Su RIMateria non facciamoci menare per il naso

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 11 novem­bre 2019 — Una cosa è cer­ta: il NURV ha con­ces­so la VIA al prog­et­to pre­sen­ta­to da RIMa­te­ria espri­men­do “pro­nun­cia pos­i­ti­va di com­pat­i­bil­ità ambi­en­tale”.
Questo è il dato da cui par­tire.
Cer­to, pone alcune pre­scrizioni “mit­i­ga­to­rie” in mer­i­to all’impatto odor­igeno e alle dis­tanze dai cen­tri abi­tati, ma a nos­tro parere, si pre­sen­tano due prob­le­mi: che ciò che si viene con­fig­u­ran­do è un nuo­vo prog­et­to indus­tri­ale, diver­so da quel­lo pre­sen­ta­to e per­tan­to da sot­to­porre a nuo­vo iter val­u­ta­ti­vo e, in sec­on­do luo­go, che in realtà le pre­scrizioni imposte in sede di VIA pos­sono tran­quil­la­mente essere riv­iste e cor­rette nel pro­ced­i­men­to autor­iz­za­ti­vo (AIA); si legge infat­ti che la soci­età “ove le pre­scrizioni risulti­no inat­tua­bili, potrà pre­sentare istan­za di mod­i­fi­ca”.
La nar­razione che si cer­ca di far pas­sare è che final­mente le due nuove dis­cariche che si andran­no ad aggiun­gere all’attuale, saran­no des­ti­nate alle boni­fiche e agli scar­ti del­la pro­duzione siderur­gi­ca.
Non è pro­prio così.
Bas­ta leg­gere con atten­zione: i volu­mi delle due nuove dis­cariche potran­no rice­vere solo rifiu­ti da smal­ti­men­to dei cumuli e da attiv­ità siderur­gi­ca, ma di quale attiv­ità siderur­gi­ca, se i mod­erni forni elet­tri­ci pro­ducono scar­ti min­i­mi?
E soprat­tut­to.. chi potrà imporre ad un pri­va­to la prove­nien­za del con­fer­i­men­to in una dis­car­i­ca anch’essa pri­va­ta?
Entram­bi i sogget­ti (Navar­ra e Unire­cu­peri) agis­cono nel libero mer­ca­to e non potran­no essere ogget­to di impo­sizioni. Inoltre esiste uno scar­to enorme tra i volu­mi min­i­mi che risul­ter­an­no dal­la rimozione dei cumuli e i mil­ioni di metri cubi pre­visti per le due nuove dis­cariche
Come con­dizione pre­lim­inare all’avvio delle due nuove dis­cariche è pre­vista la cop­er­tu­ra defin­i­ti­va del cono rovescio e dell’attuale dis­car­i­ca che con­tin­ua a non essere a nor­ma, nonos­tante abbia rice­vu­to più di una dif­fi­da e che la stes­sa giun­ta regionale abbia dovu­to sospendere la rat­i­fi­ca del parere tec­ni­co per­ché RIMa­te­ria non ave­va anco­ra ottem­per­a­to all’ultima dif­fi­da.
Sareb­bero tan­ti gli inter­rog­a­tivi, ma uno su tut­ti: come può un’azienda pri­va­ta basare il pro­prio piano indus­tri­ale su dati immag­inifi­ci, quali boni­fiche e ripresa siderur­gi­ca anco­ra di là da venire?
Un’ultima con­sid­er­azione: se non ci fos­se sta­ta la forte mobil­i­tazione del ter­ri­to­rio e non ci fos­se sta­to il cam­bio di ammin­is­trazione, la VIA sarebbe sta­ta con­ces­sa già da tem­po e sen­za queste lim­i­tazioni.

LAVORO&AMBIENTE

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