A San Vincenzo fiducia nazionale ma sfiducia locale

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Nicola Bertini

SAN VINCENZO 8 giug­no 2014 — Com­in­ci­amo dal­l’inizio e cioè dall’ affluen­za alle urne. Nelle ultime quat­tro tor­nate elet­torali l’af­fluen­za si è sem­pre man­tenu­ta al di sopra dell’80% tranne sta­vol­ta. 72,77% alle comu­nali e 74,03% alle Europee. Un seg­nale di sfidu­cia cer­ta­mente non estra­neo ai cam­bi­a­men­ti nazion­ali ma net­to e incon­testa­bile soprat­tut­to alle Comu­nali.
Infat­ti se alle elezioni europee al calo del­l’af­fluen­za cor­risponde almeno un modesto calo delle schede bianche e nulle, alle comu­nali la ten­den­za è con­traria pas­san­do dalle 184 del 2009 alle 227 del 2014 inver­tendo così la ten­den­za che pare­va essere con­sol­i­da­ta di una riduzione grad­uale di bianche e nulle.

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Non è da imputar­si un aumen­to delle nulle al sis­tema elet­torale e alla novità delle pref­eren­ze doppie. Questo essen­zial­mente per­ché chi è sta­to al seg­gio ed ha parte­ci­pa­to alla scru­ti­nio sa bene che nel 90% dei casi le schede nulle sono evi­den­te­mente annul­late volon­tari­a­mente dal­l’elet­tore.
Questo dato colpisce le varie liste che si can­di­da­vano quali alter­na­tive alla mag­gio­ran­za uscente. Nonos­tante l’of­fer­ta fos­se persi­no più ampia rispet­to alle prece­den­ti elezioni, le tre liste non sono rius­cite né a moti­vare le per­sone a votare, né a trascinare dal­la sfera del voto nul­lo o bian­co a quel­la del voto, mag­a­ri di protes­ta.
Un fal­li­men­to molto serio che forse può essere spie­ga­to pro­prio con la pre­sen­za di troppe liste, che offren­do la percezione di debolez­za all’opin­ione pub­bli­ca, non ven­gono accred­i­tate come con­creti stru­men­ti di cam­bi­a­men­to da molti cit­ta­di­ni.
Nat­u­ral­mente spe­ri­amo che il dato sull’affluenza ind­u­ca anche la mag­gio­ran­za ad una seria rif­les­sione. Non dovreb­bero essere le sole mino­ranze ad attrarre alle urne gli elet­tori.

