Si mangia per vivere o per evitare alcuni alimenti?

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Luigi Faggiani

In val di Cor­nia vivono cir­ca 600 celiaci dei quali solo 100 sono cen­si­ti uffi­cial­mente.
Qui esiste ed agisce l’ Asso­ci­azione celi­achia e intoller­anze ali­men­ta­ri (AceIA www.aceia.it) cos­ti­tui­ta da 40 soci. Nata nel 2008 è sta­ta cre­a­ta per rispon­dere agli inter­rog­a­tivi e per cer­care di tran­quil­liz­zare e ras­si­cu­rare tut­ti col­oro che si trovano davan­ti alla realtà del­l’in­toller­an­za al glu­tine e altre sostanze come lat­to­sio, pro­teine del lat­te, uova….), ma anche per cer­care di aiutare col­oro che con­vivono con tali per­sone, gen­i­tori, par­en­ti, ami­ci, inseg­nan­ti, per conoscere le pau­re, le frus­trazioni e i dis­a­gi che essi pos­sono avere nel rap­por­tar­si agli altri.
Nel cor­so del tem­po sono sta­ti orga­niz­za­ti sem­i­nari con le famiglie final­iz­za­ti al rilas­cio delle conoscen­ze indis­pens­abili per preparare cibi con asso­lu­ta certez­za privi di glu­tine e un cor­so di for­mazione per 10 ris­tora­tori. Con­tin­ua è la parte­ci­pazione a sagre, feste e man­i­fes­tazioni pub­bliche per­ché siano orga­niz­zate in maniera tale da per­me­t­terne l’ac­ces­so anche ai celiaci. «E’, dice Mari Bur­galas­si con­sigliere dell’ asso­ci­azione, un’­opera di infor­mazione indis­pens­abile per­ché tut­ti i luoghi di dis­tribuzione di ali­men­ti siano orga­niz­za­ti in maniera tale da includ­ere anche le esi­gen­ze dei celiaci. Dif­fi­cile risol­vere il prob­le­ma dei costi con­nes­si ma se non altro il dirit­to ad una vita pari a quel­la di tutte le altre per­sone sia garan­ti­to!»
Ma che cosa è la celi­achia?
Avete mai sen­ti­to dire “.. fin da bam­bi­no ho avu­to lo stom­a­co del­i­ca­to con fre­quente gas­trite e col­ite e ulti­ma­mente i miei prob­le­mi sono aumen­tati con diar­rea, vom­i­to , mete­oris­mo, inap­pe­ten­za e addome glo­boso.. “?
E’ bene sapere che questi quadri clin­i­ci appe­na accen­nati pos­sono essere man­i­fes­tazioni di un’enteropatia immuno­me­di­a­ta chia­ma­ta Malat­tia Celi­a­ca (MC) che si man­i­fes­ta nei sogget­ti geneti­ca­mente pre­dis­posti a segui­to dell’ingestione del glu­tine, una pro­teina pre­sente in alcu­ni cere­ali quali gra­no, segale ed orzo.
La for­ma clas­si­ca soli­ta­mente esor­disce nei pri­mi 6 – 24 mesi, poco dopo l’introduzione del glu­tine durante il divez­za­men­to, ma può pre­sen­tar­si nel­la for­ma tar­di­va, carat­ter­iz­za­ta da sin­to­mi gas­troin­testi­nali atipi­ci.
Viene descrit­ta la for­ma silente (pre­sen­za di lesioni intesti­nali in assen­za di sin­to­mi) e la for­ma poten­ziale (test di lab­o­ra­to­rio pos­i­tivi in assen­za di lesioni intesti­nali).
Negli ulti­mi anni, la mag­giore conoscen­za e con­sapev­olez­za del­la malat­tia da parte degli oper­a­tori san­i­tari e la disponi­bil­ità di test siero­logi­ci ( pre­lie­vo di sangue ) per la indi­vid­u­azione dei sogget­ti a ris­chio da inviare all’esame endo­scop­i­co, test riso­lu­ti­vo, han­no per­me­s­so di indi­vid­uare sogget­ti celiaci che altri­men­ti sareb­bero rimasti non diag­nos­ti­cati.
Le con­seguen­ze di una celi­achia non gesti­ta pos­sono essere molto impor­tan­ti: ane­mia, osteo­porosi, riduzione del­la fer­til­ità con abor­ti ripetu­ti, prob­le­mi neu­ro­logi­ci, aumen­to del ris­chio di tumori del trat­to intesti­nale.
Ad oggi non conos­ci­amo anco­ra una cura per ques­ta intoller­an­za. L’u­ni­co trat­ta­men­to effi­cace del­la celi­achia è dunque una scrupolosa dieta ali­menta­re pri­va di glu­tine.

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