Tutto da rifare: serve un cambio di passo

· Inserito in Spazio aperto
Riccardo Gelichi

PIOMBINO 1 otto­bre 2015 — Sare­mo anco­ra in tem­po ? Ques­ta è la doman­da che ci sti­amo facen­do. Se inver­tis­si­mo la rot­ta, mod­i­f­i­can­dola pesan­te­mente, quan­to tem­po rimar­rà per risoll­e­vare questo ter­ri­to­rio? Dis­con­ti­nu­ità, ora serve ques­ta proiezione, ques­ta mod­es­ta capac­ità di leg­gere la realtà e det­tar­gli un cam­bio di pas­so. La visione di lun­go peri­o­do del futuro, ammes­so che ci sia sta­ta, non fun­ziona. L’altra doman­da è se c’è una con­sapev­olez­za di questo e se c’è la volon­tà del ter­ri­to­rio di risoll­e­var­si. Si è capi­to che non ci sarà anco­ra una vol­ta Pan­talone a pagare per tut­ti? Non pos­si­amo solo tirar­ci su il morale con il panora­ma, serve ben altro che il cam­panil­is­mo com­pas­sionev­ole.
Per mod­i­fi­care la rot­ta le prime tre mosse dovreb­bero essere:

  • rimod­u­lazione dell’accordo di pro­gram­ma, obso­le­to rispet­to agli attuali piani Cevi­tal ed esclu­dente la 398;
  • rifor­mu­lazione del grup­po di lavoro sull’accordo di pro­gram­ma ponen­do alla gui­da un con­sulente di com­pro­va­ta espe­rien­za nel set­tore;
  • accel­er­azione di tutte quelle azioni nec­es­sarie per rilan­cia­re l’economia com­pren­so­ri­ale in accor­do con la Regione Toscana.

Inoltre, per perseguire uno svilup­po eco­nom­i­co a tut­to ton­do del­l’in­tero com­pren­so­rio del­la Val Cor­nia, si ritiene nec­es­sario intrapren­dere un’attenta revi­sione del­la stru­men­tazione urban­is­ti­ca. È urgente inter­venire sul­la cos­ta Est ed in par­ti­co­lare la Ster­pa­ia, capire quale riu­so del­la Cen­trale di Tor del Sale, come muter­an­no le aree indus­tri­ali, le prospet­tive del­la nau­ti­ca (per leg­gere clic­ca qui), cosa fare dell’ormai ex Cit­tà futu­ra, mon­i­torare la fat­tibil­ità del por­to tur­is­ti­co di Pog­gio Bat­te­ria, riv­is­itare com­ple­ta­mente le poten­zial­ità del­la cos­ta urbana e del promon­to­rio per poten­ziare il tur­is­mo, ripen­sare meglio Barat­ti e Pop­u­lo­nia in chi­ave d’attrattività arche­o­log­i­ca (per leg­gere clic­ca qui), per ter­minare con il recu­pero ambi­en­tale e pae­sag­gis­ti­co delle aree agri­cole frazion­ate.
Non c’è un’altra via, e siamo in un ritar­do imbaraz­zante.

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