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Le elezioni europee
I risul­tati delle europee si pos­sono sin­te­tiz­zare con un tito­lo che, visti i risul­tati nazion­ali, non farebbe nep­pure notizia: “Grande affer­mazione del PD”.
Cer­ta­mente questo è vero, anche se l’aumento dell’astensione impedisce di indi­vid­uare nei 2.279 voti ottenu­ti a San Vin­cen­zo di par­lare di record. Meglio fece la lista “Uni­ti nell’Ulivo” nel 2004 con 2.301 voti.
La som­ma di asten­sion­is­mo e voti non vali­di, stori­ca­mente com­pre­sa tra 1014 e 1375 per le europee, arri­va a 1677 con un incre­men­to rispet­to al 2009, del 32,57%.
I voti al PD di Ren­zi sono, in cifra asso­lu­ta, 22 in meno di quel­lo ottenu­ti da “Uni­ti nell’Ulivo” nel 2004 ma sono 250 in più di quel­li ottenu­ti dal PD nel 2009. La dif­feren­za risul­ta ancor più mar­ca­ta se si com­para il risul­ta­to con le elezioni politiche, oper­azione che si rende indis­pens­abile per esam­inare la vari­azione del M5S.
Nel 1994 il dato è rel­a­ti­vo al solo PDS (ammes­so che si pos­sa oper­are una sim­i­le com­para­zione).
Nel 1999 il dato è rel­a­ti­vo a DS + I demo­c­ra­ti­ci + Popo­lari.
Anche nel con­fron­to con le elezioni politiche di un anno fa, il pri­mo dato da sot­to­lin­eare è il calo dell’affluenza. I voti vali­di alle politiche era­no 4.541, alle europee soltan­to 4.047. In un solo anno 500 cit­ta­di­ni in più a San Vin­cen­zo han­no deciso di non andare a votare o di non esprimere un voto vali­do. Questo nonos­tante la con­comi­tan­za con le elezioni ammin­is­tra­tive, da sem­pre di grande richi­amo.
Volen­do azzardare una com­para­zione rel­a­ti­va al numero di voti, si evi­den­ziano l’esplosione del PD, i guadag­ni del­la destra e il crol­lo del­la sin­is­tra, del cen­tro e del cen­trode­stra.
In ter­mi­ni per­centu­ali il raf­fron­to non è molto sig­ni­fica­ti­vo, gioverà mag­gior­mente evi­den­ziare lo scosta­men­to a par­tire dai voti delle politiche di cias­cu­na forza (o aggre­ga­to di forze).
L’effetto Ren­zi ha per­me­s­so di guadagnare qua­si il 17% — sui voti vali­di – al PD in un anno. Gli altri incre­men­ti si rgis­tra­no a destra men­tre il cen­tro scom­pare e la lista Tsipras perde un ter­zo dei voti del­la som­ma tra Lista Ingroia e di SEL.
Se com­par­i­amo i dati delle politiche e quel­li delle europee par­tendo non dalle schede valide ma dagli aven­ti dirit­to noti­amo che il PD ottiene il voto dall’8,45% in più degli aven­ti dirit­to men­tre il M5S perde la fidu­cia del 6,32% del cor­po elet­torale.

 confronti san vincenzo

Astenu­ti più schede bianche e nulle rap­p­re­sen­tano un par­ti­to che, in un solo anno cresce dell’ 8,75%, persi­no più del PD che guadagna l’8,45% degli aven­ti dirit­to.

