SIDERURGIA: DOPO LE RIUNIONI DI LUGLIO E PRIMA DI QUELLE DI SETTEMBRE

Tra domande non poste e risposte non pervenute

Redazione

PIOMBINO 8 agos­to 2016 — Beh, qual­cosa è cam­bi­a­to anche se non in meglio. Pista di decol­lo ver­so “la stel­la del Mediter­ra­neo” è diven­ta­ta una stra­da piena di buche, tan­t’è che gli stes­si che ieri parla­vano in ter­mi­ni ben diver­si oggi ammet­tono, per voce del vicesin­da­co di Piom­bi­no Ste­fano Fer­ri­ni che “La situ­azione è sicu­ra­mente com­p­lessa e non è cer­ta­mente quel­la che ci sarem­mo aspet­tati lo scor­so anno”. Gli altri agget­tivi più usati sono lun­go, dif­fi­cile, tor­tu­oso, pre­oc­cu­pante ed altri sul­lo stes­so tono.
L’e­spres­sione meno usa­ta è invece quel­la più nec­es­saria: di dif­fi­cile com­pren­sione. A questo han­no con­tribuito ovvi­a­mente le gri­da di entu­si­as­mo più volte lan­ci­ate ma pun­tual­mente smen­tite dal­la realtà.
La pos­si­bil­ità di com­pren­sione piena è la con­dizione, indis­pens­abile per tut­ti, per capire, per val­utare, per esprimer­si, per parte­ci­pare.
Sono le pre­con­dizione del­la democrazia, bellez­za.
Forse allo­ra non è inutile provare a fare il pun­to sulle ques­tioni che dovran­no essere affrontate sin da quelle riu­nioni di set­tem­bre, dopo le tante già avvenute, che sem­bra­no essere i prossi­mi appun­ta­men­ti per chi ha qualche respon­s­abil­ità. E non solo da quelle riu­nioni.
Non per pre­tendere di dire cose nuo­vis­sime ma per tentare di met­ter­le in fila.
Nat­u­ral­mente ill ragion­a­men­to rimar­rà all’in­ter­no di una scelta fat­ta a suo tem­po per il man­ten­i­men­to del­la pro­duzioone siderur­gi­ca basa­ta sug­li anda­men­ti e sulle prospet­tive di mer­ca­to. Prospet­tive che, per la ver­ità,  ad oggi sono state smen­tite dal­lo stes­so mer­ca­to in maniera tale che lo stes­so Com­mis­sario str­sor­di­nario Nar­di è costret­to ad ammet­tere che “Rispet­to alla situ­azione di parten­za ( l’offerta di Cevi­tal fa rifer­i­men­to ai dati del sec­on­do trimestre 2014) il con­testo di rifer­i­men­to del 2016 si è così mod­i­fi­ca­to:
(i) la pre­vista ripresa di mer­ca­to non si è ver­i­fi­ca­ta anzi si è assis­ti­to ad una rar­efazione del­la doman­da;
….
(iii) il mer­ca­to finanziario è entra­to in crisi lesinan­do il cred­i­to sia per il cir­colante che per gli inves­ti­men­ti”.

