Rifiuti speciali e bonifiche: come volete procedere?

PIOMBINO 15 feb­braio 2014 — Come inten­dono muover­si le forze politiche nel cam­po del risana­men­to ambi­en­tale ed in par­ti­co­lare dei rifiu­ti spe­ciali e delle boni­fiche? Ci per­me­t­ti­amo sommes­sa­mente di sot­to­porre alla loro atten­zione una situ­azione pre­sente e futu­ra di qualche impor­tan­za e pos­si­bil­mente avere delle risposte al fine di per­me­t­tere ai cit­ta­di­ni di scegliere con con­sapev­olez­za
Nel pro­gram­ma di ces­sione del Grup­po Luc­chi­ni viene cita­ta tra le parte­ci­pazioni quel­la del 24,90% di Tec­nolo­gie Ambi­en­tali Pulite Spa che poi non viene com­pre­sa nel proces­so di ven­di­ta.
Nel­la doc­u­men­tazione del bilan­cio pre­vi­sion­ale ASIU 2013 e nel bilan­cio con­sun­ti­vo TAP 2012 (approvati dai Comu­ni), una vol­ta mes­sa in luce la grav­ità del­la situ­azione del­l’A­SIU, gestore degli impianti TAP per la pro­duzione del con­glomix, in con­seguen­za del­la dis­det­ta dei con­trat­ti di con­fer­i­men­to delle scorie da parte di Luc­chi­ni con con­seguente perdi­ta di introiti da parte di ASIU a fronte di ele­vati costi fis­si del­l’impianto, si avan­za l’ipote­si di acquisire da parte del­la stes­sa ASIU l’in­tero pac­chet­to azionario di TAP per met­tere in sicurez­za la con­ti­nu­ità del­l’azien­da. Nat­u­ral­mente questo non basterebbe per­ché si por­rebbe poi il prob­le­ma degli inves­ti­men­ti nec­es­sari a poten­ziare la piattafor­ma TAP per poter­la uti­liz­zare per il trat­ta­men­to ed iner­tiz­zazione delle scorie siderur­giche pul­vir­u­len­ti, delle ceneri e dei mate­ri­ali prove­ni­en­ti da boni­fiche siderur­giche. E questo avver­rebbe nel­l’am­bito di un pro­gram­ma di lavoro per il quale entro il 31 dicem­bre 2013 tut­to il trasfer­i­men­to nel’ ATO Sud sia defini­to da parte dei Comu­ni e che sia com­ple­ta­to il rias­set­to soci­etario con l’ac­qui­sizione di TAP.
Al 2014/2017, sem­pre sec­on­do questo pro­gram­ma, è rin­vi­a­ta l’au­tor­iz­zazione e la real­iz­zazione degli inter­ven­ti di poten­zi­a­men­to del­la piattafor­ma con­glomix e la ges­tione, in qual­ità di sogget­to attua­tore, delle boni­fiche di Cit­tà futu­ra, Pog­gio ai ven­ti, Aree Fin­tec­na e base del­la SS 398 di acces­so al por­to.
Al di là dei tan­ti prob­le­mi che Stile libero ha già mes­so in luce è chiaro dunque che i Comu­ni del­la Val di Cor­nia, almeno quel­li che quei doc­u­men­ti han­no approva­to, vogliono cos­ti­tuire una soci­età che, lib­er­a­ta dal­la ges­tione dei rifiu­ti urbani, si occu­pi di rifiu­ti spe­ciali e di boni­fiche. Nat­u­ral­mente per questo occor­rono finanzi­a­men­ti ingen­ti ma quel che è ancor più da sot­to­linerare è il fat­to che in questo modo i Comu­ni van­no ad occu­pare spazi di mer­ca­to e non lo pos­sono cer­ta­mente fare con ris­erve o pri­v­a­tive.
Ciò che si può e non si può fare a propos­i­to dei rifiu­ti spe­ciali lo dice chiara­mente il “Piano regionale di ges­tione dei rifiu­ti e bonifi­ca dei siti inquinati (PRB) — Pre­ven­zione, Rici­clo e Recu­pero - Pro­pos­ta di piano, obi­et­tivi e linee di inter­ven­to: «…La nor­ma­ti­va non prevede, nel caso del­la rac­col­ta e del­lo smal­ti­men­to dei rifiu­ti spe­ciali, come accade invece nel caso degli urbani, di rispon­dere a cri­teri di auto­suf­fi­cien­za dei sis­te­mi territoriali…né di affi­dare il servizio in regime di pri­v­a­ti­va, né di con­sid­er­are ques­ta ges­tione tra i servizi pub­bli­ci locali… la ges­tione dei rifiu­ti spe­ciali, peri­colosi e non, è sostanzial­mente las­ci­a­ta alla autono­mia degli oper­a­tori che, pur in pre­sen­za di un rig­oroso sis­tema autor­iz­za­ti­vo e di con­trol­li pub­bli­ci, svol­go­no la pro­pria attiv­ità in con­dizioni di libero mer­ca­to. In altri ter­mi­ni, ogni azien­da che pro­duce rifiu­ti spe­ciali può decidere a quale tra i sogget­ti autor­iz­za­ti con­ferire i pro­pri rifiu­ti. Nel caso dei rifiu­ti spe­ciali, sia peri­colosi che non peri­colosi, la nor­ma­ti­va non sta­bilisce l’obbligo dell’autosufficienza a liv­el­lo ter­ri­to­ri­ale…».
Quan­to poi alle boni­fiche si trat­ta di lavori pub­bli­ci e l’Au­torità per la Vig­i­lan­za sui Con­trat­ti Pub­bli­ci di Lavori, Servizi e For­ni­ture ha affer­ma­to più volte che

