PROGRAMMA ELETTORLE 2014, PIANO PROVINCIALE, STORIA DAL 1994

Cave: le idee ed i ricordi confusi di Soffritti

· Inserito in Sotto la lente

PIOMBINO 25 set­tem­bre 2015 — Rossana Sof­frit­ti, sin­da­ca di Campiglia, ha recen­te­mente ester­na­to la sua approvazione alla dichiarazione di Vale­rio Fabi­ani, seg­re­tario del Pd, che ave­va affer­ma­to essere nel 2018 e nel 2020 la sca­den­za per la chiusura delle cave, dicen­do: «...Vale­rio Fabi­ani come seg­re­tario del par­ti­to demo­c­ra­ti­co, descriven­do l’idea del nos­tro mod­el­lo di svilup­po ha rib­a­di­to un con­cet­to che il Comune di Campiglia ha espres­so negli stru­men­ti urban­is­ti­ci approvati dal­la mia ammin­is­trazione e da quel­la prece­dente gui­da­ta da Sil­via Velo pros­eguen­do in un ind­i­riz­zo che proviene dalle ammin­is­trazioni locali già a par­tire dall’inizio degli anni ’90.
Le attiv­ità estrat­tive devono avere un ter­mine e diventare una pre­sen­za resid­uale e i piani di colti­vazione approvati devono seg­nare uno spar­ti­acque tra un pas­sato in cui le attiv­ità estrat­tive rap­p­re­sen­ta­vano un mod­el­lo di svilup­po più nove­cen­tesco e un futuro in cui la dife­sa dell’ambiente sia un pun­to fer­mo e l’imprenditoria mod­er­na sia basa­ta sul riu­so e rici­clo dei mate­ri­ali…» (https://www.stileliberonews.org/le-attivita-estrattive-devono-avere-un-termine/)…».
In realtà doc­u­men­ti, atti e deci­sioni tes­ti­mo­ni­ano una chiara con­trad­dizione tra ciò che dice la sin­da­ca e la realtà di ciò che è avven­nu­to, non solo nei suoi anni di respon­s­abil­ità ammin­is­tra­ti­va ma anche in quel­li prece­den­ti.

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Rossana Sof­frit­ti, sin­da­ca di Campiglia dal 2009

Il pro­gram­ma elet­torale del 2014
Nel “Pro­gram­ma elet­torale di Campiglia Demo­c­ra­t­i­ca Elezioni ammin­is­tra­tive 25 Mag­gio 2014”, in bel­la vista nel­la pag­i­na web del Comune di Campiglia ded­i­ca­ta alla sin­da­ca, si legge:
«…Le attiv­ità estrat­tive sit­u­ate nel ter­ri­to­rio del Comune di Campiglia rap­p­re­sen­tano una realtà strate­gi­ca per le quan­tità e le tipolo­gie di mate­ri­ale estrat­to che ali­men­tano il com­par­to indus­tri­ale toscano nel suo com­p­lesso e quel­lo del­la man­i­fat­tura anche fuori dal­la nos­tra Regione. Gli stru­men­ti urban­is­ti­ci delim­i­tano l’arco tem­po­rale in cui dette attiv­ità dovran­no ces­sare la pro­duzione. La crisi però ha col­pi­to inevitabil­mente anche questo set­tore e i piani di colti­vazione sono in ritar­do rispet­to alle pre­vi­sioni.
La chiusura alle sca­den­ze pre­viste potrebbe portare ad ulte­ri­ori perdite di posti di lavoro nel­la nos­tra zona, sia rispet­to all’oc­cu­pazione diret­ta, sia per­ché molte indus­trie del­la Toscana pro­ducono e sono com­pet­i­tive sul mer­ca­to gra­zie ai bassi costi di trasporto delle mer­ci derivan­ti dal­la vic­i­nan­za geografi­ca con i siti pre­sen­ti nel ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia…».
Dunque non si può sostenere con­tem­po­ranea­mente che le sca­den­ze del 2018 e del 2020 sono il ter­mine ulti­mo e non lo sono.

Ma c’è molto di più che non riguar­da solo la sin­da­ca Sof­frit­ti. Lo abbi­amo già scrit­to recen­te­mente in un arti­co­lo (https://www.stileliberonews.org/tra-tap-e-cave-una-contraddizione-lunga-nel-tempo/) ma vale la pena di tornar­ci per appro­fondire l’ar­go­men­to data la sua ril­e­van­za, eco­nom­i­ca, ter­ri­to­ri­ale e polit­i­ca..

