sei, il nuovo gestore dei rifiuti, presenta linee e programmi

Tariffe in crescita e traguardi ambiziosi entro il 2020

· Inserito in Sotto la lente
Fiorenzo Bucci

PIOMBINO 27 novem­bre 2015 – Una certez­za ed una serie di indi­cazioni pro­gram­matiche. Sei, il nuo­vo gestore del ciclo dei rifiu­ti urbani dell’Ato sud, si è pre­sen­ta­to. L’amministratore del­e­ga­to Eros Organ­ni (nel­la foto) in con­siglio comu­nale a Piom­bi­no, pre­sen­ti i rap­p­re­sen­tan­ti dei Comu­ni del com­pren­so­rio, ha trac­cia­to le linee del pro­prio piano indus­tri­ale. Che ovvi­a­mente non è nec­es­sari­a­mente quel­lo dell’Ato, a cui spet­ta il com­pi­to di ind­i­riz­zo del­la polit­i­ca dei rifiu­ti nel ter­ri­to­rio di com­pe­ten­za, ma quel­lo prodot­to dal gestore che lo ha elab­o­ra­to con un lavoro – è sta­to det­to – di nove mesi.
L’Ato, infat­ti, dopo le elezioni ammin­is­tra­tive del 31 mag­gio 2015 non ha più nom­i­na­to i pro­pri ver­ti­ci tan­to che, almeno da sei mesi, va avan­ti attra­ver­so deter­mine del diret­tore gen­erale. In car­i­ca c’è solo l’assemblea, un organ­is­mo ele­fan­ti­a­co com­pos­to dai rap­p­re­sen­tan­ti dei 106 Comu­ni che fan­no parte dell’ambito; non il con­siglio diret­ti­vo, non il pres­i­dente pre­visti dal­lo statu­to.
Quin­di in teo­ria le elab­o­razioni del gestore potreb­bero essere riv­iste, ricon­sid­er­ate e perfi­no accan­to­nate.

La certez­za
Questo pun­tu­al­iz­za­to, arriv­i­amo alla “certez­za”, che è una certez­za sul­la quale non piove: le tar­iffe saran­no aumen­tate e pre­sum­i­bil­mente con­tin­uer­an­no anche ad aumentare con una cur­va in asce­sa che si spera un giorno (quale sia non è sta­to pre­cisato) pos­sa iniziare a scen­dere. Infat­ti, se per legge alle spese devono cor­rispon­dere pari entrate, non c’è ver­so di far quadrare i con­ti sen­za ricor­rere alle tasche dell’utenza nel momen­to in cui risul­tano indis­pens­abili nuovi e con­sis­ten­ti inves­ti­men­ti. La filosofia, per­al­tro det­ta­ta dall’Europa, è quel­la di andare ver­so il totale rici­clo dei rifiu­ti, annul­lan­do quan­to più pos­si­bile lo smal­ti­men­to in dis­car­i­ca. Quin­di ovunque una rac­col­ta dif­feren­zi­a­ta spin­ta ed un’attività di trasfor­mazione dei rifiu­ti molto con­sis­tente. Il ter­ri­to­rio dell’Ato sud, per­al­tro carat­ter­iz­za­to da una notevolis­si­ma diver­sità di situ­azioni, oggi non ha gli stru­men­ti per perseguire gli obbi­et­tivi che Sei ha indi­ca­to nel­l’in­con­tro di Piom­bi­no e quin­di deve pro­cedere ad un adegua­men­to delle pro­prie dotazioni e del­la pro­pria orga­niz­zazione. Roba che cos­ta. Si pen­si che – esem­pio banale – il nuo­vo gestore, all’arrivo in Val di Cor­nia, ha trova­to un par­co mezzi vec­chio ed inadegua­to e sta già provve­den­do alla sos­ti­tuzione con mac­chine nuove e spes­so dalle carat­ter­is­tiche diverse dalle prece­den­ti. Alla fine dei giochi quest’opera, uni­ta ad una riduzione dei costi (Sei ha det­to di aver già taglia­to i pri­mi 4 mil­ioni di euro dalle uscite del bilan­cio 2015) dovrebbe portare ad una razion­al­iz­zazione e ad una effi­cien­za del servizio tali da pro­durre ben­efi­ci effet­ti sull’ambiente e sul­la tar­if­fazione. Alla fine, insom­ma, ques­ta benedet­ta cur­va degli impor­ti da pagare dovrebbe final­mente vol­gere ver­so il bas­so.
A ques­ta filosofia i rap­p­re­sen­ti dei Comu­ni pre­sen­ti (Mas­si­mo Giu­liani per Piom­bi­no, Rossana Sof­frit­ti per Campiglia, Giu­liano Par­o­di per Suvere­to e Anto­nio Rus­so per San Vin­cen­zo) han­no sostanzial­mente ader­i­to con con­sis­ten­ti dis­tin­guo e richi­este di garanzie del suvere­tano Par­o­di.

