Anche la Coop non viaggia in buone acque

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Roberto Marini

PIOMBINO 15 dicem­bre 2013 — È la stes­sa UNICOOP Tir­reno che lo dichiara: « ….L’esercizio 2012 del Grup­po si è chiu­so con una perdi­ta con­sol­i­da­ta di 16 mil­ioni e 448 mila euro (a fronte degli 11 mil­ioni e 562 mila euro del prece­dente eser­cizio) ed un pat­ri­mo­nio net­to con­sol­ida­to di 241 mil­ioni e 360 mila euro. Anche nel 2012 sono sta­ti soprat­tut­to gli Iper­me­r­cati, in par­ti­co­lare quel­li del­la regione Cam­pa­nia, a sof­frire le mag­giori dif­fi­coltà evi­den­zian­do sig­ni­fica­tive perdite ges­tion­ali..».
È vero che «.…a liv­el­lo di gruppo…si può evi­den­ziare che, sebbene la perdi­ta 2012 risul­ti più ele­va­ta di quel­la dell’anno prece­dente, il risul­ta­to ordi­nario, ovvero la som­ma dei risul­tati delle ges­tioni oper­a­tive (com­mer­ciali ed immo­bil­iari da un lato, e finanziarie dall’altro) è pos­i­ti­vo per 7,5 mil­ioni, men­tre risultò neg­a­ti­vo per 4,9 mil­ioni nel 2011…» (per leg­gere clic­ca qui) rimane però il fat­to che in una fase di crisi UNICOOP Tir­reno si tro­va.
«…Anche nel 2012 — è anco­ra l’U­NI­COOP a par­lare, sono sta­ti soprat­tut­to gli Iper­me­r­cati, in par­ti­co­lare quel­li del­la regione Cam­pa­nia, a sof­frire le mag­giori dif­fi­coltà evi­den­zian­do sig­ni­fica­tive perdite gestionali.….Sul risul­ta­to eco­nom­i­co 2012 han­no influito molto neg­a­ti­va­mente le ret­ti­fiche del val­ore di bilan­cio di alcune parte­ci­pazioni del­la Coop­er­a­ti­va. In pri­mo luo­go, la con­trol­la­ta Iper­coop Tir­reno S.p.A. ha vis­to intera­mente con­fer­ma­to il dis­e­qui­lib­rio eco­nom­i­co pre­sente da anni. Alle perdite di Iper­coop Tir­reno si sono aggiun­ti in questo bilan­cio gli effet­ti con­tabili e finanziari delle dif­fi­coltà del­la Dico S.p.A., soci­età di cui Uni­coop Tir­reno possede­va il 16% cir­ca del cap­i­tale sociale. La crit­ic­ità del­la situ­azione ha spin­to Uni­coop Tir­reno e le altre coop­er­a­tive del sis­tema pro­pri­etarie di DICO S.p.A. a cedere a terzi la soci­età. La chiusura dell’operazione ha deter­mi­na­to l’obbligo di sva­l­utare in questo bilan­cio la parte­ci­pazione del­la Coop­er­a­ti­va, poiché il prez­zo di ven­di­ta delle azioni, fis­sato all’incirca al val­ore del­la cor­rispon­dente frazione di pat­ri­mo­nio net­to del­la Dico S.p.A. al 31 dicem­bre prece­dente, è risul­ta­to infe­ri­ore di cir­ca 14 mil­ioni di euro al val­ore di cari­co di Uni­coop. In con­clu­sione le due parte­ci­pate Iper­coop Tir­reno e Dico han­no com­por­ta­to nel bilan­cio del­la Coop­er­a­ti­va sva­l­u­tazioni per 14 mil­ioni di euro cias­cu­na, con oneri com­p­lessivi su parte­ci­pazioni per 28 mil­ioni di euro cir­ca…».
Del resto anche le ven­dite non sono andate bene. Han­no avu­to infat­ti un calo di cir­ca l’1,9% sul 2011 anche se la diminuizione dei ricavi com­p­lessivi, supe­ri­ore a ven­ti mil­ioni, è sta­to com­pen­sato da un anal­o­go calo dei costi di ges­tione, las­cian­do quin­di la dif­feren­za tra val­ori e costi del­la pro­duzione sostanzial­mente a liv­el­lo del­lo scor­so eser­cizio.