93-fausto-azziIl piano indus­tri­ale
C’è una dif­feren­za fon­da­men­tale tra il piano indus­tri­ale inser­i­to nel­l’ac­cor­do di pro­gram­ma fir­ma­to il 30 giug­no 2015 da enti pub­bli­ci e Afer­pi e quel­lo, di cui si par­la in questi giorni, con­tenu­to nel mas­ter­plan pre­sen­ta­to da Afer­pi al Comune di Piom­bi­no e alla Regione Toscana.
Il pri­mo, che era anche alla base degli accor­di sin­da­cali con­nes­si alla ven­di­ta del­la Luc­chi­ni ad Afer­pi con le loro impli­cazioni sia sul­l’oc­cu­pazione sia sulle con­dizioni eco­nomiche e ret­ribu­tive dei lavo­ra­tori, prevede­va l’istallazione di due forni elet­tri­ci, di tre colate con­tin­ue oltreché di un nuo­vo treno rotaie con una produzione/vendita di acciai di qual­ità e spe­ciali a regime di 2 mil­ioni di ton­nel­late di prodot­ti fini­ti (rotaie, travi, barre e vergel­la).
Il sec­on­do l’istal­lazione di un forno elet­tri­co con una capac­ità pro­dut­ti­va di poco più di 1 mil­ione di ton­nel­late, di due colate con­tin­ue e di un nuo­vo treno rotaie
Nat­u­ral­mente si spre­cano gli spergiuri sul man­ten­i­men­to di tut­ti gli impeg­ni ma, agli atti, sono solo parole.
Nel pri­mo piano vi era addirit­tura una tem­p­is­ti­ca che face­va iniziare gli inves­ti­men­ti (ma questo già era la pri­ma dimostrazione che non era un piano cred­i­bile) il 1° luglio 2015 e col­lo­ca­va la fine lavori del­la pri­ma acciaieria nel dicem­bre 2016, del nuo­vo treno rotaie nel novem­bre 2017 e del­la sec­on­da acciaieria nel gen­naio 2019.
Riman­gono nel pri­mo e nel sec­on­do piano il polo per la logis­ti­ca e quel­lo per l’a­groin­dus­tri­ale sen­za nes­suna sca­den­za per l’inizio e la fine dei lavori.
Nel mas­ter­plan com­pare anche un polo arti­gianale-com­mer­ciale che al mas­si­mo è solo una pre­vi­sione urban­is­ti­ca la cui real­iz­z­abil­ità viene smen­ti­ta dalle stesse parole con cui è illus­tra­to: “Il prog­et­to, anco­ra in fase di affi­na­men­to, prevede l’in­ser­i­men­to di alcu­ni man­u­fat­ti arti­gianali o di pic­co­la indus­tria all’in­ter­no di un con­testo verde preva­len­te­mente a par­co urbano, carat­ter­iz­za­to dal­la pre­sen­za di cen­tri com­mer­ciali e servizi pri­vati alla cit­tà. Con l’am­biziosa volon­tà di richia­mare affer­mate realtà com­mer­ciali che imprezio­sis­cono le più bla­sonate realtà urbane, griffe che fun­gereb­bero da tes­ta di ponte per io svilup­po di un ter­ri­to­rio ric­co di poten­zial­ità e ele­men­ti carat­ter­is­ti­ci, fusi in un unicum sin­go­lare e irripetibile”.

I tem­pi
Afer­pi nel Mas­ter­plan pre­sen­ta­to il 5 luglio al Comune di Piom­bi­no per l’avvio del pro­ced­i­men­to urban­is­ti­co prevede i seguen­ti ter­mi­ni tem­po­rali delle attiv­ità di real­iz­zazione degli impianti

impianti inizio lavori ter­mine lavori
nuo­va acciaieria 30 aprile 2016 (1) agos­to 2018
nuo­vo treno rotaie 30 aprile 2016 (1) agos­to 2019
svilup­po logis­ti­co dicem­bre 2023
demolizione area alto­forno dicem­bre 2020
dis­mis­sione e demolizione vec­chio treno rotaie set­tem­bre 2020 otto­bre 2022
demolizione area vec­chia acciaieria e cok­e­ria novem­bre 2017 agos­to 2020
polo agroal­i­menta­re set­tem­bre 2020 dicem­bre 2022
polo com­mer­ciale-arti­gianale gen­naio 2023 feb­braio 2025

