care era sta­to perime­tra­to il 10 gen­naio 2000 (riperime­tra­to poi  il 7 aprile 2006) dal Min­is­tero dell’ ambi­ente che il 18 set­tem­bre 2001  ave­va stanzi­a­to 14.564.084,54 euro. Con l’ac­cor­do del 2007 si uti­liz­za una parte di questo finanzi­a­men­to (2.226.000 euro) per

  • stu­dio pre­lim­inare per la real­iz­zazione degli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za di emer­gen­za del­la fal­da acquifera e val­u­tazione del­la loro fat­tibil­ità,
  • elab­o­razione del prog­et­to pre­lim­inare di bonifi­ca del­l’area mari­na inclusa nel sito perimetro,
  • real­iz­zazione del prog­et­to defin­i­ti­vo di bonifi­ca dei fon­dali del­lo spec­chio acqueo anti­s­tante la banchi­na Mari­nai d’I­talia del por­to di Piom­bi­no,
  • attiv­ità di istrut­to­ria, ver­i­fi­ca e con­trol­lo.

Tut­to da real­iz­zare nel 2007.
È  impor­tante sot­to­lin­eare che dal­la let­tura del­l’ac­cor­do si apprende che la soci­età Svilup­po Italia (poi diven­ta­ta Invi­talia) ha già elab­o­ra­to lo stu­dio di fat­tibil­ità rel­a­ti­vo al “Prog­et­to di Mes­sa in Sicurez­za d’e­mer­gen­za del­la fal­da nel Sito d’In­ter­esse Nazionale (SIN) di Piom­bi­no” per un inter­ven­to organ­i­co ed este­so all’in­tero sito, con­sis­tente nel mar­ginal­mente fisi­co lato mare e nel recupero/trattamento delle acque di fal­da così inter­cettate.

21 dicem­bre 2007

Gian­ni Ansel­mi, all’e­poca Sin­da­co di Piom­bi­no

Viene siglato l’ac­cor­do di pro­gram­ma quadro “PER GLI INTERVENTI DI BONIFICA NEGLI AMBITI MARINO-COSTIERI PRESENTI ALL’INTERNO DEI SITI DI BONIFICA DI INTERESSE NAZIONALE DI PIOMBINO E NAPOLI BAGNOLI-COROGLIO E PER LO SVILUPPO DI PIOMBINO ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI NUOVE INFRASTRUTTURE”.
È il cosid­det­to accor­do sui “fanghi” di Bag­no­li. È un accor­do molto com­p­lesso che sca­tur­isce, così dicono i pro­po­nen­ti, essendo Piom­bi­no e Bag­no­li due realtà ter­ri­to­ri­ali con­trad­dis­tinte da una situ­azione di inquina­men­to di iden­ti­ca orig­ine e da una con­tes­tu­al­ità tra:

  • l’esigenza di affrontare l’emergenza ambi­en­tale Bag­no­li-Coroglio medi­ante la rimozione del­la col­ma­ta e la suc­ces­si­va bonifi­ca dei fon­dali mari­ni anti­s­tan­ti il SIN;
  • l’impossibilità di real­iz­zare a Bag­no­li siti di depos­i­to tem­po­ra­neo dei mate­ri­ali derivan­ti da tale attiv­ità;
  • la man­can­za, in tem­pi bre­vi, di uti­lizzi alter­na­tivi per i mate­ri­ali derivan­ti dal­la col­ma­ta;
  • la neces­sità da parte del por­to di Piom­bi­no di real­iz­zare nuove aree uti­liz­z­abili a fini por­tu­ali medi­ante la creazione di vasche di rac­col­ta ove refluire sia i sed­i­men­ti derivan­ti dal­la bonifi­ca dell’area por­tuale che mate­ri­ale ido­neo prove­niente dall’esterno;
  • la neces­sità da parte del Comune di Piom­bi­no di real­iz­zare un trat­to di via­bil­ità per col­le­gare il por­to con l’esistente SS 398;
  • la pre­sen­za, nel SIN di Piom­bi­no, di un’azienda che si sta spe­cial­iz­zan­do nel trat­ta­men­to di rifiu­ti.

In realtà è costru­ito per rag­giun­gere l’o­bi­et­ti­vo pri­or­i­tario del reflui­men­to  di sed­i­men­ti prove­ni­en­ti da Bag­no­li in tre vasche di rac­col­ta del por­to di Piom­bi­no e com­prende opere gigan­tesche chia­mate inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za del­la fal­da medi­ante mar­gin­a­men­to con la real­iz­zazione delle opere pre­viste dall’Autorità Por­tuale di Piom­bi­no per la rior­ga­niz­zazione ed il poten­zi­a­men­to del­lo sca­lo por­tuale, di bonifi­ca e di infra­strut­turazione e tra queste anche la real­iz­zazione da parte del Comune del­la nuo­va via­bil­ità dal­la local­ità Mon­tege­moli fino al por­to, essen­ziale alla mobil­ità di acces­so al por­to stes­so e la bonifi­ca da parte del Comune delle aree pub­bliche, anche attra­ver­so la costruzione di un impianto di vagliatu­ra e lavag­gio dei mate­ri­ali di bonifi­ca.
La real­iz­zazione è pre­vista in tre fasi rispet­ti­va­mente per 272.500.000,  89.300.000 e 320.000.000 euro per un totale di 681.800.000 euro. Vari Min­is­teri e vari pri­vati sono chia­mati al finanzi­a­men­to e poi nat­u­ral­mente non pote­va non essere cita­to come stru­men­to anche il project financ­ing.
Come suc­ced­erà negli accor­di suc­ces­sivi una parte dei finanzi­a­men­ti è la ripe­tizione  di risorse già stanzi­ate da anni (48.064.084,54 euro di cui 14.564.084,54 a valere sui fon­di del­la Legge n. 426/98, 13.500.000,00 a valere sul­la delib­era CIPE n. 19/2004, 20.000.000,00 a valere sul­la delib­era CIPE n. 1/2006), per stu­di e opere non com­ple­tati e che non lo saran­no nem­meno suc­ces­si­va­mente (ad esem­pio la bonifi­ca delle aree “Cit­tà Futura”e quel­la del­la vec­chia dis­car­i­ca di Pog­gio ai Ven­ti).