sei Toscana

I ricor­di del pas­sato
Appe­na appe­na un inciso per ricor­dare il pas­sato quan­do altre indi­cazioni uffi­ciali ven­nero comu­ni­cate a ben­efi­cio del­la pub­bli­ca opin­ione. Non si dimen­ti­ca comunque che nel­la sedu­ta del con­siglio comu­nale di Piom­bi­no del 12 dicem­bre 2011 l’assessore Mar­co Chiarei, come risul­ta a ver­bale, così riferì a propos­i­to delle tar­iffe: “… Quin­di un nos­tro ingres­so in questo asset­to ci tran­quil­liz­za, per­ché ci con­sente di man­tenere su questo ter­ri­to­rio le tar­iffe che conos­ci­amo adesso e di avere come rifer­i­men­to tem­po­rale la qua­si certez­za che a regime nell’ Ato Sud si dovran­no attuare dei per­cor­si ver­so le tar­iffe più vir­tu­ose e non il vicev­er­sa, come temi­amo pos­sa accadere nell’Ato Cos­ta”.
E per­al­tro l’intervento dell’assessore ebbe una eco. Infat­ti l’allora pres­i­dente di Asiu, Ful­vio Murzi si fece pre­mu­ra di pun­tu­al­iz­zare tra l’altro: “… c’è la pos­si­bil­ità di aggiun­gere la nos­tra realtà come quar­to ambito ter­ri­to­ri­ale in cui il man­tenere il nos­tro liv­el­lo tar­if­fario e dimostrare nei fat­ti che gli altri pos­sono scen­dere al nos­tro liv­el­lo, scen­dere nel sen­so abbas­sare le tar­iffe…”.
Va det­to che, non fos­se altro che per l’impopolarità del provved­i­men­to, l’aumento delle tar­iffe è deci­sione che viene adot­ta­ta a col­lo tor­to. Si pen­si solo che per mit­i­gare l’impatto, Sei  ha rin­un­ci­a­to in tut­to l’ambito a 20 mil­ioni di euro che non peser­an­no più sulle bol­lette ma che comunque fini­ran­no in bilan­cio con la con­seguen­za ovvia di lim­itare o meglio riman­dare qualche inves­ti­men­to.
Per la cronaca la fat­turazione da parte di Sei Toscana in Val di Cor­nia dovrebbe iniziare dal pri­mo gen­naio 2016.

Le indi­cazioni
Le indi­cazioni for­nite da Sei per la Val di Cor­nia riguardano sostanzial­mente due obbi­et­tivi, entram­bi con sca­den­za nel 2020, anno in cui la rac­col­ta dif­feren­zi­a­ta dovreb­bero rag­giun­gere, in tut­ti i Comu­ni del com­pren­so­rio, il 60 per cen­to ed il rici­clo dei mate­ri­ali il 50 per cen­to.
I tra­guar­di in entram­bi i casi non sono pro­prio agevoli da rag­giun­gere. Si con­sid­eri solo che per la rac­col­ta dif­feren­zi­a­ta (media del­la Val di Cor­nia cir­ca il 35%) il Comune di Piom­bi­no, in otto anni dal 2006 al 2013, è pas­sato dal 36,86 per cen­to al 31,16% scen­den­do addirit­tura di oltre cinque pun­ti per­centu­ali men­tre, nel­lo stes­so peri­o­do, Campiglia ha fat­to seg­nare un incre­men­to del 0,9 per cen­to fer­man­dosi nel 2013 a 32,97%. Un po’ meglio San Vin­cen­zo e Suvere­to che al 31 dicem­bre 2013 ave­vano rispet­ti­va­mente rag­giun­to il 41,98 per cen­to ed il 30,76 per cen­to.
Per il rici­clo, oggi assai lim­i­ta­to, il lavoro potrebbe essere anche più impeg­na­ti­vo e non si sa con quan­ta reale sod­dis­fazione eco­nom­i­ca. In alcu­ni casi, il rici­clo che pure è un ind­i­riz­zo inconfutabile, oggi ha un cos­to più che pro­durre un guadag­no.

I soci del­l’A­to e gli uten­ti finali
In una sim­i­le situ­azione non può essere igno­ra­to il quadro orga­niz­za­ti­vo d’insieme che carat­ter­iz­za la ges­tione dei rifiu­ti urbani. Al ver­tice del­la piramide sta l’Ato che altro non è che l’espressione pub­bli­ca delle varie realtà isti­tuzion­ali pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio, ovvero i 106 Comu­ni delle province di Arez­zo, Siena, Gros­se­to e del­la Val di Cor­nia oltre a Castag­ne­to. Alla base del­la piramide, nel­la parte più bas­sa, si trovano gli uten­ti, ovvero   i des­ti­natari finali del servizio. Che sono anco­ra gli stes­si 106 Comu­ni. Tan­to per fare un esem­pio, immag­i­nate un sin­da­co, il quale, dopo aver spre­mu­to i pro­pri cit­ta­di­ni con balzel­li di ogni tipo, si tro­vi a parte­ci­pare ad una riu­nione dell’Ato in cui si dis­cute di aumentare le tar­iffe dei rifiu­ti. Pen­sate che quel sin­da­co, men­tre sta sedu­to in assem­blea insieme agli altri col­leghi, pos­sa dimen­ti­care le esi­gen­ze, le reazioni, le par­ti­co­lar­ità del­la popo­lazione del Comune che il giorno dopo tornerà ad ammin­is­trare?
Più di una vol­ta, anche nel­la con­feren­za stam­pa piom­bi­nese di Sei, è venu­ta alla luce la dif­feren­za tra un organ­is­mo faraon­i­co, che si muove con la tradizionale lentez­za degli enti pub­bli­ci e che è carat­ter­iz­za­to dall’anomalia di soci-uten­ti, e le esi­gen­ze di un gestore che vuole muover­si con pas­so indus­tri­ale, che vive di bud­get e di crono­pro­gram­mi, che non può non guardare agli utili e che quin­di con­sid­era il tem­po come una risor­sa e il las­sis­mo come un imped­i­men­to ad agire e pro­durre.
Che cosa se ne può dedurre? Che indub­bi­a­mente anche il più bel piano indus­tri­ale, in queste con­dizioni, potrebbe incon­trare molti, molti osta­coli. E in ulti­ma, estrema anal­isi, non pare pro­prio but­ta­ta di fuori la bat­tuta sommes­sa­mente mor­mora­ta da un vec­chio ami­co cro­nista: “Hai mai vis­to le tar­iffe diminuire?”.

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