(1) inizio del­la prog­et­tazione

Già Stile libero si è occu­pa­to del­la cred­i­bil­ità dei tem­pi del­la nuo­va acciaieria con­clu­den­do che non il 2018 ma il 2020 è l’anno che va pre­so razional­mente in con­sid­er­azione per la ripresa del­la pro­duzione siderur­gi­ca, sem­pre che tut­to pro­ce­da nel migliore dei modi e sen­za imped­i­men­ti di natu­ra finanziaria o autor­iz­za­ti­va.
Imped­i­men­ti di natu­ra finanziaria su cui lo stes­so Com­mis­sario stra­or­di­nario Nar­di affer­ma: “Nel det­to “tim­ing” si ipo­tiz­za la chiusura del con­trat­to di finanzi­a­men­to per fine otto­bre 2016 che, stante la situ­azione dei rap­por­ti in fase iniziale con i pos­si­bili sogget­ti finanzi­a­tori, appare incer­ta e comunque ottimisti­ca, alla luce del­la attuale tur­bolen­za dei mer­cati finanziari e siderur­gi­ci”.
Per il resto reg­na la mas­si­ma inde­ter­mi­nazione già descrit­ta da Afer­pi nel mar­zo 2016: “L’avvio del set­tore agroin­dus­tri­ale è con­dizion­a­to dai tem­pi del­lo sman­tel­la­men­to degli impianti dell’area a cal­do e del­la delo­cal­iz­zazione dell’attuale treno rotaie.
Per la logis­ti­ca è in cor­so la ricer­ca di un part­ner spe­cial­ista e cofi­nanzi­a­tore dell’attività (da ver­i­fi­care la pos­si­bil­ità di isti­tuire nell’area por­tuale una “zona fran­ca”)”.
Il polo com­mer­ciale-arti­gianale è una pura ipote­si.

porto lucchini rotaieLa pro­duzione
L’ otta­va relazione trimes­trale sull’andamento dell’esercizio dell’impresa e sul­la ese­cuzione del pro­gram­ma di ces­sione del­la Luc­chi­ni fir­ma­ta dal Com­mis­sario stra­or­di­nario Nar­di il 27 luglio 2016 dà infor­mazioni pre­cise sul­la pro­duzione del­lo sta­bil­i­men­ti di Piom­bi­no, cioè di Afer­pi:
“Nel sec­on­do semes­tre 2015 Afer­pi ha potu­to esportare in Alge­ria cir­ca 60 mila ton­nel­late che assieme alla pro­duzione a finire per Luc­chi­ni (soprat­tut­to rotaie) si arri­va a cir­ca 240 mila ton­nel­late ( 40/50 mila ton­nel­late al mese con­tro un obi­et­ti­vo di 70 mila ton­nel­late).
La pro­duzione di Afer­pi ai treni di lam­i­nazione di Piom­bi­no è sta­ta nel pri­mo semes­tre del 2016 di cir­ca 235 mila ton­nel­late (di cui 25mila ton­nel­late di rotaie per Luc­chi­ni) con una media men­sile sim­i­le a quel­la del sec­on­do semes­tre 2015.
Nel­lo stes­so peri­o­do la pro­duzione media è sta­ta molto vari­abile ma medi­a­mente sug­li stes­si liv­el­li del 2015, con una disce­sa a 30 mila ton­nel­late nel giug­no anche per il bloc­co delle licen­ze import in Alge­ria”.
Ipo­tiz­z­abile, per ciò che è sta­to det­to nel cor­so del­l’ul­ti­ma riu­nione al Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co, che un sim­i­le trend sarà man­tenu­to nel sec­on­do semes­tre 2016 ma ciò ovvi­a­mente pone prob­le­mi sia per il rag­giung­i­men­to del­l’ob­bi­et­ti­vo di chi­ud­ere il 2016 in pareg­gio sia per l’oocu­pazione. È del resto la stes­sa Afer­pi che nel­l’ul­ti­ma relazione invi­a­ta a Nar­di affer­ma: “…la ges­tione 2016 sta generan­do risul­tati infe­ri­ori rispet­to al bud­get prin­ci­pal­mente a causa delle lim­i­tate disponi­bil­ità finanziarie con­seguen­ti alla man­can­za di linee di cred­i­to ban­car­ie, che non con­sentono adeguati approvvigionamenti”…lo sta­to attuale del­la tesore­ria di Afer­pi indi­ca che sen­za ulte­ri­ori linee di cred­i­to la pro­duzione dei prossi­mi mesi dovrà essere forte­mente ridi­men­sion­a­ta rispet­to al bud­get”.