Costru­ito su pre­sup­posti né reali né real­is­ti­ci e sul­l’i­ne­sisten­za dei pro­gram­mi e dei prog­et­ti di cui par­la si è con­clu­so nel nul­la.

16 dicem­bre 2008

Ste­fa­nia Pres­ti­gia­co­mo, all’e­poca Min­istro del­l’am­bi­ente

Che quan­to pre­vis­to nel­l’ac­cor­do di pro­gram­ma quadro del 27 dicem­bre 2007 non fos­se finanzi­a­to e sicu­ra­mente non fos­sero finanzi­ate quelle che era­no state def­i­nite la sec­on­da e terza fase era nat­u­ral­mente chiaro anche ai fir­matari del­l’ac­cor­do tan­t’è che un anno dopo, il 16 dicem­bre 2008, fu siglato un altro accor­do di pro­gram­ma “PER IL COMPLETAMENTO DELLA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE FUNZIONALE ALL’INFRASTRUTTURAZIONE E ALLO SVILUPPO DEL TERRITORIO INCLUSO NEL SITO DI BONIFICA D’INTERESSE NAZIONALE DI PIOMBINO”.
Prevede­va la mes­sa in sicurez­za e bonifi­ca delle acque di fal­da, la bonifi­ca dei suoli e delle falde delle aree pub­bliche, la bonifi­ca degli are­nili e dei sed­i­men­ti del­la acque por­tu­ali e mari­no costiere, la bonifi­ca dei suoli e delle falde delle aree pri­vate e delle aree in con­ces­sione, in sos­ti­tuzione e in dan­no dei sogget­ti pri­vati inadem­pi­en­ti.
Gli inter­ven­ti ven­gono divisi in quat­tro grup­pi.
Fan­no parte del pri­mo grup­po:

  1. rimar­gin­a­men­to, con req­ui­si­ti idonei ai fini ambi­en­tali di con­teni­men­to e drenag­gio delle acque di fal­da inquinate, del­l’area ricom­pre­sa nel­l’at­tuale spec­chio d’ac­qua por­tuale;
  2. retro­mar­gin­a­men­to delle vasche di rac­col­ta 1 e 2, con req­ui­si­ti idonei ai fini ambi­en­tali di con­teni­men­to e drenag­gio delle acque di fal­da inquinate;
  3. dra­gag­gio, trasporto, detossi­ciz­zazione e suc­ces­si­vo refiui­men­to in vas­ca di rac­col­ta di 230mila  metri cubi di sed­i­men­ti peri­colosi pre­sen­ti nel por­to di Piom­bi­no;
  4. bonifi­ca dei suoli e delle falde delle aree pub­bliche.

Come pre­vis­to dal­l’ac­cor­do del 21 dicem­bre 2007, gli inter­ven­ti dall’ 1. al  3. sono di com­pe­ten­za dell’ Autorità por­tuale di Piom­bi­no. Gli inter­ven­ti di cui al  4. sono attuati del Comune di Piom­bi­no.

Fan­no parte del sec­on­do grup­po:

  1. rimar­gin­a­men­to, con req­ui­si­ti idonei ai fini ambi­en­tali di con­teni­men­to e drenag­gio delle acque di fal­da inquinate, del­l’area ricom­pre­sa nel­l’at­tuaie spec­chio d’ac­qua por­tuale;
  2. dra­gag­gio e suc­ces­si­vo reflui­men­to ai fini di ripasci­men­to di 175.500  mc di sed­i­men­ti idonei;
  3. dra­gag­gio, trasporto e suc­ces­si­vo refiui­men­to in vasche di rac­col­ta di 3.214.000 mc di sed­i­men­ti non peri­colosi;
  4. com­ple­ta­men­to del­la bonifi­ca dei suoli e delle falde delle aree pub­bliche.

Come pre­vis­to dal­l’ac­cor­do del 21 dicem­bre 2007, gli inter­ven­ti dall’ 1. al 3. sono attuati dal­la Autorità por­tuale di Piom­bi­no. Gli inter­ven­ti di cui al 4) sono attuati dal Comune di Piom­bi­no.

Fan­no parte del ter­zo qrup­po:

  1. carat­ter­iz­zazione delle aree marine com­p­rese nel Sito ma esterne a quelle di inter­esse por­tuale;
  2. prog­et­tazione e real­iz­zazione del­la bonifi­ca dei sed­i­men­ti inquinati delle aree marine di cui al 3).

Fan­no parte del quar­to grup­po:

  1. prog­et­tazione e real­iz­zazione del sis­tema di mar­gin­a­men­to del­la col­ma­ta nord e di cap­tazione del­la fal­da
  2. prog­et­tazione, real­iz­zazione e ges­tione del sis­tema di trat­ta­men­to e riu­ti­liz­zo delle acque di fal­da inquinate derivan­ti dal­l’in­tero sis­tema di drenag­gio pub­bli­co pre­vis­to nei SIN di Piom­bi­no.

I sogget­ti attua­tori del ter­zo e quar­to grup­po sono ISPRA e Sogesid S.p.A..

La cop­er­tu­ra finanziaria degli inter­ven­ti facen­ti parte del pri­mo grup­po (art. 3, com­ma 2) è assi­cu­ra­ta dal­l’ac­cor­do del 21 dicem­bre 2007.  Il fab­bisog­no finanziario com­p­lessi­vo per gli altri due grup­pi seguen­ti di attiv­ità ammon­ta a 204.300.000,00 euro di cui 81 mil­ioni derivan­ti da transazioni con i pri­vati a tito­lo di ris­arci­men­to del dan­no ambi­en­tale e per gli altri  la cop­er­tu­ra ver­rà assi­cu­ra­ta con i proven­ti derivan­ti dal­la ces­sione di mate­ri­ale del­la col­ma­ta di Bag­no­li, dalle risorse derivan­ti dalle azioni di rival­sa a cari­co dei sogget­ti obbli­gati, nonché dai rib­assi d’asta sug­li appalti del­la pri­ma fase. Quel­la del quar­to grup­po da risorse pro­gram­matiche del Min­is­tero dell’ ambi­ente e di nuo­vo da transazioni con i pri­vati.

