All’Elba? Noi vogliamo andare a New York!”

· Inserito in Spazio aperto
Dorys Marini

Il roman­zo Acciaio, più che il film, ha desta­to nel­la val di Cor­nia dis­cus­sioni molto accese. Non era tan­to il val­ore let­ter­ario in dis­cus­sione quan­to la rap­p­re­sen­tazione del­la realtà locale che essa offri­va. Si è avu­ta l’im­pres­sione che toc­casse corde sen­si­bili, dal lavoro alla famiglia, dal­la dro­ga alla ses­su­al­ità. Comunque prob­le­mi del tut­to attuali ed aper­ti. Per questo abbi­amo chiesto le loro opin­ioni, sul libro in genere e sopratut­to sul tema famiglia, ad alcu­ni gio­vani. Queste le loro risposte.

Daniela
Io per­sonal­mente non mi sono ritrova­ta nel tipo di famiglia delin­eato dal­la Aval­lone in Acciaio, per­ché for­tu­nata­mente i miei gen­i­tori sono sem­pre sta­ti molto uni­ti e han­no mes­so me e la mia istruzione al di sopra di tut­to. Anzi, pos­so dire sen­za prob­le­mi che mia madre è sta­ta da sem­pre la mia più grande con­fi­dente; non cre­do di aver­le mai nascos­to nul­la. Han­no sem­pre avu­to una gran fidu­cia in me e io ho cer­ca­to di non tradirla mai, mi han­no sem­pre sup­por­t­a­to nelle mie scelte e han­no saputo essere sev­eri quel poco che è bas­ta­to per cor­reg­ger­mi nei miei errori. Però so di tan­ti ragazzi che han­no vis­su­to situ­azioni analoghe a quelle descritte nel libro, siamo nati e cresciu­ti in un’e­poca in cui la “famiglia” tradizionale si è dis­gre­ga­ta, in cui non tut­ti han­no saputo fornire adegua­to sosteg­no ai figli.

Francesca
Ho sem­pre avu­to un buon rap­por­to con la mia famiglia.
Quan­do ero pic­co­la, i miei gen­i­tori cer­ca­vano di moti­var­mi le loro scelte e i loro divi­eti, anche se nell’adolescenza era dura rasseg­nar­si al fat­to che i miei coetanei gode­vano spes­so di una mag­giore lib­ertà. Nonos­tante a volte questo mi sia sem­bra­to un ecces­so di pro­tezione, con il sen­no di poi com­pren­do molte delle loro reazioni (ed altre anco­ra prob­a­bil­mente le com­pren­derò quan­do anch’io avrò figli).
Adesso il dial­o­go è qua­si alla pari: con mia madre ci con­sigliamo, sia sulle scioc­chezze che sulle scelte più impor­tan­ti; mio padre invece si perde poco in chi­ac­chiere (e abbi­amo inter­es­si abbas­tan­za diver­si), ma quan­do ho bisog­no di qual­si­asi cosa so di pot­er con­tare anche su di lui.
donnaEsten­den­do il dis­cor­so alla mia cer­chia di ami­cizia, pos­so dire che per la mag­gior parte sono nuclei famil­iari estrema­mente legati, e mi sem­bra di ritrovare in loro un rap­por­to sim­i­le a quel­lo che ho io con i miei.
Per quan­to riguar­da Acciaio, io non mi capac­i­to di come questo libro pos­sa essere vis­to come man­i­festo di una gen­er­azione. Due sono le famiglie descritte e nes­suna delle due, a mio parere, può rap­p­re­sentare alcunché.
La vio­len­za domes­ti­ca è un male insidioso, ma direi che è un caso decisa­mente trop­po estremo.
Riguar­do invece ai furbet­ti che votano Berlus­coni (“per­ché Berlus­coni di sicuro non è uno sfi­ga­to”, mi pare che sia la citazione esat­ta), ne è evi­den­te­mente piena l’Italia; pec­ca­to che il prob­le­ma di quei per­son­ag­gi non era il votare Mr B, ma abban­donare la pro­pria famiglia (mate­rial­mente come fa il padre o non inter­ve­nen­do come fa il fratel­lo).
In defin­i­ti­va, due casi trop­po par­ti­co­lari che (for­tu­nata­mente!) non rispec­chi­ano min­i­ma­mente la realtà del­la nos­tra Italia (se non, forse, di zone enorme­mente dis­agiate).
Di Acciaio pen­so che sia un libro puerile, infarci­to di luoghi comu­ni, che ha godu­to di un suc­ces­so total­mente immo­ti­va­to. Lo stile è infan­tile e sem­plicis­ti­co, è pieno di ripe­tizioni e soprat­tut­to la psi­colo­gia dei per­son­ag­gi total­mente abboz­za­ta e/o inco­er­ente.
Questo in ter­mi­ni ogget­tivi, da non piom­bi­nese.
Da piom­bi­nese invece pos­so aggiun­gere che mi ha comunque dato noia il descri­vere una cit­tà in pieno degra­do (sia esteti­co che morale), quan­do mi sem­bra evi­dente (e lo dico da per­sona innamora­ta del­la sua cit­tà) che Piom­bi­no non è così. Mi han­no dato un fas­tidio tremen­do anche frasi inno­cen­ti infarcite di errori, per evitare i quali cre­do che sarebbe bas­ta­to leg­gere la pag­i­na di Wikipedia (per esem­pio per evitare di dire che l’El­ba dista cinque kilo­metri dal­la cos­ta… e tra l’al­tro neanche dal pun­to più vici­no, che se non erro l’autrice dice essere Piaz­za Bovio).