DSC_6298L’oc­cu­pazione
Sem­pre sec­on­do l’ otta­va relazione del Com­mis­sario stra­or­di­nario Nar­di “il piano indus­tri­ale prevede­va l’assunzione di 1680 dipen­den­ti ex Luc­chi­ni per la parte logis­ti­ca e siderur­gi­ca oltre a 180 dipen­den­ti ex Luc­chi­ni Servizi da uti­liz­zare per manuten­zione e riparazione anche attra­ver­so l’internalizzazione di attiv­ità appal­tate a terzi. Nel cor­so del­la negozi­azione con le orga­niz­zazioni sin­da­cali tale numero fu ele­va­to alla total­ità dei dipen­den­ti in Piom­bi­no, pari a 2280, con­fi­dan­do di assor­bire la dif­feren­za attra­ver­so lo svilup­po dell’industria agroal­i­menta­re, set­tore “core” di Cevital”.…si prevede a regime una occu­pazione di 1410 unità nel­la parte siderur­gi­ca e di 200 dipen­den­ti per la parte logis­ti­ca e l’internalizzazione di servizi esterni di manuten­zione, riparazione e rifaci­men­ti con l’utilizzo del per­son­ale ex Luc­chi­ni Servizi. Per recu­per­are l’intera forza lavoro di 2100 unità occor­rerà ver­i­fi­care le poten­zial­ità occu­pazion­ali degli inves­ti­men­ti nel set­tore agroal­i­menta­re, non anco­ra defin­i­ti e quan­tifi­cati”.
La con­giun­zione tra la riduzione del piano, i tem­pi dilatati e l’in­certez­za dei finanzi­a­men­ti pone molti prob­le­mi, ad esem­pio per l’as­sun­zione di tut­ti i lavo­ra­tori ex Luc­chi­ni, pre­vista da tut­ti gli accor­di e pro­gram­mi per il 1° novem­bre 2016.
Sem­bra dif­fi­cile dare per scon­ta­ta l’ap­pli­cazione dei con­trat­ti di sol­i­da­ri­età a tut­ti. Si può aprire la prospet­ti­va del­la cas­sa inte­grazione guadag­ni stra­or­di­nar­ia del­la dura­ta mas­si­ma di 24 mesi, anche con­tin­u­a­tivi, in un quin­quen­nio mobile in cor­rispon­den­za del­la pre­sen­tazione e del­la accettazione di un piano di inter­ven­ti volto a fron­teggia­re le inef­fi­cien­ze del­la strut­tura ges­tionale o pro­dut­ti­va e delle indi­cazioni sug­li inves­ti­men­ti e sul­l’even­tuale attiv­ità di for­mazione dei lavo­ra­tori. Un pro­gram­ma final­iz­za­to a un con­sis­tente recu­pero occu­pazionale del per­son­ale inter­es­sato alle sospen­sioni o alle riduzioni del­l’o­rario di lavoro, come dice il jobs act.
Anche in ques­ta ipote­si i tem­pi degli ammor­tiz­za­tori sociali non coin­ci­dono con quel­li nec­es­sari alla real­iz­zazione del piano siderur­gi­co, sia pure ridi­men­sion­a­to, e ancor meno di quel­lo logis­ti­co e agroal­i­menta­re.
Cosa potrà suc­cedere il 1° luglio 2017 quan­do scad­ran­no i due anni obbli­ga­tori per la pros­e­cuzione dell’attività impren­di­to­ri­ale nes­suno lo può affer­mare con certez­za.
Tut­to questo è rel­a­ti­vo agli ex dipen­den­ti Luc­chi­ni, ma già da questo si capisce che anche nel­l’ipote­si più rosea si avrà una riper­cus­sione ancor più pesante, del resto già com­in­ci­a­ta, su quel­li che ven­gono chia­mati i lavo­ra­tori del­l’in­dot­to, cioè quel­li che svol­gevano lavori ed attiv­ità per Luc­chi­ni: 600 lavo­ra­tori ante-speg­n­i­men­to area a cal­do, ridot­ti ai 150 attuali sec­on­do le stime di Afer­pi. Per non par­lare poi dei 249 che a dicem­bre 2016 alla stes­sa data si tro­ver­an­no a fine mobil­ità e dei 2018 che saran­no a fine Aspi e Naspi, le prestazioni eco­nomiche che han­no sos­ti­tu­ito le inden­nità di dis­oc­cu­pazione. I dati sono del­la Regione Toscana.