Anche questo accor­do, come il prece­dente, è fini­to nel nul­la.

11 dicem­bre 2010

Altero Mat­te­oli, all’e­poca Min­istro delle infra­strut­ture

Viene siglato il Pro­to­col­lo d’in­te­sa “INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’ACCESSIBILITÀ STRADALE ALLA CITTÀ E AL PORTO DI PIOMBINO”. In esso la Soci­età Autostra­da Tir­reni­ca (SAT), si impeg­na ad inserire, pre­via approvazione dei pro­pri organi soci­etari, nel piano finanziario rel­a­ti­vo al com­ple­ta­men­to dell’Autostrada A12 Livorno–Civitavecchia — che ver­rà pre­dis­pos­to in occa­sione del­la prog­et­tazione defin­i­ti­va del com­ple­ta­men­to stes­so – la prog­et­tazione e la real­iz­zazione del col­lega­men­to stradale per il Por­to di Piom­bi­no, preve­den­do le seguen­ti opere:

  • Pro­l­unga­men­to del­la S.S. 398 dall’intersezione con Via del­la Base Geo­det­i­ca allo svin­co­lo delle Terre Rosse (Gag­no);
  • Bretel­la di col­lega­men­to da Terre Rosse per viale dell’Unità d’Italia;
  • Bretel­la di col­lega­men­to da Terre Rosse per la futu­ra “zona cantieris­ti­ca” del por­to;
  • Bretel­la di col­lega­men­to da Terre Rosse per le aree pro­dut­tive di Gag­no (aree “ex IRFIRD”) e Col­ma­ta.

SAT, inoltre, al fine di con­sen­tire al Comune di Piom­bi­no la real­iz­zazione di inter­ven­ti di miglio­ra­men­to del­la via­bil­ità comu­nale di acces­so, met­terà a dis­po­sizione dell’Amministrazione Comu­nale un con­trib­u­to finanziario nel lim­ite mas­si­mo di 20 mil­ioni di euro. Tale con­trib­u­to sarà rego­lar­iz­za­to da appos­i­to atto con­ven­zionale tra le par­ti che speci­ficherà gli inter­ven­ti da real­iz­zare nonché le modal­ità di erogazione in fun­zione dell’avanzamento dei lavori.
SAT real­izzerà il col­lega­men­to per il Por­to di Piom­bi­no ed erogherà il con­trib­u­to finanziario, sub­or­di­nata­mente all’ approvazione da parte del CIPE del prog­et­to defin­i­ti­vo dell’intero com­ple­ta­men­to del­la Livorno–Civitavecchia e del rel­a­ti­vo piano eco­nom­i­co– finanziario.
Il Min­is­tero delle Infra­strut­ture e dei Trasporti, con il sup­por­to del Min­is­tero dell’Ambiente, avval­en­dosi per la prog­et­tazione defin­i­ti­va del­la col­lab­o­razione del Comune e dell’Autorità Por­tuale di Piom­bi­no, si impeg­na a coor­dinare le attiv­ità final­iz­zate a com­pletare, entro 1 anno dal­la sot­to­scrizione del pro­to­col­lo, la prog­et­tazione defin­i­ti­va del trat­to com­pre­so fra Gag­no e Pog­gio Bat­te­ria del­la S.S. 398 di pen­e­trazione al por­to di Piom­bi­no, aven­do risolto le crit­ic­ità prog­et­tuali rel­a­tive a tale trat­to con par­ti­co­lare rifer­i­men­to al tema del Ris­chio di Inci­dente Ril­e­vante.
Lo stes­so Min­is­tero  si impeg­na a definire un quadro fonti impieghi in gra­do di garan­tire la cop­er­tu­ra glob­ale dell’opera di cui all’art. 5, poten­do con­tare  su una cop­er­tu­ra per  20 mil­ioni di euro da parte di Regione Toscana e per 1 mil­ione da parte del­la Cam­era di Com­mer­cio Indus­tria Arti­giana­to di Livorno.
Dunque tut­to dipende dal­la real­iz­zazione del­l’au­tostra­da A12 Livorno–Civitavecchia e dalle sue com­pat­i­bil­ità finanziarie e così pure dalle risorse da reperire da parte del Min­is­tero delle infra­strut­ture. I prog­et­ti e i finanzi­a­men­ti non ci sono ma si sta­bilis­cono anche 20 mil­ioni per opere di via­bil­ità comu­nale che non si sa cosa siano.

Ad oggi di tut­to quan­to scrit­to nel pro­to­col­lo solo la prog­et­tazione del trat­to del­la S.S. 398 da Mon­tege­moli al por­to di Piom­bi­no è sta­ta por­ta­ta a ter­mine anche se è da rivedere. Il moti­vo risiede sia nel fat­to che lo stret­to legame tra real­iz­zazione del­l’au­tostra­da e del­la S.S. 398 ha fat­to cadere quest’ul­ti­ma quan­do è cadu­ta la pri­ma, sia nel fat­to che la cadu­ta del­la sec­on­da non era poi inim­mag­in­abile dato che la sua real­iz­zazione dipen­de­va da com­pat­i­bil­ità finanziarie del tut­to da ver­i­fi­care, sia dal fat­to che anche tut­ti gli impeg­ni finanziari inser­i­ti nel pro­to­col­lo, non solo quel­li rel­a­tivi alla S.S. 398, non pote­vano essere basati su nes­sun prog­et­to che avesse per­me­s­so di quan­tifi­car­li e gius­ti­fi­car­li.

