Val di Cornia: meno ricchezza, più disoccupazione

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PIOMBINO 15 aprile 2014Ma quan­ta ric­chez­za pro­duce la Val di Cor­nia e quan­to futuro prepara sopratut­to per i gio­vani? La situ­azione del­la Luc­chi­ni, l’even­tuale speg­n­i­men­to del­l’alto­forno, l’u­ti­liz­zazione degli ammor­tiz­za­tori sociali per i lavo­ra­tori,  forse non solo del­la Luc­chi­ni, sono i temi più attuali ma se non si parte da quelle domande ogni ragion­a­men­to rimane mon­co.
Provi­amo dunque a rispon­dere.
Il “Dossier Area di Crisi Com­p­lessa” elab­o­ra­to per l’area di Piom­bi­no dal­la Regione Toscana chiarisce bene il fat­to che «…dal 2008 la con­giun­tu­ra si è abbat­tuta pesan­te­mente sull’area di Piom­bi­no, con una perdi­ta del 9% di PIL nel peri­o­do 2008–2010. Si trat­ta di una cadu­ta dovu­ta in gran­dis­si­ma parte al set­tore man­i­fat­turiero, che ha seg­na­to un tas­so com­p­lessi­vo di ‑24 pun­ti per­centu­ali, con un con­trib­u­to di 8 dei 9 pun­ti per­centu­ali di PIL per­si com­p­lessi­va­mente dal sis­tema eco­nom­i­co. Tut­ti i set­tori indus­tri­ali han­no subito una dimin­uzione sostanziale, ad eccezione di quel­lo ali­menta­re. La crisi del set­tore man­i­fat­turiero si è inoltre riper­cos­sa anche sui servizi, che nel­lo stes­so peri­o­do mostra­no prestazioni infe­ri­ori alla media toscana.

ricchezza 1

L’area di Piom­bi­no ha inoltre pre­sen­ta­to prestazioni peg­giori anche nel­la proiezione all’estero, con le esportazioni che sono cadute del 12% nel peri­o­do 2008–2011, a fronte di un val­ore regionale cresci­u­to del 17%: si trat­ta di un dato che evi­den­zia un ele­men­to di fragilità che non ha con­sen­ti­to all’economia locale di ben­e­fi­cia­re del pur timi­do seg­nale di ripresa che l’economia regionale ave­va mostra­to nel peri­o­do imme­di­ata­mente suc­ces­si­vo al 2009. La situ­azione di sof­feren­za del sis­tema eco­nom­i­co è anche ril­evabile dai dati di bilan­cio delle soci­età di cap­i­tali. Se da un lato mostra­no più alti ricavi delle ven­dite, questi sono ascriv­i­bili in gran parte (cir­ca due terzi) alla prestazione di

INDICI DIB BILANCIO

Luc­chi­ni. Occorre però notare che gli indi­ca­tori si riferiscono alle soci­età nel loro com­p­lesso, indipen­den­te­mente dalle unità pro­dut­tive che han­no con­cor­so al risul­ta­to e ciò è par­ti­co­lar­mente ril­e­vante per l’area di Piom­bi­no, carat­ter­iz­za­ta dal­la pre­sen­za di soci­età gran­di con altre unità locali al di fuori del ter­ri­to­rio in esame. Gli indi­ci mostra­no comunque peg­giori risul­tati medi di ges­tione, più bassi ricavi pro capite e minor rendi­men­to dei dipen­den­ti.…».
Dunque, dal pun­to di vista del­la pro­duzione di ric­chez­za, una situ­azione di pesante sof­feren­za.

