Si va dritti all’estinzione della siderurgia piombinese

PIOMBINO 14 luglio 2017 — Il romp­i­capo dei salari Afer­pi: c’è chi avrà la bus­ta Afer­pi, chi Afer­pi + INPS, chi solo INPS?. Nel­la com­p­lessità buro­crat­i­ca del­la oper­azione il ris­chio di for­ti ritar­di nei paga­men­ti non è anco­ra scon­giu­ra­to e le certezze le avre­mo solo al momen­to del­la erogazione del 15 agos­to. Non è ques­tione solo di dis­a­gio eco­nom­i­co per sogget­ti già dura­mente provati da sostanziose decur­tazioni.
C’è un aspet­to altret­tan­to pre­oc­cu­pante. Con il decre­to 23 giug­no il gov­er­no ha sanci­to ammin­is­tra­ti­va­mente la divi­sione, preesistente nei fat­ti, dei lavo­ra­tori Afer­pi in tre grup­pi dis­tin­ti (un uni­co cedolino azien­dale non mod­i­fi­ca la sostan­za) con diver­sa posizione nei con­fron­ti dell’ azien­da: una ulte­ri­ore divi­sione del fronte dei lavo­ra­tori che inde­bolisce le poten­zial­ità di dife­sa di dirit­ti, salario e occu­pazione e potrebbe pre­fig­u­rare l’ indi­vid­u­azione di poten­ziali esuberi. I sin­da­cati con­fed­er­ali ave­vano riven­di­ca­to, gius­ta­mente, di man­tenere per tut­ti un uni­vo­co rap­por­to nor­ma­ti­vo-salar­i­ale con l’ azien­da: al pri­mo osta­co­lo, han­no scel­to di desistere sen­za ulte­ri­ori mobil­i­tazioni. Ma l’ errore orig­i­nario viene da lon­tano: con­sen­tire già nell’ accor­do sin­da­ca­to-azien­da del 2015, che Afer­pi gestisse a piaci­men­to il con­trat­to di sol­i­da­ri­età, sceglien­do nom­i­na­ti­va­mente chi dovesse lavo­rare e chi no.
L’ espe­rien­za ci dice che un modo “effi­cace” per chi­ud­ere una grande azien­da sof­fo­can­do le reazioni è quel­lo di erodere a pic­coli pas­si la situ­azione occu­pazionale, pro­dut­ti­va e com­mer­ciale, con­tem­po­ranea­mente div­i­den­do il più pos­si­bile il fronte di resisten­za, costrin­gen­do­lo alla sola dife­sa del­la imme­di­a­ta soprav­viven­za eco­nom­i­ca indi­vid­uale. Se si con­tin­ua così, si va drit­ti alla estinzione del­la siderur­gia piom­bi­nese.
Non se lo pos­sono per­me­t­tere i lavo­ra­tori; non se lo può per­me­t­tere la cit­tà, per la quale una siderur­gia meno inva­si­va ma mod­er­na ed eco­com­pat­i­bile è nei fat­ti con­dizione indis­pens­abile alla stes­sa diver­si­fi­cazione eco­nom­i­co-pro­dut­ti­va e al rilan­cio di tut­ta la Val di Cor­nia. Per questo, a par­tire dal­la ener­gia delle mobil­i­tazioni del 29 giug­no, bisogna “bat­tere il fer­ro finché è cal­do” e chia­mare le forze in cam­po a riven­di­care quan­to nec­es­sario sia per soprav­vi­vere oggi che per costru­ire il domani:

  • GARANZIE non vaghe sul­la pun­tu­al­ità del­la erogazione di salari e stipen­di, com­pre­sa la quo­ta di equiparazione ai prece­den­ti con­trat­ti di sol­i­da­ri­età; preparare da subito le forme di mobil­i­tazione in caso di inadem­pien­ze da parte dell’ INPS o dell’ Azien­da.
  • TRASPARENZA: per­ché non si pub­bli­ciz­zano i ver­bali di riu­nione al MISE, il testo dell’ adden­dum, la cir­co­lare che riguar­da il paga­men­to del nuo­vo ammor­tiz­za­tore sociale ? Cosa si vuole nascon­dere?
  • AVVIO RAPIDO DI DEMOLIZIONI E BONIFICHE, ris­er­vate alla ricol­lo­cazione dei lavo­ra­tori dell’ indot­to.
  • ROTAZIONE dei lavo­ra­tori nelle fasi di attiv­ità pro­dut­ti­va; non devono esistere lavo­ra­tori di serie A e di serie B!
  • PIANO B” PER IL RILANCIO DELLO STABILIMENTO: è impens­abile che all’ appun­ta­men­to di otto­bre (ver­i­fi­ca dei piani indus­tri­ali di Afer­pi) il gov­er­no giun­ga anco­ra una vol­ta “a mani nude”, sen­za una chiara strate­gia nel caso (purtrop­po non improb­a­bile) di inadem­pien­za: occorre un ruo­lo forte del­lo Sta­to nel rilan­cio del­lo sta­bil­i­men­to ( …le crisi ban­car­ie inseg­nano!).

Art 1 — Camp­ing CIG

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