26 luglio 2013

Flavio Zanona­to, all’e­poca Min­istro allo svilup­po eco­nom­i­co

Pri­ma i min­is­teri poi  le isti­tuzioni locali fir­mano il Pro­to­col­lo d’in­te­sa “INTERVENTI DI INFRASTRUTTURAZIONE, RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E REINDUSTRIALIZZAZIONE DELL’AREA PORTUALE DI PIOMBINO”. Era sta­ta approva­ta la legge 24 giug­no 2013, n. 71 “NORME PER LE AREE INDUSTRIALI DI PIOMBINO E DI TRIESTE NONCHÈ A TUTELA DELL’AMBIENTE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI PALERMO E DELLE REGIONI CAMPANIA E PUGLIA” con la quale veni­va riconosci­u­ta l’area indus­tri­ale di Piom­bi­no come area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa, il Pres­i­dente del­la Regione Toscana veni­va nom­i­na­to Com­mis­sario stra­or­di­nario al fine di assi­cu­rare la real­iz­zazione degli inter­ven­ti nec­es­sari al rag­giung­i­men­to delle final­ità por­tu­ali ed ambi­en­tali pre­viste dal nuo­vo Piano Rego­la­tore Por­tuale, si prevede­va entro trenta giorni la  stip­u­la di un accor­do di pro­gram­ma quadro al fine di indi­vid­uare le risorse des­ti­nate agli speci­fi­ci inter­ven­ti  per l’area indus­tri­ale di Piom­bi­no e per le final­ità infra­strut­turali, por­tu­ali ed ambi­en­tali ed infine si sta­bili­va che entro ses­san­ta giorni il CIPE avrebbe delib­er­a­to in ordine al prog­et­to defin­i­ti­vo rel­a­ti­vo al lot­to n. 7 — trat­to tra l’in­ter­sezione del­la stra­da statale 398 fino allo svin­co­lo di Gag­no — com­pre­so nel­la bretel­la di col­lega­men­to al por­to di Piom­bi­no, parte inte­grante del­l’asse autostradale Ceci­na-Civ­i­tavec­chia, la cui real­iz­zazione ed impeg­no finanziario  era­no a cari­co del­la Soci­età Autostra­da Tir­reni­ca (SAT), in con­for­mità ed in coeren­za con il piano eco­nom­i­co finanziario del­l’in­tera opera.
Il pro­to­col­lo antic­i­pa­va l’ac­cor­do di pro­gram­ma ma non aggiunge­va molto a quan­to già pre­vis­to dal­la legge:

  • le par­ti si sen­ti­vano impeg­nate a garan­tire la real­iz­zazione degli inter­ven­ti di imple­men­tazione i infra­strut­turale del por­to di Piom­bi­no, per il man­ten­i­men­to e poten­zi­a­men­to dei liv­el­li occu­pazion­ali del­l’area siderur­gi­ca e per super­are le gravi situ­azioni di crit­ic­ità ambi­en­tale del­l’area, al fine di garan­tirne lo svilup­po sosteni­bile,
  • il Min­is­tero delle infra­strut­ture e dei trasporti assume­va l’im­peg­no pro­gram­mati­co a pre­sentare per la pri­ma sedu­ta utile del CIPE la pro­pos­ta di finanzi­a­men­to per un  impor­to di 10 mil­ioni di euro,
  • gli inter­ven­ti di bonifi­ca già pro­gram­mati per 21,6 mil­ioni di euro dal Comune di Piom­bi­no (si trat­ta sem­pre degli stes­si finanzi­a­men­ti già visti dal 2007) con­fluiv­ano “nel­la pre­sente inte­sa”.

Nat­u­ral­mente non pote­va man­care l’im­peg­no a mas­simiz­zare l’u­ti­liz­zo di mate­ri­ali prove­ni­en­ti da attiv­ità di recu­pero e rici­clag­gio rifiu­ti, sal­vo poi imme­di­ata­mente dimen­ti­car­lo.
Persi­no inutile dire che si trat­ta di un pro­to­col­lo dal val­ore esclu­si­va­mente comu­nica­ti­vo.

12 agos­to 2013

Luciano Guer­ri­eri, all’e­poca Com­mis­sario dell’Autorità Por­tuale di Piom­bi­no

Viene siglato l’ac­cor­do di pro­gram­ma quadro “INTERVENTI DI INFRASTRUTTURAZIONE, RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E REINDUSTRIALIZZAZIONE DELL’AREA PORTUALE DI PIOMBINO”. È l’ac­cor­do al quale rin­vi­a­va la legge che ave­va indi­vid­u­a­to Piom­bi­no come area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa.
Due i sogget­ti attua­tori di un pro­gram­ma di inter­ven­ti  così sin­teti­ca­mente arti­co­la­to:

  • l’Au­torità por­tuale di Piom­bi­no è chia­ma­ta a real­iz­zare le “Indagi­ni di carat­ter­iz­zazione dei sed­i­men­ti mari­ni del por­to di Piom­bi­no” (605.998,55 euro) e gli “Inter­ven­ti infra­strut­turali anche a carat­tere ambi­en­tale in attuazione del nuo­vo piano rego­la­tore por­tuale per il rilan­cio del­la com­pet­i­tiv­ità indus­tri­ale e por­tuale del por­to di Piom­bi­no” (110.927.289,80 euro);
  • il Comune di Piom­bi­no la “Bonifi­ca del­l’area denom­i­na­ta Cit­tà Futu­ra” (13.500.000 euro), la “Mes­sa in sicurez­za per­ma­nente delle ex dis­cariche di Pog­gio ai ven­ti” (13.500.000 euro), il “Prog­et­to di bonifi­ca rel­a­ti­vo al trac­cia­to del 1° lot­to  del­la S.S. 398 di acces­so al por­to” (1.600.000 euro), le “Indagi­ni di carat­ter­iz­zazione ed even­tuale bonifi­ca del­l’area ex Fin­tec­na” (1.500.000 euro).