Il Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co
Anche nei comu­ni lim­itrofi pochi sono i can­di­dati sin­daci del PD che han­no eguaglia­to il risul­ta­to del PD di Ren­zi alle europee. Cer­to a San Vin­cen­zo la dis­tan­za tra la coal­izione di cen­trosin­is­tra “San Vin­cen­zo c’è” e il PD delle europee, è davvero notev­ole. Ciò è tan­to più vero se si pen­sa ai prece­den­ti stori­ci.
Il sal­do tra le elezioni comu­nali e la som­ma dei par­ti­ti di cen­trosin­is­tra alle europee ha sem­pre pre­mi­a­to il Sin­da­co. Questo nonos­tante sia sem­pre sta­ta pre­sente una lista (Alter­na­ti­va pri­ma, il Forum poi) che attinge­va preva­len­te­mente da un baci­no elet­torale di sin­is­tra, fenom­e­no reso pos­si­bile dall’ammanco di voti che i can­di­dati sin­daci del cen­trode­stra han­no sem­pre dovu­to reg­is­trare rispet­to ai voti del cen­trode­stra alle europee.
Abbas­tan­za sem­pli­ci le con­clu­sioni: da destra molti voti pre­mi­a­vano il cen­trosin­is­tra, per­ché si sape­va che avrebbe vin­to e il sin­da­co face­va il pieno dei voti del cen­trosin­is­tra nazionale. Rimane­va un pic­co­lo flus­so sia da destra che dal cen­trosin­is­tra che ali­men­ta­va, assieme alla cosid­det­ta sin­is­tra rad­i­cale, Alter­na­ti­va e Forum. Questo schema è sta­to scon­volto.
Mer­i­to di Ren­zi, demer­i­to di Ban­di­ni, mer­i­to delle oppo­sizioni o che altro?
Cer­ta­mente l’exploit di Ren­zi ha reso com­pli­ca­to per qual­si­asi can­dida­to sin­da­co fare meglio del leader nazionale. Altret­tan­to cer­to è che Ban­di­ni non sia né ren­ziano né un politi­co di nuo­vo cor­so.
Queste atten­u­an­ti tut­tavia non pos­sono bastare. Infat­ti dal 1995 un can­dida­to sin­da­co del­la mag­gio­ran­za uscente non era mai fini­to sot­to il 55% e dal 1999 mai si era fer­ma­to sot­to il 60%. Scivolare sot­to il 50% sig­nifi­ca aver peg­gio­ra­to cer­ta­mente il dato del PD a liv­el­lo nazionale, ma anche la ten­den­za stor­i­ca con­sol­i­da­ta delle ammin­is­tra­tive a San Vin­cen­zo.
Ban­di­ni ave­va dimostra­to gran­dis­si­ma forza alle pri­marie ma ave­va evi­den­zi­a­to il suo carat­tere divi­si­vo del PD. Se è vero che gli oltre 900 voti che per­mis­ero di prevalere a Ban­di­ni era­no un pat­ri­mo­nio enorme – soprat­tut­to se si con­sid­era che sti­amo par­lan­do di pri­marie – è altret­tan­to vero che toni e argo­men­ti del­la cam­pagna delle pri­marie, las­ci­a­vano pre­sup­porre che il PD non si sarebbe riu­ni­to sot­to i ves­sil­li di Ban­di­ni molto facil­mente.
Il fat­to che il numero di voti per Ban­di­ni alle elezioni ammin­is­tra­tive sia infe­ri­ore al numero dei voti dei tre avver­sari alle pri­marie indi­ca che, in effet­ti, il par­ti­to non si è ricom­pat­ta­to. I cit­ta­di­ni che si recarono alle urne alle pri­marie furono 2114, 113 in più dei voti con­quis­ta­ti dal neosin­da­co, 2046 i voti vali­di espres­si allo­ra (930 Ban­di­ni, 709 Cioni­ni e 407 Cec­chi­ni).
Se la com­po­nente “cionini­ana” è rien­trate di buon gra­do e ha espres­so alcune can­di­da­ture di rifer­i­men­to nel­la lista, non v’è trac­cia del­la com­po­nente che face­va capo a Elisa Cec­chi­ni. Ma i voti per­si da Ban­di­ni – Asses­sore del­la Giun­ta Bia­gi – rispet­to al suo pre­de­ces­sore sono ben 831, i voti di Cec­chi­ni alle pri­marie era­no la metà.