bilancio coop 

Altre crisi si sono avute prece­den­te­mente nel cor­so delle vicende che han­no por­ta­to alla nasci­ta dell’ UNICOOOP Tir­reno. Per­al­tro sono sem­pre state risolte con scelte, dis­cusse e rad­i­cali allo stes­so tem­po, tese ad adeguare l’of­fer­ta e l’or­ga­niz­zazione alle esi­gen­ze del mer­ca­to.
Vedi­amo un po’ di sto­ria di ques­ta coop­er­a­ti­va che fa parte sicu­ra­mente del­l’i­den­tità del ter­ri­to­rio.
Il 26 feb­braio 1945 a Piom­bi­no nacque la coop­er­a­ti­va La Pro­le­taria. La cit­tà, dopo la lib­er­azione, era anco­ra un cumu­lo di mac­erie e le acciaierie ave­vano da poco ricom­in­ci­a­to a fun­zionare: pro­prio nel­lo spac­cio del­l’IL­VA la Pro­le­taria ebbe il suo pri­mo spac­cio. Tra il 1945 e il 1950 La Pro­le­taria assor­bì alcune coop­er­a­tive che era­no sorte nel ter­ri­to­rio comu­nale dopo la lib­er­azione e iniz­iò a tessere dei lega­mi con l’al­tra grande realtà siderur­gi­ca (la Mag­o­na) e con for­n­i­tori e aziende del ter­ri­to­rio. Gli anni ’50 sono sta­ti chia­mati “Anni eroici”: La Pro­le­taria si tro­vò infat­ti a resistere all’of­fen­si­va con­tro il movi­men­to coop­er­a­ti­vo e agli attac­chi del­la diri­gen­za del­l’IL­VA che la “sfrat­tarono” dai pro­pri locali; in questi stes­si anni però la coop­er­a­ti­va mod­i­ficò il pro­prio statu­to per esten­dere la pro­pria attiv­ità anche ai comu­ni vici­ni: la Pro­le­taria iniz­iò quin­di ad espan­der­si al di fuori del­la cit­tà di Piom­bi­no. Gli anni ’60 furono gli anni del “boom” eco­nom­i­co e per la Pro­le­taria si aprì una nuo­va sfi­da: carta identità coopera­no infat­ti com­par­si anche in Italia i pri­mi super­me­r­cati e la coop­er­a­ti­va piom­bi­nese com­in­ciò a ristrut­turare la pro­pria rete di ven­di­ta, chi­u­den­do i pic­coli spac­ci e apren­do mod­erni self ser­vice o super­ette; con­tem­po­ranea­mente la Pro­le­taria con­tin­uò ad espan­der­si nel ter­ri­to­rio del­la marem­ma, soprat­tut­to nel­la provin­cia di Gros­se­to. Nel 1969 fu inau­gu­ra­to il super­me­r­ca­to di via Gori a Piom­bi­no, il pri­mo del­la coop­er­a­ti­va. Nel 1971 ci fu la fusione del­la Pro­le­taria con la Fratel­lan­za di Rosig­nano Solvay, una coop­er­a­ti­va che ave­va assor­bito diverse realtà nel­la provin­cia di Livorno: questo tut­tavia gen­erò una crisi che si unì alle enor­mi perdite derivate dai dan­ni del­la dis­truzione del super­me­r­ca­to di via Gori causa­ta da un incen­dio e dai prob­le­mi che incon­trò nel­l’aper­tu­ra del pri­mo super­me­r­ca­to a Roma, quel­lo di Largo Agos­ta. Tut­tavia i prob­le­mi furono superati e si arrivò nel 1977 all’aper­tu­ra del negozio La Rosa, a Livorno, la strut­tura più grande e remu­ner­a­ti­va del­la coop­er­a­ti­va. Negli anni ’80 la coop­er­a­ti­va conobbe un peri­o­do di grande ric­chez­za che si rispec­chiò in bilan­ci molto flori­di; con­tem­po­ranea­mente con­tin­uò ad espan­der­si e a sta­bi­liz­zare le pro­prie con­quiste nel Lazio. Nel 1991 la Pro­le­taria cam­biò il pro­prio nome in Toscana Lazio e approvò un nuo­vo statu­to sociale dove si isti­tuzion­al­iz­zarono le sezioni soci. In questo decen­nio la coop­er­a­ti­va si espanse anche in Cam­pa­nia con l’aper­tu­ra nel 1998 del­l’iper­me­r­ca­to di Afrago­la. Le ultime fusioni impor­tan­ti sono state quelle di Coop Tevere nel 2003 e con Coop Unione Ribol­la nel 2005, che por­tarono ad un nuo­vo cam­bi­a­men­to del nome, l’odier­no Uni­coop Tir­reno.

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