Alcune elezioni che hanno segnato la storia

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Niccolò Pini e Paolo Benesperi

Alcune elezioni han­no seg­na­to la sto­ria dell’ Italia evi­den­zian­do cam­bi­a­men­ti avvenu­ti nel­la soci­età o provo­can­doli. Tal­vol­ta alcu­ni risul­tati elet­torali han­no seg­na­to la fine di una fase e l’inizio di un’al­tra. Talal­tra han­no trasci­na­to stan­ca­mente situ­azioni palese­mente super­ate o da super­are. Dai risul­tati c’è sem­pre da impara­re e dovrebbe essere vieta­to incol­pare “il des­ti­no cini­co e baro”. Rimane il fat­to che riman­gono nel­la sto­ria di un Paese o di un  ter­ri­to­rio e sono piene di inseg­na­men­ti: per questo offri­amo alla let­tura alcu­ni risul­tati elet­torali sig­ni­fica­tivi sia per l’I­talia sia per la val di Cor­nia.

Monar­chia o Repub­bli­ca
Nel­la gior­na­ta del 2 giug­no 1946 e nel­la mat­ti­na seguente si cel­e­brarono libere elezioni, le prime dal 1924. Ave­vano dirit­to di voto tut­ti gli ital­iani mag­gioren­ni (allo­ra a 21 anni di età), maschi e fem­mine.
Ven­nero con­seg­nate con­tes­tual­mente agli elet­tori la sche­da per la scelta fra Monar­chia e Repub­bli­ca, il cosid­det­to Ref­er­en­dum isti­tuzionale e quel­la per l’elezione dei dep­u­tati del­l’Assem­blea Cos­tituente, a cui sarebbe sta­to affida­to il com­pi­to di redi­gere la nuo­va car­ta cos­ti­tuzionale, votare la fidu­cia al gov­er­no, approvare le leg­gi di bilan­cio e rat­i­fi­care i trat­tati inter­nazion­ali. 
Gli ital­iani scelsero la Repub­bli­ca anche se non con una mag­gio­ran­za schi­ac­ciante.  

istituzionale itNon ci fu sto­ria invece in provin­cia di Livorno dove la vit­to­ria dei sosten­i­tori del­la Repub­bli­ca fu schi­ac­ciante. Con cinque pun­ti in più nel­la per­centuale dei votan­ti rispet­to al dato nazionale, in provin­cia di Livorno i favorevoli alla Repub­bli­ca sfio­rarono l’ot­tan­ta per cen­to dei con­sen­si qua­si quat­tro volte oltre i voti ottenu­ti dai monar­chi­ci.Istituzionale Livorno

 

La Cos­tituente
Quel­lo stes­so giorno si votò anche per l’elezione dei dep­u­tati del­l’Assem­blea Cos­tituente, a cui sarebbe sta­to affida­to il com­pi­to di redi­gere la nuo­va car­ta cos­ti­tuzionale, votare la fidu­cia al gov­er­no, approvare le leg­gi di bilan­cio e rat­i­fi­care i trat­tati inter­nazion­ali. Risul­tarono quin­di elet­ti, in segui­to alle elezioni, 556 cos­tituen­ti. I tre mag­giori rag­grup­pa­men­ti furono la Democrazia Cris­tiana, con 207 seg­gi, il Par­ti­to Social­ista Ital­iano di Unità Pro­le­taria con 115 ed il Par­ti­to Comu­nista Ital­iano con 104.  Costituente it

In Val di Cor­nia il voto fu molto dis­sim­i­le per­ché il Par­ti­to Comu­nista Ital­iano risultò di gran lun­ga il pri­mo par­ti­to e molto dis­tanziati pri­ma il Par­ti­to Social­ista Ital­iano di Unità Pro­le­taria e poi la Democrazia Cris­tiana. Com­in­ciò allo­ra la lun­ga ege­mo­nia del PCI. 