Il giudizio del­la cit­tad­i­nan­za sulle due ammin­is­trazioni Bia­gi è neg­a­ti­vo. A giu­di­care dai numeri, molto neg­a­ti­vo.
Si con­fer­ma per­fet­ta­mente dunque l’analisi sec­on­do la quale la cit­tad­i­nan­za era stan­ca e ave­va un gran bisog­no di cam­biare. Sui demer­i­ti di Ban­di­ni ci siamo dunque espres­si, a questi tut­tavia non cor­rispon­dono mer­i­ti delle oppo­sizioni.
L’assurdo del­la cam­pagna elet­torale appe­na con­clusasi era che la mag­gio­ran­za, net­ta mag­gio­ran­za, dell’elettorato era delu­so dalle Ammin­is­trazioni Bia­gi, non ripone­va fidu­cia in Ban­di­ni, avrebbe volu­to cam­biare, ma sape­va che avrebbe vin­to un’altra vol­ta Ban­di­ni.
Gra­zie a ques­ta con­sapev­olez­za dif­fusa, vis­to che una per­centuale dell’elettorato non vota chi più lo con­vince ma chi ha più pos­si­bil­ità di vin­cere, Ban­di­ni è sta­to avvan­tag­gia­to pro­prio dalle oppo­sizioni che era­no abbas­tan­za numerose in liste da non essere accred­i­tate di sostanziali oppor­tu­nità di vit­to­ria.
Ban­di­ni quin­di ha evi­ta­to il più pos­si­bile inizia­tive all’aperto, assem­blee parte­ci­pate o sim­ili. Ha incon­tra­to le asso­ci­azioni e ha par­la­to con loro. E ha vin­to.
Ha vin­to anche per­sonal­mente. Era infat­ti il can­dida­to meno adat­to stante la retor­i­ca sul nuo­vo, sul­la rot­ta­mazione e sui politi­ci. Eppure ha saputo super­are pri­ma, alle pri­marie, due can­di­dati sul­la car­ta più spendibili di lui, poi ha saputo costru­ire una lista pres­soché com­ple­ta­mente com­pos­ta da neo­fi­ti, infine ha sfrut­ta­to la pre­sen­za di molte liste di oppo­sizione man­te­nen­do un pro­fi­lo bas­so las­cian­do agli altri com­peti­tors la pos­si­bil­ità di sbra­nar­si finché ave­vano energie in cor­po.
La lista ha dato un sosteg­no deci­si­vo alla vit­to­ria di “San Vin­cen­zo c’è” sebbene i can­di­dati con­siglieri siano ben lon­tani dall’aver rag­giun­to il numero di pref­eren­ze delle liste Bia­gi (se si con­sid­era la doppia pref­eren­za).
Roven­ti­ni con 237 pref­eren­ze ottiene un risul­ta­to buono a metà. Dal Seg­re­tario, soprat­tut­to con due pref­eren­ze da scri­vere sul­la sche­da, ci si attende ben altra pro­va. Cer­to meglio di come andò a Ban­di­ni nel 2004 quan­do finì ter­zo nelle pref­eren­ze dietro Cec­chi­ni e Pini. Se si pen­sa che nel 2009 Giom­met­ti ave­va ottenu­to molte più pref­eren­ze, si ha l’immagine di un par­ti­to che fat­i­ca a ritrovare la forza e la coe­sione del pro­prio appa­ra­to.
Oltre alla doppia pref­eren­za, ricor­diamo che i nomi in lista era­no 16 fino al 2009 con­tro i 12 di oggi­giorno. Pre­sum­i­bil­mente, i pri­mi degli elet­ti avreb­bero dovu­to avere cifre indi­vid­u­ali ben più alte, invece… Anche Rus­so, l’unico altro “politi­co” del­la lista, non ottiene una investi­tu­ra trop­po net­ta: 91 pref­eren­ze, ulti­mo degli elet­ti, sot­to di 30 rispet­to a cinque anni fa.
Comunque il numero di pref­eren­ze è vici­no alle 1.300 unità, oltre il 64% rispet­to ai voti di lista. Viene da dire che, sia mer­i­to dell’apparato, sia mer­i­to dei volti nuovi trovati per ren­dere più fres­ca la pro­pos­ta polit­i­ca, sia mer­i­to del­la men­tal­ità mag­gior­i­taria ormai dom­i­nante che por­ta a scegliere il pos­si­bile vin­cente e non il pen­siero politi­co più sim­i­le all’elettore, sia mer­i­to di tre liste d’opposizione, il radica­men­to, a San Vin­cen­zo, c’è. Ci sono anche robusti seg­nali di crisi.