Su 133 mil­ioni di euro di spe­sa pre­visti per gli inter­ven­ti sono appe­na 10 quel­li, nuovi e fres­chi, che arriver­an­no da Roma: 5 li met­terà il Min­is­tero dell’ambiente e 5  il Min­is­tero delle infra­strut­ture.
Il resto, il grosso dell’operazione, nasce da un mutuo di 50 mil­ioni che l’Autorità por­tuale con­trar­rà, garante la Regione, con la Cas­sa deposi­ti e presti­ti e da una set­tan­ti­na di mil­ioni raci­mo­lati spigolan­do attra­ver­so con­tribu­ti già con­ces­si e da diver­si anni rimasti inuti­liz­za­ti nelle casse del Comune e dell’Autorità Por­tuale.

In realtà dal pun­to di vista pro­gram­mati­co  il fine prin­ci­pale è quel­lo di creare le con­dizioni per pot­er sman­tel­lare la Con­cor­dia a Piom­bi­no tan­t’è che per questo il  7 agos­to 2013  l’Autorità por­tuale di Piom­bi­no  ha trasmes­so al Con­siglio supe­ri­ore dei lavori pub­bli­ci la pro­pos­ta di adegua­men­to tec­ni­co-fun­zionale del por­to di Piom­bi­no final­iz­za­ta a “real­iz­zare una infra­strut­tura por­tuale in gra­do di con­sen­tire l’in­gres­so in por­to a navi di gran­di dimen­sioni …supe­ri­ori a quelle pre­viste nel nuo­vo Piano Rego­la­tore Por­tuale, così da ridurre i costi di approvvi­gion­a­men­to delle materie prime e dei prodot­ti nec­es­sari per lo svol­gi­men­to dei pro­ces­si indus­tri­ali ed attrarre gli inves­ti­men­ti nec­es­sari per il rilan­cio del polo indus­tri­ale di Piom­bi­no, oltre a con­sen­tire la pos­si­bil­ità di accogliere even­tual­mente il relit­to del­la nave Cos­ta Con­cor­dia ed atti­vare ulte­ri­ori fil­iere pro­dut­tive”. Il tema del­lo sman­tel­la­men­to del­la Cos­ta Con­cor­dia ritor­na più volte nel­la relazione e nel­lo stes­so parere del Con­siglio supe­ri­ore dei lavori pub­bli­ci del 24 otto­bre 2013.
Un obbi­et­ti­vo che ovvi­a­mente non ave­va nes­suna pos­si­bil­ità di essere rag­giun­to ma che così è sta­to dato fin dal mar­zo 2013.
Eppure c’er­a­no tutte le infor­mazioni che tes­ti­mo­ni­a­vano il con­trario (https://www.stileliberonews.org/concordia-siamo-al-tiro-alla-fune/).
Non esistono i prog­et­ti delle opere finanzi­ate,  sos­ti­tu­iti da schede descrit­tive.  Quelle por­tu­ali ven­gono con­sid­er­ate un pri­mo stral­cio del­l’at­tuazione del­l’in­tero piano rego­la­tore por­tuale.

16 gen­naio 2014

Clau­dio De Vin­cen­ti, all’e­poca sot­toseg­re­tario del Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co

Viene con­di­vi­so un altro Pro­to­col­lo di inte­sa su “INTERVENTI PER LA RIQUALIFICAZIONE E LA RICONVERSIONE DEL POLO INDUSTRIALE DI PIOMBINO”. Dis­cende dal­la clas­si­fi­cazione di Piom­bi­no come area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa anche se la legge rel­a­ti­va non par­la di pro­to­col­lo d’in­te­sa quan­do di accor­di di pro­gram­ma. L’u­ni­co fat­to nuo­vo che è inter­venu­to  è  l’au­tor­iz­zazione min­is­te­ri­ale all’ese­cuzione del pro­gram­ma di ces­sione del­la Luc­chi­ni in ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia.
Ven­gono indi­cati come ele­men­ti essen­ziali del futuro Prog­et­to di ricon­ver­sione e riqual­i­fi­cazione indus­tri­ale del­l’area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa del polo indus­tri­ale di Piom­bi­no

  • inno­vazione dei pro­ces­si indus­tri­ali siderur­gi­ci final­iz­za­ta a ren­dere com­pet­i­tivi i prodot­ti e a miglio­rare gli impat­ti ambi­en­tali (una inizia­ti­va inseri­ta nel Piano d’azione per una siderur­gia euro­pea com­pet­i­ti­va e sosteni­bile, in Hori­zon 2020 e attua­bile gra­zie a fon­di region­ali);
  • real­iz­zazione degli inter­ven­ti di imple­men­tazione infra­strut­turale del por­to di Piom­bi­no e svilup­po di attiv­ità logis­tiche inte­grate e attiv­ità ad alto con­tenu­to tec­no­logi­co con­nesse allo sman­tel­la­men­to delle navi;
  • sosteg­no alle inizia­tive impren­di­to­ri­ali volte alla diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va medi­ante pro­ced­i­men­ti di bonifi­ca e ripristi­no ambi­en­tale che con­sen­tano e favoriscano lo svilup­po di attiv­ità pro­dut­tive sosteni­bili dal pun­to di vista ambi­en­tale e coer­en­ti con l’esigenza di assi­cu­rare il rilan­cio dell’occupazione attra­ver­so la val­oriz­zazione delle forze lavo­ra­tive del­l’area;
  • inter­ven­ti per la qual­i­fi­cazione e la riqual­i­fi­cazione pro­fes­sion­ale dei lavo­ra­tori.