L’ osser­vazione al piano provin­ciale delle attiv­ità estrat­tive
Sono due le cave di Campiglia che nel Piano delle Attiv­ità Estrat­tive, di Recu­pero delle aree sca­v­ate e Riu­ti­liz­zo dei Residui Recu­per­abili approva­to dal­la Provin­cia di Livorno l’ 11 giug­no 2014 sono così descritte:

CAVE A CAMPIGLIA

Un’at­tiv­ità con­sis­tente la loro, con quel­la di Monte Calvi in cresci­ta e quel­la di Monte Vale­rio in diminuizione almeno fino al 2010, così come risul­ta dal­lo stes­so Piano provin­ciale:

statistiche calvi

cava monte valerio

Sul­la base di questi dati il Piano provin­ciale con­fer­ma­va le pre­vi­sioni di sca­vo già con­tenute nelle autor­iz­zazioni, pro­l­un­gan­done la dura­ta fino al 2022, affer­man­do: «...La ques­tione nei prossi­mi anni sarà val­utare le attiv­ità estrat­tive pre­sen­ti nel ter­ri­to­rio, come un sito strate­gi­co per una porzione ril­e­vante dell’economia regionale che per definizione va ben oltre i con­fi­ni del­la Val di Cor­nia e che dovrà assumere i con­no­tati di dis­tret­to Toscano carat­ter­iz­za­to dal mas­si­mo dell’innovazione estrat­ti­va, pro­dut­ti­va e ambi­en­tale…
…Le ris­erve coltivabili residue rica­den­ti entro l’insieme delle aree autor­iz­zate delle cave in eser­cizio appaiono suf­fi­ci­en­ti, sal­vo che per par­ti­co­lari ambiti, a sostenere nel loro com­p­lesso i volu­mi di pro­duzione ipo­tiz­za­ti per l’intero decen­nio con­sid­er­a­to [2013–2022]…».
A ques­ta pre­vi­sione il Comune di Campiglia obi­et­ta­va ben poco in una osser­vazione al piano pre­sen­ta­ta da Alessan­dro Gras­si, in qual­ità di Diri­gente del Set­tore Asset­to del Ter­ri­to­rio del Comune di Campiglia M.ma:
«…Nel P.A.E.R.P. si affer­ma il man­ten­i­men­to delle scelte di uti­liz­zo delle zone estrat­tive del campigliese ipo­tiz­zan­do un loro svilup­po a liv­el­lo regionale com­pat­i­bile con le mod­i­fiche ambi­en­tali del­la zona già gra­va­ta da for­ti mod­i­fiche ter­ri­to­ri­ali.
Appare del tut­to evi­dente che la scelta oper­a­ta per il ter­ri­to­rio comu­nale di Campiglia M.ma risul­ta una sem­plice dichiarazione di inten­ti, non trovan­dovi riscon­tro nè nel rap­por­to ambi­en­tale in ordine alla val­u­tazione degli impat­ti sulle risorse e sul traf­fi­co indot­to né alcu­na anal­isi quali-quan­ti­ta­ti­va del­la sti­ma dei fab­bisog­ni. Soprat­tut­to non è chiara la natu­ra di tale affer­mazione e la rel­a­ti­va pater­nità poiché ripor­ta­ta tra vir­go­lette nel cor­po del­la relazione, e neanche se l’orizzonte tem­po­rale di tale affer­mazione è rap­p­re­sen­ta­to dal solo decen­nio 2013–2022 o se invece si tra­guar­da anche oltre il 2022.
Ad oggi, gli atti urban­is­ti­ci e le autor­iz­zazioni vigen­ti par­lano in altro modo e per­tan­to l’affermazione che pre­figu­ra un diver­so sce­nario per questo ter­ri­to­rio rimane una mera “ipote­si”, che quan­tomeno avrebbe dovu­to essere sup­por­t­a­ta da appro­fondi­men­ti tec­ni­ci e da val­u­tazioni di sosteni­bil­ità ambi­en­tale…».

