Territori come serbatoi di preferenze?

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 19 mar­zo 2015 — Rac­con­tano le cronache la para­dos­sale vicen­da del piano pae­sag­gis­ti­co toscano. Inno­v­a­ti­vo, com­p­lesso e prog­et­tuale, mes­so a pun­to in anni di lavoro da Anna Mar­son con gli appor­ti delle Uni­ver­sità toscane, il piano appare al momen­to snat­u­ra­to nel pro­fon­do. I colpi più duri sono arrivati, spi­ace notar­lo, da emen­da­men­ti del PD (Pel­le­grinot­ti e Tor­toli­ni), che, in accor­do con FI, han­no aper­to alla pos­si­bil­ità di costru­ire sul mare, di cavare mar­mi in quo­ta anche su crinali pri­ma pro­tet­ti, di inter­venire nell’alveo dei fiu­mi ed altro.
Tan­to diver­so e tan­to poco pae­sag­gista è diven­ta­to, che si rischia la sono­ra boc­ciatu­ra del Min­is­tero; ciò ha spin­to Enri­co Rossi ad un forte stop e addirit­tura alla minac­cia di non votare quan­to è frut­to del­la scure del suo stes­so par­ti­to, men­tre rischia di finire al macero un lavoro che avrebbe fat­to del­la Toscana una regione pilota.
Le ragioni sono varie; ma non c’è dub­bio che, accan­to alla scarsa atten­zione per l’ambiente (tema lat­erale e min­i­male nel modesto pro­gram­ma del Pd regionale e pres­soché assente nel dibat­ti­to del Pd nazionale), la spin­ta elet­torale e l’avvicinarsi del voto regionale ha in alcu­ni casi esasper­a­to il local­is­mo e l’attenzione miope ai ter­ri­tori di prove­nien­za, visti come mero ser­ba­toio di pref­eren­ze e non come tessere di quell’unico insieme che è la nos­tra regione.
Pretes­tu­oso è accam­pare la ques­tione dell’occupazione. La Toscana ha come risor­sa pri­maria, anche eco­nom­i­ca, la sua bellez­za artis­ti­ca e nat­u­rale, ed ha costru­ito nei sec­oli pro­prio con il lavoro il suo pae­sag­gio uni­co. Piscine sul mare si trovano in altre coste d’Europa, già mas­sacrate dal cemen­to. Chi viene in Toscana pre­tende qual­cosa di più e non ci tornerà se questo pae­sag­gio bel­lis­si­mo e frag­ile sarà rov­ina­to, se non potrà ammi­rare dal mare di Ver­sil­ia le Apuane o se tro­verà la cos­ta sud dev­as­ta­ta da moli e alberghi.
Vedremo come andrà finire. Una cosa è chiara: chi ha pre­sen­ta­to questi emen­da­men­ti deve andarsene, ed è sper­abile che le prossime elezioni porti­no in Regione aria e fac­ce nuove, più sen­si­bili a queste prob­lem­atiche. Ma Enri­co Rossi e i diri­gen­ti del Pd devono sapere che qui si gio­cano molti voti e molte asten­sioni.

Cris­tiana Tor­ti
Docente di Sto­ria dell’ambiente e del ter­ri­to­rio
Uni­ver­sità di Pisa

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