Cave: le idee ed i ricordi confusi di Soffritti
PIOMBINO 25 settembre 2015 — Rossana Soffritti, sindaca di Campiglia, ha recentemente esternato la sua approvazione alla dichiarazione di Valerio Fabiani, segretario del Pd, che aveva affermato essere nel 2018 e nel 2020 la scadenza per la chiusura delle cave, dicendo: «...Valerio Fabiani come segretario del partito democratico, descrivendo l’idea del nostro modello di sviluppo ha ribadito un concetto che il Comune di Campiglia ha espresso negli strumenti urbanistici approvati dalla mia amministrazione e da quella precedente guidata da Silvia Velo proseguendo in un indirizzo che proviene dalle amministrazioni locali già a partire dall’inizio degli anni ’90.
Le attività estrattive devono avere un termine e diventare una presenza residuale e i piani di coltivazione approvati devono segnare uno spartiacque tra un passato in cui le attività estrattive rappresentavano un modello di sviluppo più novecentesco e un futuro in cui la difesa dell’ambiente sia un punto fermo e l’imprenditoria moderna sia basata sul riuso e riciclo dei materiali…» (https://www.stileliberonews.org/le-attivita-estrattive-devono-avere-un-termine/)…».
In realtà documenti, atti e decisioni testimoniano una chiara contraddizione tra ciò che dice la sindaca e la realtà di ciò che è avvennuto, non solo nei suoi anni di responsabilità amministrativa ma anche in quelli precedenti.
Il programma elettorale del 2014
Nel “Programma elettorale di Campiglia Democratica Elezioni amministrative 25 Maggio 2014”, in bella vista nella pagina web del Comune di Campiglia dedicata alla sindaca, si legge:
«…Le attività estrattive situate nel territorio del Comune di Campiglia rappresentano una realtà strategica per le quantità e le tipologie di materiale estratto che alimentano il comparto industriale toscano nel suo complesso e quello della manifattura anche fuori dalla nostra Regione. Gli strumenti urbanistici delimitano l’arco temporale in cui dette attività dovranno cessare la produzione. La crisi però ha colpito inevitabilmente anche questo settore e i piani di coltivazione sono in ritardo rispetto alle previsioni.
La chiusura alle scadenze previste potrebbe portare ad ulteriori perdite di posti di lavoro nella nostra zona, sia rispetto all’occupazione diretta, sia perché molte industrie della Toscana producono e sono competitive sul mercato grazie ai bassi costi di trasporto delle merci derivanti dalla vicinanza geografica con i siti presenti nel territorio della Val di Cornia…».
Dunque non si può sostenere contemporaneamente che le scadenze del 2018 e del 2020 sono il termine ultimo e non lo sono.
Ma c’è molto di più che non riguarda solo la sindaca Soffritti. Lo abbiamo già scritto recentemente in un articolo (https://www.stileliberonews.org/tra-tap-e-cave-una-contraddizione-lunga-nel-tempo/) ma vale la pena di tornarci per approfondire l’argomento data la sua rilevanza, economica, territoriale e politica..
L’ osservazione al piano provinciale delle attività estrattive
Sono due le cave di Campiglia che nel Piano delle Attività Estrattive, di Recupero delle aree scavate e Riutilizzo dei Residui Recuperabili approvato dalla Provincia di Livorno l’ 11 giugno 2014 sono così descritte:
Un’attività consistente la loro, con quella di Monte Calvi in crescita e quella di Monte Valerio in diminuizione almeno fino al 2010, così come risulta dallo stesso Piano provinciale:
Sulla base di questi dati il Piano provinciale confermava le previsioni di scavo già contenute nelle autorizzazioni, prolungandone la durata fino al 2022, affermando: «...La questione nei prossimi anni sarà valutare le attività estrattive presenti nel territorio, come un sito strategico per una porzione rilevante dell’economia regionale che per definizione va ben oltre i confini della Val di Cornia e che dovrà assumere i connotati di distretto Toscano caratterizzato dal massimo dell’innovazione estrattiva, produttiva e ambientale…
…Le riserve coltivabili residue ricadenti entro l’insieme delle aree autorizzate delle cave in esercizio appaiono sufficienti, salvo che per particolari ambiti, a sostenere nel loro complesso i volumi di produzione ipotizzati per l’intero decennio considerato [2013–2022]…».