Al di là del­l’en­fasi che viene pos­ta su dizioni come “alto con­tenu­to tec­no­logi­co”, “miglio­ra­men­to impat­ti ambi­en­tali”, “val­oriz­zazione forze lavo­ra­tive del­l’area” in realtà nel pro­to­col­lo sono sanci­ti i lim­i­ti del­l’idea di ricon­ver­sione che si vuole perseguire, quegli stes­si lim­i­ti che cos­ti­tuiran­no pro­prio l’o­rig­ine di dif­fi­coltà, lentezze e prob­le­mi tut­to­ra non risolti. Tut­to ruo­ta intorno alla pri­or­ità asso­lu­ta del­la pro­duzione siderur­gi­ca. Invece di  pren­dere min­i­ma­mente in con­sid­er­azione, almeno come stu­dio ed appro­fondi­men­to, l’ipote­si che la ricon­ver­sione del­l’area potesse essere real­iz­za­ta anche uscen­do fuori, la siderur­gia  con­tin­ua ad essere il prius e su tut­to il resto nes­suna grad­u­a­to­ria di pri­or­ità. Pote­va essere  dato spazio  all’ipote­si di con­sid­er­are come pri­or­ità assolute le boni­fiche e gli asset­ti infra­strut­turali, por­to com­pre­so,  su cui poi fare forza per las­cia­re spazio alle attiv­ità impren­di­to­ri­ali che si sareb­bero mis­urate sul mer­ca­to vero? Pote­va essere pre­sa in con­sid­er­azione l’ipote­si che  anche gli impianti siderur­gi­ci dismes­si o una loro parte pote­vano cos­ti­tuire ele­men­ti da met­tere in val­ore da un pun­to di vista cul­tur­ale e tur­is­ti­co come del resto era già sta­to fat­to nel­la zona per le ex miniere di Campiglia? Ma in ogni caso pote­va essere trat­ta­ta l’area di Piom­bi­no come una zona d’at­tuazione di un piano di ricon­ver­sione inte­gra­to che con alcune pre­cise pri­or­ità pub­bliche e con largo spazio al gio­co del mer­ca­to desse inizio a una nuo­va sta­gione di ricon­ver­sione e riqual­i­fi­cazione pro­gram­ma­ta? Si è scel­to in questo pro­to­col­lo un mod­el­lo diver­so e cioè quel­lo di non met­tere in dis­cus­sione la siderur­gia né tut­ta né in parte e poi spal­mare un po’ di inves­ti­men­ti pub­bli­ci qua e là sen­za val­u­tarne la con­ve­nien­za e l’ef­fi­ca­cia.

24 aprile 2014

Mat­teo Ren­zi, all’e­poca Pres­i­dente del Con­siglio dei min­istri

È il giorno in cui l’alto­forno del­la Luc­chi­ni emette l’ul­ti­ma cola­ta, pri­ma di essere spen­to, ed in cui viene fir­ma­to l’ac­cor­do di pro­gram­ma “DISCIPLINA DEGLI INTERVENTI PER LA RIQUALIFICAZIONE E LA RICONVERSIONE DEL POLO INDUSTRIALE DI PIOMBINO”. L’ac­cor­do si pre­oc­cu­pa soprat­tut­to di evi­den­ziare gli sforzi che le isti­tuzioni pub­bliche fan­no per agevolare con finanzi­a­men­ti diret­ti pri­ma la Luc­chi­ni e poi altri investi­tori pri­vati  ma met­ten­do in sec­on­do piano, in rap­por­to agli inves­ti­men­ti nec­es­sari, sia la bonifi­ca delle aree indus­tri­ali sia il poten­zi­a­men­to infra­strut­turale sopratut­to viario e fer­roviario. In altre parole, almeno teori­ca­mente, pri­ma gli inves­ti­men­ti pro­dut­tivi poi il ter­ri­to­rio in cui si col­lo­cano che è l’e­sat­to con­trario di ciò che si dovrebbe fare per una razionale polit­i­ca di svilup­po, in questo caso di rein­dus­tri­al­iz­zazione. Ed è il modo migliore per non spendere nem­meno i sol­di stanziati, come poi suc­ces­si­va­mente pun­tual­mente si ver­i­ficherà. Nat­u­ral­mente poi abbon­dano richi­a­mi a impeg­ni gener­i­ci che non saran­no man­tenu­ti, bas­ta pen­sare a quel­lo, mai man­tenu­to, pre­so dal Min­is­tero del­la dife­sa per ren­dere disponi­bili navi da sman­tel­lare nei siti navali ubi­cati pres­so il por­to di Piom­bi­no e per definire un pro­gram­ma di dis­mis­sione delle navi nel­l’am­bito di uno speci­fi­co crono­pro­gram­ma deter­mi­na­to entro tre mesi.
Per capire meglio bas­ta met­tere a con­fron­to quel­li che ven­gono chia­mati gli assi di inter­ven­to con i finanzi­a­men­ti pre­visti:

Occorre aggiun­gere inoltre che nes­suna delle opere elen­cate è cop­er­ta da prog­et­ti.

7  mag­gio 2015

Mas­si­mo Giu­liani, Sin­da­co di Piom­bi­no

Viene fir­ma­to l’ac­cor­do di pro­gram­ma “PROGETTO DI RICONVERSIONE E RIQUALIFICAZIONE INDUSTRIALE DELLAREA DI CRISI INDUSTRIALE COMPLESSA DI PIOMBINO” con il quale si appro­va il “Prog­et­to di ricon­ver­sione e riqual­i­fi­cazione indus­tri­ale”,  elab­o­ra­to da Invi­talia, final­iz­za­to alla sal­va­guardia e con­sol­i­da­men­to delle imp­rese dell’area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa di Piom­bi­no, all’attrazione di nuove inizia­tive impren­di­to­ri­ali ed al reimpiego dei lavo­ra­tori espul­si dal mer­ca­to del lavoro. Attua una parte del prece­dente accor­do di pro­gram­ma: l’Asse II, azione 3 – Inter­ven­to di ricon­ver­sione e riqual­i­fi­cazione pro­dut­ti­va dell’area di crisi indus­tri­ale com­p­lessa di Piom­bi­no – in coor­di­na­men­to con l’azione 2 del medes­i­mo Asse II  – Poten­zi­a­men­to pro­dut­ti­vo delle attiv­ità indus­tri­ali por­tu­ali – e con le azioni pre­viste all’Asse III – Politiche attive del lavoro e mis­ure per il reimpiego anche in prog­et­ti di ricon­ver­sione.
Gli ind­i­rizzi strate­gi­ci sono

  • Raf­forza­men­to del tes­su­to pro­dut­ti­vo esistente e sua diver­si­fi­cazione in set­tori alter­na­tivi a quel­lo dell’indotto siderur­gi­co;
  • Poten­zi­a­men­to del­la logis­ti­ca con­nes­sa alle attiv­ità por­tu­ali, anche ricon­ducibili all’ambito del­lo sman­tel­la­men­to, manuten­zione e refit­ting navale;
  • Ricol­lo­ca­men­to lavo­ra­ti­vo del per­son­ale apparte­nente ad un speci­fi­co baci­no di rifer­i­men­to.