I finanzi­a­men­ti
Il piano indus­tri­ale del 30 giug­no 2015 prevede­va inves­ti­men­ti di 500 mil­ioni di euro così sud­di­visi:

  • per il prog­et­to siderur­gi­co 300 mil­ioni di euro, dei quali 148,5 mil­ioni nelle prime due fasi (tra il 2015 e il 2017) ed 151,5 mil­ioni nelle suc­ces­sive (tra il 2017/2019),
  • per il prog­et­to agroin­dus­tri­ale 220 mil­ioni,
  • per por­to e logis­ti­ca 50 mil­ioni.

In totale oltre 500 mil­ioni di inves­ti­men­ti.
Oggi i numeri sono sen­si­bil­mente cam­biati tan­t’è che lo stes­so Com­mis­sario stra­or­di­nario Nar­di affer­ma, a propos­i­to dei con­tenu­ti di una relazione pre­sen­ta­ta da Afer­pi il 7 giug­no 2016, che “Se da un lato il busi­ness plan cer­ti­fi­ca con i risul­tati eco­nomi­ci e finanziari esposti la valid­ità del­la visione strate­gi­ca, dall’altro sot­to­lin­ea la lat­i­tu­dine del fab­bisog­no finanziario ben supe­ri­ore a quan­to inizial­mente pre­vis­to da Cevi­tal e da qual­si­asi altro prog­et­to siderur­gi­co europeo in cor­so di ideazione o attuazione”. E anco­ra lo stes­so Com­mis­sario: “Lo svilup­po del prog­et­to siderur­gi­co ha richiesto tem­pi lunghi e mod­i­fiche dei con­tenu­ti con impianti all’avanguardia per pot­er com­petere con suc­ces­so nel mer­ca­to del­la qual­ità ma con costi pres­soché rad­doppiati”.
In un doc­u­men­to pre­sen­ta­to alla Regione Toscana ed al Comune di Piom­bi­no si par­la di un cos­to di inves­ti­men­to per la nuo­va acciaieria elet­tri­ca e il nuo­vo treno di lam­i­nazione pari a 416 mil­ioni di euro.
In un recente arti­co­lo pub­bli­ca­to da Stile libero il nos­tro col­lab­o­ra­tore Leonar­do Mez­za­capo trova­va ”la cifra di 416 mil­ioni di euro asso­lu­ta­mente inadegua­ta alle esi­gen­ze com­p­lessive dell’intero prog­et­to, rite­nen­do, da una per­son­ale val­u­tazione bud­getaria, che la cifra con­grua si attesti attorno a 600/650 mil­ioni di euro”.
E il cos­to delle boni­fiche? Non sem­bra sia com­pre­so.
Nes­suna cifra per agroin­dus­tria por­to e logis­ti­ca. Men che mai per l’ar­ti­gianale-com­mer­ciale né per lo sman­tel­la­men­to degli impianti esisten­ti.
Prob­le­mi anche per la ges­tione ordi­nar­ia del­l’at­tiv­ità di lam­i­nazione.
Lo ril­e­va di nuo­vo chiara­mente l’ot­ta­va relazione del Com­mis­sario stra­or­di­nario Nar­di: “La relazione Afer­pi ripor­ta anche infor­mazioni sull’andamento ges­tionale del pri­mo quadrimestre da cui emerge che “la ges­tione 2016 sta generan­do risul­tati infe­ri­ori rispet­to al bud­get prin­ci­pal­mente a causa delle lim­i­tate disponi­bil­ità finanziarie con­seguen­ti alla man­can­za di linee di cred­i­to ban­car­ie, che non con­sentono adeguati approvvigionamenti”….“lo sta­to attuale del­la tesore­ria di Afer­pi indi­ca che sen­za ulte­ri­ori linee di cred­i­to la pro­duzione dei prossi­mi mesi dovrà essere forte­mente ridi­men­sion­a­ta rispet­to al budget”…La relazione sti­ma un fab­bisog­no di 75 mil­ioni di euro nelle diverse forme tec­niche (anticipo fat­ture, let­tere di cred­i­to, per­for­mance e bid bond ecc.) che a parere del­lo scrivente Com­mis­sario è sovras­ti­ma­to, ma che rimar­rebbe di impor­to comunque ele­va­to tale da richiedere il con­cor­so di una plu­ral­ità di sogget­ti finanzi­a­tori. Afer­pi si atten­de­va una rispos­ta pos­i­ti­va dal sis­tema ban­car­io con­sideran­do che l’azionista ave­va comunque sup­por­t­a­to la soci­età con aumen­ti di cap­i­tale e finanzi­a­men­ti garan­ti­ti per 87 mil­ioni di euro e che il portafoglio ordi­ni è attual­mente dell’ordine delle 250mila ton­nel­late”.
E così oggi la situ­azione non sem­bra cam­bi­a­ta.

