FAVOREVOLE A CAMPIGLIA, ASTENUTO A SUVERETO, CONTRARIO A PIOMBINO

Unione dei Comuni, ovvero il sì, no, non so del PD

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PIOMBINO 29 otto­bre 2019 — In Val di Cor­nia si aggra­vano ogni giorno gravi prob­le­mi da tem­po irrisolti. La rein­dus­tri­al­iz­zazione affi­da­ta pri­ma al piano indus­tri­ale Afer­pi e poi a quel­lo del­la multi­nazionale JSW seg­na da tem­po il pas­so. Ad oggi sono cer­ti solo i fal­li­men­ti e i ritar­di e non esiste nes­suna certez­za che anche l’ultimo piano si real­izzi. Il fal­li­men­to di Asiu ha las­ci­a­to in ered­ità il prog­et­to RIMa­te­ria (ampli­are le dis­cariche e portare rifiu­ti spe­ciali a Ischia di Cro­ciano nel ten­ta­ti­vo di rip­i­anare i deb­iti) che rap­p­re­sen­ta ora un grave prob­le­ma ambi­en­tale ed eco­nom­i­co e si aggiunge a quel­lo ven­ten­nale delle man­cate boni­fiche del SIN. I Comu­ni del­la Val di Cor­nia non han­no adegua­to i piani strut­turali entro il quin­quen­nio pre­vis­to dal­la legge regionale 65/2014 e da novem­bre subi­ran­no il regime di sal­va­guardia che ren­derà impos­si­bile attuare le pre­vi­sioni urban­is­tiche. Nonos­tante le promesse del­la Regione, i servizi san­i­tari vedono con­trar­si pro­gres­si­va­mente risorse umane e dotazioni. Il sis­tema dei parchi, in pas­sato esem­pio di coop­er­azione inter­co­mu­nale, seg­na da tem­po il pas­so e non riesce più a garan­tire qual­ità e cresci­ta dei servizi.
Sono solo alcu­ni esem­pi che richiedono strate­gie e azioni di scala sovra­co­muale la cui elab­o­razione pre­sup­pone però luoghi e stru­men­ti di coop­er­azione che non esistono.
Fino al 2010 i Comu­ni di Piom­bi­no, Campiglia, San Vin­cen­zo, Suvere­to e Sas­set­ta han­no avu­to nel Cir­con­dario lo stru­men­to del­la sovra­co­mu­nal­ità. Dopo il suo sciogli­men­to c’è sta­to il vuo­to, nonos­tante le ammin­is­trazioni, allo­ra tutte a gui­da PD, avessero annun­ci­a­to la volon­tà di sos­ti­tuire il Cir­con­dario con l’Unione dei Comu­ni, ritenu­ta più effi­cace per la coop­er­azione isti­tuzionale.
In un recente edi­to­ri­ale Stile Libero Idee dal­la Val di Cor­nia si era pos­to l’interrogativo su quali fos­sero i proposi­ti delle nuove mag­gio­ranze sca­tu­rite dalle elezioni ammin­is­tra­tive del mag­gio 2019 che, con la scon­fit­ta del PD a Piom­bi­no, han­no ulte­ri­or­mente seg­na­to la fine dell’omogeneità polit­i­ca dei Comu­ni del­la Val di Cor­nia.
Una pri­ma parziale rispos­ta è venu­ta dai Con­sigli Comu­nali di Piom­bi­no, Campiglia e Suvere­to che, rispet­ti­va­mente nelle sedute del 30 set­tem­bre, del 9 otto­bre e dell’11 otto­bre 2019, han­no approva­to mozioni analoghe che esp­ri­mono “l’indirizzo politi­co-ammin­is­tra­ti­vo di real­iz­zare nel più breve tem­po pos­si­bile l’Unione dei Comu­ni del­la Val di Cor­nia”. In tutte le mozioni si ricor­da che “le trasfor­mazioni eco­nomiche e sociali, oggi più anco­ra che in pas­sato, richiedono una visione sis­tem­i­ca ampia e non lim­i­ta­ta ai sin­goli Comu­ni”.

