Quella privata sarà l’unica scuola dell’infanzia

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PIOMBINO 27 mar­zo 2017 — L’Art. 33 del­la Cos­ti­tuzione Ital­iana recita: “L’arte e la scien­za sono libere e libero ne è l’in­seg­na­men­to.
 La Repub­bli­ca det­ta le norme gen­er­ali sul­l’istruzione ed isti­tu­isce scuole statali per tut­ti gli ordi­ni e gra­di.
 Enti e pri­vati han­no il dirit­to di isti­tuire scuole ed isti­tu­ti di edu­cazione, sen­za oneri per lo Sta­to.”
Da questo chiaro enun­ci­a­to del­la Cos­ti­tuzione siamo pas­sati al cri­te­rio che le scuole pri­vate pote­vano rice­vere con­tribu­ti da parte del­lo Sta­to quan­do esse ovvi­a­vano a caren­za di scuole pub­bliche.
Suc­ces­si­va­mente a par­tire dal 1997 con il Min­istro Lui­gi Berlinguer pri­ma e nel 2000 con il gov­er­no D’Ale­ma si avvia una sta­gione di suc­ces­sivi e costan­ti azioni leg­isla­tive tese a demolire il prin­ci­pio del­l’ar­ti­co­lo cos­ti­tuzionale. Di legge in legge, di stanzi­a­men­to in stanzi­a­men­to, gra­zie a tut­ti i gov­erni, le scuole pri­vate ven­gono sos­ten­tate pri­ma con mil­iar­di e mil­iar­di di lire e poi con centi­na­ia e centi­na­ia di mil­ioni di euro.
Questo proces­so di demolizione del­l’ar­ti­co­lo 33 del­la Cos­ti­tuzione si ril­e­va, in par­ti­co­lare dal 2000, non solo per la scuo­la del­l’ob­bli­go, ma anche per le scuole del­l’in­fanzia per le quali il cri­te­rio di “sus­sidio di ges­tione” pre­vis­to per le scuole pri­vate viene rib­a­di­to e poten­zi­a­to gra­zie alla legge 62/2000 e 247/2000 a con­dizione di rispettare alcune norme molto leg­gere (accoglien­za gra­tui­ta per almeno due bam­bi­ni, divi­eto di richiedere alle loro famiglie alcun tipo di con­trib­u­to sos­ti­tu­ti­vo delle rette, divi­eto di accoglien­za in regime sem­i­gra­tu­ito).
Se a questo si aggiunge che le scuole pri­vate non pagano tasse comu­nali e statali, risul­ta che la scuo­la pri­va­ta vive con grossi oneri per lo Sta­to.
Pre­mes­so quan­to sopra appare “nor­mal­mente” abnorme il com­por­ta­men­to del­l’am­min­is­trazione di Campiglia sul prob­le­ma del­la scuo­la d’in­fanzia.
Il Comune ci dice che per portare avan­ti la nuo­va scuo­la sper­i­men­tale a Ven­tu­ri­na occorre avere più bam­bi­ni e che quin­di quel­li del­la mater­na di Campiglia devono andare a Ven­tu­ri­na se lì res­i­den­ti. Con­seguente­mente la scuo­la mater­na di Campiglia perderà una sezione che nel tem­po scom­par­irà anch’es­sa per­ché il calo delle nascite in atto fa prevedere che in un prossi­mo futuro, non ci sarà il numero suf­fi­ciente di bam­bi­ni a Campiglia che gius­ti­fichi la pre­sen­za del­la mater­na sen­za l’ap­por­to di bam­bi­ni res­i­den­ti a Ven­tu­ri­na. Chiara­mente i bam­bi­ni di Campiglia a questo pun­to dovran­no essere obbli­ga­to­ri­a­mente dirot­tati a Ven­tu­ri­na, con­travve­nen­do anche alla nor­ma­ti­va sulle mas­sime dis­tanze ammis­si­bili del­la scuo­la mater­na e comunque occor­rerà isti­tuire un servizio di scuo­labus sul­la elim­i­nazione del quale l’Am­min­is­trazione ha rib­a­di­to l’op­por­tu­nità per ridurre le spese.
Viste il coro gen­erale di proteste e vis­to il nodo di con­trad­dizioni in cui l’am­min­is­trazione si è cac­cia­ta, l’am­min­is­trazione stes­sa non ha il cor­ag­gio di dire che le sue scelte porter­an­no in tem­pi bre­vi alla scom­parsa del­la scuo­la mater­na pub­bli­ca in Campiglia e si rifu­gia nel­l’in­neg­gia­re alla mater­na pri­va­ta che, a quan­to pare, resterà l’u­ni­ca scuo­la del cen­tro stori­co, dimostran­do così che all’am­min­is­trazione di Campiglia non inter­es­sa min­i­ma­mente la laic­ità del­la scuo­la pub­bli­ca pre­vista e sanci­ta dal­la Cos­ti­tuzione, ma si mette in con­dizione di pros­eguire nel­l’­opera di demolizione dell’art.33 del­la Cos­ti­tuzione Ital­iana e di impedire pesan­te­mente la riv­i­tal­iz­zazione del cen­tro di Campiglia con­tin­uan­do a favorire la scom­parsa dei servizi di base ai quali ha dirit­to una comu­nità per soprav­vi­vere.

Comi­ta­to per Campiglia
Alber­to Pri­mi

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