Sindacati non più autonomi delegano i sindaci

· Inserito in Lavoro e lavori, Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 8 novem­bre 2018 — Le paven­tate mobil­i­tazioni dei lavo­ra­tori siderur­gi­ci di Afer­pi, di cui si era sen­ti­to echeg­gia­re nei giorni scor­si, non ci saran­no. L’ azien­da, con il pic­co­lo e tar­di­vo pas­so tat­ti­co in avan­ti sug­li ammor­tiz­za­tori sociali, cioè il dichiarar­si dis­pos­ta a inter­venire eco­nomi­ca­mente per tam­ponare momen­tanea­mente la situ­azione, si è per ora sot­trat­ta dal­la posizione di bersaglio diret­to delle proteste. Sul fronte del con­fron­to-scon­tro con le isti­tuzioni pub­bliche è invece accadu­to qual­cosa di sor­pren­dente e neg­a­ti­vo.
Le orga­niz­zazioni sin­da­cali han­no rin­un­ci­a­to a quel­la mobil­i­tazione locale di lavo­ra­tori e cit­ta­di­ni, ven­ti­la­ta nelle assem­blee dei lavo­ra­tori in caso fos­sero man­cate risposte certe da parte del gov­er­no (risposte che non sono arrivate), mobil­i­tazione fat­ta anche di azioni for­ti che final­mente por­tassero il caso Piom­bi­no alla rib­al­ta nazionale. I sin­da­cati han­no ritenu­to suf­fi­ci­en­ti le assi­cu­razioni ver­bali dei rap­p­re­sen­tan­ti del­la Regione e del Comune, cir­ca un gener­i­co inter­es­sa­men­to pres­so il gov­er­no nazionale per la risoluzione dei prob­le­mi sul tap­peto. In assen­za di fat­ti, si sono accon­tentati di parole. Han­no dato spazio ai pro­tag­o­nisti e cat­tivi gestori dei recen­ti anni di decli­no locale, che ne han­no approf­itta­to per indos­sare i pan­ni di pal­a­di­ni degli inter­es­si dei lavo­ra­tori nei con­fron­ti del nuo­vo gov­er­no. Han­no poi aval­la­to la pro­pos­ta che una del­egazione di sin­daci del­la zona vada a Roma al MISE per rap­p­re­sentare al gov­er­no l’ urgen­za sulle ques­tioni degli ammor­tiz­za­tori e, bon­tà loro, forse anche di quelle boni­fiche rimaste al palo per decen­ni sot­to le loro ammin­is­trazioni, locali e nazion­ali. Rite­ni­amo ques­ta scelta decisa­mente sbagli­a­ta. Una cosa è la mobil­i­tazione gen­erale, trasver­sale, e diret­ta dei lavo­ra­tori, che chia­mano in sol­i­da­ri­età cit­ta­di­ni e isti­tuzioni, sin­daci com­pre­si, e che costringa il gov­er­no a entrare nel mer­i­to dei prob­le­mi di Piom­bi­no; altra cosa è la del­e­ga ad ammin­is­tra­tori locali, tut­ti o qua­si di uno stes­so col­ore politi­co, in buona parte cor­re­spon­s­abili del decli­no locale, che in peri­o­do preelet­torale (siamo già di fat­to in cam­pagna per le ammin­is­tra­tive locali e per le europee) van­no a pre­sen­tar­si con la nuo­va veste di strenui difen­sori di inter­es­si col­let­tivi fino­ra dis­at­te­si. La cit­tà non ha nul­la da guadagnare nel fare dei gran­di prob­le­mi di Piom­bi­no una ques­tione stru­men­tal­mente ridot­ta a scon­tro elet­torale tra opposte fazioni. I sin­da­cati, rin­un­cian­do a gestire la loro forza di mobil­i­tazione e la loro autono­mia, rischi­ano di allon­tanare la risoluzione dei prob­le­mi di fon­do per met­ter­si alla coda del­la pro­pa­gan­da di un fronte con­tro l’ altro. Per Piom­bi­no e la Val di Cor­nia le cose che con­tano non sono i voti, rosa pal­li­do o gial­lo-ver­di che siano, ma i fat­ti con­creti su lavoro, salario, una nuo­va siderur­gia eco­com­pat­i­bile, svilup­po di infra­strut­ture, boni­fiche e diver­si­fi­cazione.

Coor­di­na­men­to Art 1 – Camp­ing CIG

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