WP_20150525_11_20_36_ProLe boni­fiche
Afer­pi è tenu­to a prog­ettare, real­iz­zare e rispettare

  • la rimozione e l’avvio a recu­pero o smal­ti­men­to dei rifiu­ti deposi­tati in modo incon­trol­la­to nelle aree di pro­pri­età e in con­ces­sione dema­niale;
  • la mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del suo­lo nelle aree di pro­pri­età ex Luc­chi­ni, tramite mis­ure di mit­igazione o inter­ruzione dei per­cor­si di espo­sizione, quali cop­er­ture e rimozione di hot spot, e anal­isi di ris­chio sito speci­fi­ca.

Il 31 mag­gio 2016 la Con­feren­za dei servizi che opera al Min­is­tero dell’ ambi­ente ha approva­to l’analisi di ris­chio che è la pre­mes­sa per l’elaborazione e la suc­ces­si­va approvazione, non solo da parte di Afer­pi ma anche del Min­is­tero, del prog­et­to per la mes­sa in sicurez­za e per l’assegnazione degli appalti e dell’esecuzione suc­ces­si­va.
La stes­sa con­feren­za dei servizi ha chiesto all’ azien­da di trasmet­tere entro 60 giorni il prog­et­to inte­gra­to degli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va e rein­dus­tri­al­iz­zazione pre­vis­to dall’ accor­do di pro­gram­ma ai sen­si dell’articolo 252-bis del D.Lgs 152/2006 “per l’attuazione del Prog­et­to inte­gra­to di mes­sa in sicurez­za, ricon­ver­sione indus­tri­ale e svilup­po eco­nom­i­co pro­dut­ti­vo nell’area dei com­p­lessi azien­dali di Piom­bi­no cedu­ti dal­la Luc­chi­ni”.
Un tavo­lo tec­ni­co al Min­is­tero dell’ ambi­ente ha pre­so atto di un piano, pre­sen­ta­to da Invi­talia, delle indagi­ni inte­gra­tive final­iz­za­to all’acquisizione del­la conoscen­za geot­ec­ni­ca e idro­ge­o­log­i­ca delle aree che saran­no inter­es­sate dal prog­et­to degli inter­ven­ti di com­pe­ten­za pub­bli­ca per la mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del­la fal­da e per la mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va del suo­lo nelle aree dema­niali, da real­iz­zare con finanzi­a­men­to pub­bli­co.
Al fine di esten­dere e ren­dere il più pos­si­bile com­ple­to il quadro di conoscen­za degli aspet­ti idro­ge­o­logi­ci, idrauli­ci e chim­i­co-ambi­en­tali del­la fal­da, è pre­vista una cam­pagna di cam­pi­ona­men­to e mon­i­tor­ag­gio del­la fal­da del­la dura­ta com­p­lessi­va di 18 mesi.
Del resto Invi­talia ave­va già chiar­i­to i tem­pi per la parte di sua com­pe­ten­za:
70 mesi dal­la stip­u­la del­la con­ven­zione tra Regione e Invi­talia.
Se la con­ven­zione fos­se sta­ta stip­u­la­ta il pri­mo gen­naio 2016
i lavori di mes­sa in sicurez­za dei suoli (pavi­men­tazione) par­tireb­bero nel gen­naio 2018 e ter­minereb­bero nell’aprile 2020,
i lavori di mes­sa in sicurez­za del­la fal­da par­tireb­bero nel giug­no 2020 e ter­minereb­bero nell’ottobre 2021,
tut­ti i lavori ter­minereb­bero nell’ottobre 2021.
Da ten­er pre­sente che tut­ti i prog­et­ti deb­bono essere coor­di­nati e con­cor­dati tra Afer­pi e Invi­talia e per la ver­ità anco­ra nes­suno ha spie­ga­to in maniera pre­cisa quale tipo di bonifi­ca si vuole real­iz­zare.

