70 alloggi in social housing proprio fuori luogo

· Inserito in Spazio aperto
Luigi Coppola

PIOMBINO 13 mar­zo 2016 — I 70 allog­gi in social hous­ing pro­posti dal­l’am­min­is­trazione comu­nale di Piom­bi­no sono fuori luo­go, vista la con­dizione del­l’at­tuale mer­ca­to immo­bil­iare locale, ed oltre­tut­to tale stru­men­to è con­cepi­to per realtà di gran­di dimen­sioni con speci­fiche carat­ter­is­tiche e con per­cor­si asso­cia­tivi aggre­gan­ti nel­l’am­bito dei servizi, che deb­bono essere rig­orosa­mente comu­ni .
Mai come oggi vi è un’of­fer­ta di case in affit­to a bas­so canone ed in ven­di­ta con prezzi di mer­ca­to notevol­mente rib­as­sati nel­la nos­tra cit­tà, tan­ti immo­bili vuoti ed inven­du­ti, soprat­tut­to le nuove costruzioni.
La ter­mi­nolo­gia social hous­ing è pre­sum­i­bil­mente uti­liz­za­ta in questo caso in modo equiv­o­co, oltre­tut­to inter­viene con­tro l’ind­i­riz­zo del­la legge regionale 65/2014 che pone la ques­tione del riu­ti­liz­zo del­l’e­sistente per evitare il con­sumo di nuo­vo suo­lo.
Lo stes­so Pres­i­dente del­la Regione Toscana Enri­co Rossi ha dichiara­to: “In Toscana non costru­iamo nuove case popo­lari, com­pri­amo quelle inven­dute. Non con­sum­i­amo suo­lo e sono già pronte”.
È evi­dente quin­di la volon­tà di coni­u­gare in modo equi­li­bra­to even­tuale neces­sità abi­ta­ti­va con l’esigenza di fer­mare il con­sumo di suo­lo.
Inoltre, chi in quel­la zona di Piom­bi­no sta acqui­s­tan­do un immo­bile pri­ma casa, con un impeg­no oneroso a lun­go ter­mine ed al prez­zo di mer­ca­to, è mes­so in una con­dizione di svan­tag­gio, nonos­tante il momen­to favorev­ole per l’ac­quis­to.
In quel­l’area vi sarà un fisi­o­logi­co deprez­za­men­to che dan­neg­gerà pesan­te­mente, non gli immo­bilieri, ma col­oro che si sono sac­ri­fi­cati e si sac­ri­ficher­an­no anco­ra per avere un tet­to, anche modesto, di pro­pri­età.
70 allog­gi sono molti, se rifer­i­ti ad una realtà come la nos­tra, che ha molti immo­bili inven­du­ti.
Ovvi­a­mente per pot­er com­pren­dere un fenom­e­no del genere, ser­vono adeguate con­sid­er­azioni stori­co-urban­is­tiche e sociali del ter­ri­to­rio.
A fronte di ciò, è evi­dente che si uti­liz­za lo stru­men­to del social hous­ing per una pura e sem­plice lot­tiz­zazione, per­chè in ter­mi­ni tec­ni­ci di questo si trat­ta.
Il fan­tas­ma di Cit­tà Futu­ra di fat­to con­tin­ua ad incombere. Gli even­tu­ali costrut­tori inter­es­sati al social hous­ing, qualo­ra dovessero esser­ci sul serio, dovran­no con­sid­er­are se nei costi sarà attua­bile, al net­to delle agevolazioni, ma in con­cor­ren­za con il deprez­za­men­to dei tan­tis­si­mi immo­bili in ven­di­ta rispet­to al pas­sato.
Costru­ire ex novo ha un cos­to, e chi investe, ine­ludi­bil­mente, non lo fa per la glo­ria, anche al net­to di van­tag­gi prove­ni­en­ti dalle norme in mate­ria e da even­tu­ali con­tribu­ti pub­bli­ci.

(1) Con hous­ing sociale o social hous­ing (da non con­fondere con la tradizionale edilizia res­i­den­ziale pub­bli­ca) si iden­ti­fi­ca una deter­mi­na­ta tipolo­gia di inter­ven­ti immo­bil­iari e urban­is­ti­ci, dove ques­tioni che di soli­to ven­gono gestite sep­a­rata­mente, sono affrontate in maniera organ­i­ca nel medes­i­mo con­testo:
emer­gen­za abi­ta­ti­va
per­cor­si di for­mazione all’au­tono­mia
acces­so ad allog­gi di qual­ità e alta effi­cien­za ener­get­i­ca (in locazione o acquis­to)
sup­por­to alla costruzione di una comu­nità di abi­tan­ti
prog­et­tazione di spazi col­let­tivi con­di­visi e aper­ti alla cit­tà
creazione delle con­dizioni per un impat­to pos­i­ti­vo sul quartiere
stru­men­ti per la ricer­ca e l’in­no­vazione sociale
pratiche sosteni­bili per l’abitare.

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