  • è da esclud­er­si la prat­i­ca­bil­ità del­lo schema dell’in house pro­vid­ing (affi­da­men­to diret­to dei lavori sen­za gara) nel set­tore dei lavori, 
  • è pos­si­bile affi­dare in house un con­trat­to di glob­al ser­vice con­cer­nente esclu­si­va­mente attiv­ità rien­tran­ti nel­l’ap­pal­to dei servizi, men­tre è da esclud­ere con riguar­do ai lavori pub­bli­ci, la cui dis­ci­plina non con­tem­pla una sim­i­le even­tu­al­ità,
  • non è con­forme alla dis­ci­plina di set­tore, la cos­ti­tuzione di una soci­età mista o a totale parte­ci­pazione pub­bli­ca per lo svol­gi­men­to di attiv­ità di prog­et­tazione, real­iz­zazione e ges­tione di un’ opera pub­bli­ca.

Già oggi esistono ben grossi prob­le­mi sia per la dis­car­i­ca di Pog­gio ai Ven­ti sia per la bonifi­ca di Cit­tà futu­ra lad­dove, pur in pre­sen­za di finanzi­a­men­ti asseg­nati da molto tem­po, non si riesce non solo a com­pletare le opere ma nem­meno ad avviar­le, pur essendo state inserite nel­l’ap­pli­cazione del decre­to legge sul­l’area di crisi ed aven­do dato loro le carat­ter­is­tiche del­l’e­mer­gen­za. Altret­tan­to avviene per il trat­ta­men­to dei mate­ri­ali di bonifi­ca. Eppure tut­ta ques­ta tem­at­i­ca non riesce a diventare ogget­to di dis­cus­sione polit­i­ca locale. Non è solo ques­tione di prob­le­mi giuridi­ci, è pro­prio ques­tione di scelte politiche che riguardano le fun­zioni che deve svol­gere il pub­bli­co, e non sem­bra che le svol­ga, e le fun­zioni alle quali deve essere chiam­a­to il pri­va­to, e non sem­bra che ven­ga chiam­a­to a svol­ger­le. Si preferisce rispolver­are giuste definizioni come quel­la del­la ricon­ver­sione eco­log­i­ca del­l’e­cono­mia ma — e non è cosa nuo­va — ci si fer­ma alle decla­mazioni sen­za sciogliere i nodi politi­ci e giuridi­ci che ogni deci­sione com­por­ta. Insom­ma sen­za fare opera di gov­er­no.
Tut­ti i can­di­dati alle prossime elezioni comu­nali, com­p­rese le pri­marie, dovreb­bero dire chiara­mente cosa inten­dono fare.

 

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