DSC_8464L’ac­cor­do di pro­gram­ma
L’ac­cor­do di pro­gram­ma del 30 giug­no 2015, pre­ce­du­to e pre­an­nun­ci­a­to da un altro accor­do di pro­gram­ma del 15 aprile 2014, è sta­to siglato sul­la base del­l’art. 252 bis del Dlgs. 152 del 2006 (Codice del­l’Am­bi­ente) che recita: “Il
Min­istro del­l’am­bi­ente e del­la tutela del ter­ri­to­rio e del mare e il Min­istro del­lo svilup­po eco­nom­i­co, d’in­te­sa con la Regione ter­ri­to­rial­mente inter­es­sa­ta e, per le materie di com­pe­ten­za, con il Min­istro del lavoro e delle politiche sociali, nonché con il Min­istro dei beni e delle attiv­ità cul­tur­ali e del tur­is­mo per gli aspet­ti di com­pe­ten­za in relazione agli even­tu­ali speci­fi­ci vin­coli di tutela insis­ten­ti sulle aree e sug­li immo­bili, pos­sono stip­u­lare accor­di di pro­gram­ma con uno o più pro­pri­etari di aree con­t­a­m­i­nate o altri sogget­ti inter­es­sati ad attuare prog­et­ti inte­grati di mes­sa in sicurez­za o bonifi­ca, e di ricon­ver­sione indus­tri­ale e svilup­po eco­nom­i­co in siti di inter­esse nazionale indi­vid­uati entro il 30 aprile
2007 ai sen­si del­la legge 9 dicem­bre 1998, n. 426, al fine di pro­muo­vere il riu­ti­liz­zo di tali siti in con­dizioni di sicurez­za san­i­taria e ambi­en­tale, e di preser­vare le matri­ci ambi­en­tali non con­t­a­m­i­nate”.
Quel­l’ac­cor­do, richiesto da Afer­pi il 22 mag­gio 2015 al Min­is­tero del­lo Svilup­po
Eco­nom­i­co ha per ogget­to i seguen­ti inter­ven­ti:

  • la pre­sen­tazione e l’attuazione da parte di Afer­pi del prog­et­to inte­gra­to di mes­sa in sicurez­za, ricon­ver­sione indus­tri­ale e svilup­po eco­nom­i­co delle aree del com­p­lesso indus­tri­ale ex Luc­chi­ni, in attuazione dell’accordo di pro­gram­ma del 24 aprile 2014;
  • la real­iz­zazione degli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za oper­a­ti­va,
  • la real­iz­zazione degli inter­ven­ti di rein­dus­tri­al­iz­zazione e svilup­po eco­nom­i­co sec­on­do i tem­pi e le modal­ità indi­cati nel Piano Indus­tri­ale pre­sen­ta­to da Afer­pi.

Dietro stan­no anche accor­di sin­da­cali tra ex Luc­chi­ni, Afer­pi e orga­niz­zazioni sin­da­cali.
Il prog­et­to inte­gra­to di mes­sa in sicurez­za, ricon­ver­sione indus­tri­ale e svilup­po eco­nom­i­co delle aree del com­p­lesso indus­tri­ale ex Luc­chi­ni, ricom­p­rese nel sito di inter­esse nazionale di Piom­bi­no non è sta­to anco­ra approva­to dai Min­is­teri dell’ ambi­ente e del­lo svilup­po eco­nom­i­co.
Ma intan­to il piano indus­tri­ale è cam­bi­a­to sia nei con­tenu­ti che nei tem­pi di attuazione.
Si pone un prob­le­ma che con­siste nel­la non aderen­za tra quan­to attual­mente pre­vis­to (inves­ti­men­ti, tem­pi e occu­pazione) e ciò che era pre­vis­to nel piano indus­tri­ale alle­ga­to all’ac­cor­do di pro­gram­ma.
Non è un prob­le­ma da poco per­ché si trat­ta di pre­vi­sioni notevol­mente diverse la cui diver­sità non è com­pen­sa­ta dal­la sim­i­lar­ità dei titoli.
Già il Com­mis­sario stra­or­di­nario Nar­di ha avver­ti­to, a propos­i­to del con­trat­to di ces­sione del­la ex Luc­chi­ni, che “…Rispet­to alle obbligazioni con­trat­tuali due sono le moti­vazioni inop­poni­bili per dichiarare il default dell’ acquirente