Costituente Vdc 
La svol­ta del ‘48
Le elezioni politiche del 1948 si ten­nero il 18 aprile. Cos­ti­tuirono la sec­on­da con­sul­tazione elet­torale a suf­fra­gio uni­ver­sale, dopo quel­la del 1946.
La Democrazia Cris­tiana si aggiu­dicò la mag­gio­ran­za rel­a­ti­va dei voti e quel­la asso­lu­ta dei seg­gi, caso uni­co nel­la sto­ria del­la Repub­bli­ca. Il par­ti­to guida­to da Alcide De Gasperi ottenne oltre 4,6 mil­ioni di voti in più e un bal­zo del 13% rispet­to alle elezioni del­la Cos­tituente, diven­tan­do il pun­to di rifer­i­men­to per l’elet­tora­to anti­co­mu­nista. Ril­e­vante la scon­fit­ta del Fronte Demo­c­ra­ti­co Popo­lare, lista che com­pren­de­va sia il Par­ti­to Comu­nista Ital­iano che il Par­ti­to Social­ista Ital­iano. Con il 31% dei voti, i due par­ti­ti di sin­is­tra otten­nero insieme meno voti di quan­ti ne con­quis­tarono sep­a­rata­mente nel 1946. Erava­mo già in piena Guer­ra fred­da.

Camera 48 it

In Val di Cor­nia i risul­tati furono com­ple­ta­mente diver­si anche se il Fronte Popo­lare, for­ma­ta da Par­ti­to Comu­nista Ital­iano e Par­ti­to Social­ista Ital­iano con l’ade­sione di for­mazioni minori come Allean­za Repub­bli­cana Popo­lare, Movi­men­to Rurale, Movi­men­to Cris­tiano per la Pace, Movi­men­to di Unità Social­ista, non ottenne tut­ti i voti che ave­vano ottenu­to nel 1946 i par­ti­ti che lo cos­ti­tu­iv­ano e la Democrazia Cris­tiana ne guadag­nò non pochi.Camera 48 Vdc

 

Le regioni
Il 7 e 8 giug­no 1970 si ten­nero le prime elezioni region­ali. In Toscana si elessero 50 con­siglieri. PCI e DC rap­p­re­sen­ta­vano da soli qua­si i tre quar­ti dell’elettorato toscano (la som­ma delle loro quote per­centu­ali essendo pari infat­ti al 72,8%), in ter­mi­ni di seg­gi i 23 con­siglieri con­quis­ta­ti dal PCI e i 17 dal­la DC “occu­pa­vano” l’80% dell’assemblea. La Toscana era dunque la Regione con la più ele­va­ta con­cen­trazione bipar­tit­i­ca del voto, per­ché qui, ancor più che in Umbria o in Emil­ia, ad un PCI molto forte face­va da con­traltare una con­sis­tente DC.
Elio Gab­bug­giani, comu­nista, diven­tò Pres­i­dente del Con­siglio Regionale e Lelio Lago­rio, social­ista, diven­tò Pres­i­dente del­la Giun­ta. Nacque la “Regione rossa” con una mag­gio­ran­za com­pos­ta da PCI, PSIUP e PSI.
Regionali 70 toscana


In Val di Cor­nia con­tin­uò l’ege­mo­nia del PCI.

Regionali 70 Vdc

 

Il divorzio
Nel 1974 si tenne il pri­mo ref­er­en­dum abrog­a­ti­vo, meglio noto come Ref­er­en­dum sul divorzio. Ai cit­ta­di­ni venne chiesto se volessero o meno abrog­a­re la legge 898/70, Dis­ci­plina dei casi di sciogli­men­to del mat­ri­mo­nio, altri­men­ti nota come «Legge For­tu­na-Basli­ni», dal nome dei pri­mi fir­matari, l’uno social­ista l’al­tro lib­erale, del prog­et­to in sede par­la­mentare.
Emes­sa quat­tro anni pri­ma, la legge ave­va introdot­to il divorzio in Italia, cau­san­do con­tro­ver­sie e oppo­sizioni, in par­ti­co­lare di parte cat­toli­ca.
Vinse con larga mag­gio­ran­za l’ipote­si di non abrog­a­re la legge sul divorzio e così emerse un cam­bi­a­men­to sociale e cul­tur­ale che in Italia era sta­to sot­to­va­l­u­ta­to.
Divorzio it

A Piom­bi­no e in Val di Cor­nia si reg­istrò un’af­fluen­za alle urne assai più ele­va­ta rispet­to al dato nazionale ed una ancor più net­ta prevalen­za dei no.
Divorzio Piombino

 

