Rubata e distrutta scultura di Nado Canuti

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PIOMBINO 13 aprile 2018 — Dan­neg­gia­men­ti e fur­ti al cimitero di Piom­bi­no. A farne le spese ques­ta vol­ta la scul­tura dona­ta dal­l’artista Nado Canu­ti al Comune di Piom­bi­no e posizion­a­ta all’in­ter­no del cimitero sopra il mon­u­men­to ai cadu­ti in guer­ra, sul mon­u­men­to ossario real­iz­za­to dal­l’am­min­is­trazione comu­nale nel­la metà degli anni ’60.
A trovare i resti del­la stat­ua, una figu­ra in bron­zo di un cadu­to morente, sono sta­ti due vig­ili urbani che saba­to 7 aprile intorno alle 18 han­no rin­venu­to la stat­ua fuori dal muro del cimitero tagli­a­ta in pezzi e nascos­ta dietro alcu­ni ole­an­dri. Con mol­ta prob­a­bil­ità la stat­ua era sta­ta trafu­ga­ta e nascos­ta dietro le piante per poter­la recu­per­are con cal­ma in un sec­on­do momen­to.
Attual­mente è cus­todi­ta nel mag­a­zz­i­no del cimitero stes­so. Il sin­da­co denuncerà il fat­to nei prossi­mi giorni alle forze del­l’or­dine pro­prio per evi­den­ziare il dan­no soprat­tut­to di natu­ra morale, anche nei con­fron­ti di un artista di alto val­ore e di fama inter­nazionale come Canu­ti.
“Atti di inciviltà e di totale man­can­za di rispet­to e di spre­gio alla memo­ria, nei con­fron­ti di un luo­go come il cimitero, dei nos­tri cadu­ti in guer­ra e di un artista come Nado Canu­ti, del quale la nos­tra cit­tà ha sem­pre riconosci­u­to l’al­to val­ore – affer­ma il sin­da­co – Un gesto vile rispet­to al quale pren­der­e­mo provved­i­men­ti”.
Canu­ti, nato nel 1929 a Bet­tole di Siena, ha com­bat­tuto per anni tra le fila dei par­ti­giani e nel 1950 ha deciso di dedi­car­si alla pit­tura, alla scul­tura, alla grafi­ca e all’oreficeria. Da quel momen­to espone alla IX e X Quadri­en­nale di Roma, tiene numerose per­son­ali e col­let­tive in Italia, Europa e Amer­i­ca e dal 1966 si ded­i­ca prin­ci­pal­mente alla scul­tura, alla grafi­ca e all’arte orafa. Negli anni 60 il suo lin­guag­gio plas­ti­co si definisce di ascen­den­za espres­sion­ista e la sua scul­tura avan­za ver­so la sin­te­si astrat­ta, cer­can­do il rig­ore del­la lin­ea, l’essenzialità com­pat­ta, lis­cia e geo­met­ri­ca delle forme. Le tec­niche usate sono il cemen­to fuso, scalpel­li­na­to e lis­cio, ma trovano spazio anche il mar­mo, l’alpacca, l’argento e soprat­tut­to il bron­zo. I sogget­ti prefer­i­ti pos­sono essere defin­i­ti come forme assem­blate per incas­tri, scom­poni­bili e muta­bili in un «meta­mor­fis­mo» che diver­rà il trat­to carat­ter­is­ti­co del­la sua scul­tura.
A Piom­bi­no ha dona­to diverse opere, esposte in alcune piazze del­la cit­tà.

Uffi­cio stam­pa Comune di Piom­bi­no

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