Acciai al piombo? Il gioco non vale la candela
PIOMBINO 18 marzo 2019 — Sabato 16 marzo si è svolto l’ incontro pubblico promosso dalla associazione “Coordinamento Art. 1 – Camping CIG” sul tema “Acciai al Piombo” . Dopo l’introduzione di Paolo Gianardi e gli interventi dei relatori Alessandro Babboni, Mauro Sozzi e Francesco Pappalardo, sono intervenuti: l’ assessore Paola Pellegrini, che ha invitato il dottor Pappalardo (componente del Camping CIG) ad una riunione in Comune per approfondimenti sul tema, Fabrizio Callaioli (Prc), Luigi Coppola (Udc), Gianluca Marinai (Pcarc), Daniele Massarri (Sl), Daniele Pasquinelli (M5s); il dottor Alessandro Dervisci ( Comitato Salute Pubblica), l’ ingegner Leonardo Mezzacapo, lavoratori Aferpi, Magona e cittadini, Giancarlo Chiarei (Slai cobas), Sabrina Nigro e Claudio Lucchesi (Ugl). Usb ha inviato un messaggio di saluto.
Dall’incontro è emerso che gli acciai automatici al piombo non rappresentano uno sviluppo della produzione nel senso della qualità. L’aspettativa di penetrazione nel mercato è legata al fatto che si tratta di una produzione per altri non allettante, a causa delle difficoltà e dei costi di gestione legate ai problemi di nocività del piombo. La laminazione al Tmp potrebbe essere solo il primo passo verso lavorazioni al piombo anche in altri treni (es. TVE). Non si tratta di un avanzamento verso il futuro ma di un ritorno all’indietro e non può essere questo tipo di lavorazione a determinare il futuro di Aferpi. Le esperienze passate (colaggio e laminazione di acciai al piombo negli anni 80 a Piombino) hanno insegnato che l’acciaio si libera dalle gabbie di laminazione in misura che può determinare esposizioni basse, ma non irrilevanti. La normativa vigente in Italia indica limiti di esposizione (piombo nell’aria e piombo nel sangue) che sono tra i più alti al mondo e che non tengono conto delle nuove conoscenze scientifiche. Tali limiti non proteggono assolutamente dagli effetti nocivi delle basse esposizioni.
Oggi le misure di prevenzione devono porsi come unico obiettivo accettabile quello di non causare aumenti nel sangue degli indicatori biologici , ulteriori rispetto ai valori del “bianco” iniziale. È molto difficile raggiungere tale obiettivo; l’applicazione di tutte le misure di prevenzione necessarie è complessa, difficile da mantenere ad alto livello nel tempo e richiede una forte cultura operativa della sicurezza come patrimonio dell’ organizzazione aziendale, oltre che costi non trascurabili. La valutazione conclusiva espressa pressochè unanimemente è stata che “il gioco non vale la candela”.
Nell’intervento di Paolo Francini è stato sottolineato con forza che Camping CIG non si batte “contro” ma si batte “per”, non guardando indietro ma in avanti, “per” tutto ciò che Aferpi ha promesso: investimenti subito per il revamping dei treni e per l’ ammodernamento del treno a rotaie; anticipo della costruzione del primo forno elettrico, in vista della realizzazione di uno stabilimento moderno, ecocompatibile, allontanato dalla città, rispettoso delle esigenze di diversificazione economica.
Coordinamento Art. 1 – Camping CIG