LA CONTROPARTE CHIEDE IL RISPETTO DELL'ORDINANZA CAUTELARE

Vecchio canile: il contenzioso non è ancora chiuso

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PIOMBINO 18 giug­no 2018 — Una transazione per met­tere fine a un vicen­da che si trasci­na ormai da mesi. Una delib­era del Comune che la annun­cia e ne illus­tra i ter­mi­ni. Una con­troparte (i coni­u­gi Simona Salini/Alessandro Napoleoni) che invi­ta, invece, alla pru­den­za e che non è dis­pos­ta a fir­mare transazioni finché non sarà rispet­ta­ta l’or­di­nan­za caute­lare, emes­sa dal Tri­bunale di Livorno a giug­no del­lo scor­so anno per il canile comu­nale dei Macel­li, sec­on­do la quale non più di cinque cani sareb­bero dovu­ti restare nel­la vec­chia strut­tura in una local­iz­zazione ben defini­ta lon­tana dalle abitazioni.
Un nuo­vo capi­to­lo di una sto­ria che pare non avere fine.
Men­tre pros­eguono anco­ra i lavori per il nuo­vo canile a Mon­tege­moli, quei lavori la cui fine è sta­ta annun­ci­a­ta pri­ma a novem­bre 2017, poi a dicem­bre del­lo stes­so anno, poi a mar­zo 2018 ed adesso a giug­no, è anda­to avan­ti anche il con­tenzioso tra il Comune di Piom­bi­no e i coni­u­gi Simona Salini/Alessandro Napoleoni, pro­pri­etari e res­i­den­ti in un immo­bile pos­to in prossim­ità del vec­chio canile munic­i­pale, con­tenzioso avente ad ogget­to le immis­sioni di rumore prodotte dal­la pre­sen­za di cani all’interno del­la strut­tura comu­nale ed il con­seguente dis­tur­bo che tale rumore provo­ca­va.
Una sto­ria, rac­con­ta­ta più volte da Stile libero, con­clusasi sfa­vorevol­mente per il Comune di Piom­bi­no. Il Tri­bunale di Livorno il 19 giug­no 2017

  • ha ordi­na­to “la ces­sazione delle immis­sioni intoller­a­bili prove­ni­en­ti dal canile comu­nale e dunque lo sposta­men­to dei cani ecce­den­ti il numero di cinque (da col­lo­car­si come indi­ca­to dal CTU ing. Frosi­ni nel sup­ple­men­to di per­izia), sposta­men­to da eseguir­si imme­di­ata­mente alla comu­ni­cazione del pre­sente provved­i­men­to e comunque non oltre 8 giorni dal­la sud­det­ta comu­ni­cazione”
    e
  • ha con­dan­na­to il Comune di Piom­bi­no “a pagare alla parte ricor­rente la som­ma di euro 50,00 al giorno per ogni giorno di ritar­do nell’esecuzione del provved­i­men­to a decor­rere dal nono giorno suc­ces­si­vo alla comu­ni­cazione”.