Le prime europee
Il 7 e il 10 giug­no 1979 si ten­nero le prime elezioni par­la­men­tari dei nove sta­ti mem­bri del­la Comu­nità Euro­pea per eleg­gere i mem­bri del­l’Eu­ropar­la­men­to e le prime elezioni inter­nazion­ali del­la sto­ria. Il Par­ti­to Social­ista Europeo si affer­mò, sep­pur di misura, come pri­mo par­ti­to del­l’Eu­ropar­la­men­to davan­ti ai democris­tiani del Par­ti­to Popo­lare Europeo e ai Demo­c­ra­ti­ci Europei. I comu­nisti diven­nero la quar­ta forza del Par­la­men­to scav­al­can­do i lib­er­ali, gra­zie soprat­tut­to agli elet­ti del Par­ti­to Comu­nista Ital­iano e del Par­ti­to Comu­nista Francese che da soli for­ma­vano la qua­si total­ità del grup­po. In Italia la situ­azione fu com­ple­ta­mente diver­sa. I voti andarono nel­l’or­dine preva­len­te­mente a DC, PCI e PSI.
Europee 79 it

Ed in Val di Cor­nia situ­azione anco­ra diver­sa. Il PCI man­tenne anco­ra la sua grande mag­gio­ran­za.
Europee 79 Vdc

I ref­er­en­dum sul­l’abor­to

Nel 1981 ven­nero sot­to­posti al voto popo­lare due ref­er­en­dum abrog­a­tivi, di seg­no oppos­to, sul­l’in­ter­ruzione del­la gravi­dan­za. Il pri­mo pro­mosso dai rad­i­cali pro­pone­va l’ab­rogazione di tut­ti i pro­ced­i­men­ti, gli adem­pi­men­ti e i con­trol­li di tipo ammin­is­tra­ti­vo (od anche giuris­dizionale), che si riferivano all’in­ter­ruzione volon­taria del­la gravi­dan­za, come pure tutte le sanzioni per l’i­nosser­van­za delle modal­ità pre­viste dal­la legge 194 del 1978. L’al­tro pro­mosso dal Movi­men­to per la vita l’ab­rogazione di ogni cir­costan­za gius­ti­fica­ti­va ed ogni modal­ità del­l’in­ter­ruzione volon­taria del­la gravi­dan­za pre­viste dal­la stes­sa legge 194, fat­ta eccezione per l’abor­to ter­apeu­ti­co. Il no ad ambedue fu net­to anche se più alto nei con­fron­ti di quel­lo pro­pos­to dai rad­i­cali.
aborto it

In Val di Cor­nia il dato nazionale favorev­ole alla pro­pos­ta dei Rad­i­cali uscì ulte­ri­or­mente raf­forza­to dalle urne.

Aborto Piombino

 

L’ad­dio alle pref­eren­ze
Le elezioni politiche del 1992 furono le ultime svolte­si con sis­tema elet­torale pro­porzionale con pref­eren­ze.
Come effet­to del­la Svol­ta del­la Bologn­i­na, furono le prime elezioni politiche sen­za il Par­ti­to Comu­nista Ital­iano e Democrazia Pro­le­taria e le prime col Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co del­la Sin­is­tra e il Par­ti­to del­la Rifon­dazione Comu­nista che comunque si posizionarono ben dis­tan­ti dal­la som­ma dei voti ripor­tati nelle elezioni prece­den­ti dai due par­ti­ti scom­par­si.
La Lega Nord si affer­mò in diverse zone del­l’I­talia set­ten­tri­onale e potè così cos­ti­tuire i suoi pri­mi grup­pi par­la­men­tari.
La Democrazia Cris­tiana ottenne il suo min­i­mo stori­co e per la pri­ma vol­ta in un’elezione di ril­e­van­za nazionale non superò il 30% dei con­sen­si.
Anche il Par­ti­to Social­ista Ital­iano per la pri­ma vol­ta dal 1979 ebbe una lieve fles­sione.

Camera 92 it

In Val di Cor­nia il risul­ta­to di Rifon­dazione Comu­nista fu molto più alto che a liv­el­lo nazionale, seg­no del­la trasmi­grazione di voti dal PCI, anche se il PDS superò il 40%.
Camera 92 Vdc

 

