Revoca autorizzazione e chiusura discarica ex Asiu

· Inserito in Teoria e pratica

PIOMBINO 17 novem­bre 2019 — La Regione Toscana sospende fino al 31 gen­naio 2020 l’at­tiv­ità di con­fer­i­men­to dei rifiu­ti spe­ciali nel­la dis­car­i­ca di RIMa­te­ria, per inosser­van­za, da parte del­l’omon­i­ma soci­età, delle pre­scrizioni autor­iz­za­tive fino­ra dis­poste riguar­do la ex Asiu e la nuo­va zona di colti­vazione, il cosid­det­to “cono rovescio” . È l’ef­fet­to del­l’ul­ti­ma pre­scrizione, data­ta 15 novem­bre 2019, la n. 18561 che il Set­tore boni­fiche e autor­iz­zazione rifiu­ti invia, a mez­zo PEC, oltre a RIMa­te­ria anche ad Arpat, Comune di Piom­bi­no, Asl, Cara­binieri del Nucleo Oper­a­ti­vo Eco­logi­co ed al Set­tore Via-Vas del­la Regione Toscana.
Se lo stes­so atto fos­se sta­to pub­bli­ca­to una venti­na di giorni pri­ma forse il Nurv, che ha aper­to la stra­da all’am­pli­a­men­to del­la dis­car­i­ca di RIMa­te­ria, avrebbe delib­er­a­to in modo diver­so?
Le crit­ic­ità che un altro uffi­cio, sot­to­lineiamo del­la stes­sa Regione Toscana, con ques­ta ulti­ma dif­fi­da sta por­tan­do a conoscen­za di tut­ti e cioè che, dal pun­to di vista ambi­en­tale, ques­ta dis­car­i­ca anco­ra oggi non è a nor­ma, avreb­bero dovu­to cam­biare il parere del Nurv? Sec­on­do no , si! Invece, come ormai ci ha abit­u­a­to da anni, la Regione Toscana con­tin­ua nel suo copi­one già noto: emana degli atti in cui sostanzial­mente indicherebbe a RIMa­te­ria la stra­da da seguire per elim­inare le crit­ic­ità ambi­en­tali che, come Comi­ta­to, andi­amo denun­cian­do da anni.
Per pri­ma cosa RIMa­te­ria dovrà sti­lare, nel giro di quindi­ci giorni, “un doc­u­men­to con cui attesti quan­to già real­iz­za­to e definis­ca i tem­pi di attuazione di tut­to quan­to richiesto garan­ten­do la con­for­mità del­l’in­stal­lazione a quan­to autor­iz­za­to e alla nor­ma­ti­va di set­tore”. Tale doc­u­men­to, che sarà val­u­ta­to dagli uffi­ci region­ali, in col­lab­o­razione con Arpat, riguarderà soprat­tut­to l’anal­isi dei rifiu­ti introdot­ti in dis­car­i­ca ed il loro potere odor­igeno, la for­mazione ed il trat­ta­men­to del per­co­la­to, la riduzione delle emis­sioni in atmos­fera e l’avvio del­la sezione del recu­pero ener­geti­co del bio­gas.
La sospen­sione dei con­fer­i­men­ti è solo lim­i­ta­ta ad un breve las­so di tem­po, ovvero fino a quan­do la Regione riter­rà “che sono state elim­i­nate le inosser­vanze e siano appli­cate dal gestore tutte le mis­ure appro­pri­ate e nec­es­sarie a garan­tire, anche provvi­so­ri­a­mente, in atte­sa del com­ple­ta­men­to di tut­to quan­to richiesto, la con­for­mità dell’installazione a quan­to autor­iz­za­to e alla nor­ma­ti­va di set­tore”. Fran­ca­mente quel “anche provvi­so­ri­a­mente” ci las­cia per­p­lessi viste le numerose inadem­pien­ze di RIMa­te­ria. In parole sem­pli­ci la Regione, sec­on­do noi, direbbe all’azien­da: “pre­sen­ta­mi almeno i prog­et­ti, dam­mi la certez­za che hai aper­to i cantieri e io, Regione, adot­to una nuo­va deter­mi­na diri­gen­ziale per autor­iz­zarti di nuo­vo a con­ferire i rifiu­ti, non impor­ta sostanzial­mente che i lavori siano giun­ti a ter­mine”.