Banti

Loren­zo Ban­ti, sin­da­co di Campiglia dal 1985 al 1999

L’ evoluzione del­la cava di Monte Calvi
Il pri­mo accor­do tra Comune di Campiglia e Acciaierie e Fer­riere di Piom­bi­no (AFP), pro­pri­etaria del­la cava, è del 1994. In esso si prevede:

  • l’ impeg­no di AFP a pre­sentare un nuo­vo piano di colti­vazione entro il 1994,
  • l’ impeg­no del Comune ad autor­iz­zar­lo con dura­ta mas­si­ma delle attiv­ità di cava fino al 2014,
  • l’ impeg­no di AFP ad imp­ie­gare preva­len­te­mente il cal­care nel ciclo siderur­gi­co locale, con pos­si­bil­ità di ven­di­ta solo degli scar­ti, con esclu­sione di impieghi per opere edili e stradali,
  • l’ impeg­no di AFP ad antic­i­pare 1.668.000 euro sui con­tribu­ti dovu­ti per legge per acquisire beni del par­co minerario,
  • l’ impeg­no di AFP ad assor­bire per­son­ale di cave che devono chi­ud­ere per con­sen­tire di real­iz­zare il par­co di San Sil­ve­stro.

Ed il par­co di San Sil­ve­stro fu nel 1996 real­iz­za­to, pri­ma parte del sis­tema dei parchi del­la Val di Cor­nia, gra­zie anche a con­grui finanzi­a­men­ti region­ali.
Nel 1996 la Luc­chi­ni, suben­tra­ta ad AFP, pre­sen­ta il piano di colti­vazione. Richiede anche mod­i­fiche al pro­to­col­lo del 1994 che nel 1997 ven­gono accolte dal Comune.
Si prevede:

  • l’impegno del Comune a rilas­cia­re l’autorizzazione fino al 2014,
  • l’impegno del Comune a con­sen­tire che tut­ti i mate­ri­ali non uti­liz­za­ti nel ciclo siderur­gi­co “potran­no essere lib­era­mente com­mer­cial­iz­za­ti con terzi”,
  • l’impegno del­la Luc­chi­ni ad antic­i­pare ulte­ri­ori 903.799 euro sui con­tribuiti dovu­ti per legge.

Nel 1998 il Con­siglio Comu­nale è chiam­a­to nuo­va­mente a pro­nun­cia­r­si sul nuo­vo prog­et­to di colti­vazione e sul­la con­ven­zione attua­ti­va.
La mod­i­fi­ca prin­ci­pale riguar­da il ter­mine del­la colti­vazione che pas­sa dal 31 dicem­bre 2014 al 31dicembre 2016.
Il 20 gen­naio 1999 viene fir­ma­ta la con­ven­zione “per il rilas­cio dell’autorizzazione per pros­eguire la colti­vazione”.
Prevede:

  • ter­mine del­la colti­vazione al 31 dicem­bre 2016,
  • vol­ume­tria mas­si­ma estraibile 4.865.000 mc,
  • 5 fasi di colti­vazione e ripristi­no con­tes­tuale.
Velo-Silvia

Sil­via Velo, sin­da­ca di Campiglia dal 1999 al 2009

Nel 2002, con autor­iz­zazione diri­gen­ziale alla Soci­età Cave di Campiglia (suben­tra­ta alla Luc­chi­ni), ven­gono autor­iz­zate con­sis­ten­ti mod­i­fiche a quan­to sta­bil­i­to nel­la con­ven­zione del 1999.
Si prevede:

  • la pro­ro­ga dal 2016 al 2018 dell’autorizzazione,
  • un incre­men­to del 75% del mate­ri­ale estraibile che pas­sa da 4.865.000 a 8.507.000 mc.

Questo il per­cor­so rias­sun­to nel­la tabel­la sot­tostante:

tabella decisioni cava campiglia

In sostan­za nel cor­so degli anni la natu­ra del­la cava è rad­i­cal­mente cam­bi­a­ta, è aumen­ta­ta la quan­tità estraibile e se ne è pro­l­un­ga­ta la dura­ta.

Con­clu­sione
Sì sul tema “cave” c’è una con­ti­nu­ità dai pri­mi anni ’90 ad oggi nelle politiche del Comune di Campiglia, ma non è quel­la indi­ca­ta dal­la sin­da­ca, è quel­la tesa alla loro dife­sa ed anzi al loro poten­zi­a­men­to.

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