Gli stru­men­ti per rag­giunger­li sono gli stru­men­ti di agevolazione degli inves­ti­men­ti delle imp­rese già pre­visti sia a liv­el­lo nazionale che regionale nel­l’am­bito degli stanzi­a­men­ti finanziari già pre­visti. Emerge con chiarez­za che si trat­ta di un col­lage di stru­men­ti non basato su un’anal­isi del­lo sta­to delle imp­rese e del­l’oc­cu­pazione in Val di Cor­nia e come tale con una forte prob­a­bil­ità di insuc­ces­so. A parte il fat­to che questo tipo di stru­men­tazione non por­ta di per sé inves­ti­men­ti ed occu­pazione vis­to che le anal­isi pluri­en­nali con­dotte a liv­el­lo nazionale dimostra­no il con­trario e cioè il fat­to che questo tipo di finanzi­a­men­ti sono qua­si sem­pre  inutili per portare un val­ore aggiun­to all’im­pre­sa e al ter­ri­to­rio.

30 giug­no 2015

Sil­via Velo, sot­toseg­re­taria al Min­is­tero dell’ ambi­ente

Nel­lo stes­so giorno in cui viene fir­ma­to il con­trat­to di ces­sione del­la Luc­chi­ni a Cevi­tal viene anche fir­ma­to l’ “ACCORDO DI PROGRAMMA PER L’ATTUAZIONE DEL PROGETTO INTEGRATO DI MESSA IN SICUREZZARICONVERSIONE INDUSTRIALE E SVILUPPO ECONOMICO PRODUTTIVO NELLAREA DEI COMPLESSI AZIENDALI DI PIOMBINO CEDUTI DALLA LUCCHINI IN A.S. (Arti­co­lo 252-bis D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152)”. È l’ac­cor­do con cui si sta­bilis­cono le modal­ità di  attuazione del “Prog­et­to inte­gra­to di mes­sa in sicurez­za e di rein­dus­tri­al­iz­zazione delle aree sit­u­ate nel Comune di Piom­bi­no, di pro­pri­età e in attuale con­ces­sione dema­niale alla Luc­chi­ni S.p.A. in A.S.” pre­vis­to dal­l’ac­cor­do del 24 aprile 2014.
Prevede per Afer­pi

  • la pre­sen­tazione e l’attuazione del prog­et­to inte­gra­to di mes­sa in sicurez­za, ricon­ver­sione indus­tri­ale e svilup­po eco­nom­i­co delle aree del com­p­lesso indus­tri­ale ex Luc­chi­ni, ricom­p­rese nel sito di inter­esse nazionale di Piom­bi­no;
  • la real­iz­zazione degli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va;
  • la real­iz­zazione degli inter­ven­ti di rein­dus­tri­al­iz­zazione e svilup­po eco­nom­i­co sec­on­do i tem­pi e le modal­ità indi­cati nel Piano Indus­tri­ale.

A cari­co delle risorse pub­bliche (50 mil­ioni di euro già stanziati) è pos­ta

  • la mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del­la fal­da da real­iz­zare nelle aree di pro­pri­età e in con­ces­sione dema­niale di Afer­pi, tramite bar­ri­era­men­to mis­to fisi­co e idrauli­co, per l’emungimento e trat­ta­men­to delle acque di fal­da inquinate com­pre­sa la real­iz­zazione di sis­te­mi di trincee drenan­ti, pozzi di emungimento/aggottamento;
  • la real­iz­zazione dell’impianto di trat­ta­men­to delle acque emu­nte;
  • la mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del suo­lo nelle aree dema­niali.

Ad Afer­pi inoltre saran­no pas­sate le con­ces­sioni del demanio marit­ti­mo già posse­dute da Luc­chi­ni con ampli­a­men­to in via pri­or­i­taria per Afer­pi di altre con­ces­sioni ben più vaste delle prece­den­ti.

Afer­pi si impeg­na ad assumere e quin­di trasferire alle pro­prie dipen­den­ze, non oltre il 6 novem­bre 2016, tut­ti i 2.183 lavo­ra­tori dipen­den­ti dei com­p­lessi azien­dali Luc­chi­ni Piom­bi­no, del ramo Vertek Piom­bi­no e del ramo Luc­chi­ni Servizi e man­tenere alle pro­prie dipen­den­ze cias­cuno dei 2.183  lavo­ra­tori per un peri­o­do di almeno due anni.
Di tut­ti gli impeg­ni pub­bli­ci e pri­vati solo quest’ul­ti­mo è sta­to man­tenu­to anche se vale pre­cis­are che sono sta­ti appli­cati fin dal­l’inizio i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età e dunque il cos­to è per il 60% sop­por­ta­to dal­lo Sta­to. In realtà anche questo è mes­so in dis­cus­sione dal fat­to che nel cor­so del tem­po non solo Afer­pi non ha effet­tua­to gli inves­ti­men­ti nei con­tenu­ti (siderur­gia, agroin­dus­tri­ale, logis­ti­ca e boni­fiche) e nei tem­pi sta­bil­i­ti dal piano indus­tri­ale alle­ga­to all’ac­cor­do ma la stes­sa con­ti­nu­ità delle pro­duzioni è pro­ce­du­ta e pro­cede con gran­di dif­fi­coltà per i prob­le­mi delle risorse finanziarie che Afer­pi ha dichiara­to e dichiara tut­to­ra di non avere.

