Quel “progetto Piombino” madre di tutte le soluzioni

PIOMBINO 4 gen­naio 2016 — Vi ricor­date il Prog­et­to Piom­bi­no? Sec­on­do quel prog­et­to, pre­sen­ta­to da forze di gov­er­no e sin­da­cati mag­gior­i­tari (locali, region­ali e nazion­ali) come la “madre di tutte le soluzioni”, in questi giorni a Piom­bi­no si sarebbe di nuo­vo cola­to acciaio da forno elet­tri­co. Anzi, esat­ta­mente il 1° gen­naio 2017!
“Mer­ci Mon­sieur Rebrab” era la frase che com­par­i­va dovunque, con gran­di esi­bizioni pub­bliche di politi­ci e affi­ni a glo­ri­fi­care il munifi­co impren­di­tore e ad auto­glo­ri­fi­car­si (anche) per la loro effi­cace azione in favore dell’economia del­la zona. Questi diciot­to mesi (dal 1° luglio 2015 ad oggi) sono pas­sati nel susseguir­si di incon­tri man­cati, pro­duzioni a singhioz­zo, ritar­di accu­mu­lati sul­la real­iz­zazione degli inves­ti­men­ti, ma sem­pre accom­pa­g­nati dal­la fede cieca ed indis­trut­tibile di lor sig­nori, come dimostra la “Vari­ante Afer­pi” con cui la mag­gio­ran­za dell’Amministrazione Comu­nale di Piom­bi­no, regala al padrone il ter­reno del Quaglio­dro­mo e mod­i­fi­ca il trac­cia­to del­la 398 come lui pre­tende… sot­to le finestre degli abi­tan­ti del Cotone-Pogget­to!
C’è volu­ta la spie­gazione di Afer­pi per far capire a gov­er­no, ammin­is­tra­tori region­ali, locali e rap­p­re­sen­tan­ti sin­da­cali di FIM FIOM e UILM  che quel piano indus­tri­ale, pre­sen­ta­to da Cevi­tal nel­l’aprile del 2015, per costi e tem­pi e dif­fi­coltà tec­niche era  inat­tua­bile e nem­meno Mago Mer­li­no sarebbe sta­to in gra­do di attuar­lo.
Cosa rimane oggi di quel Piano? In realtà non lo sa nes­suno, vis­to che, nonos­tante le sup­pliche del Min­istro Cal­en­da (e nonos­tante le affer­mazioni dell’amministratore del­e­ga­to Azzi che, dice, ha lavo­ra­to dura­mente assieme ai suoi col­lab­o­ra­tori per definire anche i min­i­mi par­ti­co­lari) il nuo­vo (quel­lo rimod­u­la­to )  piano NON È MAI STATO PRESENTATO!
L’unica novità nel panora­ma attuale è rap­p­re­sen­ta­to dal­la cor­sa allo scar­i­cabar­ile dei nos­tri esi­mi politi­ci, dall’onorevole Velo (“io non c’entro niente”) al con­sigliere regionale Ansel­mi, alla seg­rete­ria locale del PD. Fa eccezione il Sin­da­co Giu­liani (“io ho anco­ra fidu­cia…”) e il Pres­i­dente Rossi, che tace.
Intan­to si avvic­i­na il pun­to di non ritorno, quel fatidi­co 1° luglio 2017, che a nor­ma di legge san­cirà la piena pro­pri­età di Cevi­tal sug­li impianti ex-Luc­chi­ni e gli con­ced­erà mano lib­era.
Abbi­amo det­to e ripeti­amo che IL TEMPO È FINITO, IL PROGETTO NON ESISTE PIÙ, SMETTIAMO DI CREDERE ALLE FAVOLE, RIVENDICHIAMO L’INTERVENTO DEL GOVERNO PER DICHIARARE DECADUTO IL RAPPORTO CON CEVITAL, PER RICOMINCIARE UNA NUOVA FASE DI COMMISSARIAMENTO, MA CHE NON SIA SOLO DI SVENDITA!
Le ultime vicende legate al sal­vatag­gio del Monte dei Paschi di Siena lo dimostra­no: quan­do vuole, il gov­er­no inter­viene come impren­di­tore, investen­do valanghe di sol­di (20 mil­iar­di di euro). Lo fac­cia anche per Piom­bi­no: attra­ver­so un com­mis­sari­a­men­to ad hoc avvii le boni­fiche del ter­ri­to­rio, fac­cia inves­ti­men­ti sul­la fab­bri­ca, chie­da l’apporto dei pri­vati per creare un polo pro­dut­ti­vo di semi­la­vo­rati lunghi di qual­ità che per­me­t­tano agli uti­liz­za­tori di avere una fonte di approvvi­gion­a­men­to sicu­ra, di qual­ità rispon­dente alle esi­gen­ze.
Accan­to a questo obi­et­ti­vo pri­mario, van­no svilup­pate le altre poten­zial­ità del ter­ri­to­rio; per questo non ser­vono con­tribu­ti a piog­gia o casu­ali inves­ti­men­ti che con­dizio­nano altri set­tori: serve un prog­et­to di svilup­po che sia il frut­to del­la parte­ci­pazione di tutte le com­po­nen­ti sociali del ter­ri­to­rio, in uno sfor­zo propos­i­ti­vo da tradurre in linee di ind­i­riz­zo che le varie ammin­is­trazioni coin­volte dovran­no appli­care e far appli­care sot­to la vig­i­lan­za di tut­ti. A questo noi sti­amo lavo­ran­do. Su questo ci impeg­ner­e­mo nel prossi­mo futuro.
Piom­bi­no deve rinascere e ricom­in­cia­re a pro­durre acciaio. Questo obi­et­ti­vo, con­di­vi­so da tut­ti, sarà rag­giun­to solo se i lavo­ra­tori e i cit­ta­di­ni del nos­tro ter­ri­to­rio ripren­der­an­no in mano il loro des­ti­no!
Per intan­to, dai “gufi” buona Befana a tut­ti: saba­to 7 gen­naio, vis­to che mon­sieur Rebrab, nonos­tante i ringrazi­a­men­ti antic­i­pati, non ci “regala” il tan­to promes­so e atte­so acciaio cola­to a Piom­bi­no, noi provi­amo a regalar­ci e a regalare a tut­ti un buon bic­chiere di vin brûlé “cola­to” dal nos­tro “forno elet­tri­co” in Piaz­za Cap­pel­let­ti, a par­tire dalle ore 17:00

Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG
Res­ti­amo Umani
Lavoro Salute Dig­nità

Una risposta a “Quel “progetto Piombino” madre di tutte le soluzioni”

  1. Renzo Pescini says:

    Non sono d’ac­cor­do con l’ac­ciaio. Quel­lo va lavo­ra­to, come si deve, pres­so le miniere, il trasporto incide sul prez­zo. Piom­bi­no si svilup­pò gra­zie alle miniere elbane. Dob­bi­amo trovare il modo di tute­lare chi ha per­du­to il lavoro.
    Piom­bi­no, con il promon­to­rio e le spi­agge (il por­to?) ha altre atti­tu­di­ni, val­orizzi­amole, non dan­neg­giamole con la 398, che va fat­ta (mag­a­ri in gal­le­ria), e il por­to…

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