Asiu, il presente con Sei e la sfida per il futuro
PIOMBINO 23 ottobre 2015 – Una conferma ed una serie di novità per il futuro. Tra l’entusiasmo del nuovo corso e le preoccupazioni di una situazione economica che resta grave, l’assemblea dei Comuni soci di Asiu ha discusso del passaggio della raccolta della nettezza urbana a Sei Toscana, gestore unico dell’Ato sud, del bilancio 2015 e delle linee guida del piano industriale dell’azienda.
L’arrivo di Sei Toscana
Il trasferimento delle competenze, come verbalizzato nella riunione assembleare di settembre, decorrerà dal prossimo primo novembre, ovvero appena una decina di giorni dopo la comunicazione ufficiale nell’incontro di mercoledì 21 ottobre. Nonostante che il passaggio sia tutt’altro che una novità, ai sindaci è rimasto ben poco tempo per effettuare una doverosa comunicazione all’utenza e magari per dare la possibilità ai consigli comunali di prendere almeno atto. Ed infatti non risulta che niente del genere abbia impegnato i Comuni, né da luglio all’assemblea di mercoledì, né, tanto meno, dopo.
Per informazione va comunque precisato che, a fronte di una ignoranza pressoché totale nelle popolazioni, poco o nulla, nella materiale effettuazione del servizio, cambierà dal trasferimento a Sei. I netturbini saranno gli stessi, il servizio si svolgerà, almeno per il momento, con le stesse mobilità, i mezzi saranno quelli usati finora da Asiu.
Infatti, per ora, il trasferimento a Sei avviene attraverso un contratto di affitto che avrà la durata di un anno ed al quale seguirà il definitivo trasferimento al gestore dell’Ato del ramo di azienda di Asiu.
Nelle casse della Spa piombinese arriveranno da questo affitto 1,7 milioni di euro relativi a macchinari e locali. Un accordo esiste anche per il parziale conferimento dei materiali nella discarica di Asiu che prevede di incassare da smaltimento e selezione dei rifiuti circa 400 mila euro. Sei utilizzerà per il resto anche le sue discariche grossetane.
Per quanto riguarda il personale il nuovo gestore assorbirà una novantina dei dipendenti Asiu a cui resteranno un dirigente, una decina di impiegati ed una trentina di operai i quali verranno utilizzati nella struttura di RIMateria e nelle altre attività che resteranno nelle competenze della Spa piombinese.
Sull’argomento si è registrato il voto favorevoli di quattro dei cinque Comuni soci presenti (Marco Chiarei per Piombino, Rossana Soffritti per Campiglia, Alessandro Bandini per San Vincenzo e Luciano Cencioni per Sassetta) e l’astensione del sindaco di Suvereto Giuliano Parodi.
Il bilancio 2015
“Dopo due anni di rosso – ha scritto il presidente Valerio Caramassi -, il bilancio 2015 chiuderà con un leggero attivo. Nessuna magia: è frutto del combinato disposto della trattativa con Sei e di un utilizzo mirato degli spazi di discarica”.
Per capire c’è da puntualizzare che Sei, subentrando ad Asiu nel servizio di igiene urbana, anticiperà il milione e 700 mila euro del canone annuo di affitto di mezzi e locali. In più dal gestore si prevede che arriveranno altri 400 mila euro dall’uso della discarica Asiu. Quindi l’ingresso di Sei frutterà alla Spa di Caramassi una somma indicata in circa 2 milioni di euro. Non sarebbero bastati a far quadrare i conti senza il ricorso a quello che il presidente ha definito “un utilizzo mirato degli spazi di discarica”. Si tratta di un più consono e redditizio uso di Ischia di Crociano attraverso lo smaltimento di particolari rifiuti speciali.