Ange­lo Trot­ta, capogrup­po PD a Piom­bi­no

A Piom­bi­no la mozione è sta­ta pre­sen­ta­ta e approva­ta dalle liste di mag­gio­ran­za Fer­rari Sin­da­co, Lega Salvi­ni Pre­mier, FI-UDC-Civi­ci Popo­lari Lib­er­ali, Ascol­ta Piom­bi­no, Lavoro & Ambi­ente e da quel­la di mino­ran­za Movi­men­to 5 Stelle. Si è astenu­ta la lista di Rifon­dazione Par­ti­to Comu­nista. Con­trarie le liste Anna per Piom­bi­no e Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co.
A Campiglia è sta­ta pre­sen­ta­ta dal­la lista di mag­gio­ran­za “Campiglia Comune” (PD e Agorà) ed è sta­ta approva­ta all’unanimità con il vostro favorev­ole delle liste di oppo­sizione Grup­po 2019 e lista Mar­coni Sin­da­co.
A Suvere­to è sta­ta pre­sen­ta­ta e approva­ta dal­la lista civi­ca di mag­gio­ran­za Assem­blea popo­lare. La lista di oppo­sizione Uni­Amo Suvere­to, che fa rifer­i­men­to al PD, si è astenu­ta.
Insieme al pro­nun­ci­a­men­to favorev­ole di mag­gio­ranze non omo­ge­nee, ciò che emerge è però il com­por­ta­men­to degli espo­nen­ti del PD che sull’Unione han­no assun­to tre diverse posizioni: favorevoli a Campiglia, astenu­ti a Suvere­to, con­trari a Piom­bi­no. Lo stes­so sin­da­co di Campiglia Alber­ta Tic­ciati, dopo aver approva­to la mozione che sostiene la neces­sità di real­iz­zare “nel più breve tem­po pos­si­bile” l’Unione, ha sen­ti­to la neces­sità di inter­venire sul­la stam­pa per sot­to­lin­eare “che ad oggi non ci sem­bra di vedere quei con­tenu­ti e quelle con­dizioni che pos­sano far­ci con­sid­er­are l’obiettivo vici­no o sem­plice da rag­giun­gere, per­ché non è suf­fi­ciente dire di vol­er cos­ti­tuire un’U­nione di Comu­ni per far magi­ca­mente com­par­ire le strate­gie uni­tarie che oggi non si vedono”. Nel PD c’è poi chi ha defini­to l’Unione una fuga in avan­ti, chi ritiene che pri­ma bisogna definire i con­tenu­ti delle sue politiche, chi ha sostenu­to che sarebbe un cos­to aggiun­ti­vo, chi teme che con l’Unione con­terebbe trop­po il Comune di Piom­bi­no, chi ha fat­to notare che oggi non c’è più omo­geneità polit­i­ca nelle ammin­is­trazioni del­la zona e che questo rende impos­si­bile cos­ti­tuir­la. Più che la con­sapev­olez­za dell’urgente neces­sità dell’Unione, gli argo­men­ti espres­si met­tono in luce dif­fi­den­za, sfidu­cia e soprat­tut­to man­can­za di volon­tà polit­i­ca. Inoltre man­cano anco­ra i pro­nun­ci­a­men­ti dei comu­ni di San Vin­cen­zo e Sas­set­ta dove il PD è mag­gio­ran­za.