A questa previsione il Comune di Campiglia obiettava ben poco in una osservazione al piano presentata da Alessandro Grassi, in qualità di Dirigente del Settore Assetto del Territorio del Comune di Campiglia M.ma:
«…Nel P.A.E.R.P. si afferma il mantenimento delle scelte di utilizzo delle zone estrattive del campigliese ipotizzando un loro sviluppo a livello regionale compatibile con le modifiche ambientali della zona già gravata da forti modifiche territoriali.
Appare del tutto evidente che la scelta operata per il territorio comunale di Campiglia M.ma risulta una semplice dichiarazione di intenti, non trovandovi riscontro nè nel rapporto ambientale in ordine alla valutazione degli impatti sulle risorse e sul traffico indotto né alcuna analisi quali-quantitativa della stima dei fabbisogni. Soprattutto non è chiara la natura di tale affermazione e la relativa paternità poiché riportata tra virgolette nel corpo della relazione, e neanche se l’orizzonte temporale di tale affermazione è rappresentato dal solo decennio 2013–2022 o se invece si traguarda anche oltre il 2022.
Ad oggi, gli atti urbanistici e le autorizzazioni vigenti parlano in altro modo e pertanto l’affermazione che prefigura un diverso scenario per questo territorio rimane una mera “ipotesi”, che quantomeno avrebbe dovuto essere supportata da approfondimenti tecnici e da valutazioni di sostenibilità ambientale…».
L’ evoluzione della cava di Monte Calvi
Il primo accordo tra Comune di Campiglia e Acciaierie e Ferriere di Piombino (AFP), proprietaria della cava, è del 1994. In esso si prevede:
- l’ impegno di AFP a presentare un nuovo piano di coltivazione entro il 1994,
- l’ impegno del Comune ad autorizzarlo con durata massima delle attività di cava fino al 2014,
- l’ impegno di AFP ad impiegare prevalentemente il calcare nel ciclo siderurgico locale, con possibilità di vendita solo degli scarti, con esclusione di impieghi per opere edili e stradali,
- l’ impegno di AFP ad anticipare 1.668.000 euro sui contributi dovuti per legge per acquisire beni del parco minerario,
- l’ impegno di AFP ad assorbire personale di cave che devono chiudere per consentire di realizzare il parco di San Silvestro.
Ed il parco di San Silvestro fu nel 1996 realizzato, prima parte del sistema dei parchi della Val di Cornia, grazie anche a congrui finanziamenti regionali.
Nel 1996 la Lucchini, subentrata ad AFP, presenta il piano di coltivazione. Richiede anche modifiche al protocollo del 1994 che nel 1997 vengono accolte dal Comune.
Si prevede:
- l’impegno del Comune a rilasciare l’autorizzazione fino al 2014,
- l’impegno del Comune a consentire che tutti i materiali non utilizzati nel ciclo siderurgico “potranno essere liberamente commercializzati con terzi”,
- l’impegno della Lucchini ad anticipare ulteriori 903.799 euro sui contribuiti dovuti per legge.
Nel 1998 il Consiglio Comunale è chiamato nuovamente a pronunciarsi sul nuovo progetto di coltivazione e sulla convenzione attuativa.
La modifica principale riguarda il termine della coltivazione che passa dal 31 dicembre 2014 al 31dicembre 2016.
Il 20 gennaio 1999 viene firmata la convenzione “per il rilascio dell’autorizzazione per proseguire la coltivazione”.
Prevede:
- termine della coltivazione al 31 dicembre 2016,
- volumetria massima estraibile 4.865.000 mc,
- 5 fasi di coltivazione e ripristino contestuale.
Nel 2002, con autorizzazione dirigenziale alla Società Cave di Campiglia (subentrata alla Lucchini), vengono autorizzate consistenti modifiche a quanto stabilito nella convenzione del 1999.
Si prevede:
- la proroga dal 2016 al 2018 dell’autorizzazione,
- un incremento del 75% del materiale estraibile che passa da 4.865.000 a 8.507.000 mc.
Questo il percorso riassunto nella tabella sottostante:
In sostanza nel corso degli anni la natura della cava è radicalmente cambiata, è aumentata la quantità estraibile e se ne è prolungata la durata.
Conclusione
Sì sul tema “cave” c’è una continuità dai primi anni ’90 ad oggi nelle politiche del Comune di Campiglia, ma non è quella indicata dalla sindaca, è quella tesa alla loro difesa ed anzi al loro potenziamento.