  • Man­ca­to assor­bi­men­to da parte di Afer­pi del per­son­ale di Piom­bi­no in capo all’amministrazione stra­or­di­nar­ia entro il 6 novem­bre 2016, per 721 unità
  • Man­ca­to finanzi­a­men­to del Piano (da parte di Azion­isti, Banche, Isti­tuzioni finanziare pub­bliche e pri­vate).

Accer­ta­to il default, la Pro­ce­du­ra Luc­chi­ni dovrà atti­vare le garanzie pre­viste dal con­trat­to (escus­sione peg­no sulle azioni o clau­so­la riso­lu­ti­va espres­so) avvian­do un proces­so che com­porterà comunque prob­lem­atiche sociali ed indus­tri­ali di non facile soluzione”.
Come si capisce non c’è solo questo. C’è l’aderen­za o meno ad un piano di rein­dus­tri­al­iz­zazione che com­prende finanzi­a­men­ti pub­bli­ci, vari­anti urban­is­tiche, autor­iz­zazioni ambi­en­tali, con­ces­sioni di aree dema­niali e prospet­tive occu­pazion­ali del­l’in­tera zona. La stip­u­la del­l’ac­cor­do di pro­gram­ma cos­ti­tu­isce riconosci­men­to del­l’in­ter­esse pub­bli­co gen­erale alla real­iz­zazione degli impianti, delle opere e di ogni altro inter­ven­to con­nes­so e fun­zionale agli obi­et­tivi di risana­men­to e di svilup­po eco­nom­i­co e pro­dut­ti­vo.
Un accor­do di pro­gram­ma ha val­ore di legge, non è un qual­si­asi pro­to­col­lo d’in­te­sa.
Si può cam­biare ma alla fine di un proces­so traspar­ente nel quale siano chiari li prob­le­mi aper­ti e le soluzioni.

DSC_7719Con­sid­er­azioni con­clu­sive
Non è pos­si­bile immag­inare che i prob­le­mi oggi pre­sen­ti pos­sano essere elusi.
I prob­le­mi che si era immag­i­na­to di risol­vere più di un anno fa sono anco­ra tut­ti i pre­sen­ti.
L’u­ni­co modo è met­ter­li in fila e sciogliere i nodi sul­la base di dati cer­ti che rispon­dano a domande sif­fate:

  • qual’è il prog­et­to com­p­lessi­vo delle boni­fiche ed il loro cos­to?
  • come si pen­sa di risol­vere il prob­le­ma dei rifiu­ti, quel­li pas­sati e quel­li futuri?
  • qual’è il cos­to vero di tutte le opere pub­bliche (infra­strut­ture fer­roviarie e viarie com­p­rese) e pri­vate da real­iz­zare?
  • per esse ci sono o non ci sono impeg­ni e garanzie finanziarie vere?
  • quali sono i tem­pi real­mente nec­es­sari per la real­iz­zazione degli inves­ti­men­ti pub­bli­ci e pri­vati?
  • qual’è la quan­tità di lavo­ra­tori rioc­cu­pa­bili e in quali tem­pi?
  • quali sono le alter­na­tive reali per i prob­le­mi occu­pazion­ali non solo degli ex lavo­ra­tori Luc­chi­ni?
  • come si gestis­cono sim­ili prob­le­mi nei tem­pi inter­me­di?

Sono domande alle quali dal 2014 ad oggi non sono state date risposte come Dio coman­da.
Ma sen­za risposte di quel tipo è molto dif­fi­cile trovare le soluzioni nec­es­sarie ad un prob­le­ma, ora sì pos­si­amo usare quel­l’agget­ti­vo, molto molto  com­p­lesso.

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Una risposta a “Tra domande non poste e risposte non pervenute”

  1. Leonardo Mezzacapo says:

    Bel­lis­si­mo arti­co­lo, purtrop­po estrema­mente real­is­ti­co. Mi ris­er­vo ulte­ri­ori con­sid­er­azioni a breve.

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