Ovviamente se il consuntivo riferito al solo 2015 chiuderà in leggero attivo, sul collo dell’azienda resta il passivo pregresso che Caramassi ha indicato in 20 milioni e 800 mila euro oltre i 9 milioni che si devono prevedere per la chiusura della discarica, ormai verso l’esaurimento a Ischia di Crociano.
Il piano industriale
Le linee guida del piano industriale di Asiu confermano la volontà del nuovo management che già al momento dell’insediamento indicò come proprio obbiettivo principale il trattamento e quindi il riutilizzo degli scarti da lavorazioni industriali, prodotti nel passato e verosimilmente generati anche nell’attività che si prevede per il futuro. Ovviamente la siderurgia in primo piano.
Se il 16 luglio questo indirizzo venne considerato una svolta (fino a poche settimane prima molti dei Comuni soci stavano discutendo circa la vendita dei principali assets di Asiu), l’assemblea di mercoledì ha ribadito come il riciclo e il riutilizzo siano considerati non una strada da battere ma la via assoluta dalla quale non ci si sposta. Una sfida non facilissima, che coinvolge molti e diversi attori e sulla quale pesa, almeno nella fase dei necessari investimenti iniziali, il debito pregresso dell’azienda.
Vero è che il primo passo, che copre il periodo 2016–2017, è fortemente indirizzato al risanamento economico della Spa.
In due anni il management di Asiu si propone di coprire i quasi 21 milioni di debiti ed in più di mettere insieme fondi sufficienti per un intervento sostanziale (4 milioni di euro) riguardo agli impianti di RIMateria, considerati essenziali per il futuro dell’azienda.
“È in elaborazione – dice Caramassi – un progetto esecutivo concordato con gli enti autorizzatori, presentato ed apprezzato dalle banche, di riqualificazione paesaggistica delle aree a discarica di Ischia di Crociano. Entro gennaio verrà consegnato e entro l’estate dovremmo avere le autorizzazioni”.
A parte l’impegno titanico di riqualificare “paesaggisticamente” una discarica che, al massimo, potrà essere migliorata esteticamente rimanendo comunque discarica, nella sostanza l’Asiu punta a creare le condizioni perché i propri siti a Ischia di Crociano possano ospitare altri 500mila metri cubi di rifiuti speciali a far data da giugno 2016, quanto l’azienda prevede di avere ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie per le quali sta appunto già elaborando i progetti.
In questo tipo di conferimento che interesserà tutto il 2017, verranno privilegiati i rifiuti speciali non biodegradabili che offrono maggiori garanzie sul piano ambientale permettendo contemporaneamente incassi superiori.
Da questa attività, secondo i vertici di Asiu, dovrebbero arrivare nelle casse aziendali 25 milioni di euro, utilizzabili per risanare il debito e per poter indirizzare una somma cospicua (appunto 4 milioni di euro) verso RIMateria.
La creatura che, col vecchio nome di Tap Caramassi contribuì a realizzare 17 anni fa, dovrebbe spiccare il volo decisivo dopo il necessario risanamento economico di Asiu e portare da subito i primi frutti.
Il presidente spiega così: “Il progetto RIMateria è sostanzialmente basato su due driver: a) riciclo di materiali disponibili e futuri; b) inertizzazione e smaltimento in condizioni di sicurezza dei rifiuti non riciclabili. Sul progetto RIMateria vi sono segnali di mercato, formali e informali, e delle banche di assoluto interesse, il che vuol dire che è economicamente fondato. Anche il quadro istituzionale appare maturo per l’avvio di questo progetto. Nei prossimi mesi verrà impostata l’implementazione della compagine societaria e elaborato un Piano Industriale ad hoc”.
La sfida non è di poco conto. Innanzi tutto per RIMateria appare non trascurabile il rapporto con la fabbrica e segnatamente con le attività di Aferpi. Sebbene Caramassi consideri importante ma non vitale il legame con il cliente algerino c’è da dire che è dagli impianti siderurgici che arriverà in futuro la materia prima da trattare. È vero che il concetto di prossimità pone Asiu in una condizione di grande vantaggio anche per l’industria ma l’impressione è che la spa piombinese abbia più bisogno di Aferpi di quanto al contrario gli algerini non avvertano la stessa necessità nei riguardi di Asiu.