Il provved­i­men­to del giu­dice era basato sopratut­to sul­la per­izia redat­ta dal CTU ing. Ste­fano Frosi­ni, nom­i­na­to dal Tri­bunale di Livorno, che doc­u­men­ta­va il supera­men­to del­la nor­male toller­a­bil­ità delle emis­sioni prodotte dall’abbaiare dei cani pre­sen­ti nel canile, che non deve super­are i 3 deci­bel del rumore di fon­do, men­tre i val­ori che era­no risul­tati vari­a­vano tra 29,0 deci­bel e 7,4 deci­bel.
Ma la sto­ria non è fini­ta qui.
I pro­pri­etari dell’immobile, dopo la pro­nun­cia del giu­dice sul pro­ced­i­men­to caute­lare, han­no chiesto anche un ris­arci­men­to per il peri­o­do antecedente l’insorgenza del con­tenzioso, anco­ran­do il peri­o­do di rifer­i­men­to per tale ris­arci­men­to alla data di inizio del­la loro res­i­den­za nel loro immo­bile. E non solo. Gli stes­si han­no anche evi­den­zi­a­to una man­ca­ta piena ese­cuzione del provved­i­men­to del giu­dice caute­lare e cioè “lo sposta­men­to dei cani ecce­den­ti il numero di cinque (da col­lo­car­si come indi­ca­to dal CTU ingeg­n­er Frosi­ni nel sup­ple­men­to di per­izia), sposta­men­to da eseguir­si imme­di­ata­mente alla comu­ni­cazione del pre­sente provved­i­men­to e comunque non oltre 8 giorni dal­la sud­det­ta comu­ni­cazione”.
I pro­pri­etari han­no poi trasmes­so al Comune di Piom­bi­no un invi­to alla negozi­azione assis­ti­ta chieden­do il riconosci­men­to in loro favore di un impor­to transat­ti­va­mente deter­mi­na­to in 40mila euro cias­cuno e quin­di in totale 80mila euro per i dan­ni alla salute.
Nel­lo svol­gi­men­to del­la negozi­azione tra i legali delle due par­ti è emer­sa una volon­tà con­cil­ia­ti­va, dice la delib­er­azione del­la Giun­ta comu­nale n. 149 del 6 giug­no 2018 per­al­tro non molto chiara, tesa ad evitare il per­du­rare del con­tenzioso in sede civile a fronte del riconosci­men­to di un inden­niz­zo com­p­lessi­va­mente sta­bil­i­to in 35mila euro, con la rin­un­cia ad ulte­ri­ori azioni e/o pretese ris­arci­to­rie.
Il Comune di Piom­bi­no ha sen­ti­to il suo legale avvo­ca­to Car­lo Mos­chi­ni, il quale ha man­i­fes­ta­to l’op­por­tu­nità di andare ver­so una soluzione con­cil­ia­ti­va, atte­si tut­ti i poten­ziali rischi derivan­ti da una even­tuale pros­e­cuzione del con­tenzioso di mer­i­to per le evi­den­ze emerse già nel pro­ced­i­men­to caute­lare e per la costante giurispru­den­za rel­a­ti­va ad analoghe vicende aven­ti ad ogget­to il dirit­to alla salute.
E così al Comune di Piom­bi­no non è rimas­to che accogliere le indi­cazioni del legale fino ad arrivare a dichiarar­si disponi­bile ad un accor­do transat­ti­vo che preve­da il ver­sa­men­to ai coni­u­gi Saltini/Napoleoni di 33.500 euro, speci­f­i­can­do che nel ver­bale di avvenu­ta con­cil­i­azione dovrà essere spec­i­fi­ca­to che l’im­por­to sarà ver­sato ed accetta­to a cop­er­tu­ra di tut­ti i lamen­tati dan­ni sino ad oggi, con rin­un­cia esplici­ta a pre­tendere il paga­men­to di penali, nonché a pre­sentare querela per l’asseri­ta man­ca­ta osser­van­za del provved­i­men­to caute­lare emes­so dal Tri­bunale di Livorno.
Ecco, il vero prob­le­ma sem­bra pro­prio questo: “l’asseri­ta man­ca­ta osser­van­za del provved­i­men­to caute­lare emes­so dal Tri­bunale di Livorno” e non tan­to il ris­arci­men­to pecu­niario. Il fat­to, insom­ma, che non sia sta­ta rispet­ta­ta la pri­ma parte del­l’or­di­nan­za del Tri­bunale ( “la ces­sazione delle immis­sioni intoller­a­bili prove­ni­en­ti dal canile comu­nale e dunque lo sposta­men­to dei cani ecce­den­ti il numero di cinque (da col­lo­car­si come indi­ca­to dal CTU ingeg­n­er Frosi­ni nel sup­ple­men­to di per­izia), sposta­men­to da eseguir­si imme­di­ata­mente alla comu­ni­cazione del pre­sente provved­i­men­to e comunque non oltre 8 giorni dal­la sud­det­ta comu­ni­cazione”).
Nel­la sostan­za i cani pre­sen­ti nel canile san­i­tario ven­gono tenu­ti in spazi non autor­iz­za­ti nel­l’or­di­nan­za caute­lare del Tri­bunale di Livorno del 19 giug­no 2017.
Cosa che rende dif­fi­cile un even­tuale accor­do transat­ti­vo teso a evitare —  è di nuo­vo il Comune che par­la — una even­tuale “querela per l’asseri­ta man­ca­ta osser­van­za del provved­i­men­to caute­lare emes­so dal Tri­bunale di Livorno”.
La con­troparte del Comune, coni­u­gi Simona Salini/Alessandro Napoleoni, lette recen­ti dichiarazioni (IL TIRRENO, 16 giug­no 2018, ndr) del sin­da­co Mas­si­mo Giu­liani che davano per scon­ta­ta e chiusa defin­i­ti­va­mente la transazione, ha rifer­i­to infat­ti che “Il  sin­da­co si sbaglia…non ci sarà nes­sun accor­do fino a quan­do non ver­rà rispet­ta­ta l’ordinanza caute­lare. Fare­mo un sopral­lu­o­go con­giun­to per chiarire questi aspet­ti anche con ENPA e poi vedremo”.

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