Punto nascita, cronaca di una morte annunciata

· Inserito in Spazio aperto
Giuliano Parodi

SUVERETO 7 luglio 2017 — La notizia data dal­l’asses­sore Sac­car­di sul­la prob­a­bile man­ca­ta con­ces­sione del­la dero­ga per il pun­to nascite a Piom­bi­no nel 2018 non è altro che l’ul­ti­mo atto di una polit­i­ca san­i­taria sceller­a­ta mes­sa in cam­po dal PD sia a liv­el­lo nazionale che regionale.
Pri­ma del tan­to dis­cus­so decre­to Bal­duzzi, la chiusura del­la mater­nità a Piom­bi­no è con­tenu­ta nel­l’ac­cor­do fir­ma­to nel­la con­feren­za Sta­to — Regioni del 16 dicem­bre 2010 «Linee di ind­i­riz­zo per la pro­mozione ed il miglio­ra­men­to del­la qual­ità, del­la sicurez­za e del­l’ap­pro­pri­atez­za degli inter­ven­ti assis­ten­ziali nel per­cor­so nasci­ta e per la riduzione del taglio cesareo» dove viene sot­to­scrit­to dai pre­sen­ti, anche dal nos­tro gov­er­na­tore Enri­co Rossi, che nel giro di pochi anni i pun­ti nasci­ta che fan­no meno di 500 par­ti devono essere chiusi e di lì a poco anche quel­li che ne faran­no meno di 1000.
Le lacrime di coc­co­drillo di sin­daci e politi­ci PD di turno non han­no sen­so di esistere, in virtù del fat­to che non han­no mai con­trasta­to con atti con­creti la deri­va delle riforme san­i­taria, anzi han­no aval­la­to l’ul­ti­mo scem­pio che ha fat­to la Regione Toscana, per mano del­la stes­sa Sac­car­di, negan­do pri­ma un ref­er­en­dum legit­ti­mo ai cit­ta­di­ni e poi proce­den­do con una rifor­ma del­la legge 40 che va a tagliare servizi e tende a pri­va­tiz­zare le prestazioni. È cronaca dei giorni scor­si che la ASL ha stanzi­a­to 800mila euro al fine di con­ven­zionare cliniche pri­vate per eseguire vis­ite spe­cial­is­tiche e ridurre le liste di atte­sa: quel­la che potrebbe sem­brare una buona notizia per il paziente dovrebbe far nascere una rif­les­sione: per­chè quegli 800mila euro di sol­di pub­bli­ci invece di dirot­tar­li ver­so cliniche pri­vate non ven­gono uti­liz­za­ti per poten­ziare le strut­ture pub­bliche, mag­a­ri con assun­zione di per­son­ale o macchi­nari?
Il fal­li­men­to totale delle politiche sul­la san­ità è palese e in Val di Cor­nia accen­tu­a­ta dal­l’in­ca­pac­ità degli ammin­is­tra­tori che, privi di autono­mia si muovono solo sot­to le diret­tive del par­ti­to e di inter­es­si lon­tani da noi. Così stan­no sman­tel­lan­do Vil­la­ma­ri­na nel silen­zio com­plice di chi dovrebbe fare le bar­ri­cate, così la Regione riperime­tra le zone dis­tret­to e Val di Cor­nia e Val di Ceci­na saran­no un uni­ca realtà. Le soci­età del­la salute han­no stanzi­a­to 35mila euro oltre un anno e mez­zo fa a Fed­er­san­ità per redi­gere un prog­et­to di ges­tione uni­taria e ad oggi noi sin­daci non abbi­amo anco­ra in mano uno strac­cio di risul­ta­to.
Questo è il PD e i suoi ammin­is­tra­tori capaci solo di procla­mi men­tre la realtà va a rotoli. In questo momen­to è nec­es­saria una lev­a­ta di scu­di da parte di tut­ti e capire se chi ammin­is­tra fa gli inter­es­si dei cit­ta­di­ni o del par­ti­to che rap­p­re­sen­ta. Bat­ter­si con­tro la chiusura del repar­to mater­nità vuol dire met­tere in dis­cus­sione il decre­to Bal­duzzi figlio del gov­er­no Mon­ti e del­la polit­i­ca regionale PD.
Sono anni che mi vado bat­ten­do in ques­ta direzione non cer­can­do di met­tere la pez­za ma estir­pan­do il prob­le­ma alla radice. Per­tan­to invi­to tut­ti i sin­daci a driz­zare la schiena e difend­ere i servizi per il nos­tro ter­ri­to­rio, vis­to che il fal­li­men­to del­l’ospedale di rete è sot­to gli occhi di tut­ti e rilan­cia­re, pre­tenden­do dal­la Regione che a Vil­la­ma­ri­na sia isti­tu­ito un cen­tro di emod­i­nam­i­ca, in virtù del fat­to che la dis­tan­za tra l’ospedale di Livorno o Gros­se­to è supe­ri­ore alla famosa “gold­en hour” ovvero il tem­po nec­es­sario per­chè un paziente col­pi­to da infar­to al mio­car­dio pos­sa essere sal­va­to, non ha molto sen­so che si ipo­tizzi un cen­tro di tale natu­ra a Ceci­na vista la ridot­ta dis­tan­za del­la stes­sa con l’ospedale di Livorno.

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