Tra le diverse inadem­pien­ze ril­e­vate nel­la nuo­va dif­fi­da la Regione pun­ta l’oc­chio anche sul­la poliz­za fideius­so­ria con le Assi­cu­razioni Gen­er­ali, la cui stip­u­la è avvenu­ta nel luglio 2019. Le stesse Gen­er­ali han­no dichiara­to la loro ”indisponi­bil­ità” ad adeguare la poliz­za ai det­ta­mi del­la legge regionale e quin­di la Regione ha respin­to ques­ta poliz­za, per cui, tra l’altro, il pre­mio risul­ta già paga­to e per la quale i soci pri­vati e i Comu­ni ave­vano presta­to garanzia sol­i­dale. In data 5 novem­bre RIMa­te­ria ha trasmes­so la boz­za di una nuo­va poliz­za, emes­sa da un altro inter­me­di­ario e attual­mente in fase di val­u­tazione da parte del­la Regione. Che cosa prevede ques­ta nuo­va poliz­za: di nuo­vo la garanzia sol­i­dale dei soci pri­vati e dei Comu­ni? Dove sono andati a reperire un’assicurazione capace di garan­tire quel­lo che una com­pag­nia grande e quo­ta­ta come le Assi­cu­razioni Gen­er­ali non ha volu­to fare? E cosa suc­cede ora? A quest’ul­ti­ma doman­da rispon­di­amo che i tem­pi si allungher­an­no anco­ra, di qualche mese, rispet­to alla pre­scrizione regionale emes­sa nel mese di luglio che inti­ma­va a RIMa­te­ria la stip­u­la del­la fideius­sione in tem­pi bre­vi, pena il bloc­co dei con­fer­i­men­ti. Avete capi­to bene, la Regione ha di fat­to con­ces­so a RIMa­te­ria di con­ferire rifiu­ti da luglio ad oggi pur non aven­do la fideius­sione richi­es­ta dal­la Regione stes­sa.
Affron­ti­amo ora la com­p­lessa ques­tione ambi­en­tale.
Con quest’ul­ti­ma dif­fi­da la Regione chiede a RIMa­te­ria di “attuare la cor­ret­ta cap­tazione del bio­gas, garan­ten­do con con­ti­nu­ità la mas­si­ma effi­cien­za di cap­tazione ed effet­tuan­done il cor­ret­to trat­ta­men­to, min­i­miz­zan­do le emis­sioni dif­fuse e incon­trol­late in atmos­fera, di ridurre le emis­sioni odor­i­gene; attuare gli inter­ven­ti di cop­er­tu­ra provvi­so­ria e tem­po­ranea del­la dis­car­i­ca, nec­es­sari sia a ridurre le emis­sioni di bio­gas che a min­i­miz­zare l’infiltrazione di acque mete­oriche e la pro­duzione di per­co­la­to; appro­fondire i mon­i­tor­ag­gi sulle acque di fal­da; gestire cor­ret­ta­mente il per­co­la­to prodot­to dal­la dis­car­i­ca”. Tutte queste azioni dovran­no iniziare entro la fine del mese di novem­bre, la Regione lo scrive chiaro nel­la sua ulti­ma dif­fi­da.
Per quan­to riguar­da la tutela del­l’aria si legge nel­la nota regionale: “Rima­te­ria ha real­iz­za­to 19 nuovi pozzi di cap­tazione del bio­gas e ripristi­na­to 7 vec­chi pozzi, sen­za che questi siano anco­ra col­le­gati alla rete di aspi­razione . Come cor­ret­ta­mente ril­e­va­to da ARPAT tale con­dizione è causa del dis­tur­bo odor­igeno ril­e­va­to nel cor­so dei sopral­lu­oghi del 29/10/2019 e del 5/11/2019; il gestore nel­la real­iz­zazione di tali inter­ven­ti avrebbe dovu­to adottare modal­ità oper­a­tive final­iz­zate a ridurre al min­i­mo le emis­sioni, come pre­scrit­to dall’AIA 761/2016, col­le­gan­do imme­di­ata­mente i pozzi, man mano real­iz­za­ti al sis­tema di estrazione e trat­ta­men­to del bio­gas. Le modal­ità oper­a­tive adot­tate han­no invece incre­men­ta­to le emis­sioni di bio­gas e le situ­azioni anomale non sono state tem­pes­ti­va­mente comu­ni­cate a ques­ta autorità com­pe­tente e ad ARPAT, in con­trasto con quan­to dis­ci­plina­to dall’AIA stes­sa”. RIMa­te­ria, inoltre, deve provvedere ad instal­lare le cen­tra­line mobili ed effet­tuare una manuten­zione peri­od­i­ca del sis­tema di cap­tazione del bio­gas, oltre ad una serie di stu­di pre­vi­sion­ali sul­la pro­duzione del bio­gas.