La sec­on­da repub­bli­ca
Nel 1994 iniz­iò una nuo­va fase stor­i­ca (dal­la Pri­ma alla Sec­on­da repub­bli­ca) con una nuo­va legge elet­torale e con nuovi par­ti­ti. Nac­quero le coal­izioni. 
Nel 1993, a segui­to di un ref­er­en­dum, fu adot­ta­ta una nuo­va legge elet­torale, la cosid­det­ta legge Mattarel­la; il nuo­vo sis­tema elet­torale era mis­to mag­gior­i­tario e pro­porzionale. Il 75% dei seg­gi (475 per la Cam­era, 232 per il Sen­a­to) fu asseg­na­to tramite un sis­tema uni­nom­i­nale mag­gior­i­tario a turno uni­co; il restante 25% dei seg­gi (155 per la Cam­era, 83 per il Sen­a­to) tramite un sis­tema pro­porzionale. Per il mag­gior­i­tario, il ter­ri­to­rio nazionale fu sud­di­vi­so in tan­ti col­le­gi quan­ti era­no i seg­gi da asseg­nare: ottene­va il seg­gio il sogget­to che, nel rel­a­ti­vo col­le­gio, avesse ottenu­to la mag­gio­ran­za rel­a­ti­va dei voti. Per il pro­porzionale, la dis­tribuzione dei seg­gi avvenne alla Cam­era su base nazionale, tra le liste che super­arono il 4%; al Sen­a­to su base regionale, in base ai seg­gi spet­tan­ti a cias­cu­na regione.
I prin­ci­pali sogget­ti che delin­earono il nuo­vo sce­nario politi­co furono:
il Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co del­la Sin­is­tra, dalle istanze del Par­ti­to Comu­nista Ital­iano;
il Par­ti­to Popo­lare Ital­iano, dalle istanze del­la Democrazia Cris­tiana;
Forza Italia, che coag­ulò attorno alla figu­ra di Sil­vio Berlus­coni seg­men­ti di elet­tora­to lib­erale, ex-social­ista ed ex-democris­tiano ricol­lo­can­do­lo nel­l’am­bito del cen­tro destra;
Allean­za Nazionale, dalle istanze del Movi­men­to Sociale Ital­iano.
Le varie for­mazioni politiche si pre­sen­tarono in coal­izione. Le coal­izioni furono tre.
L’Al­lean­za dei Pro­gres­sisti, gui­da­ta da Achille Occhet­to, si pro­pose come coal­izione di cen­tro sin­is­tra: era for­ma­ta da Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co del­la Sin­is­tra, Rifon­dazione Comu­nista, Fed­er­azione dei Ver­di, Par­ti­to Social­ista Ital­iano, La Rete, Allean­za Demo­c­ra­t­i­ca, Cris­tiano Sociali.
Il Polo delle Lib­ertà e il Polo del Buon Gov­er­no si pre­sen­ta­vano come coal­izioni di cen­tro destra, tra loro col­le­gate, sot­to la gui­da di Sil­vio Berlus­coni. Il Polo delle Lib­ertà com­pren­de­va Forza Italia e Lega Nord, il Polo del Buon Gov­er­no Forza Italia e Allean­za Nazionale; entrambe le coal­izioni include­vano anche il Cen­tro Cris­tiano Demo­c­ra­ti­co e talo­ra alcune for­mazioni minori (Unione di Cen­tro, Polo Lib­er­al-Demo­c­ra­ti­co). 
Il Pat­to per l’I­talia, guida­to da Mar­i­ot­to Seg­ni, si pro­pose come coal­izione di cen­tro, for­ma­ta dal­l’al­lean­za com­pos­ta dal Par­ti­to Popo­lare Ital­iano e il Pat­to Seg­ni.
La coal­izione gui­da­ta da Sil­vio Berlus­coni ottenne una net­ta mag­gio­ran­za alla Cam­era, ma la mancò al Sen­a­to. Riuscì a for­mare un gov­er­no che ebbe però vita breve.

Camera 94 it

In Val di Cor­nia si affer­mò la coal­izione di sin­is­tra ma il panoram­i­ca politi­co era anche qui pro­fon­da­mente cam­bi­a­to.
Camera 94 Vdc

 

Il por­cel­lum
Le elezioni del 2006 si svolsero con un sis­tema elet­torale anco­ra muta­to, un sis­tema qua­si com­ple­ta­mente pro­porzionale, a coal­izione, con pre­mio di mag­gio­ran­za ed elezione di più par­la­men­tari con­tem­po­ranea­mente in col­le­gi este­si, sen­za pos­si­bil­ità di indi­care pref­eren­ze. Crit­i­ca­to da tut­ti non è sta­to più mod­i­fi­ca­to ed ha con­seg­na­to la scelta dei par­la­men­tari (mai dimi­nu­iti di numero) nelle mani di ristrette oli­garchie di par­ti­ti.
Vinse per pochi voti la coal­izione di cen­trosin­is­tra ma in realtà vinse l’in­govern­abil­ità come gli accadi­men­ti suc­ces­sivi han­no con­fer­ma­to.

Camera 2006 itOvvi­a­mente in val di Cor­nia le dis­tanze furono ben supe­ri­ori.Camera 2006 Vdc

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