Francesco
Per quan­to riguar­da Acciaio si l’ho let­to mi è pure piaci­u­to molto.Non ho capi­to bene per­ché i piom­bi­ne­si se la sono pre­sa così tan­to.
Pri­mo è un roman­zo.
Sec­on­do in genere chi non ha stu­di­a­to o lavo­ra intorno all’ Acciaieria o fa la commes­sa a parte rare eccezioni… e non c’è nul­la di male… questo c’è da fare.
Ter­zo la dro­ga; ho sen­ti­to gente dire che a Piom­bi­no non siamo tut­ti dro­gati etc etc.. tut­ti no ma buona parte sì sec­on­do me… sic­chè bas­ta nascon­dere la tes­ta sot­to la sab­bia.
Quar­to i per­son­ag­gi mi sono piaciu­ti molto sopratut­to il ragaz­zo che muore, non ricor­do il nome l’ho let­to anni fa, per­son­ag­gio molto più pro­fon­do di quan­to sem­bri.

Ilar­ia
Mi sono rifi­u­ta­ta di leg­gere il libro o vedere il film per­chè da come mi ave­vano par­la­to del libro spendere sol­di per leg­gere qua­si un fan­ta­sy non ne val­e­va la pena..
Il rap­por­to con i gen­i­tori varia molto da per­sona a per­sona. Conosco ragazze/i che han­no un bel­lis­si­mo rap­por­to con i gen­i­tori, che donna2con­sid­er­a­no uno di questi il miglior ami­co o la miglior ami­ca, un rifu­gio nel­la tem­pes­ta o comunque un gran­dis­si­mo appog­gio, altri non ci par­lano molto, sono molto indipen­den­ti e con­sid­er­a­no i gen­i­tori sola­mente fig­ure autorevoli che van­no più o meno rispet­tate, qual­cuno di cui avere pau­ra, oppure sem­plice­mente qual­cuno con cui si divide un tet­to.
Questo sec­on­do me dipende anche dal­l’età dei gen­i­tori.
É vero che Piom­bi­no è una cit­tà di operai, ma non tut­ti sono operai e anche tra gli operai non è vero che tut­ti han­no quel­la che si chia­ma “men­tal­ità chiusa di un operaio”.. asso­lu­ta­mente.
Quel libro cre­do sia molto cir­co­scrit­to a ciò che pare alla scrit­trice che man­co è di Piom­bi­no. Quin­di l’ha but­ta­ta di fori e far credere che il sog­no dei piom­bi­ne­si sia andare all’ Elba è squalli­do, bisognerebbe dirle che ci siamo evo­lu­ti e che ormai sog­ni­amo New York.

Sara
Ho let­to Acciaio e l’ho trova­to offen­si­vo. Il modo in cui la Aval­lone pun­ta il dito con­tro le per­sone e le giu­di­ca con spoc­chia è a dir poco fas­tidioso. Sen­za con­tare l’as­sur­dità di fon­do: nes­sun ado­les­cente (me com­pre­sa, quan­do lo ero) sogna di andare ad infog­nar­si all’Iso­la d’El­ba… Al mas­si­mo a far­ci il fer­ragos­to con gli ami­ci.

(foto di Pino Bertel­li)

 

 

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