SìAmo San Vin­cen­zo
La vera incog­ni­ta di ques­ta tor­na­ta elet­torale era­no le altre due liste di alter­na­ti­va: SìAmo San Vin­cen­zo e Assem­blea San­vin­cen­z­i­na.
L’anal­isi è com­p­lessa per­ché, al di là delle pretese, non si pos­sono azzardare parag­o­ni con le liste europee. Cer­to è che i pro­gram­mi e le idee di Luca Cosi­mi ammic­ca­vano a destra. Alcu­ni argo­men­ti era­no palese­mente mutuati da un’area di destra come le mis­ure per l’in­cre­men­to demografi­co con San Vin­cen­zo 8.000 o gli incen­tivi fis­cali per chi assume san­vin­cen­zi­ni (qui si citano le pro­poste sen­za anal­iz­zarne l’even­tuale verosimiglian­za e/o fat­tibil­ità delle stesse).
Anche nei toni Cosi­mi ha cer­ca­to di pre­sen­tar­si come un Berlus­coni di paese. Metafore calcis­tiche, scivoloni e toni molto, molto alti (comu­nisti di mer­da, ven­di­tore di scarpe ecc …).
Il risul­ta­to stori­ca­mente con­sol­ida­to per la lista civi­ca che veni­va per­cepi­ta come “cen­trode­stra” era tra gli 800 voti di Nan­nel­li e i 1486 di Foti. L’ultimo rifer­i­men­to sono i 1211 voti ottenu­ti dal Lera. Con 507 voti Cosi­mi res­ta ben al di sot­to di tali soglie.
Nelle ultime set­ti­mane di cam­pagna elet­torale, SìAmo San Vin­cen­zo ha prova­to ad ammic­care anche a sin­is­tra pre­sen­tan­do due can­di­da­ture a con­sigliere di evi­dente estrazione pro­gres­sista. Questo schema era già sta­to ten­ta­to da Lera, con mag­giore suc­ces­so (cir­ca due volte e mez­zo i voti).
Ammes­so e non con­ces­so che la percezione dell’elettorato sia cor­rispos­ta all’intenzione dei coor­di­na­tori del­la lista, il paragone tra i voti dei par­ti­ti di cen­trodes­ta alle europee– in crisi di voti – con i risul­tati di SìAmo San Vin­cen­zo, indi­ca uno scosta­men­to di 258 voti.
Soli­ta­mente il sogget­to ben­e­fi­cia­rio di molti voti di destra alle politiche era la lista del PD. Sta­vol­ta alcu­ni voti di FI e Lega han­no prob­a­bil­mente scel­to AS. Ad ogni modo, la dif­feren­za tra som­ma di voti espres­si alle europee ai par­ti­ti di cen­tro destra e quel­li ottenu­ti da can­di­dati sin­daci per­cepi­ti come ori­en­tati politi­ca­mente a destra ha toc­ca­to l’apice nel 2004 quan­do Nan­nel­li ottenne 609 voti in meno del­lo schiera­men­to cor­rispon­dente. Foti ave­va ottenu­to 308 voti in meno nel 1995 e 278 voti in meno nel 1999. Lera, si era fer­ma­to 484 voti pri­ma del­la som­ma dei par­ti­ti di cen­trode­stra, men­tre a Cosi­mi ne man­cano 258.
Ovvi­a­mente la ques­tione si fa più com­pli­ca­ta con­sideran­do la per­centuale di elet­tori che non si sono riconosciu­ti nei vari esper­i­men­ti ammin­is­tra­tivi. Infat­ti la crisi alle europee di Forza Italia ha reso molto meno ampio il baci­no di voti di cen­trode­stra e se i 278 voti che man­ca­vano a Foti nel 1999 rap­p­re­sen­ta­vano appe­na il 19,18% di quell’elettorato, oggi i 258 voti che man­cano a Cosi­mi per rag­giun­gere la som­ma di Forza Italia, Fratel­li d’Italia e Lega Nord alle europee, rap­p­re­sen­tano oltre un ter­zo (33,73%) del­la forza elet­torale dei tre par­ti­ti.
Ricor­diamo tut­tavia che il cen­trode­stra non ha appog­gia­to la lista di Cosi­mi. Per­tan­to, il gio­vane lau­re­ato alla Boc­coni, può riven­di­care un risul­ta­to per­son­ale di un cer­to rilie­vo. A mag­gior ragione se si con­sid­er­a­no i voti di pref­eren­za, in totale 183. Con­sideran­do la doppia pref­eren­za i san­vin­cen­zi­ni han­no espres­so un cer­to gradi­men­to alla figu­ra del can­dida­to sin­da­co (se tutte le schede di SSV avessero ripor­ta­to due pref­eren­ze il totale sarebbe sta­to di 1.014). Il Coor­di­na­tore e uomo forte Man­nuc­ci, arri­va quar­to con soli 26 e nes­suna pref­eren­za in ben tre sezioni (4,5 e 6). Anche Lazzeri­ni, nonos­tante le 38 pref­eren­ze (la più vota­ta nel­la lista di SSV) non ottiene pref­eren­ze a San Car­lo e ne ottiene solo una nel­la sezione 6.
Inoltre la dis­tribuzione del voto di lista all’interno delle diverse sezioni è piut­tosto costante: si va da un 9,8% del­la sezione 6 al 15,71% del­la sezione 8.