Per quan­to riguar­da le acque RIMa­te­ria non ha trasmes­so alla Regione, nei tem­pi da essa pre­visti, un appro­fondi­men­to del mon­i­tor­ag­gio iso­topi­co, accom­pa­g­nan­do­lo ad un det­taglia­to stu­dio idro­ge­o­logi­co. Inoltre “il gestore deve fornire i dati del mon­i­tor­ag­gio e val­utare l’opportunità di eseguire indagi­ni final­iz­zate alla ver­i­fi­ca dell’integrità dell’impermeabilizzazione arti­fi­ciale”. Infat­ti l’ultima indagine geoelet­tri­ca con­dot­ta è dell’anno 2008, per ver­i­fi­care il man­ten­i­men­to dell’integrità del fon­do imper­me­abile del­la dis­car­i­ca. “ Oltre a questo, ogni quindi­ci giorni, RIMa­te­ria dovrà comu­ni­care a Regione ed Arpat gli esi­ti delle mis­urazioni gior­naliere del liv­el­lo di per­co­la­to pre­sente in dis­car­i­ca e dei quan­ti­ta­tivi di per­co­la­to smalti­ti. Inoltre riguar­do il mon­i­tor­ag­gio iso­topi­co appren­di­amo che “la pro­pos­ta del gestore prevede la ripe­tizione del mon­i­tor­ag­gio iso­topi­co delle acque del­la rete dei piezometri ogget­to del mon­i­tor­ag­gio di AIA e dei pun­ti “Fos­so Stra­da” e “Fos­so Val di Cor­nia SO”, con­tes­tual­mente alla carat­ter­iz­zazione del per­co­la­to”. Ma, strana­mente per noi, “La pro­pos­ta non con­tem­pla: gli altri pun­ti di cam­pi­ona­men­to uti­liz­za­ti nel­la prece­dente indagine, in par­ti­co­lare non sono pre­viste anal­isi per le acque per le quali non è sta­to pos­si­bile esclud­ere una con­t­a­m­i­nazione da per­co­la­to, prel­e­vate nel poz­zo pri­va­to “PO_1”, nel piezometro ubi­ca­to in area LI53 denominato“PZ_vascaLI53” e nel piezometro “P2_C”, ubi­ca­to nell’area “Con­glomix””. Avete let­to atten­ta­mente? Dai cam­pi­ona­men­ti ver­reb­bero esclusi pro­prio quei pozzi nei quali, dal­la prece­dente cam­pagna iso­topi­ca, sarebbe sta­ta ril­e­va­ta pre­sen­za di trac­cianti del per­co­la­to. Per noi quei pozzi non van­no esclusi, ci mancherebbe, al con­trario è pro­prio da quel­li che bisogna com­in­cia­re ad anal­iz­zare. Ma si sa, a volte per con­ve­nien­za si cer­ca tut­to tranne quel­lo che non si vuole trovare.
Altra pre­scrizione data a RIMa­te­ria riguar­da la cop­er­tu­ra, anche provvi­so­ria, di diver­si set­tori del­la dis­car­i­ca, a cui dovrà iniziare a provvedere in tem­pi abbas­tan­za bre­vi, man mano che real­izzerà le opere di regi­mazione idrauli­ca delle acque dila­van­ti la dis­car­i­ca che saran­no con­vogli­ate nel Fos­so Cor­nia Vec­chia.
Abbi­amo descrit­to in altre occa­sioni le crit­ic­ità ambi­en­tali che il cen­tro abi­ta­to di Col­ma­ta subisce da trop­po tem­po ma non sap­pi­amo se entro la fine di gen­naio RIMa­te­ria avrà ottem­per­a­to a tutte le pre­scrizioni indi­cate dal­la Regione per ridurre queste crit­ic­ità. Chiedi­amo a tut­ti gli enti mes­si a conoscen­za del­la dif­fi­da in ques­tione di sorveg­liare affinché sta­vol­ta l’azien­da di rifiu­ti inizi davvero a met­ter­si in rego­la. Invi­ti­amo quin­di la Giun­ta Regionale a dare parere neg­a­ti­vo sul­l’am­pli­a­men­to del­la dis­car­i­ca non essendo la stes­sa a nor­ma come si evince abbon­dan­te­mente dal­la sopra cita­ta dif­fi­da. Inoltre, essendo sta­ta dif­fi­da­ta RIMa­te­ria più volte e per­sis­ten­do la stes­sa con reit­er­ate vio­lazioni che deter­mi­nano situ­azioni di peri­co­lo e di dan­no per l’am­bi­ente e la salute, chiedi­amo ai sen­si di legge la revo­ca del­l’au­tor­iz­zazione e la chiusura del­l’in­stal­lazione.

Comi­ta­to Salute Pub­bli­ca Piom­bi­no — Val di Cor­nia

(Foto di Pino Bertel­li)

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