Al ter­mine di questo tour, dopo dieci anni da quan­do è sta­to inizia­to, men­tre è del tut­to chiaro che la qua­si total­ità degli impeg­ni pre­visti non sono sta­ti man­tenu­ti e non solo nei tem­pi, vale la pena di sof­fer­mar­si su quel­lo che invece viene con­sid­er­a­to un suc­ces­so deci­si­vo: la real­iz­zazioni delle infra­strut­ture por­tu­ali come ele­men­to fon­da­men­tale del proces­so di diver­si­fi­cazione e rilan­cio del­la zona.
È lo stes­so ex Pres­i­dente del­la Autorità por­tuale Luciano Guer­ri­eri che, pur nel­l’en­fasi di una inter­vista rilas­ci­a­ta recen­tis­si­ma­mente a Il tir­reno Mag­a­zine, non  può fare a meno di far emerg­ere i deci­sivi prob­le­mi anco­ra da risol­vere: «…Ma, di sicuro, siamo sta­ti capaci di trasfor­mare le risorse a noi des­ti­nate in lavori, por­tati a ter­mine in tem­pi bre­vi. Basti pen­sare che da mar­zo 2014 a giug­no 2016 abbi­amo real­iz­za­to 1,3 km di nuovi moli, otto ettari di banchi­na, 3 mil­ioni di metri cubi di dra­gag­gio, 360 metri di nuovi accosti. E anco­ra sono in cor­so le opere di allunga­men­to del molo fora­neo. Com­p­lessi­va­mente nei nos­tri por­ti (oltre Piom­bi­no dipen­dono dall’ Autorità anche Porto­fer­raio, Rio Mari­na e Cavo) abbi­amo investi­to 240 mil­ioni di euro. Cer­to ci sono dei prob­le­mi anco­ra da risol­vere, su tut­ti la stra­da statale 398, ma intan­to sti­amo per appaltare lo svin­co­lo, intera­mente a cari­co nos­tro, per altri 18,5 mil­ioni. E il prog­et­to per il pri­mo lot­to ha avu­to un impul­so importante…Contiamo di inve­stire altri 240 mil­ioni di euro entro il 2019. Di questo 40 mil­ioni li abbi­amo già, 100 sono da trovare. Ma per un mutuo da 60 mil­ioni, che servirà a com­pletare le opere per l’inse­di­a­men­to di Gen­er­al Elec­tric, abbi­amo già le garanzie del­la Regione. Alla fine avrem­mo altri ven­ti ettari…Per quel che riguar­da Afer­pi ave­va­mo pre­so l’im­peg­no a rilas­cia­re le con­ces­sioni e l’ab­bi­amo fat­to. Le abbi­amo anche pro­ro­gate una pri­ma vol­ta. Adesso atten­di­amo capire da Cevi­tal o dal Gov­er­no cosa accadrà. In ogni caso siamo inten­zionati ad andare avan­ti, non aus­pi­ca­bil­mente anche sen­za di loro, ma nel caso andrà fat­to un pun­to con le isti­tuzioni, per reperire nuove risorse pub­bliche e trovare altri inter­locu­tori pri­vati. Ma noi siamo pron­ti a tut­to…». Dunque  l’in­ter­vista mette in evi­den­za che man­cano le infra­strut­ture fer­roviari e stradali, che le nuove con­ces­sioni date sono state date sen­za che le opere fos­sero finite (questo vale anche per parte delle aree con­cesse per il polo di demolizione navi) e che per questo in cer­ti casi c’è molto da fare, che le aree per la “logis­ti­ca Afer­pi”, molto ampie, non sono state nem­meno toc­cate, che dietro alle ban­chine por­tu­ali ci sono le aree da bonifi­care per le quali non esiste nes­sun finanzi­a­men­to e nes­sun prog­et­to. E questo per la parte più avan­za­ta del­la rein­dus­tri­al­iz­zazione.
Per il resto, siderur­gia com­pre­sa, tut­to il proces­so di rein­dus­tri­al­iz­zazione non è anda­to avan­ti. Nonos­tante i procla­mi che affer­ma­vano e affer­mano il con­trario.
Nat­u­ral­mente, così come  in altri casi sim­ili, si trat­ta di un obbi­et­ti­vo gigan­tesco di non facile soluzione, ma pro­prio per questo l’e­s­plic­i­tazione sin­cera delle dif­fi­coltà, la pre­ci­sione nel­l’in­di­vid­u­azione delle pri­or­ità e la loro com­po­sizione in un quadro organ­i­co ne sono le con­dizioni indis­pens­abili.

Pub­bli­cazioni cor­re­late
2016-09-06 La Val di Cor­nia da Luc­chi­ni alla rein­dus­tri­al­iz­zazione 6 set­tem­bre 2012/ 23 dicem­bre 2013 vol­ume pri­mo [PDF]
2016-09-13 La Val di Cor­nia da Luc­chi­ni alla rein­dus­tri­al­iz­zazione 23 gen­naio 2014/30 dicem­bre 2014 vol­ume sec­on­do [PDF]
2016-09-22 La Val di Cor­nia da Luc­chi­ni alla rein­dus­tri­al­iz­zazione 12 gen­naio 2015/31 dicem­bre 2015 vol­ume ter­zo [PDF]
2017-02-10 La Val di Cor­nia da Luc­chi­ni alla rein­dus­tri­al­iz­zazione 1 gen­naio 2016/30 giug­no 2016 vol­ume quar­to* [PDF]
2017-02-10 La Val di Cor­nia da Luc­chi­ni alla rein­dus­tri­al­iz­zazione 1 luglio 2016/31 dicem­bre 2016 vol­ume quar­to** [PDF]

Una risposta a “Protocolli, accordi, declamazioni ma sostanza poca”

  1. Leonardo Mezzacapo says:

    Stu­pen­da ricapi­to­lazione di dieci anni di even­ti tragi­ci sul­la pelle di un com­pren­so­rio. Andrebbe pro­pos­to nelle scuole, non fos­se altro come par­a­dig­ma del modo di fare polit­i­ca nel nos­tro paese, ovvero di come si rag­gi­ra­no i cit­ta­di­ni intossi­can­doli con procla­mi e titoloni per puri scopi di con­sen­si elet­torali, ma con pochissi­ma sostan­za e asso­lu­ta man­can­za di visione del futuro. E’ real­mente dif­fi­cile nutrire sper­anze per gli anni a venire.

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