L’indagine sulle forze di lavoro nel­la provin­cia di Livorno rel­a­ti­va al II semes­tre 2013 pub­bli­ca­ta dal­la Provin­cia di Livorno (per leg­gere clic­ca qui) ci dà ques­ta descrizione dei prob­le­mi occu­pazion­ali dell’ area di Piom­bi­no che è da inten­der­si come Val di Cor­nia:
«…Piom­bi­no pre­sen­ta tas­si di occu­pazione e di dis­oc­cu­pazione migliori del­la media sia per gli uomi­ni che per le donne. L’occupazione locale appare abbas­tan­za “pro­tet­ta” nei con­fron­ti dei pro­ces­si mes­si in modo dal­la reces­sione eco­nom­i­ca e pro­dut­ti­va. La fas­cia di età dei gio­vanis­si­mi appare, invece, più penal­iz­za­ta: si ril­e­vano tas­si di attiv­ità e di occu­pazione più bassi del­la media e tas­si di dis­oc­cu­pazione più alti.
La situ­azione del­la zona di Piom­bi­no appare anco­ra in evoluzione, come già si era osser­va­to nell’indagine sul quar­to trimestre 2012. Il con­trib­u­to del­la dis­oc­cu­pazione maschile sul totale del­la provin­cia res­ta ben al di sot­to del con­trib­u­to teori­co che la zona potrebbe dare al totale provin­ciale. A ciò si aggiunge anche in questo trimestre la con­trazione del­la dis­oc­cu­pazione fem­minile, già più ele­va­ta; ques­ta addirit­tura scende sot­to i liv­el­li dell prmav­era 2012. L’occupazione sia maschile che fem­minile rimane sta­bile come nelle due indagi­ni prece­den­ti e in coeren­za con il peso demografi­co dell’area.

lavoro II trimestre

Più occu­pati nell’industria, occu­pati nel com­mer­cio in lin­ea con il peso demografi­co e meno occu­pati nei servizi riman­gono le carat­ter­is­tiche sta­bili, dopo un anno, di questo mer­ca­to del lavoro. Dipen­den­ti, para­sub­or­di­nati e autono­mi, han­no tut­ti un peso coer­ente con quel­lo del­la popo­lazione dell’area rispet­to al com­p­lesso del­la provin­cia. Si seg­nala la cresci­ta dell’incidenza dei para­sub­or­di­nati, un anno pri­ma in difet­to rispet­to al peso demografi­co; l’incremento del peso di ques­ta cat­e­go­ria era sta­to già ver­i­fi­ca­to nell’autunno 2012 ed ora viene con­fer­ma­to dai nuovi dati del­la pri­mav­era 2013. Piom­bi­no mantiene il suo asset­to di area che dà il mag­giore con­trib­u­to all’industria provin­ciale, un con­trib­u­to medio all’occupazione, sia dei dipen­den­ti che dei para­sub­or­di­nati che degli autono­mi e uno scar­so appor­to alla dis­oc­cu­pazione. Tut­tavia, il quadro del­la zona, più con­for­t­ante di quel­lo di altre, non deve far trascu­rare l’emergere di crit­ic­ità nel ricam­bio gen­er­azionale: a fronte di un’occupazione che anco­ra tiene per le gen­er­azioni di mez­zo si pro­fi­la, per con­trasto, uno sta­to di sof­feren­za occu­pazionale dei gio­vani, che non potran­no godere delle con­dizioni attuali. Il trasfer­i­men­to dei liv­el­li di occu­pazione anche alle gio­vani gen­er­azioni cos­ti­tu­isce la sfi­da per l’area di Piom­bi­no.…».
Dato che in Luc­chi­ni e Mag­o­na, i mag­giori luoghi occu­pazion­ali del­l’area, ven­gono appli­cati per tut­ti i dipen­den­ti i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età ed in Mag­o­na anche la cas­sa inte­grazione è facile capire che si ha da un lato la popo­lazione che è già a lavoro in qualche modo pro­tet­ta dagli ammor­tiz­za­tori sociali men­tre chi è al di fuori ha dif­fi­coltà ad entrare nel mon­do del lavoro.
Lo dimostra­no anche i dati del Cen­tro Provin­ciale per l’Impiego del­l’area di Piom­bi­no: nel ter­zo trimestre del 2013 le iscrizioni alle liste di dis­oc­cu­pazione sono in aumen­to men­tre gli avvi­a­men­ti al lavoro sono tut­ti in dimin­uzione.

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glossario

 (Foto di Pino Bertel­li)

 

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