Alber­ta Tic­ciati, sin­da­co di Campiglia

A chi ritiene l’Unione una fuga in avan­ti chiedi­amo cosa dovrem­mo atten­dere e per­ché, vis­to che una sede inter­co­mu­nale in cui affronatare i prob­le­mi man­ca da un decen­nio e che ciò ha com­por­ta­to un evi­dente peg­gio­ra­men­to del­la capac­ità pro­gram­ma­to­ria e del­la ges­tione dei servizi di scala sovra­co­mu­nale.
A chi sostiene che pri­ma di cos­ti­tuire l’Unione van­no defin­i­ti i con­tenu­ti delle sue politiche, ricor­diamo che l’Unione serve esat­ta­mente a questo, ovvero ad offrire a tutte le com­po­nen­ti politiche uno stru­men­to per fare sin­te­si ed elab­o­rare strate­gie con­di­vise tra i Comu­ni del­la zona. Sen­za lo stru­men­to non ci saran­no nep­pure i con­tenu­ti. Basti vedere ciò che sta acca­den­do nel­la soci­età parte­ci­pa­ta RIMa­te­ria dove i sin­daci di Campiglia e San Vin­cen­zo, soci pub­bli­ci, inter­ven­gono in una com­mis­sione tec­ni­ca del­la Regione per pren­dere le dis­tanze dal sin­da­co di Piom­bi­no, socio pub­bli­co, colpev­ole di rispettare il pro­nun­ci­a­men­to dei cit­ta­di­ni che con le elezioni di mag­gio han­no det­to no all’ampliamento del­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano, cosa di cui tut­ti i soci pub­bli­ci dovreb­bero pren­dere atto.
A chi è pre­oc­cu­pa­to che l’Unione sia un cos­to aggiun­ti­vo ricor­diamo che i suoi organi sono com­posti da sin­daci, asses­sori e con­siglieri comu­nali in car­i­ca sen­za costi aggiun­tivi per le cariche elet­tive. Al con­trario bisogna ricor­dare che con l’Unione sarebbe pos­si­bile per i Comu­ni asso­cia­re fun­zioni ammin­is­tra­tive (obbli­ga­to­rie per i comu­ni pic­coli) e gener­are economie di scala e innalza­men­to del­la qual­ità dei servizi.

Cristi­na Solig­nani, capogrup­po di Uni­Amo Suvere­to

A chi teme che con l’Unione a con­tare saran­no solo i Comu­ni più gran­di ricor­diamo che è esat­ta­mente l’opposto, ossia che in man­can­za di un luo­go in cui fare sin­te­si tra le diverse idee sarà il Comune più grande a pren­dere da solo le deci­sioni che grav­er­an­no su tut­ta la zona, come è accadu­to dal 2010 in avan­ti.
A chi è pre­oc­cu­pa­to dal fat­to che l’assenza di omo­geneità polit­i­ca tra le ammin­is­trazioni ren­derà impos­si­bile cos­ti­tuire l’Unione ricor­diamo che quan­do ques­ta omo­geneità polit­i­ca c’era le ammin­is­trazioni in car­i­ca (tutte a gui­da PD) sono state capaci di demolire la sovra­co­mu­nal­ità sen­za più ricostru­ir­la.
La realtà è che nel PD sem­bra man­care la con­sapev­olez­za che l’Unione è uno stru­men­to di cui han­no bisog­no le isti­tuzioni locali, indipen­den­te­mente dal loro col­ore politi­co, e che in sua assen­za gli uni­ci dan­neg­giati saran­no i cit­ta­di­ni. Fino al 2010 la Val di Cor­nia era una delle due aree del­la Toscana ad avere un Cir­con­dario e ad aver dichiara­to di vol­er­lo sos­ti­tuire con l’Unione dei Comu­ni. Oggi le Unioni in Toscana sono 24 con l’adesione di 143 Comu­ni, ma tra questi non ci sono più quel­li del­la Val di Cor­nia. Qui abbi­amo assis­ti­to ad una dis­as­trosa regres­sione polit­i­ca e cul­tur­ale che ha fat­to male alla nos­tra comu­nità. Se si pen­sa davvero che l’Unione sia utile non c’è dunque tem­po da perdere.

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