Altro fallimento: non si va né a sud né a nord

· Inserito in È accaduto

PIOMBINO 6 mar­zo 2015 — Dopo il fal­li­men­to del­la rot­ta a Sud anche la rot­ta a Nord si è inter­rot­ta nei marosi. O nep­pure è com­in­ci­a­ta.
Ognuno ricorderà che nel novem­bre 2014 pri­ma un doc­u­men­to del Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co, poi alcu­ni ordi­ni del giorno approvati dalle mag­gio­ranze di qua­si tut­ti i Comu­ni del­la Val di Cor­nia furono pre­sen­tati come il rilan­cio del­la polit­i­ca sovra­co­mu­nale e, ancor più speci­fi­ca­mente, come la riparten­za per la cos­ti­tuzione dell’ Unione dei Comu­ni. Non solo: un’al­te­ri­ore novità fu molto riven­di­ca­ta e cioè l’o­bi­et­ti­vo di trovare politiche uni­tarie anche con la Val di Ceci­na. A questo scopo fu esplici­ta la richi­es­ta di pro­cedere ver­so la real­iz­zazione di un uni­co e nuo­vo ambito per le fun­zioni asso­ciate che com­pren­desse quel­li che era­no i due ambiti indi­cati da una legge regionale come il ter­ri­to­rio in cui andare all’as­so­ci­azione delle ges­tioni delle fun­zioni, cioè quel­lo del­la Val di Cor­nia e quel­lo del­la Val di Ceci­na. E altret­tan­to esplici­ta fu la richi­es­ta alla Regione Toscana di mod­i­fi­care quel­la legge (la 68 del 2011).
Non sap­pi­amo se la Regione, inter­pel­la­ta, abbia det­to di no o se la Regione non sia sta­ta nem­meno inter­pel­la­ta ma res­ta il fat­to che è sta­ta approva­ta la legge regionale 22 del 3 mar­zo 2015 “Riordi­no delle fun­zioni provin­ciali e provin­ciali e attuazione del­la legge 7 aprile 2014, n. 56 (Dis­po­sizioni sulle cit­tà met­ro­pol­i­tane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comu­ni). Mod­i­fiche alle leg­gi region­ali 32/2002, 67/2003, 41/2005, 68/2011, 65/2014” (per leg­gere clic­ca qui) nel­la quale tro­vi­amo esplici­ta­mente l’ob­bli­go di andare a ges­tioni asso­ciate delle fun­zioni fon­da­men­tali e non solo nei con­fi­ni degli ambiti di dimen­sione ter­ri­to­ri­ale adegua­ta pre­visti nel­l’al­le­ga­to. Ebbene in esso ritro­vi­amo ben dis­tin­ti e sep­a­rati l’ ambito 15 che com­prende 10 Comu­ni del­la Val di Ceci­na e l’am­bito 16 che com­prende 5 Comu­ni del­la Val di Cor­nia. Niente di nuo­vo. Tut­to rimane come pri­ma. Insom­ma non si va né a nord né a sud. Per la ver­ità il sospet­to che tut­to si riducesse ad una boutade era emer­so fin da subito e del resto ciò che è accadu­to nel frat­tem­po dimostra che non c’era nem­meno la voglia di costru­ire l’U­nione dei Comu­ni pur rima­nen­do nei con­fi­ni del­la Val di Cor­nia. Bas­ta pen­sare alla ridi­co­la vicen­da del­la Asso­ci­azione dei Comu­ni Toscani di cui abbi­amo ampia­mente par­la­to (per leg­gere clic­ca qui): rac­con­ta­ta come pre­lu­dio all’ Unione dei Comu­ni non sono anco­ra chiari le isti­tuzioni com­po­nen­ti, i fini, l’or­ga­niz­zazione, il fun­zion­a­men­to, i campi di attiv­ità ed il rap­por­to con Impre­sa Insieme, soci­età pri­va­ta di con­sulen­za.

Commenta il post