È auspicabile e conveniente per tutti una simbiosi mutualistica ma talvolta ciò che sembra universalmente vantaggioso trova invece incredibili ed imprevisti motivi di contrasto.
Soprattutto per i materiali accumulati in passato, che giustamente Caramassi reclama anche per un risanamento ambientale, il discorso deve essere allargato a valutazioni ed anche a finanziamenti istituzionali per i quali in tempi di vacche magre occorre vigilanza, prudenza e spesso un lavoro infinito di logoramento ai fianchi. E a volte neanche è sufficiente.
Si pensi solo alla vicenda dell’area LI53 necessaria per il futuro di Asiu. In un nostro articolo abbiamo trattato a lungo la vicenda. Oggi il presidente prende atto di un decreto che lo agevola e volutamente tralascia il contenzioso che a quel decreto ha fatto seguito. Basterà far punto e a capo e ripartire da un atto che indubbiamente esiste? Si riusciranno a trovare i finanziamenti? Verranno superati gli ostacoli di una burocrazia che in questi casi agisce come una palla al piede?
Tanti ingranaggi devono agire in modo sinergico e con la consapevolezza certa – e qui Caramassi ha ragione – che poche altre alternative esistono non solo per la vita dell’Asiu ma anche per produrre in modo compatibile con le esigenze di un mondo che guarda con molto più rispetto all’ambiente e ormai non considera il rifiuto come qualcosa da assolutamente eliminare.
Un altro esempio: una volta si chiamava conglomix, oggi il presidente di Asiu parla di “misto cementato”. È una delle produzioni di RIMateria, che secondo le intenzioni, vale come il calcestruzzo ma costa meno e soprattutto risparmia le devastanti estrazioni in cava per i materiali usati dall’edilizia.
Per anni il conglomix non è stato preso in considerazione (da tutti e non solo dai privati), in cava si è continuato a scavare e il mercato ha continuato a usare il calcestruzzo?
Ammesso e non concesso che davvero il “misto cementato” valga il calcestruzzo questo nuovo prodotto avrà sul mercato, per scelta di molti, miglior fortuna del conglomix?
Indubbiamente il rugbysta Caramassi è impegnato in una bella mischia. Non c’è che dire. In bocca al lupo.
Fiorenzo, da quanto hai scritto ti sento ottimista su quanto è stato affermato da Caramassi, io lo sono molto meno per una serie di fattori a cominciare dagli ormai famosi “spazi” fra discarica Lucchini e discarica ASIU (se ricordi venivano chiamati “cono rovesciato): è una cosa vecchia e non di ora ma quello che non hai citato sono le affermazioni del presidente ASIU (riportate dal Tirreno) riguardanti i rifiuti pericolosi (amianto ecc.) che si vuole porre in discarica e si dice ancora nell’articolo che aziende italiane e straniere se ne sono interessate per poterci portare questi rifiuti che nessuno vuole: ti pare poco? Piombino,a mio avviso, vede così scomparire quel poco di turismo che faticosamente sta cercando di sviluppare per una discarica che credo (di quel tipo) nessuno vuole.
Non si tratta di essere ottimisti o pessimisti, semplicemente si tratta di riferire quel che Caramassi ha indicato nell’ultima assemblea di Asiu. Sono numerose le perplessità sul piano indicato dal presidente della Spa piombinese a cominciare dal risanamento economico. Il problema amianto è uno dei tanti. C’è parso giusto, in questa fase, dare una informazione la più completa possibile sui programmi del management Asiu. Una condizione indispensabile per poter doverosamente monitorare ogni successivo passo nella gestione dell’azienda.