Assem­blea san­vin­cen­z­i­na
Veni­amo alla mag­giore forza di oppo­sizione, Assem­blea san­vin­cen­z­i­na.
Non è ammis­si­bile la com­para­zione del suo con quel­lo del Forum o con quel­lo di San Vin­cen­zo per tut­ti, esat­ta­mente come è un’approssimazione pri­va di effi­ca­cia il ten­ta­ti­vo di met­tere in relazione elet­tora­to che si è sen­ti­to rap­p­re­sen­ta­to dal cen­trode­stra alle europee da un lato e SìAmo San Vin­cen­zo dall’altro.
Il risul­ta­to più “pesante” in ter­mi­ni per­centu­ali ottenu­to da una lista diver­sa da quel­la sostenu­ta dal PDSDSPD a San Vin­cen­zo si reg­is­tra nel 1995 quan­do Foti ottiene un 28,54% con “Prog­et­to duemi­la”.
AS ottiene il 28,71% e può essere tan­to più sod­dis­fat­ta di questo risul­ta­to se si con­sid­era che mai era­no state pre­sen­tate tre liste alter­na­tive alla mag­gio­ran­za uscente.
Tut­tavia, come accen­na­to nell’analisi dell’affluenza, AS non è rius­ci­ta a muo­vere gli inde­cisi, i delusi. A con­ti fat­ti non sareb­bero comunque sta­ti suf­fi­ci­en­ti ad ottenere una vit­to­ria ma minore affluen­za e mag­gior numero di voti non vali­di, sig­nif­i­cano che l’offerta polit­i­ca non è sta­ta in gra­do di moti­vare i molti insod­dis­fat­ti e il dato è uno smac­co soprat­tut­to per questo sogget­to politi­co.
La polem­i­ca polit­i­ca scate­na­ta da SìAmo San Vin­cen­zo non pote­va infat­ti essere final­iz­za­ta ad un prog­et­to di gov­er­no così come l’assenza del M5S. AS ave­va cre­ato aspet­ta­tive for­ti in una larga parte dell’elettorato ma non è rius­ci­ta a mobil­i­tarne un’altra, più nascos­ta.
I seg­nali incor­ag­gianti per AS non man­cano. Il pri­mo arri­va dal­la dis­tan­za che sep­a­ra Ban­di­ni e Ric­cuc­ci. Il risul­ta­to par­la infat­ti chiaro: negli ulti­mi vent’anni, nes­sun s’era avvi­c­i­na­to di più a chi è risul­ta­to Sin­da­co.
Non è un seg­re­to che la lista civi­ca pun­tasse molto sul tur­is­mo – com­mer­cio e tutela del­la spi­ag­gia. Altret­tan­to noto è il fat­to che buona parte dei can­di­dati e degli attivi abi­tano o lavo­ra­no in cen­tro.
Le sezioni elet­torali del cen­tro e di Via del­la Principes­sa, la pri­ma e la sec­on­da, sono quelle in cui AS non solo ha rac­colto mag­giori con­sen­si, è persi­no sta­ta in gra­do di sfi­dare San Vin­cen­zo c’è nonos­tante la pre­sen­za delle altre due liste di alter­na­ti­va.
AS supera il 30% anche nel­la sezione 3 ma, allon­tanan­do­ci dal mare, i risul­tati calano in modo sen­si­bile. Col­oro che non vivono di tur­is­mo sem­bra­no essere sta­ti meno coin­volti degli altri dagli argo­men­ti del­la lista civi­ca che pare aver entu­si­as­ma­to pien­amente i quartieri che più sono abit­uati a ragionare in ter­mi­ni tur­is­ti­ci. Ecco i risul­tati per sezione. Le prime 4 sezioni sono sopra la media del­la lista, San Car­lo, le vie tra Castel­luc­cio e via Piave, i nuovi quartieri ad est del­la super­stra­da e le cam­pagne a sud del paese, sono al di sot­to del­la media.
Il risul­ta­to ecla­tante è però la dif­feren­za di soli 6 voti (189 con­tro 183) nel­la sezione n°1 dove AS ha rischi­a­to il sor­pas­so. Anche anal­iz­zan­do il divario tra San Vin­cen­zo c’è e AS, si nota facil­mente come, men­tre nei quartieri riv­ieraschi la battaglia è sta­ta acce­sa, in quel­li lon­tani dal mare la dis­tan­za tra le due liste appare incolma­bile toc­can­do i 36 pun­ti per­centu­ali nel­la sezione n° 7.
Dall’analisi del radica­men­to nelle diverse zone e degli ele­men­ti pro­gram­mati­ci o comu­nica­tivi, è pos­si­bile che AS pos­sa col­mare il gap che la sep­a­ra dal­la lista di mag­gio­ran­za.
Il numero di pref­eren­ze è sig­ni­fica­ti­vo (il 40% cir­ca sui voti di lista) e, ad eccezione dei pri­mi tre risul­tati, la for­bice di voti ottenu­ti da cias­cun can­dida­to è com­pre­sa tra 17 e 43.
Rara­mente in liste che non vin­cono le elezioni il can­dida­to con­sigliere meno vota­to ottiene ben 17 pref­eren­ze. Questo dato, uni­to alla costante dis­tribuzione delle pref­eren­ze tra le sezioni indi­ca un forte impeg­no di cias­cun can­dida­to nel fideliz­zare i voti delle pro­prie conoscen­ze. Dis­cor­so diver­so per Mas­si­mo Cioni­ni che, rag­giun­gen­do quo­ta 119, ottiene un risul­ta­to davvero impres­sio­n­ante a liv­el­lo per­son­ale. Pare esservi una sti­ma sul­la per­sona dif­fusa in modo omo­ge­neo nel paese. Se era­no infat­ti preved­i­bili molte pref­eren­ze all’animatore del­la battaglia sul Bayahibe lun­go la cos­ta, meno scon­ta­ta era l’affermazione altrove.

