È un coro: «All’estero, all’estero!»

· Inserito in Sotto la lente
Niccolò Pini

…Lavoro? Non ce n’è! E quel che c’è, a con­dizioni sem­pre peg­giori.. Quin­di che si fa?  Si va all’es­tero!.…”
Un numero sem­pre mag­giore di gio­vani under 40 sceglie di provare l’es­pe­rien­za di lavo­rare in un paese diver­so dal­l’I­talia;  non ci sono numeri pre­cisi di quale sia l’ef­fet­ti­vo tas­so di emi­grazione, ma da una ricer­ca fat­ta dal Sole 24 ore risul­ta che  vi siano almeno 60 mila gio­vani che ogni anno fug­gono dal­l’I­talia (più di 300mila dal 2000–2010) e l’aspet­to più allar­mante, e anche più ovvio, è che cir­ca il 70% sono lau­re­ati.
Gli anal­isti eco­nomi­ci non per­dono occa­sione per ricor­dar­ci quan­to questo fenom­e­no sia grave per la nos­tra econo­mia, ma la crisi avan­za e i numeri sono in cresci­ta. Chi   ha fat­to “il salto” ne par­la con entu­si­as­mo. “…Anche solo per qualche mese è un’es­pe­rien­za che va prova­ta!…” Alcu­ni di  questi ragazzi dopo poco tor­nano a casa, altri però riman­gono per­ché han­no trova­to un’op­por­tu­nità di vita e di lavoro che non pote­vano trovare in Italia.
Quin­di per­ché non dare qualche utile con­siglio a quei gio­vani  “Valdicorni­ni” che volessero provare ques­ta espe­rien­za?.
In Europa Schen­gen e altri accor­di inter­nazion­ali favoriscono  oggi la cir­co­lazione tra i pae­si: Inghilter­ra, Fran­cia, Ger­ma­nia, e pri­ma del­la crisi anche la Spagna,  sono le mete più ambite. Nat­u­ral­mente sul web si può trovare di tut­to riguar­do a questo tema, Blog, Forum  e anche siti spe­cial­iz­za­ti si spre­cano.  Ad esem­pio il sito “Italialiansinfuga.com”, cre­ato da  Aldo Men­car­aglia che pri­ma di altri ha prova­to ques­ta espe­rien­za, ha reso noto  che da poco il min­is­tero per l’im­mi­grazione aus­traliano ha aumen­ta­to le tar­iffe per chiedere il vis­to in Aus­tralia; questo paese sta diven­tan­do la nuo­va Amer­i­ca per ital­iani,  tan­to è vero che nel 2010 sono sta­ti mod­i­fi­cati i para­metri per chiedere il per­me­s­so di sog­giorno per lavoro in quel paese al fine di selezionare ingres­si più qual­i­fi­cati alle esi­gen­ze di quel mer­ca­to del lavoro.
Tut­tavia, come descrit­to in una recente inchi­es­ta del­l’E­spres­so, par­tire per cer­care for­tu­na in Aus­tralia rimane anco­ra molto sem­plice, infat­ti attra­ver­so un vis­to per tur­ista “work­ing hol­i­day visa”, che si ottiene facil­mente online sen­za richi­este di garanzie di con­ti cor­ren­ti o con­trat­ti di lavoro, dà la pos­si­bil­ità di sog­giorno di un anno.
In quel­l’an­no il gio­vane lau­re­ato non avrà dif­fi­coltà a trovare qualche lavoret­to come cameriere o brac­ciante nel­l’a­gri­coltura che gli farà acquistare pun­ti per rag­giun­gere la meta di un vis­to più sta­bile e aspi­rare ad un lavoro qual­i­fi­ca­to.
Pun­ti? Si, infat­ti lag­giù fun­ziona come una patente: più lavori “indis­pens­abili” per l’e­cono­mia aus­traliana eserci­ti più pun­teg­gio acqui­sis­ci. Ovvi­a­mente ben altre  pos­si­bil­ità da ten­er pre­sente ci sono: persi­no alle  Canarie o a Capo Verde se si ha un brevet­to per bagni­no o un attes­ta­to di istrut­tore di surf.
Ognuno scel­ga lib­era­mente.

(foto di Pino Bertel­li)
(vignetta di Gabriele Bezzi­ni

 

 

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