Movi­men­to 5 Stelle 
L’u­ni­ca com­para­zione sem­plice nel cam­po delle mino­ranze è quel­la del M5S. Non era un seg­re­to che gran parte dei cit­ta­di­ni elet­tori e sim­pa­tiz­zan­ti del M5S avesse scel­to di appog­gia­re, anche atti­va­mente, AS. I pre­sup­posti sui quali è nata la can­di­datu­ra Saviozzi per­tan­to, non pote­vano essere quel­li – comunque insuf­fi­ci­en­ti a sfi­dare seri­amente Ban­di­ni o qual­si­asi altro can­dida­to sostenu­to dal PD – del feb­braio 2013.
Alle elezioni politiche si con­ta­vano ben 1.100 voti alla Cam­era dei dep­u­tati per il M5S con­tro 1.789 voti al PD. Già molti esper­i­men­ti con­dot­ti in tut­ta Italia, ave­vano ampia­mente dimostra­to come la pre­sen­tazione di liste alle comu­nali, sebbene aggan­ci­ate al sim­bo­lo nazionale e “cer­tifi­cate”, molto spes­so non ottenevano i risul­tati sperati e si fer­ma­vano molto dis­tan­ti dal risul­ta­to delle elezioni politiche.
Dunque se anche il Movi­men­to avesse potu­to con­tare sug­li stes­si voti del 2013 il suc­ces­so alle ammin­is­tra­tive sarebbe sta­to tut­to da dimostrare. L’aggravante di aver per­so gran parte degli attivi a favore di un’altra lista civi­ca, non ha aiu­ta­to.
Preved­i­bil­mente il M5S non si affer­ma e rimane fuori dal Con­siglio Comu­nale di San Vin­cen­zo aven­do AS ottenu­to oltre il trip­lo dei voti. Questo forse il vero dispi­acere per i pro­mo­tori del­la lista che ave­vano sem­pre sostenu­to l’importanza di inserire un con­sigliere “cer­ti­fi­ca­to” anche nel nos­tro comune.
Al di là di qual­si­asi con­sid­er­azione aggiun­ti­va, colpisce il numero di pref­eren­ze espresse: un totale di appe­na 38. Ammet­ten­do che tut­ti gli 11 can­di­dati abbiano espres­so la doppia pref­eren­za, ne riman­gono appe­na 16.
Sig­nifi­ca appe­na 1 pref­eren­za ogni 10 voti di lista, al net­to dei can­di­dati arriv­i­amo addirit­tura a 1 pref­eren­za ogni 50 voti di lista. Ciò fa propen­dere per un voto essen­zial­mente ottenu­to a traino del risul­ta­to del­la lista alle elezioni europee.
Chiaro invece che il Movi­men­to pun­tasse a Lan­di e Cor­bel­li Valenti­na come pos­si­bili con­siglieri comu­nali, viste le pref­eren­ze ottenute: Lan­di 16, Cor­bel­li Valenti­na 14, Mer­li­ni 3, Cor­bel­li Rober­to e Sforzi Lau­ra 2, Fila­roni 1.

Con­clu­sioni
I seg­nali di crisi del­la mag­gio­ran­za e del sin­da­co sono grafi­ca­mente rap­p­re­sentabili e risul­tano ben leg­gi­bili ed evi­den­ti.
Oltre a non ottenere il 50% dei voti vali­di, il nuo­vo Sin­da­co ottiene poco più di un ter­zo del cor­po elet­torale. Con una fles­sione decisa rispet­to ai suoi pre­de­ces­sori.
Non solo sem­bra­no lon­tanis­si­mi i con­sen­si ottenu­ti da Bia­gi nel 2004, ma riman­gono ben lon­tani anche quel­li ottenu­ti da Roven­ti­ni nel 1995 e nel 1999.
Ban­di­ni deve accon­tentar­si delle per­centu­ali di con­sen­so nel­la cit­tad­i­nan­za che in Val di Cor­nia si sono trib­u­tate ai can­di­dati del PD e delle loro coal­izioni.
Solo Par­o­di con­vince una per­centuale dei suoi concit­ta­di­ni in lin­ea con i risul­tati di legit­ti­mazione delle prece­den­ti tor­nate elet­torali. I can­di­dati del PD si fer­mano tut­ti tra il 31 e il 36,6%.
Mer­i­to del quadro politi­co ester­no alla coal­izione del PD se il risul­ta­to asso­lu­ta­mente sim­i­le di Loli­ni e di Sof­frit­ti e Ban­di­ni non han­no por­ta­to allo stes­so esi­to.
Sen­za pre­tendere il 45% di Par­o­di che ha potu­to sfruttare uno degli errori politi­ci più incred­i­bili del­la sto­ria di questi ter­ri­to­rio (vol­er annientare il sen­so d’appartenenza dei suvere­tani), è del tut­to evi­dente che la scon­fit­ta del PD in tut­ti i comu­ni del­la Val di Cor­nia era pos­si­bile.
A San Vin­cen­zo e Campiglia però, la mag­gio­ran­za uscente ha potu­to con­tare su due fat­tori: l’ostinazione di alcune forze a vol­er pre­sentare il pro­prio sim­bo­lo nonos­tante il sis­tema elet­torale penal­izzi la fram­men­tazione nei comu­ni sot­to i 15.000 abi­tan­ti, e la nasci­ta di prog­et­ti per­son­ali del tut­to estranei a logiche di dial­o­go con gli altri sogget­ti di mino­ran­za. Tal­vol­ta la nasci­ta e l’affermazione di questi sogget­ti sono sta­ti – astu­ta­mente – sostenute dagli attuali Sin­daci.
L’esigenza di par­ti­to e il per­son­al­is­mo han­no per­me­s­so che le cose rimanessero invari­ate a San Vin­cen­zo e Campiglia. I cit­ta­di­ni l’hanno per­cepi­to e la dif­feren­za tra affluen­za in questi due comu­ni rispet­to a quel­la di Suvere­to è del 10%.
Il mes­sag­gio è chiaro ed è qua­si uno slo­gan: non vado a votare se non è pos­si­bile cam­biare.

 

 

 

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